Old

La SSIP interviene al Convegno organizzato da ENEA – “La sfida dell’economia circolare: opportunità e rischi per le imprese” – 7 ottobre 2020
La SSIP interviene al Convegno organizzato da ENEA – “La sfida dell’economia circolare: opportunità e rischi per le imprese” – 7 ottobre 2020

Innovation Village è il principale evento di promozione dell’innovazione nel Centro-Sud. La rassegna è arrivata alla 5^ edizione, che per necessità è diventata ancora più digital e virtuale, con un ampio programma di iniziative, webinar ed incontri online.

Da seguire con molta attenzione, il convegno organizzato da ENEA e Enterprise Europe Network, “La sfida dell’economia circolare: opportunità e rischi per le imprese” a cui parteciperà anche il Direttore Generale della SSIP, Edoardo Imperiale. Il DG interverrà sull’Economia Circolare e l’Industria 4.0, ovvero due componenti fondamentali del nuovo strumento proposto dalla SSIP – Leather Innovation Challenges – progettato e realizzato per fornire alle imprese della filiera conciaria nuove traiettorie tecnologiche per il quinquennio 2020-2025.

L’evento è finalizzato ad offrire un panorama sulle iniziative a livello europeo, nazionale e regionale sull’economia circolare, evidenziando tecnologie, metodologie e strumenti in supporto alle imprese, con esempi di successo di buone pratiche già esistenti nella Regione Campania.

 

Iscriviti qui per seguire il Convegno su WebEx.

 
 
 

Speciazione del Cromo in matrici ambientali
Speciazione del Cromo in matrici ambientali

Il D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. prevede la valutazione dello stato di qualità di una matrice ambientale; le indagini analitiche che vengono effettuate per i controlli e per i piani di monitoraggio, devono essere riproducibili, affidabili e accurate.
I metodi e i controlli analitici in campo ambientale spesso risultano complessi, per diverse cause:

 

  • complessità della matrice stessa da cui derivano,
  • alto livello tecnologico della strumentazione utilizzata,
  • carenza di metodi normati a livello nazionale e internazionale.

 

Tali problematiche portano alla richiesta da parte dei laboratori di un supporto degli Enti preposti al fine di ottenere riferimenti precisi per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei controlli analitici, ed ottenere in
questo modo una riproducibilità dei dati ottenuti da diversi laboratori.
A titolo di esempio, per alcuni parametri presenti nel D. Lgs. 152/06 nell’allegato 5 Parte IV, Titolo V, per i quali si definisce “Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC)” per il suolo e per le acque di falda
esistono numerose incertezze interpretative ed è per questo motivo che spesso capita di ottenere risultati diversi se i campioni vengono analizzati in laboratori diversi. È questo il caso del problema interpretativo su idrocarburi totali espressi come n-esano per le acque, idrocarburi C<12 e C≥12 per i terreni ed i PCB totali.
Esistono poi, parametri o classi di parametri per cui nonostante siano vigenti metodi normati questi presentano criticità nelle fasi di campionamento, stabilizzazione, trasporto, preparativa e analisi. In questi casi, quindi, i dati ottenuti potrebbero non essere comparabili, indipendentemente dai metodi utilizzati. Ciò avviene in particolare per:

 

 

  • VOC
  • Metalli
  • Idrocarburi C<12 e C≥12
  • Cromo VI su terreni

     

    Nell’ottica di dare un contributo sempre più incisivo sulle analisi di inquinanti in matrici ambientali la Stazione Sperimentale per l’Industria Pelli (SSIP) in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, si propone di caratterizzare il fango derivante da impianti di depurazione di reflui conciari con particolare attenzione al Cromo, i cui sali sono ampiamente utilizzati nei processi di concia e di cui i fanghi saranno ricchi grazie all’elevata capacità di abbattimento di tale inquinante da parte degli impianti di depurazione (~99%). Lo sviluppo dell’attività di ricerca porterà, una volta caratterizzato il fango di partenza, al ‘Recupero energetico dei fanghi conciari’.

    Sulla base dei suddetti obiettivi si è arrivati ad un momento
    cruciale di incontro e scambio di idee tra i ricercatori della SSIP e dell’Università Federico II partners del progetto.
    Uno degli argomenti maggiormente dibattuti, in questa prima fase, risulta quello relativo a quale metodo di prova utilizzare per la speciazione del Cromo nei fanghi, ed in particolare per la determinazione della sua forma esavalente, che risulta particolarmente tossica per gli organismi viventi.
    I metodi applicabili ai controlli analitici in campo ambientale e non solo, sono diversi e di seguito se ne citano alcuni:

     

     

    • EPA 3060 A
    • EPA 7196 A
    • QUADERNI IRSA CNR N. 64
    • UNI EN ISO 17075

     

     

    Ci si è soffermati ad analizzare la determinazione del Cromo esavalente nel focus group formato da:Ricercatori della Stazione Sperimentale Industria Pelli: Ing. Daniela Caracciolo, dott. Francesco De Chiara;
    Ricercatori dell’Università Federico II di Napoli: prof. Fabio Montagnaro, dott. Marco Balsamo, dott.ssa Francesca Di Lauro.
    Tale determinazione risulta decisiva nell’ottica dell’utilizzo del fango come vettore energetico per processi termici, come ad esempio la gassificazione, al fine di stabilire la concentrazione del Cr(VI) a monte e a valle del processo e determinare dunque le condizioni operative per la fattibilità di quest’ultimo, prevenendo la formazione della specie Cr6+.

    È doveroso sottolineare che analisi preliminari, sia di letteratura che sperimentali, effettuate sul fango escludono la presenza di Cromo esavalente nella matrice di partenza in cui il Cromo è presente
    principalmente come Cr2O3, e che tale molecola (in cui il Cromo si trova nello stato di ossidazione +3) risulta stabile fino a temperature di 1200°C, temperatura ben al disopra delle condizioni operative del
    processo di gassificazione, che ad ogni modo opera in forte difetto di ossigeno.

     

     

    Daniela Caracciolo
    Dipartimento tecnologie per l’ambiente

 Pubblicato il: 2 Ott 2020 

Il DG della SSIP Edoardo Imperiale confermato nel Consiglio Direttivo del Cluster Spring
Il DG della SSIP Edoardo Imperiale confermato nel Consiglio Direttivo del Cluster Spring

Il Direttore della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli, Edoardo Imperiale, è stato confermato nel Consiglio Direttivo 2020 – 2023 del Cluster Spring – Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde. La nomina, è avvenuta durante l’Assemblea annuale del Cluster nazionale tenutasi a Roma al WeGil della Regione Lazio  martedì  29 settembre,  a valle della quale si è tenuto il convegno dal titolo “La Bioeconomia circolare pilastro del Green Recovery italiano”, con interventi dei diversi stakeholder della bioeconomia circolare del mondo industriale, associativo, della ricerca, tra cui Filippo De Rossi ed il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi.

 

Il Direttore della SSIP è stato indicato in rappresentanza del Cluster Spring nel gruppo di lavoro previsto dal Ministero dell’Ambiente per lo sviluppo del Marchio Made Green in Italy.

 

Oltre la confermata Presidente, Catia Bastioli (Amministratore Delegato di Novamont), faranno parte del Consiglio Direttivo del Cluster 2020-2023:

 
 

Massimo Aiello (AIRES- SEI Toscana), Diego Bosco (LGCA – Cluster Lombardo della Chimica Verde), Fabrizio Calenti (Aquafil), Massimo Centemero (Consorzio Italiano Compostatori), David Chiaramonti  (Politecnico di Torino), Fabio Fava (Università di Bologna Alma Mater Studiorum), Lucia Gardossi (Università degli Studi di Trieste), Luigi Iavarone  (Iavarone Wood Technologies),  Edoardo Imperiale (Stazione Sperimentale Industria Pelli), Francesco Paolo La Mantia (INSTM), Amedeo Lepore (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli), Carla Marchioro (Endura), Armando Quazzo (SMAT Torino), Mario Riciputi  (Biosphere), Donato Rotundo  (Confagricoltura), Daniela Sani (ART ER), Antonio Tacconi (Fater), Michael Tesch  (Clariant Italia), Mariagiovanna Vetere (Natureworks).

 

Il Cluster SPRING mette a sistema soggetti innovativi attivi per lo sviluppo dell’intera filiera della chimica verde al fine di approdare a una nuova economia (Bioeconomia). L’obiettivo è contribuire a creare le condizioni per lo sviluppo di un contesto e di un tessuto industriale e accademico attrattivo, dinamico, innovativo, competitivo e in continua crescita.

 

SPRING favorisce la creazione di una comunità forte, coesa e rappresentativa. Ne rappresenta gli interessi di fronte alle istituzioni regionali, nazionali, europee ed internazionali e ne promuove la visibilità e la conoscenza da parte del pubblico generale e specialistico. Per raggiungere i propri obiettivi identifica e valorizza le sinergie esistenti e potenziali con tutti gli attori esistenti a livello regionale, nazionale, europeo e globale. Oggi conta 123 associati e dodici Regioni sostenitrici, insieme alla Provincia Autonoma di Trento, e proprio nel corso dell’evento, sono state annunciate le nuove adesioni al Cluster di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Regione Lazio e Regione Sicilia. Alla base di tutto c’è la volontà di rigenerare territori, implementare tecnologie industriali e soprattutto creare ponti di congiunzione tra i diversi attori protagonisti per la realizzazione di filiere integrate capaci di migliorare sia in termini di performance che di opzioni di smaltimento.

 
 

Il Punto di Assomac – In Europa si impone l’economia circolare, le sfide
Il Punto di Assomac – In Europa si impone l’economia circolare, le sfide

Il secondo incontro con “Il punto di Assomac” ci porta sulle opportunità dell’economia circolare, un modello economico che potrebbe ridurre molte problematiche, come lo spreco di risorse e l’impatto ambientale.

 

In un mondo in cui il consumo di risorse è sempre più insostenibile, l’economia circolare è un investimento strategico. Insieme, l’industria globale dell’abbigliamento e delle calzature rappresenta circa l’8% delle emissioni mondiali di gas serra. In questo contesto, dato valore 100 alle emissioni del settore in tutta la sua catena del valore, l’abbigliamento ne produce per l’83%, mentre le calzature il 17%.

 

In media, ogni cittadino del mondo consuma 11,4 kg di abbigliamento all’anno. Questo produce emissioni pro capite di CO2 di 442 kg, circa la stessa quantità emessa durante la guida di un’automobile per oltre 2.400 km.

Dalla necessità di superare il sistema lineare nasce l’economia circolare, che si fonda su tre pilastri: preservare il capitale naturale utilizzando il più possibile risorse rinnovabili, ottimizzare l’uso delle risorse, e minimizzare le esternalità negative. Oltre ai benefici ambientali, ci sono due effetti prevedibili: da un lato, la creazione di nuovi posti di lavoro grazie allo sviluppo dell’industria del riciclo e dei servizi, che sono maggiormente intensivi in lavoro rispetto all’estrazione e produzione di materie prime; dall’altro, un cambiamento nella composizione del commercio con una riduzione dell’export di materie prime, e un maggiore sviluppo dei servizi.

 

Per l’Europa l’economia circolare costituisce quindi un’enorme opportunità. Primo, perché permette di ridurre l’importazione di materie prime, secondo perché l’economia circolare può creare 700 mila posti di lavoro addizionali, con benefici maggiori per i servizi, le utility, la gestione dei rifiuti e il recupero di materiali e componentistica.

 

Fonte dati

 

https://quantis-intl.com/report/measuring-fashion-report/

 
 

Gaetano Amatruda

 

Ufficio Stampa SSIP

La “Tecnica calzaturiera” in un magazine
La “Tecnica calzaturiera” in un magazine

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

Rivista di settore: Tecnica calzaturiera

 

 

E’ stato pubblicato il numero di settembre della rivista italiana dedicata alla Calzatura

 

Tecnica Calzaturiera è una vetrina sempre aperta sull’innovazione di prodotto e di processo dedicata all’industria della calzatura e dell’accessorio. Dal 1964 Tecnica Calzaturiera si propone come un vero e proprio strumento di consultazione e di studio per quanti credono nell’innovazione come ausilio alla crescita. Con i suoi approfondimenti, Tecnica Calzaturiera si mette sempre dalla parte del lettore, per aiutarlo a toccare con mano i cambiamenti tecnologici a sua disposizione e a conoscere e cogliere le opportunità offerte dai nuovi scenari del mercato.

 

Casa editrice: TECNICHE NUOVE S.p.A. Sede legale: Via Eritrea, 21 – 20157 Milano

 

Periodicità: Trimestrale (4 numeri)

 

 

Contents: Tecnica calzaturiera, numero. 3 – settembre 2020

 

Speciale finissaggi: Creme e cere per la cura delle calzature

Formazione: Blendend learning, attività tecnico-pratiche e nuova offerta didattica

Ricerca: Progetti di ricerca e innovazione per digitalizzare le calzature

Tecnologie: Macchine per garbare, scarnire e rivettare

Oltre le scarpe: L’eredità del “Made in Italy”

 

Questa rivista e tutte le edizioni precedenti possono essere consultate presso la nostra Biblioteca

 

Sede Biblioteca 

Stazione Sperimentale per I’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti srl – c/o Comprensorio Olivetti
Via Campi Flegrei, 34 • 80078 Pozzuoli (NA) –  per consultazione è gradito appuntamento  ai seguenti recapiti – tel: 081 597 91 12  e-mail: c.grosso@ssip.it

 

Il punto di ASSOMAC – La riduzione dell’impatto ambientale è business
Il punto di ASSOMAC – La riduzione dell’impatto ambientale è business

Il progetto di Assomac “Supplier of Sustainable Technology”, che ha prodotto la “Targa verde”, inaugura un ciclo di confronto con le istituzioni pubbliche, le aziende e le associazioni imprenditoriali dei settori a noi vicini per ampliare il campo dell’ecologia nella gestione d’impresa: un lavoro che prosegue con il monitoraggio degli eventi sul tema della sostenibilità.

 


Il primo appuntamento a cui abbiamo partecipato è stato il seminario con Quantis (Milano, 26 febbraio), intitolato “Per un 2019 all’insegna di una moda più sostenibile”, in conclusione della Fashion Week. La sessione ha presentato i risultati di dello studio Measuring Fashion: Insights from the Environmental Impact dello studio Global Apparel and Footwear Industries, realizzato da Quantis e condiviso con il New York Times.

 


Questo seminario faceva seguito a COP24, la principale conferenza mondiale sul clima, svoltasi in Polonia nel dicembre 2018, e durante la quale era stata scritta la Fashion Industry Charter for Climate Action, firmata dai principali marchi della moda, abbigliamento e calzature, mondo tessile e mondo pelle. Un impegno del settore a ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, per allineare l’industria della moda all’obiettivo globale di limitare il riscaldamento a 2°C.
Il prossimo appuntamento al quale dovremmo prepararci sarà la conferenza “Sustainable Brands Paris”, che si terrà a Parigi, la città della COP21. Sarà la più grande conferenza europea su sostenibilità e innovazione. Assomac potrebbe essere un partecipante motivato a sondare il terreno e trovare alleanze per la qualificazione dei processi di produzione eco-sostenibile.

 


Il nostro progetto “Supplier of Sustainable Technology” parte dal concetto che la sostenibilità ambientale si coniuga con il welfare e l’inclusione sociale. La riduzione dell’impatto ambientale non è un fattore limitativo, anzi è una grossa opportunità di business perché a livello globale la moda vale 2,5 mila miliardi di dollari ed è a contatto stretto con i consumatori più informati. Noi, in questo processo vogliamo non solo reagire alle imposizioni che ci verranno dal mercato e dalle istituzioni, ma avere un atteggiamento proattivo, cioè avere la capacità di prevenire e anticipare i problemi e i bisogni futuri dei consumatori finali, e quindi dei nostri clienti.

 


In campo per sviluppare un programma di sostegno agli investimenti sostenibili, delle linee guida per preparare il bilancio di sostenibilità sociale e ambientale, la complessa metodologia di “Sustainability Reporting”.
Con questa idea del patto di filiera abbiamo molti progetti che, insieme, approfondiremo.

 
 

Gaetano Amatruda
Ufficio Stampa Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli

 
 
 

Esame preliminare dei difetti e Consulenza Merceologica
Esame preliminare dei difetti e Consulenza Merceologica

La produzione di un articolo non conforme ai requisiti di qualità o normativi può avere un elevato impatto non solo in termini economici ma anche in termini di immagine, a seguito di procedure di richiamo o sanzioni.

 

L’attività di Consulenza Merceologica è finalizzata al riconoscimento di difetti che possono manifestarsi durante la produzione o di una pelle o la manifattura e l’uso di un articolo, e ad individuare soluzioni che possano risolvere la problematica ovvero prevenire il futuro manifestarsi del difetto.

 

In quest’ambito la Stazione Sperimentale opera sulla base dell’approfondita conoscenza della correlazione tra proprietà del materiale e operazioni conciarie dei propri Tecnologi, e con l’ausilio di attrezzature all’avanguardia, utilizzate per definire univocamente la natura di difetti e di materiali e prodotti chimici ad essi correlati.

 

La prima fase di un’attività di Consulenza Merceologica, ovvero la raccolta di informazioni dal Cliente inerenti la problematica e l’esame merceologico preliminare del difetto è sicuramente la più critica in quanto orienta le successive indagini. In sede di esame merceologico preliminare, che la Stazione può effettuare anche presso il Cliente, sono effettuate prime rilevazioni sulla morfologia del difetto (localizzazione e distribuzione sul pellame o sugli articoli), e possono essere condotte piccole prove tecnologiche che, talvolta, forniscono prime indicazioni per una pronta risoluzione della problematica. Un esempio classico di tale attività è l’esame preliminare del comportamento di un deposito superficiale (“repousse”), quando viene applicata una fonte di calore localizzata, quale può essere la fiamma di un accendino. Infatti la scomparsa del deposito può essere indicativa della presenza di una “repousse” grassa e/o cerosa, mentre la persistenza della macchia è solitamente indicativa di deposito salino.

 

Dott. Gianluigi Calvanese
Responsabile dell’Area Analisi, Certificazione e Consulenza

Pubblicato il: 25 Set 2020

Sostenibilità, economia circolare ed industria 4.0: il racconto del Workshop del 24 settembre
Sostenibilità, economia circolare ed industria 4.0: il racconto del Workshop del 24 settembre

Il 24 settembre alle ore 15:00, in occasione del Bioeconomy Day, si è tenuto presso la SSIP il workshop Bioeconomia: sostenibilità, economia circolare ed open innovation.

 

Ad introdurre la sessione è stato il Presidente della Stazione Sperimentale Industria delle Pelli, Graziano Balducci, che dopo aver portato i saluti del Ministro Manfredi e del Presidente della Camera di Commercio di Napoli Ciro Fiola, ha descritto metodologie e principi delle attività fondamentali svolte dalla SSIP.

 

“La storia della SSIP è una storia lunga un secolo, ed ha come obiettivi principali quelli della ricerca tecnico-scientifica, il rispetto per l’ambiente e la configurazione dell’ente come un vero e proprio dimostratore tecnologico di fabbrica conciaria 4.0”. Alla storia centenaria della SSIP, si aggiunge una nuova reputazione nazionale, che si inserisce nella funzione pubblica, grazie al d.l. in materia di utilizzo dei termini “cuoio, pelle e pelliccia” che entrerà in vigore il prossimo ottobre, a certificare il ruolo fondamentale a supporto del Made in Italy.

 

A seguire, l’intervento del Prof. Giovanni Sannia, in rappresentanza della Federico II, che insieme alla SSIP ha organizzato l’evento. Il Prof. Sannia ha voluto approfondire il superbo lavoro di formazione che nel corso degli anni ha visto protagonista la Federico II nel settore della Bioeconomia e delle Biotecnologie Industriali, come l’istituzione dei diversi CdL e Master come quelli in Biotecnologie Industriali e agro-alimentari e Biocirce – Bioeconomy in a circular economy. Quest’ultimo, riconosciuto come progetto formativo sulla Bioeconomia unico in Europa.

 

Dalla formazione professionale si è passati alle politiche, con l’intervento di Antonio Martini, Direttore Interventi per Ricerca ed innovazione del MISE, che ha fatto il punto su come la politica italiana ed europea abbia voglia di puntare sulle imprese attente a questi temi. Uno dei mezzi per realizzare aziende virtuose è sicuramente il supporto alle PMI con strumenti di finanziamento ed una linea specifica di sinergie industriali, annunciando che a livello nazionale con le risorse del Cura Italia, saranno messi a disposizione altri 100 milioni per i piani di tutela ambientale ed economia circolare destinati alle filiere industriali.

 

L’intervento del DG della SSIP, Edoardo Imperiale, in cui annuncia il Programma Leather Innovation Challenges 2025, ha dato il via al vero e proprio confronto tra i diversi professionisti coinvolti.

 

Innovazione di prodotto, Economia circolare e sostenibilità, Industria 4.0 e Smart Factory, sono le aree d’interesse su cui la SSIP vuole focalizzarsi nel prossimo quinquennio, invitando professionisti, aziende a start-up a proporre nuove traiettorie tecnologiche attuabili a medio-lungo termine a partire dal 1 ottobre 2020.

 

“Possiamo ospitare start-up ed investire nella tecnologia per realizzare un upgrading. Siamo aperti ai suggerimenti e sarà nostro interesse costruire con altri attori della filiera una collaborazione per intercettare i fabbisogni di innovazione sui quali concentrarci”.

 

In seguito, è stato il momento di Gustavo Gonzalez –Quijano che, da rappresentante di Cotance, ha voluto sottolineare l’importanza delle politiche di uniformazione a livello europeo delle norme che regolano la produzione, il controllo e la qualità delle conce, sottolineando che “in materia di concia, l’Italia è l’ombelico del mondo”.

 

Il Prof. Piero Salatino invece, ha voluto concentrarsi sull’importanza della comprensione del complessità del ciclo di vita della trasformazione, mettendo in luce l’importanza di un registro elettronico dei rifiuti che potrebbe essere un punto di partenza per l’implementazione delle tecniche di reimmissione dei prodotti a fine ciclo vitale. “Oggi la sfida è oltre la circolarità. Simbiosi industriale. Considerare prodotti a fine vita di una filiera, come potenziale input in filiere diverse e distanti da quella nativa. Una circolarità che si declina tra filiere diverse”.

 

Per il Prof. Luigi Nicolais il periodo che stiamo attraversando “Non è una rivoluzione tecnologica, è una rivoluzione sociale, poiché le tecnologie sono disponibili ma c’è necessità di imparare a farle lavorare insieme. Dobbiamo capire che ricerca ed innovazione sono due cose diverse. La ricerca è un prerequisito dell’innovazione, ma la ricerca da sola non porta ad un’innovazione, porta a dei risultati scientifici che devono essere interpretatati ed utilizzati nell’innovazione. Solo così è possibile realizzare invenzioni adatte al mercato”.

 

Anche per Paolo Scudieri non bastano i soli ricercatori e le università, ma bisogna essere una compagine ancora più ampia, coinvolgendo soprattutto le imprese che conoscono i benchmark dei mercati.

 

Portare nuove tecnologie vuol dire anche ripopolare luoghi con una missione, come nel caso di Borgo 4.0. “Le nuove tecnologie devono soddisfare l’esigenza dell’uomo e non essere aggrediti dalla tecnologia, è un nuovo umanesimo”. Nella tradizione, bisognerà saper applicare una grande evoluzione.

 

Su quanto il cambiamento della chimica sia importante nella riduzione dell’impatto ambientale, ne ha parlato Marco Frediani, Presidente UNPAC.

 

“La continua ricerca verso prodotti sempre più sostenibili non è un percorso facile. Insieme a Unic, Federchimica e SSIP vogliamo mettere a punto la determinazione dei metodi per il controllo delle sostanze utilizzate all’interno della filiera, poiché attualmente non esiste una normativa unificata.

 

Esempio di gestione ed organizzazione di filiera è senza dubbio il Distretto toscano, all’avanguardia per la tutela dell’ambiente e del territorio, rappresentato da Albino Caporale.

 

Il distretto conciario è sempre stato all’avanguardia per l’ambiente e del territorio. Ad esempio sulla depurazione delle acque. “La SSIP, così come Poteco, non si pone come mediatore ma come propositore di progettualità che partecipa alla stessa”.

 

A fare un punto nazionale e globale sulla situazione green della filiera ci pensa Edoardo Croci, Coordinatore del Green Economy Observatory dell’Università Bocconi.

 

“Il pacchetto dell’Economia circolare è un componente chiave per lo sviluppo dell’Europa. Il Green Deal, dà una serie di priorità: clima obiettivo 2030, circular economy, efficienza energetica, toxic free environment, capitale naturale, conservazione delle biodiversità, sustainable food, mobilità sostenibile. Temi slegati che costituiscono una visione integrata che aiuta a comprendere gli elementi di altissima competitività europea rispetto al blocco americano ed asiatico”.

 

Un mercato che al momento vive enormi difficoltà, come raccontato da Fulvia Bacchi, Direttore Generale UNIC: “Attraverso il paradigma dell’economia circolare e della bioeconomia possiamo cambiare l’immagine dell’industria conciaria che nonostante i nostri sforzi è sempre stato considerato, in maniera errata, un settore inquinante. Il nostro è un settore di eccellenza e strategico per il Made in Italy che vive un momento difficile in questa fase post Covid-19: – 40% di produzione, – 40% export e riduzione del 25/30% del personale. È un’eccellenza che va protetta”.

 

Infine un punto di vista idro-ambientale arriva da Vera Corbelli, Segretario Generale del Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, che ha voluto focalizzare il proprio intervento sul bacino del Sarno, uno dei più compromessi a livello d’inquinamento ma con altissime potenzialità. “Quello che stiamo facendo con le imprese conciarie credo sia un esempio per l’Italia, sia per il rispetto dei piani per la tutela della risorsa idrica. Un’azione del genere si configura in quello che è il programma della CE in quanto ad utilizzo delle risorse e sostenibilità. Proprio su questi termini, sarà fondamentale la collocazione del Master Plan del bacino del Sarno stipulato con SSIP”.

 

Puoi trovare il video completo del workshop cliccando qui.

Per visualizzare la photogallery, clicca qui.

 
 

Continuate a seguirci su www.ssip.it e sui nostri social per restare aggiornati sulle nostre attività.

 

 
 

Glove, Percorsi e storie di guanti a Napoli: alla Fondazione Banco di Napoli la mostra organizzata dalla SSIP. Inaugurazione Mercoledì 22 Gennaio 2025 ore 10.30.

La mostra sarà visitabile sino al 21 febbraio 2025. Info e prenotazioni c.grosso@ssip.it

Minimum 4 characters