Il riutilizzo degli scarti solidi conciari; rivalutazione da esubero a risorsa

 

In occasione dell’evento “I Science Based Fashion Talks”, presso LineaPelle, organizzato in collaborazione con SPIN360, che proposto una ricca agenda di incontri e dibattiti inclusivi e culturalmente elevati su scienza, innovazione e mercato, di interesse industriale, la Stazione sperimentale Pelli ha presentato un lavoro sulla circolarità del settore conciario. Nella seconda giornata dedicata alla CIRCULAR BUSINESSES – THE LEATHER CASE si sono approfonditi cinque argomenti centrali per il futuro, con il coinvolgimento di speaker di profilo internazionale provenienti dal mondo scientifico, delle istituzioni internazionali, dei brand e delle aziende del settore.

Negli interventi si è parlato della necessità di cambiare il modo in cui incidiamo su questioni come il cambiamento climatico è chiara, laddove la progettazione del processo, del prodotto e della struttura dei team conta di più. Questo significa progettare prodotti per il riutilizzo o per lo smontaggio e la rigenerazione o passare a nuovi modelli di consumo e produzione lavorando su un business circolare di cui la pelle ne esempio e modello, ma che continua ad evolversi. Appunto su quest’ultimo tema SSIP ha presentato il lavoro dal titolo “Il riutilizzo degli scarti solidi conciari; rivalutazione da esubero a risorsa”.

Con l’occasione si sono esplicitati i diversi progetti della SSIP sul tema con un focus sull’riutilizzo degli scarti nelle lavorazioni conciarie e della pelletteria.

Nella lavorazione conciaria notevoli e vari sono gli scarti prodotti, come si può evincere nello schema sotto;

 

per tal motivo si sono sviluppate tecnologie volte a rivalutare tali scarti e trattarli come una materia prima seconda piuttosto che rifiuti. Dal recupero del pelo, ad esempio, si possono sviluppare nuovi materiali in TNT e realizzare materiali per imbottiture, isolante acustico e termico nei settori arredo e bioedilizia e tessuti tecnici per pelletteria e calzatura.

Per i residui solidi conciati, invece, come rifili e rasature, vi è la possibilità del recupero del cromo e delle proteine attraverso idrolisi chimica e idrolisi enzimatica per ottenere degli idrolizzati proteici ad uso agricolo (fertilizzanti), oppure, attraverso funzionalizzazione chimica, realizzare nuovi riconcianti, agenti di rifinizione, ingrassi o tensioattivi attraverso reazioni diverse e specifiche.

Altri potenziali ri-usi degli scarti conciari sono la produzione di materiali compositi come componenti nelle mescole per elastomeri o nelle mescole bituminose insonorizzanti oppure per la ricomposizione con altre fibre naturali per la creazione di Tessuto/Non Tessuto come il noto esempio del progetto NOW Let’s GO.

Nuove ed interessanti applicazioni derivano da «Leather Advanced Biomanufactoring» laddove le polveri di cuoio, con altri materiali polimerici naturali o di sintesi, con particolare riferimento a quelli estrudibili, si possono realizzazione manufatti per la calzatura attraverso tecnologia di stampa digitale 3D.

 

 

In conclusione, l’industria conciaria oltre ad essere un esempio, storico e consolidato, di economa circolare, la quale recupera pelle grezza (sottoprodotto dell’industria della carne) per la sua trasformazione in cuoio (un prodotto ad alto valore aggiunto), rinobilita gli scarti o i sottoprodotti della stessa filiera dandogli una nuova vita.

 

 

 

A cura di Marco Nogarole

Responsabile Trasferimento tecnologico della SSIP

 

Pubblicato il: 27 Set 2023 alle 10:17

 

Minimum 4 characters