In un’intervista rilasciata al Riformista, il Direttore Generale SSIP Edoardo Imperiale, traccia le linee guida da seguire per rendere la Campania una regione che sia un esempio di sviluppo industriale per l’intero Paese. Startup, capitale umano, economia circolare, banda larga ed infrastrutture: sono queste le sfide da affrontare per rilanciare le numerose imprese presenti sul territorio.

 
 

La Campania necessita di una politica industriale, di un modello economico improntato sulle nuove esigenze messe in evidenza dalla pandemia. Ora c’è l’opportunità di costruire da zero un suo modello economico che miri allo sviluppo e alla digitalizzazione delle risorse. Da dove iniziare?

 

“Occorre avviare un programma integrato pluriennale che faciliti e accompagni la digitalizzazione delle piccole e medie imprese favorendo la semplificazione organizzativa, l’automatizzazione delle attività produttive legate alla distribuzione di prodotti e servizi, al marketing e alle vendite, ma anche al settore amministrativo” spiega Edoardo Imperiale, direttore generale della Stazione Sperimentale per l’Industria delle pelli e direttore generale di Campania Innovation Hub – gli interventi strategici da mettere in campo riguardano il capitale umano, la scuola, il sostegno alle iniziative di economia circolare, investimenti e incentivi selettivi alle filiere strategiche produttive, interventi per favorire l’allineamento tra le attività produttive e gli standard ambientali stringenti”.

 

Ecco cosa deve fare chi, tra una manciata di giorni, sarà eletto a guidare la Regione. Tecnologie di processo, ambiente e sostenibilità, e tecnologie di prodotto per la pelle italiana: sono questi gli ambiti tecnologici sui quali la Stazione Sperimentale opera recuperando gli scarti della lavorazione e per ottimizzare i processi di depurazione. L’innovazione si conferma la principale chiave del cambiamento sia nell’ambito dei processi e dei prodotti.

 

“I laboratori tecnologici e le attrezzature all’avanguardia, in linea con le key technologies dell’industria 4.0, consentono di sviluppare un ambiente di sperimentazione che si configura come un vero e proprio dimostratore tecnologico e di fabbrica conciaria sostenibile e 4.0 – afferma Imperiale – nel quale svolgere attività di testing e certificazione. Questo dimostratore guida e guiderà sia un percorso di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese tradizionali, sia un cambiamento di mentalità degli imprenditori per una visione sempre più innovativa e competitiva dell’impresa, sia la creazione, attraverso l’Academy Politecnico del Cuoio, delle figure professionali che siano in grado di migliorare i processi di sostenibilità delle imprese, di affrontare i cambiamenti della quarta rivoluzione industriale e di cogliere le opportunità di economia circolare”.

 

Napoli è al terzo posto e la Regione Campania al quarto della classifica delle località col maggiore numero di società con la vocazione alla modernizzazione, ma “al Sud-  sottolinea Imperiale – servono con urgenza investimenti pubblici e privati mirati a pochi grandi macro-interventi finalizzati allo sviluppo delle infrastrutture (materiale ed immateriali), all’avvio di politiche industriali sostenibili e che puntino sull’economia circolare, in sinergia con le altre regioni del Sud (mobilità sostenibile macro-regionale), una nuova industrializzazione per la produzione di beni e servizi oltre ad investimenti nelle tecnologie 4.0 finalizzate ad una ormai necessaria riconversione industriale di alcuni settori produttivi. Inoltre occorre essere rigorosi nella selezione di una competente classe dirigente pubblica che si occupi dell’execution in modo serio e responsabile”.

 
 
 

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