Sono stati recentemente pubblicati (nell’ottobre del 2020), due nuovi metodi per la determinazione di alcuni dei preservanti più utilizzati in ambito conciario; i nuovi standard sono: UNI EN ISO 13365-1 e UNI EN ISO 13365-2, ed entrambi utilizzano la cromatografia liquida come strumentazione di rivelazione mentre si differenziano per quanto riguarda la tipologia di estrazione dalla matrice cuoio.

 

Gli agenti preservanti sono utilizzati nel ciclo conciario per prevenire attacchi microbiologici al cuoio nelle varie fasi di produzione; quelli che si possono determinare con questi metodi sono:

    • 2-(tiocianometiltio)-benzotiazolo (TCMTB)
    • 4-cloro-3-metilfenolo (PCMC)
    • 2-fenilfenolo (OPP)
    • 2-octilisotiazol-3(2H)-one (OIT)

I metodi permettono anche determinazione dei prodotti della degradazione chimica di queste quattro sostanze.

I due nuovi metodi cancellano e rimpiazzano il metodo UNI EN ISO 13365:2011, metodo che era stato ideato per quantificare il contenuto totale dei preservanti, attraverso l’estrazione con acetonitrile. La suddivisione in due nuovi metodi nasce dalla esigenza di avere sia un metodo che garantisca la quantificazione totale dei preservanti contenuti (con gli opportuni aggiornamenti dovuti al progresso tecnologico), sia quello di avere uno standard che permetta la valutazione della quantità di preservanti che può venire a contatto con la cute umana durante l’uso abituale.

 

Il metodo UNI EN ISO 13365-Parte 1 è per estrazione con acetonitrile, e, considerando la grande capacità estrattiva di questo solvente, è il metodo che più si avvicina, idealmente, al concetto di estrazione totale. La procedura prevede che il campione di pelle sminuzzato sia addizionato di acetonitrile e lasciato per un’ora in un bagno ad ultrasuoni, sfruttando quindi il principio della cavitazione che causa la fuoriuscita delle sostanze presenti dalla matrice pelle, che si solubilizzano nel solvente. Al termine di questo periodo, dopo un breve raffreddamento, si procede alla filtrazione dell’estratto con un filtro a membrana o si centrifuga, per poi procedere alla determinazione strumentale.

 

Il metodo UNI EN ISO 13365-Parte 2 è invece per estrazione con sudore artificiale, ed è completamente nuovo. Il “sudore artificiale acido” è composto da una miscela di sostanze che replicano la composizione ed il pH del sudore umano allo scopo di rendere la procedura analitica di estrazione più simile possibile a ciò che avviene durante l’uso di una calzatura piuttosto che di un paio di guanti o altri manufatti. Quindi, l’estrazione con sudore acido ci permette di valutare la quantità che realmente può venire a contatto con la cute a causa della capacità solvatante del sudore umano. La procedura prevede di tenere a contatto la pelle sminuzzata con la soluzione di sudore artificiale acido per 24 ore alla temperatura controllata di 37°C. Al termine di questo periodo si procede alla filtrazione dell’estratto con un filtro a membrana o si centrifuga, per poi procedere alla determinazione strumentale.

 

Come già sottolineato, i due metodi hanno in comune la strumentazione utilizzata per la quantificazione, che è la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC); rispetto al metodo del 2011 è stato ampliato il range dei possibili detector utilizzati, infatti vengono indicati sia l ‘UV-DAD (già presente) che il rivelatore di massa, lasciando inoltre la possibilità di utilizzare anche altri sistemi di rivelazione, dopo opportuna validazione a carico del laboratorio.

 

 

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