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La SSIP al lancio della VII edizione della Reserved Incubation, Imperiale: “Impegnati a mettere la conoscenza al servizio del cambiamento”

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli partecipa alla VII edizione del programma Reversed Incubation promosso dall’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Per la SSIP è intervenuto Edoardo Imperiale, Direttore generale:

“Siamo orgogliosi di contribuire con le nostre competenze scientifiche e tecnologiche sui temi della circolarità, dell’eco-innovazione e della sostenibilità industriale, mettendo a disposizione know-how e best practices nei processi a basso impatto ambientale, nella valorizzazione dei sottoprodotti della filiera conciaria e nello sviluppo di modelli di simbiosi industriale, in linea con gli obiettivi europei di economia circolare”.

In un sistema manifatturiero in continua evoluzione, il nostro impegno è quello di supportare start-up, giovani innovatori e imprese nella creazione di soluzioni concrete per la transizione green, contribuendo alla nascita di un ecosistema produttivo più resiliente e sostenibile.

Come afferma Edoardo Imperiale:
“Il sapere tecnico e scientifico applicato all’innovazione rappresenta un fattore abilitante per rigenerare le filiere produttive tradizionali: il nostro impegno è orientato a mettere la conoscenza al servizio del cambiamento”.

Durante l’intervento, Imperiale ha ribadito l’impegno della SSIP nella formazione e nella ricerca applicata, offrendo la disponibilità – accolta con entusiasmo dagli organizzatori – ad accogliere studenti e giovani talenti nei nostri laboratori per confrontarsi su nuove idee, prodotti e processi innovativi.

DA CPMC – Xoccato (Pres. Camera di Commercio Vicenza): “Dal concetto di ‘Made in’ a quello di ‘Will make in’. La forza della tradizione come nuovo punto di partenza”
DA CPMC – Xoccato (Pres. Camera di Commercio Vicenza): “Dal concetto di ‘Made in’ a quello di ‘Will make in’. La forza della tradizione come nuovo punto di partenza”

Il territorio vicentino vanta un’antica e solida tradizione manifatturiera in diversi ambiti: la concia, ma anche la meccanica e meccatronica, l’oreficeria, il tessile-abbigliamento, l’agroalimentare; e ancora il legno-arredo e la ceramica. Produzioni diverse, che tuttavia hanno un comune denominatore nella necessità di guardare al futuro con un nuovo slancio. Oggi davvero chi si ferma è perduto. I cambiamenti intervenuti negli ultimi anni e quelli tuttora in corso sono stati troppo grandi per pensare di vivere grazie a rendite di posizione. Oggi replicare i prodotti e i modelli di business del passato quasi sempre non può che portare a rimanere sempre più ai margini. Semmai la tradizione va interpretata come esperienza, che questa sì rappresenta un valore strategico. Non dimentichiamo che siamo nell’economia della conoscenza e quando parliamo dei distretti produttivi la conoscenza: è data dal saper fare, ma anche da un tessuto di relazioni, dalla capacità di inventiva… Cose che non si possono ottenere semplicemente analizzando i big data. Tutto questo rimane un vantaggio competitivo strategico per le nostre imprese e per i nostri distretti produttivi.

Come utilizzare questo know how dunque?

Per governare in modo più efficace quel processo di evoluzione continua che oggi deve caratterizzare le imprese se vogliono avere successo. Sotto tutti i punti di vista. Il saper fare, inteso come competenze produttive, conoscenza dei materiali, design, ma anche il padroneggiare la rete dei fornitori, oggi deve
essere visto soprattutto come un vantaggio competitivo nell’innovazione e sviluppo di nuovi prodotti. Dunque non una condizione statica, ma un punto di continua ripartenza per proporre al mercato prodotti e soluzioni sempre nuovi. Analogamente, la conoscenza del mercato deve essere una bussola per orientare questo cambiamento, indirizzando l’evoluzione di prodotto verso le nuove esigenze dei clienti e i gusti emergenti, e quando possibile anticipandoli.

È sufficiente l’innovazione di prodotto per garantire la continuità futura del Made in Italy?

Sicuramente è strategica, ma non è più sufficiente nemmeno questa: oggi le imprese devono affrontare una revisione critica anche dei loro processi organizzativi interni, nell’ottica di migliorare l’efficienza, perché la qualità da sola non basta più, in quanto è cresciuto anche il livello dei competitors. E occorre imparare padroneggiare e applicare strumenti che fino a oggi molte imprese, soprattutto le PMI, hanno guardato con un certo distacco: penso alla digitalizzazione, che non significa avere il sito Internet, ma anche agli strumenti finanziari, perché questa capacità di innovazione continua implica anche investimenti costanti e dunque una rinnovata attenzione all’equilibrio finanziario e al mondo del credito.

 

 

FOCUS SCIENTIFICO – GLI ENZIMI E LA MISURA DELLA LORO ATTIVITÀ – PARTE 2
FOCUS SCIENTIFICO – GLI ENZIMI E LA MISURA DELLA LORO ATTIVITÀ – PARTE 2

Gli enzimi sono macromolecole che fungono da catalizzatori: accelerano, senza essere consumati, reazioni chimiche in una varietà di processi biologici. Per questa caratteristica, sono ampiamente utilizzati anche in ambito conciario.

In questa seconda parte del lavoro è presentata una panoramica dei metodi discontinui per la determinazione dell’attività enzimatica.

 

FOCUS COMPLETO QUI

A CURA DEL DR. LEOPOLDO ESPOSITO 11.07-2025

RIVISTA – JALCA // GIUGNO 2025
RIVISTA – JALCA // GIUGNO 2025

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

Rivista tecnica: Journal of American Leather Chemists Association – JALCA

 

 

JALCA è una rivista storica di notevole impatto scientifico per il settore della chimica conciaria, che pubblica ricerche su tutti gli aspetti della scienza, ingegneria,

FOCUS SCIENTIFICO: Valutare la solidità del colore: la scala dei grigi
FOCUS SCIENTIFICO: Valutare la solidità del colore: la scala dei grigi

La scala dei grigi viene usata per il controllo della solidità del colore, si esprime in grado di resistenza di un colore sui tessuti e sulle pelli. Normalmente, la colorazione di una pelle deve resistere alle diverse sollecitazioni derivanti dall’uso a cui è destinato.

 

FOCUS COMPLETO QUI

 

A cura della Dr.ssa Maria Scotti 27-06-2025

 

 

FORUM- LA SSIP al Made in Italy Innovation Forum, il DG Imperiale: “Lavoriamo per un ecosistema dell’innovazione che valorizzi la filiera pelle, supportando le PMI”
FORUM- LA SSIP al Made in Italy Innovation Forum, il DG Imperiale: “Lavoriamo per un ecosistema dell’innovazione che valorizzi la filiera pelle, supportando le PMI”

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli al Made in Italy Innovation Forum di Cernobbio (Como), organizzato dalla Fondazione MICS- Made in Italy Circolare e Sostenibile.
Numerosi i momenti che hanno visto protagonista l’ente di ricerca nazionale, con la plenaria per il DG SSIP Edoardo Imperiale; la presentazione della rivista CPMC – CUOIO, PELLI, MATERIE CONCIANTI, a cura di SSIP in collaborazione di MICS, con la responsabile Area Ricerca e Sviluppo SSIP Claudia Florio, che ha anche introdotto la Tavola Rotonda del panel verticale “L’avvenire della moda e del cuoio Made in Italy in una visione integrata di filiere e competenze” con Carlo Brondi, Domenico Caputo, Mauro Carraro, Fabio Corbisiero, Maurizio Masi, Omar Bellinici, moderato da Gaetano Amatruda. Un’occasione, quest’ultima per presentare i risultati del progetto “Solaris 4.01”.

 

Il DG Imperiale è intervenuto sul tema “Innovare senza perdere l’anima: identità, sostenibilità, digitalizzazione e competitività del Made in Italy”. Con lui, sono intervenuti al dibattito, Ugo Ghilardi, Amministratore Delegato ITEMA SPA; Silvano Pezzoli, Vicepresidente Confindustria Moda e Vicepresidente esecutivo SITIP; Marco Vecchio, Direttore Tecnico Federazione ANIE.

“L’impatto delle tecnologie digitali avanzate sarà duplice e trasformativo: da un lato aumenteranno l’efficienza, la tracciabilità e la personalizzazione dei processi produttivi, dall’altro ridefiniranno le competenze richieste e i modelli di lavoro. Nel settore della pelle e della moda, l’adozione di strumenti come la blockchain per la tracciabilità, l’intelligenza artificiale per la selezione dei materiali e il digital twin per la prototipazione sostenibile sta già cambiando il modo in cui progettiamo e produciamo”, ha detto Imperiale, unico campano alla plenaria: “Il futuro non è solo tecnologico ma umanocentrico: le tecnologie devono valorizzare il saper fare, non sostituirlo. E’essenziale investire su upskilling e reskilling: artigiani digitali, tecnologi della sostenibilità e operatori data- driven saranno al centro della manifattura italiana. La SSIP accompagna le imprese in questa transizione, con la ricerca applicata e formazione specializzata”.

L’evento di Cernobbio, a Villa Erba, è promosso dal Partenariato Esteso MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile, che coinvolge Università, Centri di Ricerca e Imprese ed è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU e riunisce la più grande comunità di ricerca e innovazione del manifatturiero italiano, aziende, istituzioni nazionali, per confrontarsi sulle ultime novità nella sostenibilità e nella digitalizzazione per le aziende del Made in Italy.

 

“MICS è un hub dell’innovazione che mette in comunicazione impresa e ricerca, pubblico e privato. Noi ci siamo come Stazione Sperimentale per assicurare servizi e opportunità alla intera filiera” ha aggiunto Imperiale.

 

“Per i settori della moda significa integrare saperi artigianali con tecnologie digitali, co-progettare all’interno di filiere collaborative, e governare dati e impatti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. La manifattura del futuro sarà più interconnessa, flessibile, guidata dalla domanda, capace di unire competitività e valori. La SSIP – ha concluso – è al centro dei cambiamenti: lavoriamo per un ecosistema dell’innovazione che valorizzi la filiera pelle, supportando le PMI nei percorsi di transizione digitale e sostenibile, contribuendo alla costruzione di un Made in Italy identitario ma proiettato nel futuro”.

 

 

Da CPMC – Nuti (Pres. UNIC): “Tradizione e innovazione: sinergie di filiera e opportunità per la concia”
Da CPMC – Nuti (Pres. UNIC): “Tradizione e innovazione: sinergie di filiera e opportunità per la concia”

La qualità di un prodotto oggi è direttamente connessa alla qualità del processo produttivo con cui è stato realizzato. Sensibilità verso l’ecosistema e capacità di produrre nel rispetto delle cautele previste a vantaggio del consumatore finale sono tra i maggiori valori che il mercato moderno premia e incentiva. È proprio guardando a questi valori e facendone una regola concreta delle proprie dinamiche produttive che l’industria conciaria italiana si
è evoluta. Un’evoluzione che parte da lontano e che consente alle nostre concerie di essere modello di quella responsabilità d’impresa verso cui oggi c’è grande sensibilità. In questo percorso, la capacità della concia italiana è stata ed è anche quella di intercettare il cambiamento in un’ottica di innovazione che non rinuncia alla tradizione. Nello scambio tra l’esperienza maturata e le opportunità legate alla modernità c’è un altro dei suoi segreti. Ancora oggi antiche lavorazioni e processi tramandati di generazione in generazione costituiscono il cuore anche delle aziende conciarie più evolute, dove si preservano quei segreti della lavorazione, quelle famose “ricette” fatte di esperienza e passione che sono il vero segreto del successo delle aziende. Anche così si contribuisce alla forza del Made in Italy proiettando una lavorazione artigianale antica verso un futuro di sfide e di nuove opportunità. All’innovazione sono legate molte di queste opportunità, che passano sempre più per sinergie di filiera. In questo percorso il partenariato esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile) sollecita anche per le aziende della moda una condivisione che può accrescere la competitività delle aziende, proprio a partire dal tema dell’innovazione. Dall’ intelligenza artificiale alle nuove tecnologie abilitanti e alla manifattura additiva, conoscere e gestire i processi di innovazione può diventare un driver di competitività: solo innovando si può continuare a suscitare l’interesse del mercato e di tutti i suoi attori.
Innovazione e ricerca possono affermarsi come le aree su cui le diverse filiere, tra cui quella del manifatturiero, collaborano per gestire al meglio l’attuale fase di trasformazione del mercato, fatta di insidie ma anche di nuove sfide ambiziose, come quelle legate a transizione ambientale e Green Deal. Per vincere queste sfide resta essenziale supportare un dialogo strutturato e diffuso che coinvolga in modo trasversale gli operatori della filiera. Condividere know-how, mettere in rete esperienze diverse, informazioni e competenze dal mondo della ricerca a quello delle imprese, è già e lo sarà sempre di più, una scelta determinante per aumentare il livello di competitività del nostro sistema Paese. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Lo strumento del MICS, finalizzato a incentivare questo approccio trasversale e collaborativo, potrà rivelarsi fondamentale.

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