La storia del cuoio è molto più di una evoluzione tecnologica che il settore ha sperimentato negli ultimi anni. È una storia di innovazione, creatività e circolarità, in cui le conoscenze e le tradizioni di molte culture si sono fuse per creare prodotti che hanno migliorato la vita dell’uomo. È anche una storia che ha avuto un impatto significativo sulla natura e sull’ambiente, con effetti che si sono fatti sentire nei secoli. Fin dall’antichità, le popolazioni hanno sviluppato varie tecniche per la lavorazione delle pelli, che hanno permesso di generare valore sfruttando risorse naturali a basso impatto ambientale. La pelle è stata usata non solo per creare abiti o accessori, ma anche per realizzare strumenti di uso quotidiano e opere d’arte. In Italia, questo settore ha trovato un terreno fertile in cui ha potuto evolversi sfruttando l’abilità e le conoscenze degli artigianali, che le hanno tramandate di generazione in generazione con l’aggiunta di nuove tecnologie.
Questa tradizione non è solo un viaggio attraverso tecniche e culture, ma anche un esempio concreto di come un materiale possa incarnare i principi di sostenibilità e circolarità ben prima che questi concetti diventassero centrali nel dibattito contemporaneo. Dall’uso delle risorse naturali alla creazione di manufatti essenziali per la vita quotidiana, il cuoio ha sempre rappresentato un ponte tra innovazione e circolarità. Il cuoio continua ancora ad avere una grande rilevanza nell’era moderna, grazie alla sua natura biologica e al suo ruolo nella bioeconomia. Essendo un sottoprodotto dell’industria alimentare, il cuoio riflette un ciclo virtuoso di utilizzo completo delle risorse, esemplificando appunto il concetto di circolarità. In linea con i progressi tecnologici e le pratiche sostenibili, l’industria conciaria continua, oggi, a mantenere la sua rilevanza all’interno della bioeconomia nel suo termine più ampio. Secondo il Nono rapporto sulla Bioeconomia in Europa, il settore della moda italiano, in cui il cuoio occupa una posizione centrale, contribuisce significativamente alla bioeconomia nazionale, con circa il 50% dei materiali utilizzati derivati da fonti bio-based.
Oggi, l’industria del cuoio è al centro di una simbiosi industriale che enfatizza il tema della circolarità attraverso la condivisione di risorse, materiali e sottoprodotti con industrie diverse per creare un sistema a ciclo chiuso. Ad esempio, i sottoprodotti del settore alimentare (pelli animali) o di quello agricolo, vengono utilizzati dalle concerie, e a loro volta, gli scarti delle concerie (come ritagli e rasature) possono essere riutilizzati in altre industrie, ad esempio per la produzione di fertilizzanti o bioenergia. Inoltre, i recenti progressi tecnologici per potenziare le pratiche circolari sono molto rilevanti. I nuovi metodi di concia senza cromo, metalli e la depilazione enzimatica consentono di ridurre l’uso di sostanze chimiche dannose e minimizzano il consumo d’acqua. L’upcycling degli scarti di cuoio in biofertilizzanti attraverso processi di idrolisi si inserisce perfettamente nel modello di economia circolare, restituendo materiali alla natura e sostenendo al contempo la produttività agricola. La stessa digitalizzazione e l’automazione migliorano la precisione e riducono gli sprechi. Inoltre, le innovazioni nella gestione dei rifiuti, tra cui il riciclo delle fibre di cuoio per la produzione di materiali compositi, contribuiscono alla natura circolare della catena di approvvigionamento del cuoio. Tali progressi sono vitali per garantire che l’industria conciaria ed in particolare quella del Made in Italy rimanga competitiva in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
Nonostante questi progressi, la competitività del settore non dipende solo dall’innovazione tecnologica e dall’adozione di pratiche sostenibili, ma anche dalla capacità di rispondere alle sfide legate alla percezione pubblica. Infatti, la percezione pubblica della produzione del cuoio è spesso influenzata da preoccupazioni relative all’impatto ambientale, in particolare riguardo all’uso dell’acqua, all’inquinamento chimico e al benessere degli animali. Affrontare queste preoccupazioni attraverso una comunicazione trasparente e l’implementazione delle migliori pratiche in termini di sostenibilità sarà fondamentale per mantenere la reputazione del settore.