Author page: Nunzia Marciano

Da CPMC AA.VV: “Un approccio micromeccanico per la caratterizzazione del cuoio”
Da CPMC AA.VV: “Un approccio micromeccanico per la caratterizzazione del cuoio”

La pelle è un materiale complesso con proprietà meccaniche uniche che la rendono adatta a un’ampia gamma di applicazioni. Ciò è il risultato della particolare strutturazione e disposizione delle fibre di collagene (Kelly et al. 2019). In particolare, la pelle, oltre ad essere anisotropa (ovvero la sua risposta meccanica è funzione della direzione del carico) è eterogenea. Un esempio lampante di eterogeneità riguarda le differenze morfologiche e meccaniche del lato fiore, liscio e compatto, e del lato carne, poroso e fibroso. Date queste peculiarità, la caratterizzazione meccanica della pelle è complessa e ad oggi non esiste un’unica tecnica, o un unico parametro, in grado di sintetizzare le sue proprietà meccaniche. Mentre taluni parametri quali la resistenza alla trazione o allo strappo sono facilmente individuabili con approcci macromeccanici, altre caratteristiche quali la flessibilità o la morbidezza, sono il risultato dell’interazione di varie componenti microstrutturali, di difficile quantificazione. Una caratterizzazione completa delle sue proprietà richiede quindi un approccio multiscala che consideri sia la macrostruttura sia la microstruttura del materiale. La macromeccanica e la micromeccanica offrono quindi due distinte prospettive per valutare le proprietà meccaniche della pelle, fornendo informazioni complementari. Difatti, il risultato di una prova macromeccanica che interessa una porzione finita di un campione (es. la sezione retta trasversale), non è in grado di discriminare il contributo delle varie parti della pelle (es. lato fiore e lato carne) nel determinare la risposta meccanica complessiva. La micromeccanica, invece, investiga il comportamento delle singole fibre di collagene. Conoscere la rigidezza e flessibilità delle fibre, misurata in termini di modulo di Young, è un parametro cruciale per definire dei criteri per valutare caratteristiche quali la morbidezza e la drappeggiabilità della pelle, difficilmente ottenibili da prove macromeccaniche. Inoltre, un approccio micromeccanico consente di individuare l’effetto di trattamenti concianti sulle caratteristiche meccaniche a livello molecolare e fibrillare e quindi di ottimizzare i processi per ottenere risposte micromeccaniche specifiche. A tal proposito, in questo lavoro ci siamo concentrati sullo studio dei parametri meccanici di campioni di pelli prodotte con diversi processi di concia, mettendo in relazione caratteristiche micromeccaniche, macromeccaniche e morfologiche. Più in dettaglio, sono stati analizzati cinque campioni di pelle bovina conciata con diversi tipi di agenti: al cromo (1) e prive di cromo (2,3,4,5) descritti in Figura 1a. Le caratteristiche micromeccaniche sono state misurate tramite microscopia a forza atomica (AFM). Questa è una tecnica ampiamente diffusa per studiare le proprietà elastiche dei tessuti su scala micrometrica (Bouchonville e Nicolas 2019). Misurando la deflessione di un cantilever elastico, è possibile stimare il modulo di Young delle fibre di collagene utilizzando modelli meccanici e opportune approssimazioni. Le proprietà micromeccaniche dei campioni di pelle sono state misurate su entrambi i lati del campione (fiore “_F” e carne “_C”) mediante un microscopio a forza atomica JPK NanoWizard II, utilizzando un cantilever in nitruro di silicio (SAA-SPH-5UM, Bruker) dotato di una punta sferica di raggio 5 μm. Le curve di forza sono state misurate in diversi punti del campione su regioni di interesse di area 10 × 10 μm, a una frequenza di scansione di 1 Hz e una velocità di 2 μm/s. Sono state misurate 64 curve di forza su ciascuna area. Le proprietà meccaniche, in termini di modulo di Young, sono state stimate adattando la curva di forza-indentazione al modello hertziano per materiali linearmente elastici. Come si osserva dal grafico (Figura 1a), i valor medi del modulo di Young per il lato fiore di ciascun campione sono maggiori di quelli del lato carne. Con la sola eccezione del campione 4, in cui i moduli sono simili, negli altri casi le differenze sono significative. Ciò è dovuto ad un maggiore impacchettamento delle fibre e fibrille di collagene sul lato fiore che determina una struttura più compatta e meno flessibile rispetto al lato carne. Tale comportamento appare evidente osservando la morfologia dei campioni utilizzando microscopia confocale (Figura 1b). Le immagini sono state acquisite con un obiettivo 10X ad aria montato su microscopio confocale Zeiss LM 510. I campioni sono stati eccitati ad una lunghezza donda di 633 nm e lemissione è stata raccolta nellintervallo 620-675 nm. Confrontando il lato carne (_C) dei cinque differenti campioni, appare evidente che il campione 3_C risulta caratterizzato da moduli significativamente superiori rispetto agli altri. Viceversa, i campioni 2_C e 5_C misurano moduli elastici inferiori e quindi risultano caratterizzati da maggior flessibilità delle fibre, tipica di una struttura microfibrillare caratterizzata da una porosità più aperta. Misurando le proprietà micromeccaniche sul lato fiore (_F) di ciascun campione, si è osservato che i campioni 1_F e 3_F appaiono significativamente più rigidi rispetto agli altri. Anche in questo coso la misura meccanica correla con la microstruttura osservata, caratterizzata da fibrille densamente impacchettate e di conseguenza poco flessibili. Contrariamente i campioni 2_F, 4_F e 5_F evidenziano strutture caratterizzate da zone più povere di fibre e maggiormente flessibili. Per esplorare le proprietà meccaniche delle matrici su scala macroscopica sono stati effettuati test di compressione utilizzando reometro a piastre parallele (Anton Paar MCR 302). I campioni di pelle, ciascuno con diametro 25 mm, sono stati reidratati in PBS 1x e posizionati tra le piastre parallele del reometro. Per ciascun campione, lo strumento ha misurato le proprietà del materiale in termini di sforzo applicato e conseguente deformazione verificata nei 30 minuti di durata della prova. Tali parametri sono stati utilizzati per determinare il modulo elastico macroscopico espresso in kPa. In Figura 1a le misure relative al test di compressione macroscopica sono riportate sull’asse delle ascisse. Come si osserva, il campione 3 risulta caratterizzato da modulo elastico significativamente superiore rispetto

Figura 1 : a La tabella in alto indica la descrizione dei diversi campioni in termini di trattamento di concia (T.L.= TANNED LEATHER). Il grafico mostra la distribuzione dei moduli elastici valutati su scala macroscopica mediante test a compressione (asse x) e su scala microscopica mediante AFM (asse y) dei campioni di pelle bovina misurati da entrambi i lati (F=fiore e C=carne); b Immagini dei campioni di pelle, acquisite al microscopio confocale. Il collagene è acquisito in riflessione, eccitato a λ=633, Scale bar 100µm

 

agli altri campioni. Viceversa, il campione 5 risulta caratterizzato da modulo elastico significativamente inferiore rispetto agli altri campioni. Ancora una volta il risultato meccanico correla con le proprietà morfologiche evidenti in Figura 1b in cui le strutture caratterizzate da fasci di collagene densamente intrecciati misurano maggior resistenza alla compressione, contrariamente alle strutture di collagene organizzate in fasci con porosità più aperta che misurano rigidezza minore. In conclusione, lo studio dimostra che la valutazione completa delle proprietà meccaniche della pelle richiede un approccio multi-scala che integri analisi micro e macromeccaniche considerando l’anisotropia e la non omogeneità del materiale. La combinazione di tecniche come AFM e test di compressione, insieme all’analisi morfologica, fornisce una comprensione approfondita del comportamento meccanico della pelle. Questa conoscenza è fondamentale per lo sviluppo di prodotti in pelle con prestazioni ottimali per soddisfare le esigenze di diverse

 

Figure 1 : a Table describing the different samples in terms of tanning treatment (T.L.= TANNED LEATHER). The graph shows the distribution of the elastic moduli evaluated on a macroscopic scale by compression tests (x-axis) and on a microscopic scale by AFM (y-axis) of the bovine leather samples measured from both sides (F=grain and C=corium); b Images of the leather samples, acquired under a confocal microscope. Collagen is acquired in reflection, excited at λ=633, Scale bar 100µm.

 

Riferimenti Bibliografici

Kelly SJR, Weinkamer R, Bertinetti L, Edmonds RL, Sizeland KH, Wells HC, Fratzl P, Haverkamp RG. Effect of collagen packing and moisture content on leather stiffness. Journal of the Mechanical Behaviour of Biomedical Materials, 90, 2019. Bouchonville N, Nicolas A, Quantification of the Elastic Properties of Soft and Sticky Materials Using AFM. Methods in Molecular Biology, 1886, 2019.

 

Gli INCENTIVI: Il supporto tecnico – scientifico della SSIP alle imprese per  la transizione ecologica e digitale dei settori tessile, moda e accessori 
Gli INCENTIVI: Il supporto tecnico – scientifico della SSIP alle imprese per  la transizione ecologica e digitale dei settori tessile, moda e accessori 

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, in attuazione della Legge “Made in Italy” (206/2023), ha disposto il decreto interministeriale volto a sostenere la realizzazione di investimenti per la transizione ecologica e digitale delle imprese del settore tessile, della moda e degli accessori, sull’intero territorio nazionale, con dotazione finanziaria pari a 15 milioni di euro.

Possono beneficiare dell’iniziativa PMI che operano nel settore del tessile, della moda e degli accessori, con questi Codici ATECO

15.11.00 Preparazione e concia del cuoio e pelle; preparazione e tintura di pellicce

15.20.10 Fabbricazione di calzature

15.20.20 Fabbricazione di parti in cuoio per calzature

20.59.60 Fabbricazione di prodotti ausiliari per le industrie tessili e del cuoio

e che:

– sono regolarmente costituite, iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente e risultano “attive” nel medesimo Registro;

– sono in contabilità ordinaria e hanno approvato almeno due bilanci di esercizio;

– non rientrano tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;

–  hanno restituito agevolazioni godute per le quali è stato disposto dal Ministero un ordine di recupero

Non sono ammesse alle agevolazioni le imprese di cui all’Art.4, comma 2 del decreto 8 agosto 2024 del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, che riportiamo in allegato.

La misura copre le spese relative a prestazioni specialistiche oggetto di contratti sottoscritti successivamente alla data di presentazione della domanda di ammissione alle agevolazioni per:

a) l’attività di Formazione del personale dipendente dell’impresa per l’acquisizione o al consolidamento di competenze rilevanti ai fini del percorso di sviluppo delineato dall’impresa medesima;

b) l’implementazione di una o più delle seguenti tecnologie abilitanti finalizzate a favorire lo sviluppo dei processi aziendali o di prodotti innovativi: cloud computing; big data e analytics; intelligenza artificiale; blockchain; robotica avanzata e collaborativa; manifattura additiva; IoT; realtà aumentata; soluzioni di manifattura avanzata; piattaforme digitali per condivisione di competenze; sistemi di

c) tracciabilità digitale della filiera;

d) il supporto all’ottenimento di certificazioni in materia ambientale, quali:

i. certificazioni di prodotto: Oeko-Tex® Standard 100, GOTS (Global Organic Textile Standard), BCI (Better CottonTM Initiative), GRS (Global Recycled Standard), Ethic-et, PEF (Product Environmental Footprint), RAF (Responsible Animal Fiber), ISO 14024, Eu- Ecolabel, Oeko-Tex® – Made in Green, RCS (Recycled Claim Standard), OCS (Organic Content Standard), Cradle to Cradle Certified®, ReMade in Italy, Carbon footprint di prodotto – ISO/TS 14067, Water footprint di prodotto – ISO 14046, RMS (Responsible Mohair Standard), RAS (Responsible Alpaca Standard), ERTS (Ecological Recycled Textile Standard), FSC (Forest Stewardship Council);

Global Traceable Down Standard (TDS), Responsible Down Standard (RDS), Responsible Wool Standard (RWS);

ii. certificazioni di processo: ISO 14001, Bluesign®, ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals), WRAP (Worldwide Responsible Accredited Production), Oeko-Tex® STeP (Sustainable Textile Production), Leather Working Group (LWG);

e) servizi di analisi di Life Cycle Assessment (LCA), come definiti dalle norme UNI EN ISO 14040:2021 e UNI EN ISO 14044:2021.

Nell’elenco sopra riportato sono evidenziate, in grassetto le prestazioni attivabili presso la Stazione Sperimentale

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto, nella misura massima del 50% delle spese e nel limite massimo di 60 mila euro. Le agevolazioni sono concesse alle imprese beneficiarie ai sensi del regolamento de minimis e possono essere cumulate con altri aiuti di Stato, anche de minimis, nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato di riferimento. Le agevolazioni concesse sono erogate da Invitalia, su richiesta dell’impresa beneficiaria, in un’unica soluzione successivamente alla integrale conclusione delle prestazioni previste e al pagamento delle relative spese. Le istanze si posso presentare dal giorno 11 dicembre 2024 e fino al 31 gennaio 2025, al link https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/rafforziamo-le-imprese/investimenti-nel-settore-tessile-moda-e-accessori/presenta-la-domanda.

Ai fini della presentazione della domanda è necessaria una Relazione Descrittiva del percorso di sviluppo in programma, volto a favorire la transizione ecologica e/o digitale del processo produttivo o dei prodotti o servizi offerti, con indicazione dei soggetti individuati per l’erogazione delle prestazioni e comprendente il curriculum dei professionisti individuati ovvero una presentazione delle società unitamente al curriculum dei professionisti coinvolti nella prestazione.

Si precisa che le domande di agevolazione sono ammesse alla fase istruttoria in base alla posizione assunta nell’ambito di uno specifico ordine di valutazione, che sarà utilizzato fino ad esaurimento delle risorse. Tale ordine di valutazione è basato sul grado di indipendenza finanziaria e sull’incidenza della gestione caratteristica sul fatturato dell’impresa richiedente calcolati così come specificato all’Art. 7 comma 4 dell’allegato Decreto.

La Stazione Sperimentale continuerà a fornire aggiornamenti sull’iniziativa tramite i propri canali informativi e, nel caso in cui l’Impresa intenda affidare alla SSIP una o più Prestazioni Specialistiche previste dal Decreto tra quelle precedentemente individuate, potrà essere fornito supporto rispetto a:

– valutazione dati che saranno utilizzati per la formazione dell’ordine di valutazione;

– predisposizione della Relazione Descrittiva del percorso di sviluppo;

– guida al caricamento delle domande sulla piattaforma Invitalia.

 

Per informazioni e contatti, inviare una richiesta a ssip@ssip.it

Focus Scientifico: Riflettanza solare, tra colorimetria e product comfort assessment
Focus Scientifico: Riflettanza solare, tra colorimetria e product comfort assessment

La misura della riflettanza diffusa

Quando un corpo viene esposto alle radiazioni elettromagnetiche, compresa la luce visibile, esso mostra specifiche proprietà di riflessione, assorbimento e trasmissione di tali radiazioni.

 

La riflettanza (ρ) rappresenta la capacità di un oggetto di riflettere la luce ricevuta e viene espressa come un valore percentuale privo di unità di misura. La somma dei valori di riflettanza (ρ), trasmittanza (τ) e assorbanza (α) è sempre pari a 1, poiché l’energia totale che colpisce un corpo si suddivide tra queste tre componenti. Tale relazione deriva direttamente dal principio di conservazione dell’energia: una parte della luce incidente è riflessa, un’altra trasmessa e la restante assorbita.

La riflettanza può essere calcolata attraverso la formula: r = Fr / F0, dove F0 è il flusso luminoso che incide sull’oggetto e Fr è il flusso luminoso riflesso.

Esistono due modelli teorici per descrivere la riflessione della luce: il modello di riflessione perfettamente diffondente, noto anche come Lambertiano, e il modello di riflessione perfettamente speculare. Questi due modelli rappresentano situazioni limite: il primo prevede che la luce si diffonda uniformemente in tutte le direzioni dopo l’impatto, come se la superficie diventasse una fonte di luce secondaria distribuita sfericamente. Questo comportamento è tipico di materiali opachi e ruvidi. Al contrario, il modello di riflessione perfettamente speculare descrive una riflessione ordinata, in cui la luce è riflessa simmetricamente rispetto alla normale alla superficie, come avviene su superfici lucide o specchianti.

La spettrofotometria di riflettanza è la tecnica analitica che permette di misurare l’intensità di radiazione riflessa per ogni lunghezza d’onda della luce visibile e in piccoli intervalli di lunghezze d’onda ad essa contigui nel vicino infrarosso, fino a lunghezze d’onda di circa 1000/1100 nm.

 

È da notare come la radiazione ricadente nell’intervallo della luce visibile, cioè quella responsabile della colorazione della materia, abbia una energia maggiore rispetto a quella della regione dell’infrarosso. Essa, però, è più soggetta a fenomeni di riflessione e di scattering da parte dei gas atmosferici e delle particelle di polvere rispetto agli infrarossi.

Dal canto loro, le radiazioni infrarosse, incolori poiché non percepibili dall’occhio umano, avendo sia una maggiore capacità penetrante nella materia sia, soprattutto, la capacità di innescare moti vibrazionali delle molecole, sono quelle responsabili del riscaldamento dei materiali.

Lo spettrofotometro di riflettanza trova, ad esempio, applicazione nella misura del colore (colorimetria): a partire dalla curva di riflettanza è infatti possibile ricavare valori univoci con cui definire il colore della superficie di materiale interessata, e quindi di fornire un dato oggettivo di documentazione del colore di manufatti di diverso tipo. Essa permette, quindi, di condurre anche indagini su materiali sottoposti a trattamenti che possano indurre modificazioni cromatiche per misurarne l’entità e monitorarne l’evoluzione.

La misura della riflettanza della radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda ricadenti nel vicino infrarosso, poi, permette la rilevazione di un’altra caratteristica dei materiali, quella, cioè, di assorbire o riflettere le radiazioni che ne possono provocare il riscaldamento.

Il valore della riflettanza di un oggetto dipende in gran parte dal colore e dalle caratteristiche della sua superficie. Superfici scure tendono ad avere valori di riflettanza prossimi a 0, mentre quelle chiare possono raggiungere valori tra 0,7 e 0,85. Una finitura più ruvida della superficie, inoltre, porta tendenzialmente ad ottenere un valore maggiore della riflettanza.

Per ottenere risultati standardizzati e ripetibili le misure di riflettanza vengono effettuate con un angolo di incidenza di 8°, scelto come compromesso tra l’osservazione di riflessione diffusa e la riduzione di riflessi speculari indesiderati, che potrebbero influenzare la misurazione.

Numerose norme a livello internazionale adottano proprio misure con incidenza ad 8° per ottenere un valore che sia rappresentativo del comportamento della luce sulla maggior parte delle superfici e che è più vicino a quello che si verifica nella pratica reale.

Il risultato di una misura spettrofotometrica di riflettanza diffusa è una curva che rappresenta la percentuale di riflettanza in funzione della lunghezza d’onda ed è caratteristica delle proprietà ottiche della superficie indagata. La tecnica è puntuale, non distruttiva e applicabile in situ.

La calibrazione dello spettrofotometro nel campo di misura tra lo 0% ed il 100% di riflettanza viene effettuata misurando la radiazione ottenuta con sorgente luminosa spenta, otturatore chiuso e nessuna luce che raggiunge il rilevatore, che rappresenta una situazione di riflettanza 0, e la misurazione su uno standard di nastro bianco di teflon, il quale produce quindi uno spettro di riflettanza pari al 100%.

 

Misure della riflettanza della superficie

Nell’ambito delle norme tecniche internazionali, la norma UNI EN ISO 17502:2013 definisce un metodo per la determinazione delle proprietà di riflettanza della superficie di cuoi, anche colorati, per le radiazioni visibili e vicino infrarosso. Essa prevede la misurazione della riflettanza percentuale, alla lunghezza d’onda convenzionale di 900 nm, con uno spettrofotometro dotato di una sfera di integrazione analoga a quella descritta in precedenza. Il cuoio sottoposto a misura viene definito riflettente la radiazione solare (solare reflective leather) se la riflettanza percentuale a 900 nm risulta superiore al 55%.

Limitando la valutazione al campo del visibile, uno spettro di riflettanza mette in evidenza le caratteristiche cromatiche delle superfici dei materiali, come illustrato nella figura seguente relativa a diversi campioni di cuoio con rifinizioni di colore differente.

I cuoi con colorazione bianca, invece, riflettendo quasi tutta la luce di ogni lunghezza d’onda che incide sulla superficie, presentano una riflettanza costante e di valore elevato, come illustrato dalla figura seguente.

Nello stesso campione, la maggiore scabrezza della superficie sul lato carne rispetto al lato fiore determina una piccola variazione sulla riflettanza, verosimilmente dovuto ad un maggior fattore di scattering ed una ancora minore componente di riflessione diretta.

 

 

 

I campioni di cuoio colorati in nero con coloranti azoici tradizionali, di contro, presentano, come si osserva per i campioni A e B della figura seguente, una riflettanza praticamente prossima allo zero su tutto il range di lunghezze d‘onda.

 

 

 

È da notare che la differenza di lucentezza della superficie dei campioni A e B, uno opaco e l’altro lucido, non ne influenza la riflettanza.

I cuoi identificati con C e D nella figura precedente utilizzano rifinizioni di colore nero, come si evince dal totale assorbimento nel campo del visibile, ma che inglobano pigmenti capaci di riflettere le radiazioni del campo infrarosso, minimizzando, quindi, l’assorbimento dell’energia trasportata da tali radiazioni.

Questa caratteristica, evidentemente, incide sulla risposta termica dei materiali alla radiazione solare, influenzando tutte le caratteristiche prestazionali da essa dipendenti e determinandone il comfort termico.

Commercialmente sono disponibili diversi pigmenti che possono essere impiegati per impartire ai manufatti le caratteristiche di alta riflettanza anche nella regione dell’infrarosso ed alcuni di essi possono essere di interesse anche per il settore conciario.

In letteratura tecnica sono riscontrabili diverse tipologie di pigmenti con le caratteristiche in questione, sintetizzate nella tabella seguente.

Tipologia Composizione chimica Caratteristiche principali Applicazioni
Pigmenti neri “Cool Black” Si tratta di una forma modificata di nerofumo (carbon black) con un’elevata purezza e una struttura superficiale particolare. I pigmenti cool black sono progettati per avere un migliore riflesso della radiazione IR rispetto ai tradizionali pigmenti di nerofumo Sono costituiti da particelle di carbonio amorfo con una struttura superficiale modificata per aumentare la riflettanza IR.

Sono in genere trattati per ridurre la loro capacità di assorbimento della radiazione termica pur mantenendo l’aspetto nero.

Rispetto al carbon black convenzionale, mostrano una riflessione migliorata nell’infrarosso vicino (NIR).

 

Sono ampiamente utilizzati per superfici nere che richiedono controllo termico, come rivestimenti per veicoli e tessuti tecnici
Pigmenti a base di ossidi di ferro modificati Questi pigmenti sono basati su ossidi di ferro, come la magnetite (Fe₃O₄), ma con modifiche alla struttura cristallina e additivi per migliorare la riflettanza IR Offrono un colore scuro e possono presentare un’elevata stabilità chimica e termica.

Sono spesso dotati di un rivestimento superficiale o di una modifica interna per aumentare la riflettanza nell’infrarosso senza compromettere il colore scuro.

Rispetto ai pigmenti neri tradizionali, hanno una maggiore capacità di riflettere la luce infrarossa riducendo il calore accumulato.

 

Questi pigmenti trovano impiego nelle vernici per esterni, materiali per coperture, e in rivestimenti termoriflettenti per il cuoio
Pigmenti ceramici scuri riflettenti all’infrarosso Sono basati su ossidi ceramici complessi, come zirconati, ossidi di cobalto e ferro combinati con altri metalli Questi pigmenti sono caratterizzati da una struttura cristallina stabile, resistente al calore e alle radiazioni UV.

Offrono elevata resistenza alla degradazione chimica e meccanica.

Sono progettati per riflettere selettivamente la radiazione infrarossa, mantenendo un colore scuro visibile (nero o marrone scuro).

Utilizzati principalmente in rivestimenti durevoli e di alta qualità, come materiali da costruzione, rivestimenti per edifici, e prodotti in cuoio
Pigmenti a base di ossido di cromo modificato Derivano dall’ossido di cromo (Cr₂O₃) e possono includere modifiche per aumentare la riflettanza IR.

 

Offrono elevata stabilità termica e chimica.

Possono essere utilizzati per ottenere colori scuri con proprietà riflettenti nell’infrarosso

Utilizzati per materiali edili, rivestimenti decorativi e applicazioni che richiedono un controllo termico.

 

 

a cura del Dr. Leopoldo Esposito

Pubblicato il: 14 Nov 2024 alle 10:28

 

 

CIMODE: La SSIP alla sessione di chiusura della settima edizione 
CIMODE: La SSIP alla sessione di chiusura della settima edizione 

La Stazione Sperimentale ha preso parte alla sessione conclusiva della 7ª edizione di CIMODE, presso le Officine Vanvitelli al Belvedere di San Leucio, con l’intervento alla tavola rotonda dal titolo “Paesaggi culturali e produttivi della moda” della Resp. del Politecnico del Cuoio Serena Iossa. Con lei, hanno preso parte al convegno Antonio Marchiello – Assessore Attività Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio della Regione Campania, Rosanna Veneziano – Presidente CdS Magistrale in Design per l’Innovazione – Unicampania; Luigi Giamundo – Presidente Sezione Moda Unione Industriali Napoli; Aldo Toscano – Presidente nazionale CNA  Moda  su misura e Carlo Palmieri Presidente Gruppo Moda Assolombarda, Vice Presidente SMI. Il convegno è stato occasione per parlare della SSIP, della sua storia, dei suoi obiettivi e delle sue attività, compresa quella relativa alla formazione, attraverso la Fondazione MIA Academy ITS Moda Campania, di cui la Iossa è Direttore: “Il nostro obiettivo è ridurre quel divario tra il mondo della formazione il mondo del lavoro, con una formazione post diploma e soprattutto stage in aziende che poi sono motivate ad investire sui giovani e non. I corsi sono infatti, destinati ad un’utenza che va dai 18 ai 55 anni non compiuti. E quest’anno, per la prima volta, ci saranno delle borse di studio proprio perchè l’impegno di richiesta di presenza è oneroso, in un’ottica però di formazione pratica immediatamente spendibile“.

 

Theme of CIMODE 2024: ” PAESAGGI CULTURALI E PRODUTTIVI DELLA MODA”

La moda è un paesaggio valoriale che esprime cultura e saper fare produttivo, e, nella accezione contemporanea, essa supera l’identificazione con l’abito, per definire scenari portatori di visioni complesse legate alla nostra civiltà.

Tali paesaggi si esprimono oggi a diversi livelli di progetto e sperimentazione nel solco dei valori irrinunciabili della sostenibilità ambientale e sociale, dell’inclusività e di contaminazioni culturali e tecnologiche. Una nuova bellezza del fare si afferma, a partire dalla considerazione di una fase critica del nostro pianeta; la natura della moda, in questa fase, si identifica con una attività collettiva, basata su valori condivisi: “Fashion-ology dispels the myth according to which the creative designer is a genius. Fashion is not created by a single individual but by all those who they are involved in the production of fashion, and therefore fashion is a collective activity” (Kawamura Y., 2008).

Certificazione per il credito d’imposta destinato alle attività di ricerca e sviluppo ai sensi del DPCM 15 settembre 2023
Certificazione per il credito d’imposta destinato alle attività di ricerca e sviluppo ai sensi del DPCM 15 settembre 2023

La Stazione Sperimentale, con decreto direttoriale dell’11 ottobre 2024, è stata selezionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy fra gli idonei a ricoprire il ruolo di Certificatore del credito per attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, ai sensi del DPCM 15 settembre 2023, con conseguente iscrizione al n. 545 dell’Albo consultabile sul sito del MIMIT al seguente link.

La Certificazione del Credito di Imposta è stata introdotta dall’articolo 23 del decreto-legge n. 73 del 2022 e rappresenta un’opportunità per le Aziende che hanno già usufruito in passato o intendano usufruire in futuro del Credito di Imposta derivante da investimenti per le attività inerenti a progetti di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e ideazione estetica.

Infatti tale Certificazione, ideata con l’obiettivo di favorire l’applicazione in condizioni di certezza operativa sulla fruibilità del Credito di Imposta, ha effetti vincolanti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria (quindi non può essere contestata) in relazione alla qualificazione delle attività sopra citate tranne nel caso in cui, sulla base di una non corretta rappresentazione dei fatti, la certificazione sia stata rilasciata per una attività diversa da quella concretamente realizzata.

Le attività ammissibili al Credito di Imposta sono le seguenti:

le attività di Ricerca e Sviluppo, come definite nel D.L. n. 145/2013 e nel D.M. 27/05/2015, svolte dal 2015 al 2019;
le attività di Ricerca e Sviluppo, Innovazione Tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, Attività di Design e Ideazione Estetica come definite nella L. n. 160/2019e nel D.M. 26/05/2020, svolte dal 2020 in poi

In sintesi per gli investimenti effettuati dal 2015 in avanti può essere richiesta la certificazione, a condizione che le violazioni relative a crediti già utilizzati non siano già constatate con Processo Verbale di Constatazione (PVC) o contestate con atto impositivo.

I riferimenti normativi precisano, che ai fini della qualificazione di tali attività, è da ritenersi vincolante quanto previsto dal Manuale di Frascati, per le attività di Ricerca e Sviluppo, e dal Manuale di Oslo, per le attività di Innovazione Tecnologica, oltre che le disposizionicomunitarie inerente la disciplina degli aiuti di stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione.

La corretta qualificazione dell’attività risulta fondamentale per la definizione delle spese ammissibili di diversa natura (ad esempio personale, quote di ammortamento, spese per contratti, servizi di consulenza, e materiali) costituiranno la base di calcolo del Credito; allo stesso modo la natura delle attività determina anche l’aliquota, ovvero la misura del Credito di Imposta spettante.

Pertanto, per usufruire dell’agevolazione è necessario presentare una documentazione dettagliata sia di natura contabile sia tecnica, relativa alle annualità per le quali si richiede il beneficio, che consenta di attestare il rispetto dei requisiti necessari.

A tal fine la SSIP si propone di affiancare le imprese in tutte le fasi previste dalla normativa di settore: dalla valutazione preliminare della documentazione necessaria ad attestare la validità delle spese ai fini agevolativi, sino all’ottenimento della certificazione da allegare alla dichiarazione dei redditi al fine di fruire del beneficio fiscale, assicurando che ogni passaggio sia eseguito con precisione e conformità alle leggi vigenti.

Per maggiori informazioni e per attivare il servizio è necessario accedere alla Piattaforma digitale per la gestione dei contributi industriali della SSIP, disponibile sul  sito istituzionale della Società alla pagina “Sezione contributi” od, in alternativa, al seguente  link, alla sezione dedicata “Certificazione del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo ai sensi del DPCM 15 settembre 2023”.

 

PRODUZIONI SOSTENIBILI: La SSIP alla presentazione di Ecoinsieme Festival 
PRODUZIONI SOSTENIBILI: La SSIP alla presentazione di Ecoinsieme Festival 

La SSIP è intervenuta con la Dr. ssa Claudia Forio, responsabile della ricerca alla presentazione di ECOINSIEME FESTIVAL, la piattaforma collaborativa tra operatori Culturali e tecnici della Sostenibilità ambientale alla Fondazione Foqus, a Napoli. La due giorni dal titolo “Uno sguardo diverso sulla sostenibilità ambientale”, ha visto la SSIP tra i relatori del panel sul tema ECOINNOVAZIONE – Esperti, imprenditori e operatori a confronto per la sostenibilità della filiera produttiva culturale e creativa. Con la Florio sono intervenuti: Enrica D’Aguanno, Rachele Furfaro, Claudio Gambardella, Diego Guida, Paolo lorio, Renato Quaglia, Giulia Scalera, Antonella Violano. Presenti i rappresentanti istituzionali, Armida Filippelli, assessora alla formazione professionale della Regione Campania; Chiara Marciani, responsabile delle politiche giovanili del Comune di Napoli e Stefano Sorvino, direttore Generale dell’ARPAC, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Nel suo intervento la Florio ha approfondito il tema rispetto alle attività e ai progetti della SSIP, tra cui Solaris, il progetto di SPOKE 4 di MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile.

Roadshow MICS: il 22 novembre la tappa a Napoli – Focus: “Materiali intelligenti per prodotti sostenibili e circolari:”
Roadshow MICS: il 22 novembre la tappa a Napoli – Focus: “Materiali intelligenti per prodotti sostenibili e circolari:”

La SSIP, assieme all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è lieta di promuovere la II tappa del Roadshow MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, in programma il 22 novembre all’Università di Napoli Federico II, nella sede del Polo universitario di San Giovanni a Teduccio, dove si incontreranno istituzioni, associazioni di categoria, imprese, organismi di ricerca e università per confrontarsi sui temi dello sviluppo di nuovi materiali, tra cui la pelle, per il futuro dell’aerospazio, del packaging e della moda.

 

 

Qui il link al programma della giornata e al form di iscrizione all’evento.  

Roadshow per il Bando del Ministero del Made in Italy per gli investimenti nella filiera delle fibre tessili naturali e della concia: tre tappe promosse da SSIP, Casa del Made in Italy e la Fondazione MICS.

Maggiori informazioni QUI

Link di iscrizioni alle tappe QUI

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