Cuoio e Simbiosi Industriale nel panorama del Made in Italy Circolare e Sostenibile
Cambia virtuosamente il volto del Made in Italy, nel contesto globale della bioeconomia circolare. Un ruolo centrale, in tale ambito è giocato, in particolare, dal settore moda; ad evidenziarlo, gli ultimi dati derivanti dal più recente 9° Rapporto sulla Bioeconomia in Europa (giugno 2023, a cura di Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche, in collaborazione con Federchicmica-Assobiotec e SPRING, Cluster Tecnologico Nazionale della Bioeconomia Circolare): […l’analisi della composizione settoriale della Bioeconomia vede l’Italia spiccare per la rilevanza della filiera della moda, con un peso sul totale della Bioeconomia superiore all’11%, contro valori di poco superiori al 2% in Spagna e Francia, e sotto il 2% in Germania. Tutti e tre i comparti del sistema moda bio-based (tessile, abbigliamento, concia/pelletteria) hanno una rilevanza maggiore in Italia rispetto agli altri paesi, che riflette sia la specializzazione del nostro Paese in questo settore, sia una maggior quota di produzione bio-based sul totale. La quota bio-based del Sistema Moda italiano (che include la filiera del tessile-abbigliamento e della pelle) si posiziona su livelli poco inferiori al 50%…].
In tale scenario, la filiera della pelle, che costituisce un segmento particolarmente trainante, di tutto il comparto, risulta virtuosa per un duplice aspetto: non solo si basa su principi di economia circolare (valorizzando gli scarti dell’industria alimentare, ma è basata sull’impiego di biomasse, che possono essere recuperate anche a partire dagli ulteriori scarti generati dalla produzione stessa).
A rendere ancor più promettente l’orizzonte dell’evoluzione green del comparto vi è tuttavia un ulteriore elemento che, in tempi recenti, ha contribuito ad accorciare le distanze tra i settori più strategici del Made in Italy, promuovendo, di fatto la crescita dei principali segmenti produttivi, in maniera sempre più integrata: la possibilità di impiegare scarti di una filiera, come risorsa dell’altra, costituisce il paradigma dei principi di Simbiosi Industriale, con implicazioni che si spostano sempre più dalla frontiera della ricerca, a quella della sperimentazione nella dimensione d’impresa.
Declinato per il settore conciario, il concetto ha trovato spazio, nello specifico, in azioni concrete che, partendo dalla ricerca, favoriscono una interconnessione sempre più spinta tra il settore conciario, quello tessile e quello agri-food. Sono questi, tra i fondamentali principi che animano il Progetto SOLARIS – Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions, promosso dalla SSIP, nell’ambito Partenariato Esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR), e totalmente finalizzato a soddisfare i fabbisogni di innovazione, sostenibilità, circolarità e tracciabilità della filiera della Pelle, in connessione con i settori tessile ed agri-food.
Partendo dalla necessità di migliorare l’efficienza dell’industria della pelle e della sua filiera, in termini di soluzioni per la sostenibilità della produzione e la valorizzazione degli scarti, nonché in termini di innovazione e funzionalizzazione del prodotto, il Progetto è finalizzato a realizzare soluzioni per la progettazione e lo sviluppo di molecole e materiali da utilizzare nella produzione di nuove generazioni di pelli sostenibili ad alto valore aggiunto (smart and sustainable leather); il progetto è inoltre finalizzato a promuovere approcci sostenibili per la progettazione di nuovi materiali circolari derivanti da scarti dell’industria conciaria e di altre filiere che utilizzano biomasse (in particolare agroalimentare e tessile), secondo i principi della Simbiosi Industriale.
Tali sfide prevedono il ricorso a soluzioni avanzate di green chemistry e tecnologie abilitanti, promosse da un partenariato multidisciplinare, in grado di offrire una rete di competenze e infrastrutture di ricerca adeguate; il Progetto, infatti, che ha come capofila SSIP, vede come partner l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, l’Università degli studi di Padova, Università degli Studi di Brescia, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, che mettono in condivisione le proprie competenze per assicurare la trasversalità degli obiettivi contemplati.
Sul fronte della progettazione di approcci per la valorizzazione degli scarti, in un’ottica di Simbiosi Industriale, numerose sono le soluzioni già individuate nell’ambito del Progetto, che prevedono il ricorso a competenze verticali nel recupero di scarti da bioraffinerie dei settori correlati, oltre che dalla stessa industria conciaria; soluzioni comprendenti: la ricerca e sperimentazione di molecole concianti da scarti dell’industria olearia;
l’estrazione di molecole biobased (fenoli e lignine) da biomasse di scarto dell’industria agroalimentare, da applicare come agenti riempitivi/riconcianti nella lavorazione della pelle; la sperimentazione di ulteriori prodotti di recupero di tale filiera per la rifinizione; approcci per il recupero ed il reimpiego di nano-cellulosa dagli scarti del tessile e relativo reimpiego in ambito conciario (nella realizzazione di finishing circolari ad elevato valore aggiunto); la ricerca e sperimentazione di soluzioni per lo sviluppo di ingrassi bio-based, come alternative ad oli e grassi sintetici e di origine non rinnovabile.
Tali soluzioni sono in fase di ricerca e sperimentazione, unitamente ad ulteriori approcci innovativi ed abilitanti, volti a garantire la circolarità, la tracciabilità e la qualità delle nuove generazioni di prodotti in pelle.
Per ulteriori approfondimenti:
A cura di Claudia Florio
Responsabile Scientifico Programmi di Ricerca SSIP – Partenariato MICS
Pubblicato il: 28 dicembre 2023 alle 13:14