Questi ultimi anni ci hanno visti intensamente impegnati nel comunicare l’unicità della pelle e del cuoio e delle loro straordinarie qualità estetiche e prestazionali e la loro natura intrinsecamente sostenibile e circolare. Lo abbiamo fatto anche per contrastare i sempre più numerosi attacchi strumentali contro il nostro materiale.

Gli attacchi ideologici, recentemente, stanno mostrando tutta la loro inconsistenza e contraddittorietà perché, se da un lato valutiamo “fisiologica” l’aspirazione a conquistare posizioni di mercato, dall’altro è davvero scorretto che ciò avvenga facendo “strame” di verità scientifiche, condizionando cosi le scelte dei consumatori.

Dati recenti circa l’utilizzo su scala industriale di questi materiali, ci dicono che hanno deluso le aspettative degli utilizzatori, tante che alcuni importanti gruppi industriali stanno rivedendo le loro scelte. Il mercato è un giudice severo e non lo si può ingannare con facili slogan e inverosimili confronti.

Il focus del processo conciario è il derma, vera e propria opera di ingegneria naturale che il conciatore ha sapientemente imparato a preservare ed impreziosire, esattamente come l’agire dello scultore nell’ assecondare ed esaltare le qualità naturali del marmo.

La creatività, la scienza e la tecnica sono, per restare nella metafora dello scultore, i nostri scalpelli che, nel corso dei secoli, sono diventati sempre più sofisticati, intelligenti e precisi, grazie ai quali oggi le nostre concerie possono realizzare meravigliose pelli che non sono solo belle da vedere e da toccare, ma anche estremamente performanti, durevoli e sicure.

Sulle molteplici qualità della pelle e del cuoio questa rivista ha pubblicato nella sua lunghissima vita editoriale una quantità enorme di lavori, la sua meritoria opera di divulgazione, questa si veramente scientifica, la pone tra le fonti più autorevoli e storiche del nostro settore, ed ha contribuito significativamente al rafforzamento della leadership mondiale della conceria italiana.

L’industria conciaria italiana è stata in grado in questi ultimi trent’anni di cogliere le sfide e le opportunità di una società che si sta profondamente trasformando.

La produzione di cuoi rispettosi dell’ambiente, con profonde rivisitazioni dei cicli produttivi, l’utilizzo di sostanze sempre più sicure per la salute e la sicurezza del lavoro, per l’ambiente e per i consumatori, l’utilizzo di nuove tecnologie green e tanto altro ancora, è stato incredibilmente realizzato senza dover rinunciare alle caratteristiche fondamentali del cuoio e non trovo esagerato affermare che abbiamo assistito a un vero e proprio miracolo industriale, che ha ulteriormente elevato il suo valore.

Nel nostro percorso di miglioramento, è doveroso dirlo, abbiamo avuto al nostro fianco istituti di ricerca prestigiosi, come la SSIP, l’industria chimica, che ci sta accompagnando nella transizione verso una chimica sempre più sostenibile, i costruttori di macchinari che hanno recepito con largo anticipo i principi contenuti nella nuova rivoluzione industriale più comunemente conosciuta come Industria 4.0.

È stato un impegno corale che ha fatto sì che la pelle e il cuoio italiano siano stati e continueranno ad essere sempre più all’altezza delle sfide poste da un mercato a volte avaro di apprezzamenti e riconoscimenti ma l’industria conciaria svolge e continuerà a svolgere persino nella società dell’intelligenza artificiale.

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