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Determinazione dei VOC e diagnosi del degrado dei cuoi
Determinazione dei VOC e diagnosi del degrado dei cuoi

La pelle, in ragione della sua origine biologica e delle sue caratteristiche chimiche e strutturali, prima ancora di essere trasformata in cuoio, è passibile di fenomeni di degradazione, con possibili ricadute sul prodotto finito; successivamente, gli stessi fenomeni possono intervenire durante tutte le fasi del processo conciario, determinando difetti caratteristici del cuoio.  Principali cause di degradazione possono essere: 

Analisi termica come strumento per la caratterizzazione delle nuove generazioni di cuoi, dei relativi scarti e prodotti di valorizzazione

Tra i metodi di indagine più interessanti per lo sviluppo di studi e ricerche in campo conciario, un approccio particolarmente promettente riguarda l’impiego di sistemi per l’analisi termica.

 

La tecnica utilizzata alla SSIP impiega un sistema accoppiato: la «Thermogravimetric Analysis» (TGA) è una tecnica utilizzata per determinare le variazioni di massa del campione in atmosfera controllata al variare della temperatura e del tempo; la «Differential Scanning Calorimetry» (DSC) è un metodo termico nel quale viene misurata, in funzione della temperatura del campione, la differenza tra i flussi termici nella sostanza ed in un riferimento, attraverso la quale è possibile determinare numerosi parametri qualificanti per molti materiali (come Temperatura/entalpia di fusione; Temperatura/entalpia di cristallizzazione; Energia e la temperatura di reazione; Temperatura di transizione vetrosa; Temperatura e l’energia di transizione di fase; Capacità termica ed il calore specifico dei campioni in esame).

 

Qualora a tale sistema venga associato, inoltre, un apparato rivelatore, con particolare riferimento ad uno spettrometro di massa, sarà nel contempo possibile qualificare le emissioni prodotte durante le trasformazioni termiche, con la possibilità di prevedere ulteriori applicazioni, oltre all’esame dei processi di degradazione termica, come il rilevamento di additivi in una matrice, l’analisi di reazioni chimiche, con caratterizzazione dei materiali di partenza e dei prodotti finali, studi di comportamento di assorbimento/desorbimento di molecole, ecc.

 

I dispositivi per l’analisi termica di campioni, molto utilizzati per la caratterizzazione di altri materiali, con particolare riferimento ai materiali polimerici di sintesi, sono di rado impiegati per indagini sistematiche sulle caratteristiche prestazionali dei cuoi, come risulta dall’analisi della letteratura scientifica di riferimento, ponendosi pertanto come approcci da sviluppare in maniera innovativa per la filiera della pelle.

Fig.1: analisi termica comparativa film di rifinizione costituiti da nitrocellulose a diverso grado di nitrazione

 

Relativamente alle applicazioni in ambito conciario, sicuramente questa tipologia di approcci diagnostici può essere di grande supporto per la caratterizzazione dei polimeri di rifinizione e per lo studio delle relazioni tra la struttura di questi ultimi e le loro prestazioni, nell’ottica di individuare possibili cause di criticità e difetti, nonché per poter pianificare azioni di miglioramento ed innovazione di prodotto; la conoscenza di del grado di cristallinità dei polimeri, la determinazione della temperatura di transizione vetrosa,  e più in generale dei parametri da correlare alle loro caratteristiche chimiche, strutturali e conseguentemente prestazionali, ha costituito difatti uno strumento cruciale per lo studio comparativo delle rifinizioni e per la progettazione di soluzioni migliorative ed innovative (fig1).

 

Tali approcci diagnostici sono inoltre potenzialmente strategici per la caratterizzazione dei cuoi, particolarmente in relazione alla possibilità di effettuare studi comparativi di stabilità termica della pelle conciata con diverse tipologie di agenti; tali studi andrebbero a completare ed arricchire le informazioni macroscopicamente ottenute attraverso la determinazione della temperatura di contrazione dei cuoi (secondo UNI EN ISO 3380:2015); la calorimetria differenziale a scansione (DSC) permette infatti di studiare i cambiamenti entalpici associati alla denaturazione del collagene, di cui la contrazione rappresenta la manifestazione macroscopica. Queste modifiche sono associate a quelle di altre caratteristiche chimiche e meccaniche del materiale, in conseguenza alla rottura di legami non covalenti che stabilizzano il collagene con l’aumento della temperatura. Alcuni studi di settore, in tal senso, sono stati avviati (Comparison of different tanning agents on the stabilization of collagen via differential scanning calorimetry. – Ersin Onem, Ali Yorgancioglu, Huseyin Ata Karavana, Onur Yilmaz- J. Therm Anal Calorim- 2017); va tuttavia rilevato che ad oggi manca una sistematizzazione delle informazioni, tenuto conto soprattutto della crescente eterogeneità di articoli da studiare, coerentemente con il crescente impiego di agenti concianti alternativi al cromo di nuova generazione.

 

A completare il quadro delle applicazioni di particolare interesse strategico per il settore, vi è la possibilità di impiegare sistemi di analisi termica per indagini che riguardano la caratterizzazione di idrolizzati proteici, con particolare riferimento alla possibilità di qualificare i prodotti che derivano da approcci di trasformazione e valorizzazione degli scarti conciari, ad esempio, mediante trattamenti idrolitici di tipo chimico e/o enzimatico, tematica  attualmente oggetto di studi da parte della SSIP, nell’ambito di progetti dedicati alla Circular Economy.  Come suggerito da alcuni studi avviati in tal senso, la tecnica è in grado non solo di consentire il monitoraggio dell’efficacia dei processi di idrolisi, ma anche di verificare l’efficacia di impego dei prodotti ottenuti in numerosi ambiti di applicazione, comprendenti applicazioni di refilling delle pelli degradate, attraverso l’impiego di idrolizzati di collagene (SEM, FTIR and DSC Investigation of Collagen Hydrolysate Treated Degraded Leather. Yang Zhang Zifan Chen, Xuegang Liu, Jiabo Shi, Hongjun Chen, Yuxuan Gong. Journal of Cultural Heritage. 2020), anche in questo caso, applicazione oggetto di studio nell’ambito di attività di dottorato di ricerca a caratterizzazione industriale, che la SSIP segue in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

 

Elementi che concorrono in definitiva a consacrare il valore della diagnostica strumentale nello sviluppo degli scenari di innovazione di interesse per la filiera del cuoio.

 

Claudia Florio
Coordinatore scientifico Dipartimento di Biotecnologie Conciarie

 

Dall’AIB un riconoscimento per la Dott.ssa Grosso. Si rilancia la Biblioteca
Dall’AIB un riconoscimento per la Dott.ssa Grosso. Si rilancia la Biblioteca

L’Associazione Italiana Biblioteche ha riconosciuto alla Dottoressa Carmelina Grosso, in forza alla SSIP, la qualifica professionale di ‘Bibliotecaria’.

La figura professionale possiede, dunque, i requisiti per l’iscrizione dei professionisti nell’elenco nazionale, istituito a norma dell’articolo 2 della legge 22 luglio 2014 n. 110, le necessarie competenze per valorizzare e tutelare il patrimonio esistente.

 

L’importante riconoscimento, grazie ai requisiti di conoscenza, abilità e competenza riconosciuti dall’AIB, consentirà alla Dottoressa Grosso di gestire i beni documentari, le raccolte librarie e tutto il patrimonio bibliografico della Stazione Sperimentale Industria Pelli.
Un deciso salto di qualità per tutta la organizzazione.

La SSIP, lo ricorda il nostro regolamento, è stato il primo istituto di istruzione tecnico/industriale e ricerca sperimentale in ambito conciario italiano, localizzato nel Mezzogiorno ed in particolare a Napoli per supportare i settori produttivi strategici di fine Novecento.
Trattandosi di un Istituto di Formazione e Ricerca, con l’emanazione della legge sul “Riordino dell’istruzione industriale”, Regio Decreto n. 302 del 3 ottobre 1909 e il Regio Decreto Legge n. 896 del 10 maggio 1917, venne dotato di un laboratorio, una Biblioteca ed un museo archeologico del cuoio. La Biblioteca comprendeva non solo testi e pubblicazioni su materie scientifiche e didattiche in genere, ma documentazione specifica del settore, e dall’epoca della fondazione fino alla prima metà del 900 si componeva di oltre 700 volumi. La Biblioteca assume un notevole ruolo strategico per la formazione, anche a seguito del Regio Decreto 31 ottobre 1923, N. 2523 sul “Riordino dell’istruzione industriale” e Ordinamento delle Regie Scuole Industriali.

 

La Biblioteca specializzata è andata progressivamente arricchendosi negli anni con l’aumentare e il diversificarsi dei servizi dell’Istituto, rendendo indispensabile la realizzazione di un Centro di Documentazione annesso alla Biblioteca.
Oggi ha un ruolo storico e strategico, racconta il Paese, l’universo conciario è la base solida sulla quale si basa il futuro.

 

A cura di Gaetano Amatruda

Giornalista – Ufficio Stampa SSIP

 

Difesa e valorizzazione del settore, tutela del consumatore, contrasto alla contraffazione
Difesa e valorizzazione del settore, tutela del consumatore, contrasto alla contraffazione

di Luigi Nicolais

 

 

Il “Decreto Pelle” approvato recentemente rappresenta un notevole passo avanti nell’ambito della valorizzazione dei prodotti made in Italy e nella tutela dei consumatori.

Una tutela che comincia dalla semantica, definendo senza ambiguità le parole “pelli”, “cuoio”, “pelliccia” nell’industria conciaria e impedendo un uso promiscuo di tali parole per identificare prodotti sintetici (ecopelle, similpelle, vegan leather). 

 

Etichettatura, responsabilità delle informazioni riportate in etichetta, contrassegno di garanzia e l’obbligo di dichiarare i materiali, sono le altre novità apportate dal decreto.

La lotta all’imitazione fraudolenta si combatte con l’informazione ma anche e soprattutto con le leggi che regolamentano e all’occorrenza sanzionano. Se da un lato il consumatore deve essere pienamente consapevole di ciò che acquista attraverso una indicazione chiara ed univoca dei materiali utilizzati, dall’altro le norme e le autorità preposte devono svolgere azioni di controllo e azioni sanzionatorie nei confronti di chi commette una frode. 

 

La legge è uno strumento indispensabile in tutta la filiera della pelle, che non solo tutela il consumatore garantendo qualità e sicurezza dei prodotti acquistati ma difende anche il settore produttivo di riferimento da azioni scorrette provenienti soprattutto da imprese di Paesi esteri, sostenendo le aziende che operano nella legalità e che soffrono l’erosione di una notevole quota di mercato a favore della concorrenza sleale.

ll comparto della pelletteria è uno dei settori dove la creatività italiana è più apprezzata ma anche quella più colpita dalla contraffazione, circa un terzo del fatturato annuo del settore, infatti, è destinato al falso. 

 

Il Decreto oggetto di questa riflessione ha anche un altro merito: quello di aver affidato mediante una Legge dello Stato una funzione pubblica delicata alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti (SSIP) nella lotta alla contraffazione.

Gli organi di accertamento possono avvalersi delle indiscusse competenze e della comprovata esperienza della Stazione Sperimentale per verificare che i requisiti di qualità del prodotto conciario siano tali da meritare l’etichetta made in Italy e che possano essere immessi sul mercato senza che sia compiuto nessun illecito.

Il ruolo della SSIP, eccellenza nel campo della ricerca, è dunque quello di verificare la conformità dei manufatti, le specifiche tecniche e accertare le eventuali violazioni o inadempienze.

 

La contraffazione non è solo un fenomeno che impatta sull’economia di un settore ma rappresenta un disincentivo all’innovazione, costituisce un “moltiplicatore” di illegalità che genera una pluralità di condotte illecite (lavoro nero, riciclaggio, evasione fiscale) e come tale va contrastata con gli strumenti adeguati. Il “Decreto Pelli” insieme con la SSIP pone le basi per una lotta seria alla frode nel settore conciario, tutela il consumatore e garantisce la qualità dei prodotti di pregio.

 

Editoriale di CPMC Magazine CPMC – Volume XCVI – Anno 2020 – 02/03 [Maggio/Dicembre]. Per leggere la rivista di SSIP clicca qui!

La SSIP all’Università Sapienza per il corso di merceologia e chimica
La SSIP all’Università Sapienza per il corso di merceologia e chimica
Anche per l’anno accademico 2018-2019 la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti rinnova la collaborazione con l’Università di Roma “La Sapienza”, ed in particolare con il Dipartimento di Management, dove svolgerà la quarta edizione del Corso di formazione di Scienze Merceologiche. 
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