Viaggiare sulle vie della modernità è una delle scommesse di CPMC: per la terza uscita del 2024 ci concentriamo sulla “Bioeconomia Circolare”. Con questo ultimo numero dell’anno si completa l’analisi “tridimensionale” del Cuoio Made in Italy: nei tre numeri della rivista, infatti, la riflessione è stata sulle diverse dimensioni che lo caratterizzano, come un materiale circolare e intelligente, sostenibile e di qualità e, infine, un materiale Bio-Based per natura. In particolare ragioniamo, nelle pagine che seguiranno, sul valore aggiunto intrinseco del cuoio come materiale realizzato da biomasse e sulla creazione di buone prassi in termini di circolarità e Simbiosi Industriale. Nel numero in questione grazie ad esperti e a protagonisti del comparto, discutiamo sulle nuove frontiere tecnologiche, a servizio della sfida, e sulla necessaria condivisione di competenze, esperienze e vedute intersettoriali per raggiungere risultati apprezzabili. La bioeconomia italiana, ed è bene ripartire da numeri generali per inquadrare il tema, rappresenta il 10% in termini di valore della produzione e il 7,6% per quanto riguarda l’occupazione sul totale dell’economia, come riportano i dati del Rapporto sulla Bioeconomia in Europa (a cura di Intesa San Paolo, Federchimica, Cluster Spring), riferiti al 2023. Lo scorso anno, secondo il rapporto, le attività connesse alla bioeconomia hanno generato beni per 437,5 miliardi di euro, 9,3 in più rispetto al 2022, occupando circa due milioni di persone. In questo scenario, l’Italia, come emerge dalla sintesi proposta dello studio, possiede competenze all’avanguardia e una serie di prodotti bio-based unici e in continua evoluzione nonché una piattaforma di bioeconomia circolare che ci permette di essere eccellenza in Europa. L’analisi della composizione settoriale della Bioeconomia vede l’Italia primeggiare per l’importanza della filiera della moda. Un rilevante 11% sul totale racconta di scelte strategiche vincenti e testimonia percorsi ben avviati. La quota bio-based del Sistema Moda italiano (che include la filiera del tessile-abbigliamento e della pelle) si posiziona su livelli poco inferiori al 50% del totale. Un primato italiano, questo, che è costruito sul comparto conciario, centrale perché parliamo sia di un settore che per definizione lavora partendo da biomassa/fonti rinnovabili, che costituiscono scarti di un’altra filiera, sia di un comparto che ha nel suo DNA, questa propensione come ricorda Fulvia Bacchi, direttore UNIC – Concerie Italiane. Scoprirete, nel prezioso contributo di Fabrizio Nuti, presidente UNIC – Concerie Italiane, dati e traiettorie di crescita. Vi imbatterete, sfogliando le pagine, in progetti che costituiscono il paradigma dei principi di Simbiosi Industriale, con implicazioni che si spostano sempre di più dalla frontiera della ricerca a quella della sperimentazione nella dimensione d’impresa. È proprio su tali tematiche che verte il Progetto SOLARIS – Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions, promosso dalla SSIP, nell’ambito del Partenariato Esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR), e totalmente finalizzato a soddisfare i fabbisogni di innovazione, sostenibilità, circolarità e tracciabilità della filiera della Pelle, in connessione con i settori tessile ed agri-food, tanto per citare un esempio di quanto già in cantiere. Concetti, valori soprattutto, che sono il cuore sempre più pulsante di MICS e della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e materie concianti, che assieme all’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha promosso la II tappa del roadshow – dal titolo “Materiali intelligenti per prodotti sostenibili e circolari”, del più grande partenariato esteso nazionale che si è svolta lo scorso 22 novembre a Napoli. Il roadshow è stato preceduto da un’intensa giornata in cui si è entrato nel vivo dello Spoke 4 con il relativo Mid-Term Meeting guidato da Domenico Caputo, Università degli Studi di Napoli Federico II, dal titolo Materiali intelligenti e sostenibili per prodotti e processi industriali circolari e aumentati. MICS è un corpo unico, che muove i suoi passi sempre più audacemente verso l’innovazione sostenibile e circolare dei prodotti di punta del Made in italy; come è emerso dal Tavolo Inter-Spoke Progetti MICS coordinato da Claudia Florio, responsabile ricerca SSIP: un momento di fondamentale riflessione per massimizzare il potenziale espresso delle varie anime di MICS, che integrano, in tutte le relative declinazioni, i concetti di design, progettazione e adozione di approcci sistemici per le imprese e le filiere, oltre che competenze tecnico-scientifiche sui materiali avanzati e sulle ultime frontiere delle tecnologie abilitanti. Unica è la visione che MICS sta maturando, grazie al contributo trasversale dei suoi partner. Una due giorni che ha visto la SSIP protagonista dei diversi momenti, in particolare del panel dedicato alla Moda e al Made In Italy, vero fulcro, quest’ultimo, del cambiamento, sessione che ho avuto il piacere di presiedere. Al termine dei lavori si è svolta, infine, l’inaugurazione presso il Polo di San Giovanni a Teduccio della Sede Sud di MICS, che ospiterà anche la SSIP, un nuovo HUB dedicato alla crescita del Mezzogiorno, ponendosi come punto di riferimento per la formazione, la ricerca e l’innovazione, con un focus particolare sullo sviluppo di nuovi materiali e le loro applicazioni nell’Arredamento, Filiera Moda e AutomazioneMeccanica. Il trend è positivo, in riferimento ai numeri e alla qualità del prodotto, e può solo crescere: enti come la SSIP lavorano in questa direzione e magazine come quello che state sfogliando vogliono rappresentare occasione di approfondimento, analisi e studio. “La storia del cuoio è molto più di una evoluzione tecnologica che il settore ha sperimentato negli ultimi anni. È una storia – per usare le parole del professore Nicolais – di innovazione, creatività e circolarità, in cui le conoscenze e le tradizioni di molte culture si sono fuse per creare prodotti che hanno migliorato la vita dell’uomo”. Una storia che deve continuare per costruire il futuro e noi, come sempre, faremo la nostra parte.