L’aspetto della sostenibilità ambientale della produzione conciaria è un argomento che da sempre è stato al centro dell’attenzione, e ha rappresentato per lungo tempo il principale motivo dell’avversione sociale a questo tipo di attività.

La Valutazione del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment) attraverso l’Impronta Ambientale di Prodotto (Product Environmental Footprint PEF) e le relative certificazioni come il marchio Made Green in Italy (MGI) o la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Environmental Product Declaration EPD) sono gli strumenti attraverso i quali è possibile fare una valutazione reale e comparativa della produzione industriale.  

L’approvazione dei criteri europei per il calcolo e la comunicazione della PEF specifici per le industrie conciarie, rende questo strumento utile ed applicabile al settore su vasta scala, consentendo alle imprese di migliorare il valore del proprio brand, diventando uno strumento importante di competitività. 

Il metodo PEF prevede che l’analisi sia condotta per 16 categorie di impatto ambientale, stabilendo per ciascuna il metodo di calcolo da utilizzare. La valutazione deve tener conto della filiera a monte.  

Ciò significa che una percentuale dell’impatto derivante dall’allevamento ricade automaticamente sul cuoio; questo perché, avendo lo scarto in questione un valore economico, e per le regole di allocazione stabilite dalla Commissione Europea, non può essere considerata la “zero allocation”. 

La quota di impatto dell’allevamento attribuita alla pelle è pari a 0,42%. Espressa così potrebbe sembrare irrilevante, mentre il suo impatto, soprattutto per alcuni indicatori, ha un peso notevole. La Commissione Europea ora procede con la preparazione delle PEFCR di altre categorie: apparel and footwear (abbigliamento e calzature). 

Nell’ambito del lavoro sull’impronta ambientale (EF), la Commissione Europea ha organizzato un webinar che ha fornito una panoramica delle PEFCR per l’abbigliamento e le calzature e informazioni per le aziende che intendono attuare studi sulla PEF nell’ambito di tale PEFCR al quale ha partecipato anche la Stazione Sperimentale Pelli. 

 

Nella prima parte è stata fornita una breve panoramica dell’impronta ambientale ed ha risposto a domande quali: cos’è un PEFCR e a cosa serve, perché è importante e chi può applicarlo. Nella parte principale, sono state fornite informazioni di avvio alle organizzazioni che intendono impegnarsi nel processo o implementare uno studio PEF nell’ambito di questo PEFCR specifico per abbigliamento e calzature.  

La partecipazione dei tecnici apporta un contributo notevole a questi tavoli, dove emerge ancora l’indiscutibile valore aggiunto fornito da chi conosce bene il prodotto pelle.  

 

 

 

Articolo a cura dell’Ing. Daniela Caracciolo

Coordinatore tecnico-scientifico Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente SSIP

 

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