Il nostro Paese ha la più grande opportunità dai tempi del piano Marshall
Intervista a Giorgio Xoccato, Presidente della Camera di Commercio di Vicenza a cura di Gaetano Amatruda, Ufficio Stampa SSIP
Pubblicato su CPMC 1/2022
Il PNRR sarà una occasione per il Paese?
Voglio essere ottimista ma devo essere realista. Il nostro Paese ha la più grande opportunità – dai tempi del Piano Marshall – di compiere un deciso passo in avanti nella modernizzazione della sua economia, con importanti e positive ricadute nello sviluppo
civile e sociale. Per la prima volta infatti non abbiamo più un vincolo legato alla mancanza di risorse finanziarie, semmai il
limite può essere nella capacità di progettare e realizzare gli interventi finanziabili. A questo riguardo bisogna considerare la struttura davvero imponente del PNRR, che prevede 134 investimenti e 63 riforme incentrate su 6 Missioni e 16 Componenti articolate intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale; vi sono poi tre priorità trasversali: parità di genere, miglioramento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani e riequilibrio Nord/Sud e centro/ periferia. In tutto ciò, la realizzazione operativa
degli interventi è affidata alle Amministrazioni Centrali, alle Regioni e agli Enti Locali; anzi proprio gli enti territoriali ricoprono un ruolo centrale per il successo del PNRR in qualità di soggetti attuatori di gran parte dei progetti.
In tutto ciò, quali sono gli ostacoli da superare?
Le principali criticità attuative riguardano, in generale, la tempistica dei procedimenti autorizzativi e il caro prezzi del settore
edilizio ed industriale, delle materie prime e dell’energia che potrebbe avere riflessi negativi sul costo di realizzazione degli appalti e dei piani progettuali. Inoltre, soprattutto nei Comuni medio-piccoli c’è la problematica legata alla carenza di personale qualificato in grado di monitorare e predisporre la partecipazione ai bandi. Considerando queste e altre difficoltà strutturali della
Pubblica Amministrazione italiana, qualche dubbio circa l’effettiva possibilità di sfruttare appieno le considerevoli risorse del PNRR è più che lecito, anche se è pur vero che tutti i 51 obbiettivi previsti entro il 2021 sono stati raggiunti. Entro il 2022, però, il nostro Paese dovrà far fronte ad altri 99 appuntamenti, al rispetto dei quali sono vincolati i pagamenti. Al riguardo, ricordo che il D.L. Recovery (Decreto-legge 152/2021) prevede che gli enti del sistema camerale forniscano il proprio supporto tecnico-operativo alle Amministrazioni Centrali, alle Regioni e agli Enti Locali, titolari dei programmi del PNRR, per l’attuazione dei progetti attraverso la propria rete territoriale. Le Camere potranno, in tal modo, svolgere una funzione di cerniera con le Istituzioni, rafforzando la propria azione e la propria capacità amministrativa ed a tutela delle imprese, specialmente quelle di più piccola dimensione e maggiormente sensibili al contesto amministrativo e burocratico in cui operano.
Per il settore conciario ed in generale per lo sviluppo della filiera Pelle quali le sfide da tenere dentro il PNRR? Investimenti in tecnologie? In formazione?
L’industria conciaria italiana è leader mondiale del settore: impiega circa 17 mila addetti in oltre 1.100 aziende, per un fatturato annuo pari a 3,5 miliardi di euro (dati Unic, ndr.). Rappresenta una delle migliori espressioni del Made in Italy e dell’artigianato e ritengo che sia certamente pronta a intercettare le opportunità in linea con gli orientamenti europei previsti sia nel Green Deal sia nel PNRR per l’utilizzo delle risorse europee di Next Generation EU. In particolare, il PNRR si inserisce in un momento
storico favorevole per la realizzazione di una vera e propria trasformazione del settore in un modello sostenibile e di produzione circolare riconoscibile a livello delle migliori best practices internazionali. Come vicentino e Presidente della CCIAA di Vicenza, mi piace, al riguardo, citare e segnalare il progetto “Concia verso l’impatto zero – produrre nella Valle del Chiampo le pelli come prodotto interamente sostenibile”. È un grande progetto sistemico di rigenerazione ambientale della filiera che permette di gettare le basi per l’implementazione del capitale sociale del distretto vicentino, creando fiducia e collaborazione tra cittadini, istituzioni, realtà formative e industria.
Il caro energia è entrato, prepotentemente, nell’agenda politica. Quali le cose da fare?
Il settore conciario è certamente energivoro ed è evidente la complessità della situazione che stiamo vivendo. D’altra parte,
l’innovazione tecnologica che privilegia cicli produttivi a minor consumo energetico e l’implementazione di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili stanno già dando un contributo significativo al contenimento dei consumi. Il prossimo futuro dovrà vedere, per il nostro Paese, un necessario processo di diversificazione delle fonti energetiche con una seria valutazione sulle possibilità offerte oggi dal “nucleare di ultima generazione”, nonché una rivisitazione complessiva della Politica Energetica Nazionale da portare avanti auspicabilmente in una ottica di integrazione e collaborazione europea.
Anche in questi ambiti, PNRR e tema energia, a Suo giudizio potrà tornare utile la collaborazione con la SSIP?
SSIP è l’Organismo di Ricerca Nazionale che opera a supporto di tutte le aziende italiane del settore conciario. In quanto tale,
i temi strategici del PNRR – digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale – costituiscono il naturale campo di azione dell’attività di promozione, assistenza e supporto che SSIP potrà fornire alle imprese. Questo sia per quanto riguarda il supporto nella ricerca e sviluppo e per la formazione, sia attraverso servizi come la certificazione di prodotti e processi, l’attività di analisi e controlli e le consulenze.
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