Author page: Nunzia Marciano

Focus scientifico: Leather alternatives: l’uso improprio del termine cuoio nei prodotti concorrenti
Focus scientifico: Leather alternatives: l’uso improprio del termine cuoio nei prodotti concorrenti

I prodotti destinati al mercato del Fashion e quello dell’Arredo sono generalmente qualificati da due elementi principali: il design ed i materiali con cui sono costruiti. Se ci riferiamo ai materiali da rivestimento (tomaie, borse, rivestimenti di divani, sedili di automobili, ecc), il cuoio è da sempre associato ad articoli di prestigio e ad elevata qualità sia in termini di caratteristiche percepite da parte dei consumatori, che in termini di performances fisiche e meccaniche specifiche.

Negli ultimi anni, però, il settore conciario sta affrontando un periodo di parziale cambiamento di tale percezione da parte di alcune categorie di consumatori ed operatori della filiera che si sono tradotti nell’immissione sul mercato di altri materiali da rivestimento di derivazione naturale (es. funghi, ananas, mele, ecc) o da idrocarburi (es. “pelli vegane”, materiali polimerici). Prodotti che non vengono presentati solo come “nuovi materiali da rivestimento”, ma sempre sono etichettati come “cuoi alternativi / alternative leathers” o “alternativi al cuoio / Leather Alternatives”. In merito, visto l’impatto socio-economico che ciò implica, sono stati effettuati alcuni studi che hanno provato a motivare tale modifica della percezione sui prodotti in cuoio rispetto agli altri materiali. Volendo prendere un esempio esemplificativo, si consideri l’articolo pubblicato sul Journal of Textile Science & Fashion Technology (JTSFT) nel 2023: “Conoscenza delle alternative al cuoio: uno studio esplorativo: implicazioni per l’istruzione” [1]. Tale studio era finalizzato alla quantificazione del livello di conoscenza e atteggiamenti di studenti del settore del Fashion sui prodotti in cuoio e sue “alternative”, incluso di quelle etichettate come “vegane” (ovvero realizzate in materiali polimerici o come filler di materiali polimerici). I dati, raccolti in questionari, hanno sostanzialmente evidenziato la carenza di conoscenze approfondite sulle differenti tipologie di materiali da rivestimento e relativi processi produttivi, giustificando la preferenza di un materiale a rispetto ad altri attraverso generiche motivazioni sul benessere animale o sulla sostenibilità ambientale.

Posto che non si comprende la motivazione per la quale tali materiali non vengano classificati semplicemente come “rivestimenti”, ma che siano etichettati con accezione alternativa nei fatti competitiva al cuoio (leather alternatives), in molti dei casi esaminati, comunque, non sembra sia stata fatta alcuna valutazione né sul significato di “alternativo” né tantomeno sull’utilizzo della parola “cuoio” per materiali che non derivano dalla pelle animale.

Se volessimo banalmente analizzare il significato delle parole, per “alternativo” si intendono “beni concorrenti nell’offerta”, “mezzi, realtà o soluzioni a cui si può ricorrere in sostituzione di altro che venga a mancare, o che comunque si voglia o si debba scartare; o anche, più generalmente, che offre una possibilità di scelta” [2], oppure “cose che puoi scegliere di fare o avere tra due o più possibilità” [3]. Se lo riferiamo a prodotti o materie prime, questo significa che, oltre ad avere la stessa destinazione industriale, due materiali alternativi tra loro dovrebbero quantomeno competere per prestazioni e caratteristiche merceologiche.

Per quanto riguarda, invece, il termine “cuoio”, il D.Lgs 68/2020 lo definisce chiaramente come “la pelle o il pellame di un animale che ha conservato la sua struttura fibrosa originaria più o meno intatta, conciato in modo che non marcisca” [4], allineandosi alle definizioni riportate nella Direttiva Europea 94/11/CE sull’etichettatura dei materiali usati nelle principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore.

Analizzando alcuni dei tra i prodotti presenti sul mercato, esistono già materiali con la medesima destinazione d’uso del cuoio, anche se in alcuni casi non sembrano essere sempre ad esso “alternativi” (nel senso di pari percezione da parte del consumatore o di pari proprietà), ma più che altro “surrogati” o imitazioni. Nella tabella sottostante sono riportati i risultati di un’analisi comparativa eseguita nel 2021 da FILK (Germania) di alcuni dei su citati materiali da rivestimento [5]. I dati mostrano come tali prodotti, pubblicizzati come alternativi al cuoio, in realtà non siano ad esso competitivo.

In alcuni casi (es. Appleskin [6]) sia la struttura che la pellicola di rivestimento risultano contenere materiali polimerici (PET e PU) che sicuramente, totalmente o in parte, derivano da sorgenti fossili. Ad ogni modo, per il raggiungimento di molte proprietà di superficie indispensabili per l’utilizzo nel settore della moda, viene applicata una rifinizione polimerica, così come accade per molti articoli di pelle [5].

Se sul mercato in qualche modo è chiara la gamma di prodotti concorrenti con il cuoio ed i relativi monitoraggi a tutela del rispetto di etichette, norme e leggi (es. in Italia il D.Lgs 68/2020) restano criticità nel mondo della ricerca scientifica. Non è difficile, infatti, trovare papers scientifici su riviste “peer reviewed”, anche con impatto non trascurabile, riguardanti studi di nuovi materiali classificati come “leather alternative” o con il sostantivo “leather” utilizzato in modo improprio. A titolo esemplificativo, nella tabella sottostante sono riportati alcuni titoli di papers (inclusivi di fonte) che si possono trovare con semplici ricerche su internet.

ARGOMENTO / TITOLO RESEARCH INTEREST SCORE CITATIONS READS FONTE / DOI / ISBN
Fungi-derived leather (Mushroom leather) 64,6 3 6667 MycoKing 1: 1–9 (2022) www.mycoking.org
Jute–Mycelium Vegan Leather 4,4 0 110 DOI: 10.1155/2024/1304800
Leather Alternative from Natural Rubber and Pineapple Leaf Fiber (PALF Leather) 9,5 2 1008 DOI: 0.3390/su152115400
Fungal mycelium as leather alternative 18,1 18 542 DOI: 10.1016/j.susmat.2023.e00724
A Study on Different Kinds of Leathers Alternative Materials 6,4 5 264 DOI: 10.3390/su16062324
Leather alternative from bacterial cellulose (kombucha scoby leather) 8,1 2 297 DOI: 10.47413/vidya.v1i2.66
The first low-carbon and biodegradable alternative leather 16,8 21 433 DOI: 10.1186/s12302-022-00689-x
Cellulose-protein biodegradable flexible composite (leather alternative) 4,6 1 243 DOI: 10.1007/s10570-023-05547-4
Vegan Alternatives for Leather (es. cactus leather, apple leather) 0,3 0 50 ISBN: 978-3-031-65364-3
Cactus Leather in Pakistan’s Leather Industry 0,7 1 70 DOI: 10.58661/ijsse.v4i3.298
Jute fiber reinforced flexible planar composite alternative of leather 10,5 6 560 DOI: 10.1177/15589250221144015

In quasi tutti gli articoli, viene motivato l’oggetto dello studio non in termini di produzione di “nuovi materiali sostenibili” in senso assoluto, ma sempre in competizione con il “cuoio”. Cuoio che viene sempre considerato come riferimento negativo in termini di impatto ambientale, con alternative spesso etichettate come cruelity-free. Considerazioni che sono errate non solo dal punto di vista ambientale, ma anche in termini di rispetto per gli animali. Si ricorda, infatti, che il “cuoio” resta un materiale prodotto dagli scarti dell’industria alimentare e che è stato già dimostrato che la sua produzione non determina impatti differenti rispetto ai materiali concorrenti [7], molto spesso costruiti con materie prime da sorgenti fossili.

[1]          Vera Ashley. Knowledge of Leather Alternatives: An Exploratory Study: Implications for Education. J Textile Sci & Fashion Tech. 7(4): 2021. JTSFT.MS.ID.000668. DOI: 10.33552/JTSFT.2021.07.000668

[2]          https://www.treccani.it/vocabolario/alternativo/

[3]          https://www.oxfordlearnersdictionaries.com

[4]          D. Lgs 9 giugno 2020, n. 68 “Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e di quelli da essi derivati o loro sinonimi e la relativa disciplina sanzionatoria, ai sensi dell’articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n. 37 – Legge europea 2018. (20G00084) (GU Serie Generale n.160 del 26-06-2020)”

[5]          Michael Meyer, Sascha Dietrich, Haiko Schulz, Anke Mondschein – Comparison of the Technical Performance of Leather, Artificial Leather, and Trendy Alternatives – Coatings 2021, 11, 226

[6]          https://www.appleskin.com/appleskin

[7]          https://ssip.it/2024/01/25/conciare-conviene-la-circolarita-della-produzione-di-cuoio/

A cura di

Ing. Rosario Mascolo – Coordinatore Tecnico-Scientfico Dipartimento Sviluppo Prodotto

Ha collaborato: Dott. Gianluigi Calvanese

IL MAGAZINE – PRO – LEDER N. 4-2024
IL MAGAZINE – PRO – LEDER N. 4-2024

Questo magazine viene edito a cadenza bimestrale in 6 numeri/anno, da “Profashional Media GmbH”. Si tratta di una pubblicazione tedesca in cui vengono riportati gli eventi più importanti del mondo e del commercio della pelle a livello internazionale, nonchè gli ultimi sviluppi nelle aziende conciarie e negli istituti di ricerca scientifica di settore.

Vengono periodicamente segnalate le fiere, al fine di informare le industrie di lavorazione di cuoio e pelle, e le varie associazioni del settore conciario.

 

Editore: Profashional Media GmbH, Im Westpark 15, 35435 Wettenberg e-mail: mw@pro-leder.de (Deutschland, Österreich, Schweiz)

 

 

 

NUMERO 4- 2024
IN QUESTO NUMERO
Le fiere di settore: Pitti uomo, Aircraft Interiors Expo, Futuromoda, Interzum
Scienza e Tecnica: Le attuali sfide dell’industria conciaria, Meeting VGCT a Salzburg
Focus Calzature e articoli in cuoio: All’insegna dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità
Arredamento e cura dei prodotti in pelle
MADE IN ITALY SUMMIT 2024: la SSIP ospite il 2 ottobre all’evento digitale
MADE IN ITALY SUMMIT 2024: la SSIP ospite il 2 ottobre all’evento digitale

MADE IN ITALY SUMMIT – EVENTO DIGITALE

Quinta edizione del Made in Italy Summit, evento targato Il Sole 24 Ore, Financial Times e Sky TG24, in programma, come evento digitale, l’1-2-3 Ottobre. Inizio lavori ore 14.00.

Mercoledì 2 ottobre 2024 alle ore 15.45 il Focus: Fashion, investire sulla formazione per non perdere un know how che il mondo ci invidia
Modera: Giulia Crivelli, Giornalista Il Sole 24 Ore

Intervengono:

Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana

Edoardo Imperiale, Direttore Generale Stazione perimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti

Roberta Ligossi, CEO & Founder TA-DAAN, Ambassador GammaDonna

Stefano Ortolano, Head of Structured Finance, illimity 

Maria Giovanna Paone, Presidente Gruppo Kiton

Claudio Rovere, Presidente HModa

Dal Kenya alla SSIP, in visita tra laboratori, mostra del Guanto e riflessioni su sostenibilità e tracciabilità
Dal Kenya alla SSIP, in visita tra laboratori, mostra del Guanto e riflessioni su sostenibilità e tracciabilità

Delegazione di stakeholder provenienti dal Kenya in visita alla SSIP: ad accogliere i visitatori afferenti al Dipartimento di Stato per le piccole, micro e medie imprese della Repubblica del Kenya, al Dipartimento di Stato dello sviluppo dell’agricoltura e dello sviluppo del bestiame, Iniziative etiche nella moda e Ambasciata del Kenya a Roma, Claudia Florio, Resp. Ricerca SSIP e Carmelina Grosso, Resp. Biblioteca SSIP. La delegazione è stata introdotta alle attività della Stazione Sperimentale prima di essere accompagnata, da Leopoldo Esposito Resp. Laboratori SSIP, alla scoperta delle attività laboratoriali e, successivamente in una visita alla Mostra del Guanto presente presso la sede dell’Organismo di Ricerca.

Al termine della presentazione delle attività e infrastrutture della SSIP, l’incontro si è concluso con un momento di riflessione condivisa sui temi emergenti della sostenibilità e tracciabilità della filiera conciaria, cogliendo elementi utili alla potenziale attivazione di collaborazioni internazionali su tali tematiche dominanti, nell’ottica di poter favorire il progresso sostenibile del settore su scala sempre più estesa.

DA CPMC: Fulvia Bacchi: “Qualità, scienza e tecnica al servizio della tradizione conciaria”
DA CPMC: Fulvia Bacchi: “Qualità, scienza e tecnica al servizio della tradizione conciaria”

Questi ultimi anni ci hanno visti intensamente impegnati nel comunicare l’unicità della pelle e del cuoio e delle loro straordinarie qualità estetiche e prestazionali e la loro natura intrinsecamente sostenibile e circolare. Lo abbiamo fatto anche per contrastare i sempre più numerosi attacchi strumentali contro il nostro materiale.

Gli attacchi ideologici, recentemente, stanno mostrando tutta la loro inconsistenza e contraddittorietà perché, se da un lato valutiamo “fisiologica” l’aspirazione a conquistare posizioni di mercato, dall’altro è davvero scorretto che ciò avvenga facendo “strame” di verità scientifiche, condizionando cosi le scelte dei consumatori.

Dati recenti circa l’utilizzo su scala industriale di questi materiali, ci dicono che hanno deluso le aspettative degli utilizzatori, tante che alcuni importanti gruppi industriali stanno rivedendo le loro scelte. Il mercato è un giudice severo e non lo si può ingannare con facili slogan e inverosimili confronti.

Il focus del processo conciario è il derma, vera e propria opera di ingegneria naturale che il conciatore ha sapientemente imparato a preservare ed impreziosire, esattamente come l’agire dello scultore nell’ assecondare ed esaltare le qualità naturali del marmo.

La creatività, la scienza e la tecnica sono, per restare nella metafora dello scultore, i nostri scalpelli che, nel corso dei secoli, sono diventati sempre più sofisticati, intelligenti e precisi, grazie ai quali oggi le nostre concerie possono realizzare meravigliose pelli che non sono solo belle da vedere e da toccare, ma anche estremamente performanti, durevoli e sicure.

Sulle molteplici qualità della pelle e del cuoio questa rivista ha pubblicato nella sua lunghissima vita editoriale una quantità enorme di lavori, la sua meritoria opera di divulgazione, questa si veramente scientifica, la pone tra le fonti più autorevoli e storiche del nostro settore, ed ha contribuito significativamente al rafforzamento della leadership mondiale della conceria italiana.

L’industria conciaria italiana è stata in grado in questi ultimi trent’anni di cogliere le sfide e le opportunità di una società che si sta profondamente trasformando.

La produzione di cuoi rispettosi dell’ambiente, con profonde rivisitazioni dei cicli produttivi, l’utilizzo di sostanze sempre più sicure per la salute e la sicurezza del lavoro, per l’ambiente e per i consumatori, l’utilizzo di nuove tecnologie green e tanto altro ancora, è stato incredibilmente realizzato senza dover rinunciare alle caratteristiche fondamentali del cuoio e non trovo esagerato affermare che abbiamo assistito a un vero e proprio miracolo industriale, che ha ulteriormente elevato il suo valore.

Nel nostro percorso di miglioramento, è doveroso dirlo, abbiamo avuto al nostro fianco istituti di ricerca prestigiosi, come la SSIP, l’industria chimica, che ci sta accompagnando nella transizione verso una chimica sempre più sostenibile, i costruttori di macchinari che hanno recepito con largo anticipo i principi contenuti nella nuova rivoluzione industriale più comunemente conosciuta come Industria 4.0.

È stato un impegno corale che ha fatto sì che la pelle e il cuoio italiano siano stati e continueranno ad essere sempre più all’altezza delle sfide poste da un mercato a volte avaro di apprezzamenti e riconoscimenti ma l’industria conciaria svolge e continuerà a svolgere persino nella società dell’intelligenza artificiale.

Il Report: la SSIP a Lineapelle, tra CPMC, ricerca, formazione e il talk dedicato al partenariato MICS 
Il Report: la SSIP a Lineapelle, tra CPMC, ricerca, formazione e il talk dedicato al partenariato MICS 

Il Cuoio Made in Italy: materiale di qualità e sostenibile: è questo il focus del secondo numero di CPMC – Cuoio Pelli Materie Concianti, la pubblicazione scientifica a cura della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie concianti(SSIP), che è stato presentata nel corso della 104° di Lineapelle, la fiera internazionale di settore, in programma a Fieramilano Rho che si è conclusa il 19 settembre: “Il Focus di questo numero ‘Il Cuoio Made in Italy: materiale di qualità e sostenibile’ racchiude partite strategiche per la SSIP, più in generale per il comparto e per l’economia italiana”, ha spiegato Edoardo Imperiale, DG della SSIP: “La qualità del prodotto, l’eccellenza del cuoio, si valorizza se si sceglie e percorre la via dell’innovazione. Slogan e campagne di marketing, che pure sono fondamentali, da sole non possono bastare. Serve una strategia del sistema Paese e per strutturare questa serve una progettualità di base, servono idee chiare, una traiettoria 5.0”. In questo numero anche contributi internazionali, che analizzano il ruolo delle imprese nostrane, come ha spiegato ancora di Direttore: “La lungimiranza delle imprese italiane ha aperto, interessante l’intervista a Gustavo Gonzalez-Quijano, in questo numero di CPMP, un dibattito nel consesso internazionale. L’esigenza di puntare sulle nuove tecnologie e soluzioni in grado di assicurare qualità e sostenibilità è una sfida globale e la nostra industria conciaria italiana che è partita prima di altri ha il dovere, per rimanere su questa strada e per difendere concretamente i prodotti, di fare qualcosa in più”.

A Lineapelle, la SSIP ha curato l’organizzazione del talk MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, sul tema “Il Ruolo della ricerca nel futuro sostenibile e circolare del cuoio Made in Italy”, cui hanno preso parte il DG Imperiale; Fulvia Bacchi, Direttore generale UNIC e CEO di LIneapelle, Omar Bellicini, Responsabile relazioni esterne MICS e Claudia Florio, Responsabile della Ricerca SSIP e Project Leader per MICS. Nel corso del talk, si è parlato del bando a cascata MICS dedicato alle imprese valore di 16 mln di euro stanziati. In particolare sono tre i progetti in campo finanziati che investono sulla tematica di interesse conciario, promossa dalla SSIP: nello specifico, le imprese VIGNOLA NOBILE S.P.A. (capofila) con Sense Square S.r.l., Khimera S.r.l. ha ottenuto finanziamenti per il progetto HOT (H2OxyTan), che affronta la tematica dello sviluppo di nuovi cuoi sostenibili, minimizzando l’impatto ambientale del processo. Le imprese Biopox S.r.l. (capofila) con Università degli Studi del Sannio; Russo di Casandrino S.P.A.; Compolab S.r.l., centrali con il progetto RESCUE, finalizzato all’impiego di biotecnologie conciarie per valorizzare gli scarti della produzione, in un’ottica di economia circolare. Infine, le imprese Totaro (capofila) con Composite Research S.r.l., Test and Manufacturing Engineering S.R.L., HEROBOTS S.R.L CF, MARIO LEVI S.P.A. con il progetto RESHAPE, improntato all’impiego della robotica per la manipolazione automatizzata delle pelli, per il settore dell’automotive.  Al talk sono intervenuti: Nicola Vignola e Daniela Caracciolo, della conceria Vignola Nobile, Giovanni Sannia per Biopox e Valentina Golia per HEROBOTS.

 

Spazio, poi, alla formazione nello stand della Stazione Sperimentale di Pozzuoli, con la valorizzazione in fiera degli ITS, tra cui Mia, di cui la SSIP è partner. Una formazione, quella offerta dalla Stazione, altamente qualificante, soprattutto perché rivolta ad un’utenza che sarà poi in grado di affrontare le sfide moderne del settore, che non possono prescindere dalla qualità dei prodotti e dalla loro tracciabilità.

 

A Lineapelle la SSIP ha esposto, infine, l’output di ricerca scientifica legato al Partenariato esteso di MICS e al Progetto Chiroteca “The Same 25 step”, finanziato dalla stazione che ha curato la realizzazione di un QR Code direttamente sul prodotto guanto in un’ottica di tracciabilità che significa qualità.

Giornalisti, influencer e stakeholder da tutto il Mondo in visita alla SSIP
Giornalisti, influencer e stakeholder da tutto il Mondo in visita alla SSIP
Più di venti tra giornalisti, influencer e stakeholder provenienti da tutto hanno fatto visita alla Stazione Sperimentale come tappa di un torur che li visti prima a Pompei, dopo nella sede di Pozzuoli dell’ente e infine alla conceria Russo di Casandrino, prima di approdare a Lineapelle, che ha organizzato il tour formativo.  ha invitato qualificati operatori di settore a visitare la fiera. La delegazione è stata formata appunto da stilisti, giornalisti, esponenti istituzionali, stakeholder, influencer, provenienti da America, Gran Bretagna, Korea, Cina, Kenya, Spagna. In SSIP, ad accoglierli Claudia Florio, resp. della ricerca; Carmelina Grosso, resp. della biblioteca e Leopoldo Esposito, resp. dei laboratori. Dopo una breve presentazione della Stazione, la delegazione è stata accompagnata ad una visita della Mostra del Guanto e successivamente, dei laboratori SSIP.

La delegazione in posa con il Regio Decreto
La delegazione in biblioteca
Da CPMC: Il presidente Balducci: “Il futuro del cuoio senza sostenibilità non esiste”
Da CPMC: Il presidente Balducci: “Il futuro del cuoio senza sostenibilità non esiste”

Molto spesso, nei dibattiti e nella opinione pubblica, il Made in Italy è slogan, alcune volte vuoto.

Noi lavoriamo perché sia sostanza. Noi chi? Noi Stazione Sperimentale, ed in questo numero capirete perché, noi – consentitemelo – sistema di imprese del comparto. Il mondo della pelle e del cuoio, da tempo, ha capito che la tutela del nostro prodotto andava e va di pari passo con la sfida della sostenibilità. Lo ha capito e questo universo, questo sistema di imprese ha scelto, ha lavorato.

L’intuito di tanti imprenditori ha fatto la differenza. Non sempre basta però ed ecco che diventa fondamentale il lavoro di Enti di Ricerca come la SSIP e, allora, piace il riconoscimento che arriva (in questo numero)

da Fulvia Bacchi, direttrice UNIC (con loro preziosa ed imprescindibile collaborazione).

Il tema scelto che campeggia in copertina e che Edoardo Imperiale ha, giustamente lanciato, è la nostra mission. Le nuove tecnologie per il controllo di prodotto e processo, come soluzioni in grado di garantire le performance di qualità, tracciabilità e sostenibilità dei prodotti in cuoio per il Made in Italy non è un titolo, è un programma. Sintesi perfetta.

E il programma che mettiamo in campo per superare vecchi pregiudizi ideologici (sono da stupidi) per difendere (sempre) la qualità dei prodotti, per vincere la sfida della concorrenza internazionale (spesso scorretta), per intercettare nuovi mercati.

Il futuro del cuoio, senza la scommessa della sostenibilità, non esiste. E non esiste sostenibilità senza innovazione, senza un intelligente e sapiente utilizzo delle nuove tecnologie. Esse sono fondamentali per incidere sui processi e sui prodotti che, ed è questa la magia, sono sempre nuovi ma legati ad una suggestione storica ed antica.

La nostra convinzione è che si possano identificare, e ci siamo, materiali di processo a minore impatto ambientale rispetto agli attuali, con qualità crescente.

Il pragmatismo che mi contraddistingue mi vorrebbe, adesso, impegnato nella consegna di esempi concreti, perché la mia esperienza è legata al fare. Il mio invito, da imprenditore e Presidente SSIP, è invece quello di leggere le pagine che seguiranno. Ci sono i protagonisti del comparto, scienziati, ricercatori di prestigio, figure e sinergie insostituibili per il tessuto produttivo.

Troverete percorsi concreti, iniziative, progetti finanziati, azioni di partenariato robusto e qualificato. E, in questa fase storica più di altre, il tempo della concretezza.

Mettiamo insieme, e funziona, imprese,

Università, enti di Ricerca. Siamo capaci di intercettare fondi europei e nazionali, di confrontarci con il contesto internazionale.

E quello che abbiamo fatto in questi anni e continueremo a fare.

Saremo, ancora, punto di riferimento nazionale.

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