Presidente, passa la più grande emergenza della storia repubblicana. Ci sarà ripresa economica. Il suo giudizio?

Si la ripresa ci sarà. Tuttavia se buona parte delle imprese hanno riaperto, non significa che già ci sia stata la ripartenza e perché questa cosa sia il percorso sarà ancora lungo, pieno di ostacoli e bisognoso di ulteriori aiuti. Le Istituzioni nazionali ed internazionali devono spingere tutte nella stessa direzione, infatti le stime che parlano di una flessione del commercio mondiale 2020 dell’11,9% e di un recupero dell’8% nel 2021 non ci fanno certo dormire sonni tranquilli.

 

Soffrono molti settori. Quello della moda di più a suo giudizio ?

Gli effetti della pandemia di stanno facendo sentire specialmente nei settori più aperti ai mercati internazionali come il turismo e, ovviamente, la moda. Il distretto conciario della provincia di Pisa, che conta oltre 900 aziende, 6.000 occupati e oltre 2 miliardi di euro di valore della produzione è inserito con successo nella catena internazionale del sistema moda e, quindi, particolarmente esposto agli effetti del Covid 19. Anche le calzature ovviamente soffrono. La forza di questi settori sta nella capacità degli imprenditori di trovare strade sempre nuove per combattere questa crisi dovuta alla pandemia come lottavano per combattere i dazi, le limitazioni all’import di materiale grezzo ed una concorrenza di livello planetario. Fa impressione constatare come le imprese della concia e del cuoio della provincia abbiano, in media, relazioni commerciali con oltre 130 paesi diversi. Questo è il segno più evidente di capacità di gestione della complessità di produzioni sempre più competitive ed è su questo aspetto che bisogna puntare.

 

Quali misure da mettere in campo per la ripresa ed in particolare per il comparto moda?

Come camera di commercio di Pisa abbiamo messo a disposizione milioni di euro per sostenere il tessuto economico locale. Non si tratta di interventi a pioggia, ma pensati per sostenere quelle realtà che, anche in questo difficile frangente, trovano la forza di innovarsi, di digitalizzarsi, insomma di rimanere competitive. Il nostro bando ripartenza (1,3 milioni di euro) si è chiuso con circa 1.000 domande arrivate in appena 24 ore, per una richiesta complessiva di quasi 6 milioni di euro a fronte di investimenti che superano abbondantemente gli 8 milioni di euro, questo fa capire di quanta necessità di liquidità ci sia da parte delle imprese. Anche il bando per acquisire sistemi di gestione certificati, tra i quali le certificazioni specifiche per la filiera pelli ha bruciato lo stanziamento da 50 Mila euro in un giorno. Il bando internazionalizzazione, pensato per la fruizione di servizi di supporto per le imprese che hanno fatto uno screening che ha valutato positivamente la loro capacità di successo sui mercati esteri, ha esaurito quasi del tutto le risorse di 90.000 € messe a disposizione. Abbiamo anche fatto un bando di 100.000 € rivolto alla partecipazioni delle imprese a fiere internazionali in Italia e all’estero che si svolgeranno in autunno.

 

Quale ruolo per la Ricerca e l’Innovazione?

In questa fase è fondamentale non perdere quote di mercato e stare al passo con le tendenze della moda, ma anche dell’innovazione. Essere sulla cresta dell’onda dal punto di vista tecnologico sarà più che nel passato una leva competitiva fondamentale per cogliere al volo la ripartenza, infatti una forte attenzione da parte dei consumatori sarà riposta nelle produzioni eco sostenibili, così come, del resto, già avveniva nella fase pre Covid agli attori della filiera della pelle che operano con i grandi brand.

 

Su quali canali si può sviluppare la collaborazione con la SSIP?

Il contributo della SSIP è di fondamentale importanza per sostenere un tessuto imprenditoriale già particolarmente attivo sul fronte dell’innovazione ed è per questo che la SSIP ha già uno sportello attivo presso il POTECO di Santa Croce sull’Arno. Tra le collaborazioni più rilevanti penso alle iniziative che puntano al rispetto delle normative ambientali, alla riduzione dell’impatto della produzione sull’ecosistema, ma anche al lavoro sul fronte dell’economia circolare.

 

Gaetano Amatruda
Giornalista – Ufficio stampa

 

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