La produzione di scarti solidi conciari rappresenta una problematica da affrontare con rinnovato slancio, considerati i nuovi impulsi derivanti dalle indicazioni della Commissione Europea, che ha recentemente promosso una serie di iniziative che confluiscono Grean Deal Europeo,

volte proprio a favorire la trasformazione dell’economia europea in un sistema più “verde”, più resiliente e circolare.

 

La progettazione di soluzioni innovative, in tal senso, rappresenta pertanto una chiara opportunità per la Comunità Scientifica che affianca uno dei comparti produttivi più rappresentativi del Made in Italy, come quello conciario, che attualmente costituisce anche uno dei settori più virtuosi nell’ambito del sistema della Bioeconomia Nazionale; dal recente 6° Rapporto su “La Bioeconomia in Europa” – Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, giugno 2020, risulta infatti che il nostro Paese si posiziona al terzo posto in termini assoluti per valore della produzione, nel settore della Bioeconomia, mentre, sul piano comparativo, i dati occupazionali in Europa, mostrano che “il nostro Paese spicca per la maggiore rilevanza del comparto del sistema moda, sia a monte della filiera, nell’industria tessile e della concia, che a valle, nell’abbigliamento e nell’industria delle calzature e pelletteria”; l’industria tessile da fibre naturali e concia mostra inoltre negli ultimi anni una crescita attribuita proprio, nell’ambito del  suddetto Rapporto, alla componente conciaria. L’industria conciaria italiana, pertanto, costituisce un settore nazionale trainante nell’ambito della Bioeconomia, ed assume un peso maggiore, in tale ambito, rispetto ad altri Paesi.

 

Al fine di preservare il ruolo centrale della pelle, nei settori strategici in continuo sviluppo, a livello nazionale, comunitario e globale, occorre progettare nuove strategie per rendere tale materiale, già realizzato sulla base dei principi dell’Economia Circolare (secondo un processo di valorizzazione di uno scarto dell’industria alimentare), sempre più circolare e in grado di sostenere le crescenti sfide sulla sostenibilità e l’innovazione, che attualmente investono massivamente la filiera di riferimento, in particolare nei settori moda, automotive, arredamento e design.

Partendo da tali presupposti, la Stazione Sperimentale, particolarmente nell’ambito delle attività avviate dal Dipartimento di Biotecnologie Conciarie, ha recentemente dato vita ad iniziative progettuali che hanno tra i principali obiettivi la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per la valorizzazione degli scarti solidi conciari; nella fattispecie, tenuto conto del fatto che in ambito conciario gli scarti che determinano maggiori criticità sono quelli derivanti da operazioni meccaniche che avvengono dopo la concia (in ragione della maggiore complessità della matrice da trattare, data la presenza di agenti concianti ed altri agenti di natura organica ed inorganica), le attività avviate sono volte a ricercare e sperimentare le soluzioni innovative per la trasformazione di rasature e rifilature di pelli conciate/rifinite, per il loro impiego nella la produzione di nuove generazioni di rigenerati, agenti/sistemi di rifinizione, e nuovi approcci per la nobilitazione della superficie di articoli in pelle mediante tecniche di Additive Manufacturing.

Le attività di ricerca, oltre ad implementare il know how sul materiale e sulle possibili soluzioni per la sua trasformazione, saranno orientate all’ottenimento di nuovi prodotti, sviluppati a valle di un accurato lavoro di caratterizzazione degli scarti oggetto di studio e possibile pre-trattamento fisico-meccanico e chimico/enzimatico; sarà inoltre sperimentata la capacità dei prodotti di essere ulteriormente trasformati mediante cross-linking con agenti polimerici da impiegarsi nell’ambito di tecniche di 3D bio-printing. Sarà quindi esplorata la possibilità di posizionamento sul mercato dei nuovi prodotti sviluppati nei settori moda, automotive, arredamento e design.

Per il conseguimento di tali obiettivi, la Stazione Sperimentale si avvarrà, oltre che delle proprie competenze interne, e del proprio parco macchine in continuo upgrading, anche della collaborazione con partner di ricerca e accademici, nonché della collaborazione di aziende con competenze trasversali, che vanno dalla produzione di articoli innovativi per la moda, allo sviluppo di soluzioni innovative per il bio-printing, allo sviluppo di tecnologie sostenibili per il pretrattamento degli scarti, mediante l’impiego di biotecnologie industriali.

 

Claudia Florio

Responsabile Dipartimento Biotecnologie Conciarie

Coordinatore Didattico – Politecnico del Cuoio

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