Sul tema della Bioeconomia, secondo i recenti dati elaborati dall’istituto “Tagliacarne”, il Sud vince la sfida con il Nord. E questa è senz’altro una notizia positiva per le imprese del territorio di Napoli e provincia, su cui incide l’azione della Camera di Commercio. I numeri sono molto incoraggianti: il 23,6% delle aziende del nostro Mezzogiorno è “bio”, punta cioè sull’utilizzo di risorse biologiche, compresi gli scarti, nelle proprie produzioni. Contro il 19.7% di media del resto del paese, che a livello europeo sconta ancora qualche ritardo. Ma ciò che sorprende maggiormente è che nel Sud, le imprese “bio” sono anche particolarmente innovative. Oltre a stare sul mercato con performances che offrono ottimi risultati, sono capaci di dotarsi dei più moderni supporti tecnologici e sfruttano la ricerca avanzata.
In questa partita il cuoio Made in Italy è uno dei grandi protagonisti: prodotto sostenibile e di qualità, materiale bio per natura e che si può definire a giusta ragione “circolare e intelligente”. Qui c’è da fare una riflessione, che non può sfuggire a chi ha l’onere di guidare una realtà che associa circa 360mila imprese e che ha tra gli obiettivi principali quello di sostenerne le attività, di analizzare gli scenari attuali e futuri e creare occasioni di promozione dei settori. La bioeconomia circolare, rappresenta una leva fondamentale per le imprese del settore. Ma tale congiuntura può creare qualche criticità a una realtà così dinamica, che necessità di procedere con ulteriore slancio nella direzione tracciata. Il comparto conciario, che nelle nostre aree interne ha una tradizione secolare, è tra i più trainanti in quanto è per sua natura legato inscindibilmente alla lavorazione di fonti rinnovabili (definite anche biomasse) che non sono altro che gli scarti di un’altra filiera. Ciò che costituisce un elemento virtuoso, però, spesso non trova spazio nella comunicazione che, puntando più sui prodotti finiti legati alla moda e al lusso, tralascia ciò che ne ha generato la qualità.
Tra gli obiettivi che occorre perseguire, e in questo la Stazione Sperimentale per l’industria delle Pelli e delle Materie Concianti è sede virtuosa e privilegiata, ci sono lo sviluppo delle tecnologie applicate al riciclo e la ricerca scientifica, orientata all’innovazione e alla sostenibilità. Percorsi già avviati nel tempo e che stanno portando a risultati molto soddisfacenti, che necessitano di un continuo sostegno. Così come occorre promuovere la formazione, proprio nell’ambito della bioeconomia, ideando contenuti, metodi, strumenti e strutture per l’istruzione, con la finalità di accrescere la rilevanza di tale argomento in settori come l’agricoltura, la pesca, la bioingegneria e nelle altre discipline del settore biologico. In questo possono offrire un importante contributo gli ITS, orientati a promuove- re competenze in questo settore, che risulta molto attraente e collegato direttamente al mondo del lavoro e della produzione.
La Camera di Commercio di Napoli guarda con grande favore tali attività ed intende continuare con convinzione a promuovere l’Organismo di Ricerca Nazionale, per offrire alle imprese del territorio il know-how necessario a migliorarne la competitività sia sul piano nazionale che su quello internazionale.