Analisi prospettica delle tecnologie enzimatiche applicate alla filiera della pelle

 

Pubblicato su CPMC 2/2021 – TECNOLOGIE ABILITANTI PER NUOVI MATERIALI CIRCOLARI

a cura di Vincenzo Lettera, Amministratore unico Biopox srl, Napoli – Leather Innovation Challenges 2025

 

In Italia il comparto industriale delle biotecnologie è notevolmente sviluppato con più di 700 imprese e circa 13.000 addetti, di cui un terzo impiegato in attività di R&S. Questo settore può però crescere e svilupparsi ulteriormente dando una spinta innovativa a comparti strategici per il Paese che richiedono soluzioni inquadrate nelle tematiche della filiera sostenibile e dei processi eco-compatibili.

 

Nel contesto odierno numerose problematiche tecnologiche ed ambientali legate alla filiera conciaria hanno richiesto alle aziende ed al mondo della ricerca di sviluppare soluzioni in grado non solo di innovare i prodotti ma anche di mitigare l’impatto dei relativi processi. Sebbene l’industria della pelle già utilizzi strumenti biotecnologici come enzimi proteolitici e lipolitici, l’approccio enzimatico è associato principalmente alla rimozione delle parti indesiderate nelle fasi di Rinverdimento, Depilazione, Sgrassaggio e Macerazione. Biopox è nata come azienda biotecnologica fortemente orientata all’innovazione della chimica industriale nel campo della colorazione ed ha sviluppato tecnologie performanti anche nel settore conciario per ottenere un nuovo processo di tintura di pelli pesanti e leggere. Le fasi di isolamento, caratterizzazione e produzione di enzimi ossidativi in forma ricombinante, sono state propedeutiche per la messa a punto di un sistema industriale di colorazione in situ su pelle utilizzando precursori naturali e di sintesi, otticamente neutri e a tossicità ridotta rispetto ai pigmenti attualmente utilizzati in conceria. Il processo è stato validato verificando i vantaggi ad esso connessi rispetto ai metodi tradizionali, anche in relazione alle ricadute in termini di sostenibilità economica e ambientale, in linea con i dettami della buona prassi tecnologica nel campo della bioeconomia. La tecnologia sviluppata, in partnership con aziende leader nel settore, è orientata ad integrare la catalisi enzimatica nel processo produttivo in modo da limitare l’utilizzo di solventi organici ed altri reagenti ad alto impatto
eco-tossicologico, riducendo in generale le possibili criticità connesse ai rischi degli operatori e degli utilizzatori finali e migliorando le prestazioni in termini di gradevolezza sensoriale.

 

Le lavorazioni basate su tintura enzimatica possono essere effettuate in bagni più corti, con meno reattivi, in condizioni di reazione meno stringenti e in tempi minori con innumerevoli vantaggi per l’ambiente e gli operatori, ottenendo un livello di pienezza e solidità del colore comparabile con quello ottenuto tradizionalmente. Biopox è inoltre coinvolta attivamente come
partner in progetti di ricerca e selezione di enzimi in grado di intervenire direttamente sul cuoio. Nuove prospettive sono date dall’uso di transglutamminasi e proteasi per modificare il collagene contenuto nel pellame, o per estrarlo dagli scarti della lavorazione delle pelli stesse per un suo riutilizzo allo scopo di aggiungere nuove funzionalità dal punto di vista chimico e strutturale alle matrici trattate.

 

Lo sviluppo di nuovi materiali e di soluzioni innovative mediante gli approcci biotecnologici
qui descritti sono perfettamente inquadrate nell’ambito del Programma LEATHER INNOVATION CHALLENGES 2025 promosso dalla SSIP, con cui Biopox ha avviato da diverso tempo un’intensa attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel settore dell’economia circolare e della sostenibilità della filiera conciaria. Le biotecnologie possono quindi ad oggi contribuire fattivamente alla qualità dei prodotti, la sicurezza e la standardizzazione delle produzioni nel settore conciario, fornendo
una reale possibilità per ottenere un processo industriale sostenibile ed ecologico in una filiera a forte connotazione tradizionale.

 

 

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