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FOCUS SCIENTIFICO – Modifiche di proprietà di rivestimenti poliuretanici indotte attraverso processi chimico-fisici – Parte 1
FOCUS SCIENTIFICO – Modifiche di proprietà di rivestimenti poliuretanici indotte attraverso processi chimico-fisici – Parte 1

Poliuretano è un nome generale che descrive un ampio gruppo di polimeri (PURs) con composizioni differenti e con intervalli di proprietà assai estesi. Tale gruppo è accomunato dalla modalità di sintesi chimica, si tratta infatti di prodotti di processi di poliaddizione di poli-isocianati con, generalmente, poli-alcoli. Il gruppo funzionale caratteristico è quello uretanico.

 

Focus completo QUI.

 

 

A cura del dr. Francesco de Laurentiis

 

20/06/2025

IL RAPPORTO – “La Bioeconomia in Europa”: La moda BioBased italiana leader d’Europa, grazie, prevalentemente, alla componente conciaria
IL RAPPORTO – “La Bioeconomia in Europa”: La moda BioBased italiana leader d’Europa, grazie, prevalentemente, alla componente conciaria

Presentata lo scorso 17 giugno, presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma, l’undicesima edizione del Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, elaborato dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster SPRING e SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Nel 2024 l’insieme delle attività connesse alla Bioeconomia in Italia ha generato un valore della produzione pari a 426,8 miliardi di euro e occupato più di due milioni di persone.

 

Per quanto riguardo lo specifico conciario, nonostante il valore della produzione in calo, rispetto agli anni precedenti, segno della crisi di settore degli ultimi anni, la moda BioBased italiana si conferma leader d’Europa, sempre grazie, prevalentemente,  appunto alla componente conciaria.

Stando ai dati emersi dal rapporto, in Italia spicca la maggior rilevanza del sistema Moda, con un peso del 10,1% a fronte di un modesto 2,9% per l’UE27, che conferma la nostra forte specializzazione nei settori del tessile-abbigliamento e nella filiera della pelle (sia in temini di output che addetti).

 

In Italia, la quota bio-based della produzione di beni del sistema Moda è rilevante e superiore a quella media dell’Unione Europea, con un peso che supera il 55% per la concia, pelletteria e calzature e il 40% per il segmento del tessile-abbigliamento. Nello specifico, il sistema moda bio-based si è attestato su un valore della produzione pari a circa 43 miliardi di euro nel 2024, in calo del 10,5% rispetto al 2023 (-5 miliardi di euro), sintesi di un andamento negativo che ha riguardato tutti i segmenti e in particolare quello della concia/pelletteria (-12,7%, -2,6 miliardi di euro), che ha subìto maggiormente le difficoltà delle imprese legate ai grandi brand del lusso. In calo a doppia cifra anche la filiera tessile (-10,9%, -1,2 miliardi di euro), mentre è stata pari a -7,4% la contrazione del settore dell’abbigliamento. Nonostante il ridimensionamento, resta elevato il peso della filiera moda sul totale della Bioeconomia, con una quota del 10,1%. Con circa 216 mila occupati la filiera pesa per l’11% sull’occupazione della Bioeconomia nazionale.

 

Nel Sistema Moda bio-based spiccano i paesi dell’area Mediterranea, influenzati dall’Italia.

 

Italian Leather Research Summit 2025, alla Federico II il mondo della Concia ha incontrato Università e Ricerca per un “patto di filiera strutturato”
Italian Leather Research Summit 2025, alla Federico II il mondo della Concia ha incontrato Università e Ricerca per un “patto di filiera strutturato”

Nasce dall’Italian Leather Research Summit 2025 il “patto di filiera strutturato”: a Napoli la prima edizione dell’evento tenutosi alla Federico II, organizzato dalla SSIP in collaborazione con la Fondazione MICS – Made in Italy Circolare e sostenibile ha avuto l’obiettivo puntare sulla ricerca per le “pelli del futuro”  per costruire la conceria del futuro per dare nuovo slancio al settore della pelle e cuoio, motore del Made in Italy.

Il summit, tenutosi alla Biblioteca storica di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, è stato organizzato, nell’ottica di un fondamentale gioco di squadra, in collaborazione con la Fondazione MICS – Made in Italy Circolare e sostenibile, e ha riunito il mondo dell’innovazione, della sostenibilità e della ricerca applicata alla pelle, che parte dal Sud, dalla sede di Pozzuoli della Stazione per ricadere sull’intera filiera, nell’interesse delle imprese.

La giornata è stata l’eccellente occasione per rendere noti alcuni risultati della ricerca di settore.

Negli innovativi laboratori tecnologici della SSIP, si lavora, fra le altre cose, a nuovi materiali con proprietà aggiunte (antiossidanti, antimicrobiche waterproof, ecc.), per la pelle che siano competitive grazie anche al supporto di tecnologia e AI: saranno pelli che, fra le altre novità, con più efficacia utilizzeranno gli scarti delle filiere tessile e quelli del comparto agroalimentare.

Inoltre, insieme ad altri partner MICS e dell’Università Federico II, si sta puntando ad integrare altre tecnologie di sensoristica e automazione, per impiego del materiale nella realizzazione di prodotti deep tech (indumenti sensorizzati smart, esoscheletri in cuoio, soft-robots).

Dai laboratori, con la interazione di diversi progetti e grazie ai partenariati avviati, nasceranno nuove molecole che saranno il primo passo per la produzione di nuove generazioni di pelli sostenibili ad alto valore aggiunto. Gli studi, le sperimentazioni già in atto, faranno sviluppare molecole e materiali da utilizzare nel settore conciario, nuovi prodotti in grado di conferire proprietà aggiuntive ai cuoi e ai nuovi materiali circolari, come: proprietà autopulenti, antimicrobiche, impermeabilizzanti, antiossidanti, antifiamma, antimacchia. In generale su tutti gli scarti conciari sono in atto sperimentazioni per addivenire a nuovi prodotti.

Dagli stakeholder della filiera industriale spunti fondamentali per orientare le attività di università ed enti a sostegno dell’universo conciario. Gli attori della filiera, nel corso di tutti i lavori, hanno sottolineato il complicato momento congiunturale si supera puntando sugli investimenti in ricerca e consolidando azioni strategicamente e condivise verso l’innovazione tecnologica.

Alla giornata di lavori, che ha seguito al momento di discussione un workshop scientifico sui temi di ricerca e avanzamento del partenariato MICS e non solo, sono intervenuti, tra gli altri: Edoardo Imperiale, Direttore Generale SSIP,  Luca Gentile, Dirigente Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Graziano Balducci, Presidente SSIP, Antonio Lanzotti, Responsabile TFdA, Università degli Studi di Napoli Federico II, Delegato per il Sud del Consiglio di Amministrazione MICS, Marco Taisch, Presidente del PE MICS; Valeria Fascione, Valeria Fascione, Assessore con delega alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania; Luigi Nicolais, Consigliere Scientifico SSIP – Rappresentante dell’Italia nell’EIC e nell’EIE; Fulvia Bacchi, Direttore UNIC; Mirko Balsemin, Presidente della sezione concia di Confindustria Vicenza; Mauro Bergozza, Presidente ASSOMAC; Maurizio Maggioni, Direttore UNPAC – Unione Nazionale Produttori Italiani Ausiliari Conciari. A moderare, il giornalista Ettore De Lorenzo.

“L’Italian Leather Research Summit nasce – ha sottolineato Imperiale, direttore generale della SSIP – con un obiettivo chiaro: fare rete, mettere a sistema competenze, esperienze, prospettive che attraversano l’intera filiera conciaria italiana. La concia, come gran parte del sistema manifatturiero europeo, è sotto pressione ma in ogni crisi si nasconde un’opportunità, e oggi la nostra opportunità ha un nome preciso: ricerca e innovazione, sono anelli di una stessa catena di valore, che deve partire dai laboratori e arrivare nelle fabbriche. In questa prospettiva”, ha continuato, “la SSIP, in sinergia con il Partenariato Esteso MICS, con le università, con il CNR, è – ha spiegato – un’infrastruttura chiave fondamentale per promuovere rete. Aggregarsi non è solo utile, è oggi una condizione necessaria per essere competitivi. Nessuno può affrontare da solo le sfide che abbiamo davanti. È il momento di un patto di filiera strutturato, in cui ciascun attore – industria, ricerca, istituzioni – contribuisca responsabilmente al rilancio del Made in Italy circolare e sostenibile. La filiera della pelle ha un futuro solido, a condizione che la ricerca diventi un asset quotidiano, non straordinario. La sostenibilità non è solo un obiettivo: è un metodo, un linguaggio comune, una responsabilità condivisa”

“La collaborazione del sistema universitario con gli Enti di Ricerca e le imprese è la strada da seguire. Puntare sulla ricerca, per rendere più competitivi i comparti strategici del paese, è sfida di incredibile attualità. Da Napoli, dal Sud, parte un segnale forte e carico di competenze” ha dichiarato Matteo Lorito, Rettore Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Per l’assessore Fascione è vincente l’idea del gioco di squadra. “In questo settore la ricerca e le innovazioni – ha spiegato – fanno la differenza e la presenza delle Istituzioni, del Mondo Accademico, degli Enti di Ricerca e dell’imprese, è una garanzia. Come Regione Campania ci siamo e riconosciamo nella SSIP un player d’eccellenza. C’è collaborazione, da sempre, ed anche ad Osaka all’Expo continueremo questo lavoro.

Su questi temi ci sono, in questo momento, grandi opportunità che nascono dalle Istituzioni, a livello europeo e regionale. Ricordo perché di grande interesse il bando STEP e l’avviso per i dottorati industriali che mette a disposizione delle imprese risorse altamente qualificate”.

A conclusione del summit, si lavora già alla II edizione, in programma per la primavera del 2026. Nel corso dell’evento, inoltre, è stato presentato il primo numero del 2025 di CPMC – CUOIO PELLI MATERIE CONCIANTI, nei 140 anni della SSIP, rivista di divulgazione scientifica a cura della SSIP in collaborazione con MICS con focus sulla riflessione inerente il passaggio dal “Made in Italy” al “Will Make in Italy”, una visione che punta su ricerca, sostenibilità, transizione digitale e innovazione tecnologica per affrontare con strumenti concreti le nuove sfide del settore.

 

 

FOCUS SCIENTIFICO – Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario- II PT
FOCUS SCIENTIFICO – Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario- II PT

Nei processi conciari, la tecnologia con CO2 supercritica è stata sperimentata per ridurre gli scarti e aumentare l’efficienza dell’assorbimento dei prodotti chimici sulla pelle da trattare. La prima applicazione della CO2 supercritica è stata segnalata nel 1955 (Carles et al., 1955).

 

 

FOCUS COMPLETO QUI

 

 

A cura di Marco Nogarole  – 12/06/25

 

 

NB. Prima parte pubblicata il 5-11-2024

 

WEBINAR – Metodi chemiometrici e spettroscopia NIR per il controllo della produzione conciari
WEBINAR – Metodi chemiometrici e spettroscopia NIR per il controllo della produzione conciari

La spettroscopia NIR rappresenta uno strumento innovativo e rapido per il controllo qualità nella produzione industriale. In questo contesto verranno approfonditi i principi di base della tecnica, le modalità di trattamento degli spettri e l’applicazione di metodi chemiometrici per l’elaborazione dei dati. Sarà inoltre illustrato l’utilizzo del software dedicato alla strumentazione MicroNIR Viavi per la creazione di modelli predittivi, con esempi relativi al riconoscimento del tipo di concia e alla quantificazione dei concianti. I metodi che verranno presentati sono stati sviluppati all’interno del progetto di ricerca MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile.

ISCRIVITI QUI

 

IN PROGRAMMA IL 9 LUGLIO ALLE ORE 16 – A CURA DEL DR. ANTONIO MEDICI

Da CPMC – Imperiale: “Dal Made in Italy al Will Make in Italy: valorizzare la tradizione, senza temere le sfide del futuro”
Da CPMC – Imperiale: “Dal Made in Italy al Will Make in Italy: valorizzare la tradizione, senza temere le sfide del futuro”

Il 2025 si apre con una riflessione che rappresenta, più che un esercizio teorico, una necessità concreta: ripensare il concetto di Made in Italy in chiave prospettica, come Will Make in Italy. Non si tratta di una mera sostituzione semantica, ma di un vero e proprio cambio di paradigma, che investe l’intero comparto manifatturiero nazionale e, in modo emblematico, il settore conciario. Lungo il corso dell’ultimo anno, la rivista “Cuoio, Pelli e Materie Concianti” ha offerto una lettura tridimensionale del cuoio italiano declinata secondo tre assi fondamentali: innovazione, sostenibilità e circolarità. Tre direttrici che rappresentano oggi altrettante leve strategiche per traghettare la filiera verso un futuro che non rinneghi la tradizione, ma la esalti attraverso nuove forme di espressione tecnologica, culturale e ambientale. Nel passaggio dal Made al Will Make, diventa essenziale integrare agli aspetti tangibili della produzione – qualità delle materie prime, eccellenza dei processi, design – quelli immateriali: il know-how diffuso, la capacità trasformativa delle competenze, il valore della creatività consapevole. Solo così sarà possibile affrontare con efficacia le sfide sistemiche poste dai cambiamenti climatici, dalla pressione normativa europea, dalla crescente domanda di tracciabilità e trasparenza lungo l’intera catena del valore. È in questo contesto che si colloca l’azione del Partenariato Esteso MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, oggi all’alba del suo terzo anno di attività. Il MICS rappresenta una piattaforma multidisciplinare e intersettoriale che ambisce a riscrivere le traiettorie evolutive delle filiere strategiche nazionali, attraverso una visione olistica che coniughi transizione ecologica, simbiosi industriale, e rafforzamento infrastrutturale del sistema della ricerca applicata.
Il settore conciario, forte di una tradizione secolare e di una reputazione internazionale consolidata, si presenta oggi come uno dei laboratori più avanzati di questa transizione. La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli, in sinergia con i partner accademici e industriali del MICS, sta investendo su nuove infrastrutture scientifiche, piattaforme tecnologiche condivise, e reti di competenze verticali capaci di accompagnare l’intero comparto verso modelli produttivi più resilienti, intelligenti e rigenerativi. Questo percorso non è privo di complessità, ma è animato da una convinzione profonda: valorizzare la tradizione non significa conservarla inalterata, ma renderla capace di dialogare con i linguaggi del futuro. La pelle italiana del domani sarà ancora sinonimo di eccellenza se saprà farsi interprete di un’economia della conoscenza, capace di rigenerare valore, ambiente e comunità. Will make è dunque un impegno, un atto di responsabilità, ma anche una promessa: che il saper fare italiano continuerà a evolversi, con coraggio, creatività e rigore, lasciando un’impronta di sostenibilità sul futuro. E MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile va esattamente in questa direzione, attraverso Spoke di ricerca che lega i concetti di innovazione, sostenibilità, tracciabilità della filiera pelle. Nel caso della Stazione Sperimentale, lo facciamo in MICS principalmente attraverso il progetto SOLARIS – Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions. Ed è per noi un enorme piacere che questo numero ospiti il contributo di Marco Taisch, Presidente di MICS: è lui a sottolineare quanto questo partenariato esteso sia un luogo di circolazione trasversale delle idee, un catalizzatore di competenze, da un lato, e uno snodo di distribuzione dei progressi di ricerca, dall’altro, agendo a ogni livello della catena dell’innovazione. E sul focus di questo primo numero del 2025, afferma a giusta ragione che Il Made in Italy, per continuare ad affermarsi, può solo essere questo: un “Made in” in costante evoluzione. Un “Made in” pensato per il futuro. Il patrimonio di conoscenze, oltre che di competenze, che accompagna il marchio Made in Italy va quindi valorizzato acquisendo una centralità nella prospettiva del cambio di paradigma su cui si concentra questo numero, indipendentemente dal punto di vista da cui lo si guardi, se quello delle concerie, delle imprese, dei ricercatori o degli stakeholder.
Lo sottolinea Fulvia Bacchi, che ci racconta quanto nell’ultima edizione di Lineapelle, il connubio vincente sia stato quello tra tecnica e bellezza che apre la nuova via del Made in Italy: trasversale, multidisciplinare, collaborativa, capace di caratterizzare non solo il prodotto finale, ma soprattutto un percorso di produzione che solo in Italia può essere così qualificato, competente, efficiente, sostenibile. Nel contributo del presidente Fabrizio Nuti, il richiamo ulteriore a tutto ciò che MICS può rappresentare, ossia lo strumento in grado di sollecitare anche per le aziende della moda, una condivisione che può accrescere la competitività delle aziende, proprio a partire dal tema dell’innovazione. Nessuno può esimersi dal contribuire, come in maniera attenta sottolinea dalla Toscana Valter Tamburini, chiamando in causa le istituzioni e il loro ruolo: le istituzioni hanno compiti, competenze e doveri chiari in termini di opzione politica, gestione amministrativa, individuazione di priorità e destinazione di risorse finanziarie e di regolamentazione e il loro supporto in questa transizione dal passato al futuro su larga scala è quindi da ritenersi cruciale e la strada del “Will make in” una necessità anche per un futuro più rassicurante nel settore conciario. E a chiamare ancora in causa le imprese, è, come leggerete, il suo omologo Veneto, Giorgio Xoccato: esse devono necessariamente pensare ad una revisione critica anche dei loro processi organizzativi interni, nell’ottica di migliorare l’efficienza, perché la qualità da sola non basta più, in quanto è cresciuto anche il livello dei competitors. E anche in questo numero tocca ai ricercatori entrare nel merito, come fa il Prof. Nicolais, che si spinge verso un’industria 5.0, verso la blockchain per la tracciabilità della filiera, insieme alle biotecnologie dove non si può prescindere dal ruolo sempre più preminente che avrà l’intelligenza artificiale, in questo come in tutti i settori non solo della produzione ma del futuro in generale. Sempre supportato
dal concetto di rete. E non a caso in questo numero troviamo il contributo di ricercatori dello Spoke 8 MICS, con cui la SSIP collabora nella filiera pelle, perché solo così si può saltare verso quella che viene condivisa come Green chemistry e simbiosi industriale applicati all’industria conciaria, grazie anche ai progetti Flagship di MICS, riguardanti, in particolare, “PRODOTTI INTELLIGENTI PERSONALIZZATI A IMPATTO ZERO”, progetti attorno ai quali collaborano in maniera trasversale tutti i partener di MICS potenzialmente in grado di apportare un solido contributo alla tematica. La strada è già tracciata, solcarla e renderla accessibile agli attori del settore conciario, della moda e del Made in Italy è la sfida che aspetta tutti noi e che sarà tanto vincente
quanto più la consapevolezza del necessario cambio di prospettiva che caratterizza questo numero sarà non solo chiara a tutti ma soprattutto assimilata e fatta propria, quale condizio sine qua non per approdare al futuro, che come si suol dire è sempre un po’ già presente.

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