Sono diventate dottoresse magistrali le giovani Valeria Sessa e Martina Barbuto, studentesse dell’Università degli Studi di Salerno, le quali hanno sviluppato i propri progetti di tesi nei laboratori della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli.

Le neodottoresse sono state guidate nei rispettivi progetti dall’Ingegnere Daniela Caracciolo, Coordinatore Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente, che le ha seguite nelle diverse fasi della stesura della tesi.

 

Di seguito, riportiamo gli abstracts dei lavori sviluppati nel loro percorso di studio in ambito conciario.

 

“Caratterizzazione avanzata di tannini naturali e sintetici attraverso approccio olistico” – Dott.ssa Valeria Sessa

 

Il regolamento europeo REACh (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals) e le sostanze presenti nella Candidate List impongono una serie di requisiti di natura eco-tossicologica sul processo conciario e sul prodotto finale cuoio, necessari a garantire non solo la qualità del prodotto e la salute del consumatore ma anche il rispetto dell’ambiente. 

Evidentemente, le restrizioni sono ugualmente applicate sui prodotti chimici in generale e nello specifico quelli di conceria. Per poter commercializzare tali prodotti è necessario analizzare e certificare l’assenza delle sostanze sottoposte a restrizione.   

Una delle prime sostanze inserite in Candidate List è il Bisfenolo A (4,4′-isopropylidenediphenol – BPA).  Il Bisfenolo A (n. CAS: 80-05-7) è un prodotto di sintesi della reazione tra due fenoli ed una molecola di acetone impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande, così come nella carta termica degli scontrini e nei dispositivi odontoiatrici. 

Con la classificazione nel 2017, secondo i criteri del Regolamento europeo sulle sostanze chimiche REACH, del BPA come tossico per la riproduzione (categoria 1B) e interferente endocrino (ED) è stato posto tra le SVHC (sostanze particolarmente preoccupanti) con il conseguente limite di 0,02% in peso nella carta termica (Entry 66 Annex XVII Reach). 

Queste restrizioni, e le attenzioni dell’opinione pubblica, hanno portato i produttori a sostituire il BPA con sostanze strutturalmente simili, ovvero altri bisfenoli, che infatti svolgono una funzione analoga nei materiali in cui vengono impiegati, così come ha dimostrato una recente indagine di ECHA. Questi bisfenoli alternativi al momento non sono classificati ED, anche se su di loro sono in corso numerosi studi ed anche richieste di regolamentazione, al pari del bisfenolo A. 

A causa di questi motivi il BPA è presente in numerosi capitolati dei clienti delle concerie, così come rientra nella lista dei sensibilizzanti cutanei di cui è in corso una richiesta di restrizione presso ECHA.  

Il BPA è una sostanza che non dovrebbe essere presente né nelle pelli né nei prodotti conciari perché non rientra nel ciclo produttivo. Invece alcuni altri bisfenoli, che attualmente non sono soggetti ad alcuna restrizione, sono presenti in alcuni riconcianti sintetici perché monomeri coinvolti nella reazione di polimerizzazione o side-product. 

Non esiste ancora un metodo ufficiale per determinare la quantità di bisfenoli presente nel pellame, così come nei prodotti chimici; quindi, è necessario avere al più presto un metodo che dia risultati ripetibili e riproducibili, validato attraverso gli step previsti dal processo di standardizzazione.  

A tale scopo a livello di commissione europea di normazione, CEN/TC 289, è stata presentata una proposta di metodo per determinare la quantità totale di bisfenoli A, F, S nel pellame. La commissione di normazione italiana UNI, ha deciso di organizzare un interlab che si occupa di analisi sulle pelli e dei prodotti chimici, allo scopo di analizzare sia le pelli che i sintani utilizzati (Gambicorti, 2021) 

In questo contesto si è svolto il mio lavoro di tesi che ha avuto come scopo il monitoraggio delle sostanze soggette a restrizione dal Regolamento europeo su svariati campioni di tannini vegetali e tannini sintetici prodotti e commercializzati da rinomate aziende chimiche.  

Sono state utilizzate strumentazioni ad elevata sensibilità e bassi limiti di rivelabilità per l’analisi di tali sostanze, in particolar modo cromatografia liquida ad alta prestazione accoppiata a rivelatore UV (HPLC-UV) e cromatografia liquida ad alta prestazione accoppiata al rivelatore massa (HPLC-MS). 

 

“Monitoraggio di sostanze pericolose e preoccupanti nelle pelli: Bisfenoli A, F, S. Nuovi metodi analitico per la determinazione” –  Dott.ssa Martina Barbuto

 

L’industria conciaria italiana si fonda principalmente su piccole e medie imprese concentrate all’interno di comprensori produttivi regionali ed è leader sia a livello europeo che mondiale. Le concerie italiane, infatti, ricoprono un ruolo importante oltre che strategico in termini di ricerca, tecnologie e strategie di mercato. Il settore conciario è da sempre impegnato alla preservazione della qualità dell’ambiente, legato imprescindibilmente da un assetto legislativo rigido e rigoroso.

Durante le varie fasi di lavorazione, un dato utile da non sottovalutare per un’attenta valutazione degli impatti derivanti è il dato riguardante la natura delle sostanze chimiche utilizzate nei processi conciari. Per poter produrre un articolo in cuoio sono numerose le sostanze chimiche utilizzate durante il processo. Uno dei maggiori problemi ambientali dell’industria conciaria deriva dal fatto che nel processo produttivo la maggior parte dei prodotti chimici utilizzati non si lega completamente al collagene del cuoio, ma viene trasferito nei reflui allo stato originario o trasformati in derivati.

Ciò comporta da un lato elevati consumi e sprechi delle materie prime, dall’altro la presenza di elevate quantità di prodotti chimici negli scarichi con conseguente necessità di trattamenti depurativi. Per ovviare a tali problematiche, sempre più industrie impiegate nel settore conciario stanno investendo in modo significativo in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di ridurre il consumo di risorse e le emissioni inquinanti e scoprire nuove sostanze concianti ambientalmente sostenibili.

I tannini rappresentano un conciante noto fin dai tempi antichi, ma oggi è possibile trovare in commercio anche numerosi tannini sintetici. Purtroppo, ad oggi non esistono metodi analitici ufficialmente riconosciuti per l’analisi dei prodotti chimici. Per questo motivo si è voluto provvedere a caratterizzare con tecniche analitiche avanzate, tali sostanze concianti. L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare e caratterizzare numerosi tannini naturali e sintetici utilizzando strumentazioni ad elevate prestazioni presenti in Stazione Sperimentale Industria Pelli dove è stata svolta l’attività di tirocinio formativo. Diverse le tecniche analitiche utilizzate per la caratterizzazione dei prodotti chimici in questione: si è partiti dalla determinazione dell’umidità e delle ceneri, passando attraverso la determinazione del pH fino alla determinazione dei metalli pesanti presenti analizzati attraverso ICP-MS Inductively coupled plasma mass spectrometry. Infine, la caratterizzazione mediante HPLC-UV e GC-MS. 

 

Le copie delle tesi possono essere consultate nella Sezione dedicata pressa la nostra Biblioteca

 

Sede Biblioteca 

Stazione Sperimentale per I’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti srl – c/o Comprensorio Olivetti
Via Campi Flegrei, 34 • 80078 Pozzuoli (NA) – tel: 081 597 91 12  e-mail: c.grosso@ssip.it

 

 

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