Fra le presenze economicamente importanti di quest’area c’è sicuramente il distretto Vicentino della Concia, primo polo conciario italiano e tra i più importanti a livello internazionale. Un settore che ha subito profonde trasformazioni in questi ultimi anni, riuscendo tuttavia a reggere l’urto provocato dalla recente crisi che ha segnato, talvolta in modo deciso, i settori tipici del made in Italy. Fondamentale, in questo senso, è stata la capacità delle imprese, che operano nel triangolo Arzignano – Montebello – Valle del Chiampo, di “subcontrattare” le parti più o meno critiche del processo produttivo, creando economie di scala e mantenendo, all’interno dell’azienda di prodotto finale, unicamente quelle attività, come la tinteggiatura o la finitura, garanzia di un maggiore valore aggiunto del prodotto. A fine 2017 le imprese effettive sono 459, con 8.324 addetti, per un fatturato di 2.814 milioni di euro, di cui 2.238 destinati all’estero con un export che raggiunge 119 Paesi. Le principali destinazioni sono: Cina, USA, Polonia, Germania, Romania, Regno Unito, Vietnam.
L’incidenza (per fatturato) è del 56 per cento sull’Italia, del 36 per cento sull’Unione Europea e dell’11 per cento sul Mondo. L’attuale peculiarità di quest’area conciaria è rappresentata, dal punto di vista industriale, dalla contemporanea presenza di imprese medio-piccole e grandi gruppi industriali all’avanguardia nell’automazione e standardizzazione delle fasi di processo, mentre sul piano produttivo la principale specializzazione sono le pelli bovine medio-grandi che vengono principalmente destinate ai clienti dell’imbottito (arredamento ed interni auto), alla calzatura ed alla pelletteria. La storia della concia vicentina parte da lontano. Tra il 1700 e il 1800 iniziano a comparire ad Arzignano i primi centri per la concia dei cuoi della zona, fenomeno dovuto alla posizione della cittadina, situata nell’alta valle del Chiampo e per questo ricca di salti d’acqua e rogge a corso rapido, che permettevano la movimentazione dei mulini per la macinazione delle materie concianti. Il vero boom del distretto si ha, però,dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la ripresa economica: molti dipendenti, dopo un periodo di tirocinio nelle concerie storiche, iniziano ad aprire in proprio la loro attività, mettendo a frutto le conoscenze tecniche acquisite. Il distretto si caratterizza per vitalità e dinamismo delle grandi imprese che, a loro volta, trainano le imprese di dimensioni minori. Non meno importanti la reputazione e il livello qualitativo universalmente riconosciuto delle lavorazioni vicentine.
Leggi la notizia su “Il giornale di Vicenza” del 31 gennaio 2018