Nella pratica conciaria i composti di natura aldeidica possono trovare diversa applicazione in ragione delle peculiari caratteristiche chimiche che ne consentono un’efficace interazione con la matrice cuoiosa, o anche l’utilizzo quali intermedi per la preparazione di prodotti chimici.

Laddove per la Formaldeide esistono già restrizioni di diversa natura

che ne limitano sia l’utilizzo nel processo conciario che la presenza nel prodotto cuoio, altre aldeidi possono trovare largo uso nella pratica conciaria; in primis la Glutaraldeide, ampiamente utilizzata in uno dei sistemi di concia finalizzati alla produzione di pellami Metal Free.

 

D’altro canto la presenza di talune aldeidi alifatiche a basso peso molecolare, all’interno del cuoio può essere ricondotta a fenomeni degradativi a carico dei grassi naturali presenti già in origine nel pellame, ovvero introdotti nelle fasi di ingrasso degli stessi.

 

Presso il Laboratorio di Prove Chimiche per i Processi e la Sostenibilità della Stazione Sperimentale è stato messo a punto un metodo che consente la speciazione di Aldeidi di interesse conciario, quali Formaldeide, Glutaradeide, Acetaldeide, Benzaldeide, Propionaldeide ed Acroleina.

 

Il metodo è stato sviluppato ottimizzando per le matrici di interesse ed integrando le procedure estrattive e di preparazione del campione previste dalle norme ISO 17226-1 e APAT IRSA CNR 5010 – B1, e prevedendo quindi l’utilizzo della cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) accoppiata ad una rivelazione spettrofotometrica nell’ultravioletto (UV), quale tecnica di separazione e rilevazione degli analiti.

 

L’ottimizzazione delle condizioni cromatografiche ha consentito l’efficace separazione delle stesse, anche ad elevate concentrazioni, come si può evidenziare dal grafico in calce. Il metodo sviluppato presenta buone performance in termini di sensibilità; ad esempio Acroleina ed Acetaldeide presentano fattori di risposta paragonabili a quelli della Formaldeide, ed anche nel caso nel caso del composto con fattore di risposta più basso, quale la Propionaldeide, si riescono ad ottenere limiti di rilevabilità inferiori al milligrammo per litro di soluzione analitica.

 

Nel caso si necessiti di analizzare campioni con un contenuto consistente di aldeidi, il metodo presenta ottima linearità fino a 100 mg/L di concentrazione di soluzione analitica, consentendo, variando opportunamente le condizioni di preparazione della soluzione a partire dalla matrice di interesse, di quantificare anche concentrazioni dell’ordine del punto percentuale.

 

Sulla base di quanto sopra è possibile quindi applicare il metodo sviluppato a diverse matrici di interesse quali pelli, rasature, prodotti chimici ed acque reflue, sia ai fini certificativi che a supporto di attività di Ricerca e Sviluppo.

 

           

 

A cura di Dott. Gianluigi Calvanese, Responsabile Area Analisi Certificazione e Consulenza

 

Pubblicato il: 10 Mag 2021 alle 09:59

 

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