Il laboratorio di microscopia della SSIP oltre ad offrire un supporto specialistico finalizzato alla verifica e certificazione di autenticità di pelle, cuoio e pellicce nell’ambito del Decreto Legislativo n. 68/2020, consente anche di studiare la morfologia di varie zone della stessa pelle e come si configura l’orientamento delle fibre sulla pelle, ciò risulta utile sia per la caratterizzazione delle varie specie animali più in uso, sia per effettuare valutazioni merceologiche della pelle favorendone un migliore utilizzo per le varie applicazioni a cui essa è destinata.
Le tipologie di pelli bovine più utilizzate nell’industria conciaria sono principalmente vitelli, vitelloni, vacche e bufali.
Ogni tipologia presenta caratteristiche merceologiche differenti, quindi è importante poterle distinguere tra loro sulla base delle esigenze specifiche richieste per il prodotto finale.
I primi requisiti distintivi si basano sul peso, lo spessore e la superficie totale ma tali valutazioni sono fattibili quando si ha a disposizione il pellame intero, altrimenti si ricorre ad altri metodi diagnostici come la microscopia.
Il vitello è un bovino maschio/femmina, con un’età inferiore agli 8 mesi quando viene macellato. Il vitellone è un bovino più grande, con un’età inferiore ai 24 mesi al momento della macellazione. La vacca è la femmina adulta dei bovini.
Le pelli di vitellone e vacca a parte la differenza di peso per il resto presentano caratteristiche strutturali assimilabili ad un generico bovino adulto:
- lo strato papillare (fiore) è allentato ed è circa il 10-20% del derma.
- lo strato reticolare è compatto ed è circa il 70-80% del derma.
L’aspetto del fiore al microscopio si presenta con follicoli distribuiti uniformemente sulla superficie del fiore con dimensione e profondità differenti a seconda dell’età (foto 1)
Foto 1 – superficie pelle bovino adulto
In molti casi le pelli sono rivestite da uno strato polimerico che ricrea il tipico disegno del fiore della pelle. Con una semplice prova, utilizzando un batuffolo di ovatta imbibito con alcol etilico o acetone, è possibile asportare lo strato polimerico e quindi osservare la superficie naturale della pelle.
Tali prove merceologiche permettono di poter valutare anche ulteriori caratteristiche del pellame che consentono anche di classificare il prodotto sulla base della norma UNI EN 15987:2015 “Leather – Key definitions for leather trade” che fornisce alcune definizioni chiave per il commercio del cuoio. La norma classifica i “termini” in: termini chiave, qualificanti, termini specifici ed altri.
La foto 2 mostra l’immagine ottenuta al microscopio di una pelle bovina NUBUCK – Cuoio abraso dal lato fiore in modo da ottenere un effetto vellutato e con grana ancora visibile
Foto 2 – pelle bovina nubuck
La pelle di vitello ha una struttura che si distingue da quella dei bovini adulti
Lo strato papillare è circa il 25-30% della pelle
Lo strato reticolare è compatto ed è circa il 50-60% della pelle
Le pelli di vitello proprio per le caratteristiche uniche del fiore sono i pellami più pregiati e preferiti nella produzione di articoli di qualità; infatti, vengono molto utilizzate nell’industria della moda anche per la morbidezza, la resistenza e la flessibilità che le rendono ideali per la produzione di borse, portafogli, giacche, calzature e abbigliamento. La pelle di vitello nonostante sia costituita da fibre molto sottili mostra una notevole pienezza che ne conferisce una buona resistenza anche alle abrasioni oltre ad una buona capacità di mantenere inalterate le sue caratteristiche nel tempo.
L’aspetto del fiore al microscopio si presenta con follicoli molto fitti ed una grana molto fine (foto 3)
Foto 3 – superficie pelle di vitello
La pelle di bufalo proviene generalmente dall’ Asia o dall’ Africa e viene molto utilizzata nel settore dell’arredamento, ma anche della pelletteria.
Durante il processo di concia si cerca di non allungare molto la pelle per preservare il particolare aspetto granuloso; inoltre, le pelli di bufalo presentano una buona flessibilità ed una buona resistenza alla bagnatura, tali requisiti presumibilmente sono dovuti alla considerevole quantità di grasso naturale che caratterizza questa tipologia di pelli.
I bufali presentano al microcopio una superficie con follicoli a punta di spillo meno fitti rispetto ad altri bovini e praticamente equidistanti tra loro. Lo strato papillare è molto compatto (foto 4)
Foto 4 – superficie pelle di bufalo
Laddove risultasse complicato asportare rifinizioni troppo coprenti è possibile valutare la morfologia in sezione al microscopio in trasmissione, poiché anche in questo caso la struttura fibrosa presenta delle caratteristiche distintive che consentono di distinguere diverse specie tra loro.
Sezione pelle bovina | Sezione pelle bufalo |
1 Agosto 2024
A cura di
Dott.ssa Roberta Aveta – Tecnico di microscopia/servizi di diagnostica avanzata