Tag: ssip

Misurazione della superficie: l’efficacia dei controlli con la macchina a pioli meccanici
Misurazione della superficie: l’efficacia dei controlli con la macchina a pioli meccanici

ll progetto sulla misurazione della superficie presentato al Congresso IULTCS di Dresda nel giugno 2019 è stato incentrato sulla verifica delle differenti risposte delle macchine optoelettroniche al variare della tipologia di pelle. Nello studio, per avere un dato di riferimento, è stata inclusa anche una serie di misure con le macchine a pioli meccanici. La decisione di includere tali dispositivi è fondamentale vista l’investitura che il Contratto Internazionale N. 7 le dà quale dispositivo di riferimento nelle contestazioni legali su forniture di pellami.

 

Per dare peso ai risultati ed avere un riferimento di validità generale, è stato effettuato un vero e proprio circuito interlaboratorio che ha visto la partecipazione degli Istituti riconosciuti dall’ICT e non solo. Nella ricerca di dispositivi disponibili in Europa, infatti, soltanto 3 laboratori presenti nell’elenco ICT hanno tutt’ora un dispositivo a pioli funzionante: BLC e Satra nel Regno Unito e la Stazione Sperimentale con due macchine pienamente funzionanti. E’ stato, quindi, necessario includere altri partecipanti: il  CTIC (Istituto Portoghese), l’ITIS Galileo Galilei di Arzignano (tra gli enti che effettuano il servizio di misurazione della superficie), con il supporto imprenditoriale fornito dalla conceria DMD di Solofra e PEZZOL (azienda calzaturiera di Barletta).

 

Grazie a queste adesioni oggi sono disponibili un numero scientificamente rappresentativo di dati corredati di valori di ripetibilità e riproducibilità su 12 livelli; parametri fino a ieri mai definiti per la complessità soprattutto organizzativa e logistica del progetto.

Per quanto riguarda i risultati, in tutti i casi le prove sono state effettuate in presenza di tecnici della Stazione Sperimentale previa operazione di calibrazione con disco tarato e manutenzione del dispositivo. Inoltre, in tutti i casi i campioni sono stati condizionati secondo le prescrizioni di norma. Di fatto, per quanto concerne il condizionamento in ambiente controllato, ci troviamo sempre di fronte a misure effettuate nelle condizioni indicate dalla ISO 11646, cioè la norma che disciplina la misurazione della superficie con la macchina a pioli e che è richiamata esplicitamente nel Contratto Internazionale N. 7.

 

Una prima analisi dei dati ha sicuramente confermato una certa analogia con la macchina a rulli e l’affidabilità del dispositivo, ma ha messo in evidenzia una serie di criticità non solo sul confronto delle misure, ma anche sulla effettiva possibilità poterle eseguire. Analizzando prima quest’ultimo caso, infatti, la macchina a pioli è risultata difficilmente utilizzabile per pelli con pelo lungo ed inutilizzabile per mezzine di pelli di vitello più rigide (es. per stivali); inoltre, non è stato possibile raccogliere dati per pelli molto grandi per automotive o arredamento, ovvero con valori che variano da 4 a 5 metri quadrati. Per tale tipologia di pelli alcuni laboratori sono costretti al taglio in due metà dei campioni non avendo a disposizione macchine così grandi; in questo caso, però, nasce spontanea la domanda: come si può confrontare una pelle misurata, ad esempio, con  macchina a rulli con la somma delle superfici misurate con macchina a pioli? Cambiando le condizioni operative oltre che i dispositivi di misura (es. il numero di operatori e la superficie totale da misurare), il confronto come richiesto dal Contratto Internazionale N. 7 potrebbe risultare non proprio efficace.

 

Infine, dati interessanti sono stati osservati per pelli piccole particolarmente flessibili, cedevoli e deformabili; vale a dire una quantità non numerabile di articoli fashion prodotti dell’industria conciaria italiana. Prendendo come esempio i dati di pelli ovi-caprine, lavate e conciate al vegetale, si è ottenuto un risultato sorprendente e paradossale: misure valide di un istituto di controllo qualsiasi risultano essere non conformi allo scarto del 3% definito dal mercato se confrontato con i valori di altri istituti di controllo. Inclusi ovviamente i laboratori riconosciuti dall’ICT.

 

Quanto detto deve avviare sicuramente una riflessione. Non tanto sul dispositivo che resta e resterà affidabile, ma principalmente per quanto riguarda le modalità di controllo. Si auspica, infatti, senza delegittimare in alcun modo il ruolo della macchina a pioli, che si preveda l’apertura ad un nuova procedura di controllo e all’uso di dispositivi più all’avanguardia. Ciò tenendo conto anche della disponibilità mondiale di macchine a pioli in termini di unità.

 

Al via la collaborazione scientifica tra la SSIP ed il Politecnico di Milano
Al via la collaborazione scientifica tra la SSIP ed il Politecnico di Milano

Firmata un’intesa fra la SSIP ed il Politecnico di Milano – Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”, l’atto firmato dal direttore Edoardo Imperiale e dal Direttore del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta, Professoressa  Mariapia Pedeferri.

Carmelina Grosso “Investire nel digitale per servire ricercatori e il sistema delle imprese”

Carmelina Grosso è responsabile del Centro documentazione e Biblioteca della SSIP, ha in tasca una laurea all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Presso l’Ateneo ha avuto incarichi di collaborazione scientifica, si è formata con corsi e collaborazioni alla  Direzione delle Politiche Culturali e Turistiche della Campania ed ancora alla Associazione Biblioteche italiana. Ha competenze specifiche che mette a disposizione della Stazione. 

 

Dottoressa Grosso, responsabile del Centro Documentazione e Biblioteca. Quale contributo garantisce il suo ufficio alla SSIP ed al sistema delle imprese

La presenza di una Biblioteca storica specializzata, unica nel suo genere a livello nazionale, permette alla Stazione Sperimentale di detenere, gestire e divulgare un patrimonio tecnico-scientifico e culturale del settore conciario, che per completezza costituisce un unicum in Italia ed uno dei più ricchi al mondo.  

Questa trova le sue origini a seguito dell’emanazione della legge dei primi anni del Novecento sul “Riordino dell’istruzione industriale”, dove la Regia Stazione Sperimentale venne dotata di una Biblioteca, con lo scopo di offrire testi e materiale di studio necessari alla formazione e alla ricerca nel campo della Chimica teorica ed applicata, nonchè della Tecnologia conciaria. Negli anni, il luogo di lettura e studio è stato progressivamente arricchito con l’aumentare e il diversificarsi dei servizi offerti dalla Stazione Sperimentale, rendendo indispensabile la realizzazione di un Centro di Documentazione annesso alla Biblioteca; la mission primaria è quella di consentire l’accesso alle pubblicazioni, anche a carattere internazionale, che rappresentano l’appartenenza al territorio in cui è radicata l’antica lavorazione e la sapiente artigianalità delle pelli.

La consultazione e la fornitura di letteratura tecnico-scientifica è un servizio indispensabile sia per le imprese che svolgono ricerca in ambito conciario, sia per i tecnici, accademici e studenti, nonchè per gli appassionati; vengono di fatti ospitati di frequente studenti universitari e tirocinanti che si servono del ricco tesoro bibliografico per le loro tesi e relazioni di laurea.

Grazie alle risorse disponibili nella nostra Biblioteca, come anche attraverso sistemi informatizzati di ricerca bibliografica e di cooperazione interbibliotecaria, è possibile realizzare degli approfondimenti su tematiche specifiche.

 

Il futuro è sempre nella conoscenza. Come garantite questa missione?

La Biblioteca si è da sempre dimostrata l’habitat naturale per la nascita e lo sviluppo di idee volte a generare valore collettivo, ed è questo il posto in cui possiamo accendere curiosità e creatività, che stimolano la voglia di accrescere competenze, conoscenze e sviluppare utilità sociale.  

Purtroppo, mai come l’anno che si è appena concluso, siamo stati messi a dura prova proprio in merito alla possibilità di accedere a risorse e luoghi fisici, a dimostrazione di quanto sia importante incrementare la fruibilità e l’accessibilità alle risorse documentarie mediante la rete. Nel nostro caso specifico, le richieste di consulenze bibliografiche e pubblicazioni durante il periodo di lock-down non hanno subìto contrazione, bensì al contrario, sono addirittura aumentate. 

 

Ed allora cosa fare? 

Dobbiamo investire maggiormente nel digitale e nell’accessibilità da remoto a materiale di studio e ricerca, al fine di soddisfare i fabbisogni dei nostri ricercatori. Il futuro ci vede impegnati nel completare il Progetto in ambito ICT (Information & Communications Technology) “Digitalizzazione, fruizione e conservazione del patrimonio culturale di archivi e Biblioteche della Regione Campania”, avviato nel 2019 e finalizzato alla digitalizzazione dei volumi e testi di maggior pregio inerenti la tecnologia e la chimica del cuoio, e le raccolte librarie di rilevanza storico-culturale, per divulgare ad un pubblico sempre più vasto la letteratura di settore posseduta dalla Stazione Sperimentale Pelli. Questo anche al fine di garantire alle generazioni future la possibilità di utilizzare le stesse risorse di cui disponiamo oggi, nel pieno rispetto dello sviluppo sostenibile.

Inoltre, la recente adesione alla catalogazione partecipata mediante il network nazionale SBN del Servizio Bibliotecario Nazionale, permetterà alla Stazione Sperimentale Pelli di fare un salto in avanti per la gestione delle conoscenze bibliografiche e digitali al fine di promuovere i servizi di pubblica lettura e collaborare allo sviluppo dei sistemi nazionali di gestione dei prodotti editoriali, delle pubblicazioni e conoscenze bibliografiche.

 

Ricerca, innovazione, sfide sempre fondamentali. Che 2021 sarà ?

Il leitmotiv che ci deve guidare è il supporto alla sostenibilità, alla ricerca di base e applicata del settore conciario, ovvero continuare ad operare come interfaccia tra il modo della conoscenza e della ricerca, grazie al costante contatto con gli operatori della comunicazione e dei media di settore, università e con centri di ricerca italiani ed esteri per un continuo interscambio tecnico-scientifico.

Innovare ma in continuità. Numerosi fattori possono contribuire all’innovazione, ma non bisogna tralasciare quanto la storia e la scienza ci ha insegnato negli anni. La rivista ufficiale della Stazione “Cuoio Pelli Materie Concianti – CPMC” entra con quest’anno nel suo 97° anno di vita, ed è testimonianza di quanto sia possibile realizzare in quest’ottica. Nella Biblioteca sono conservati e consultabili tutti i volumi a partire dal 1923, e da circa un secolo i numerosi testi scientifici presenti nel catalogo della SSIP, aspettano di essere consultati da un pubblico più vasto, così da permettere alla biblioteca di vivere in maniera integrata tutte le sue funzioni e attività, a partire dalla sostenibilità sociale, economica, ambientale, e alla creazione di valore a vantaggio del territorio e della comunità di riferimento.

 

Con questi presupposti ci auguriamo che durante l’anno 2021, la ricchezza documentale della Stazione Sperimentale possa essere ulteriormente valorizzata, permettendo l’accesso ad informazioni sullo sviluppo dei processi di lavorazione del cuoio, arte e tradizione conciaria fino ad oggi, e che hanno portato le nostre pelli all’affermazione del Made in Italy.

A cura di Gaetano Amatruda

Giornalista – Ufficio Stampa SSIP

Pubblicato il: 13 Gen 2021

Un desk Assomac presso la SSIP
Un desk Assomac presso la SSIP

Una nuova intesa fra la SSIP e l’Assomac rilancia la collaborazione fra i due soggetti. 

Il Presidente della SSIP Graziano Balducci ed il Presidente Assomac, Maria Vittoria Brustia in prima linea per concretizzare le attività di sinergia.

L’ultimo progetto, nell’ambito dell’accordo già siglato fra le parti, nasce in virtù del progetto Sinapsi

Intervista a Rosario Mascolo, Dipartimento di Sviluppo Prodotto SSIP
Intervista a Rosario Mascolo, Dipartimento di Sviluppo Prodotto SSIP

Rosario Mascolo è in SSIP dal 2005, ha maturato grandi esperienze ed è oggi il Coordinatore Scientifico del Dipartimento di Sviluppo Prodotto dell’Ente.
Si è laureato alla Federico II di Napoli, Laurea Magistrale in Ingegneria dei materiali – voto 110/110 con lode e con una tesi sull’ “Effetto del flessibilizzante nel comportamento a fatica dei compositi”.

Difesa e valorizzazione del settore, tutela del consumatore, contrasto alla contraffazione
Difesa e valorizzazione del settore, tutela del consumatore, contrasto alla contraffazione

di Luigi Nicolais

 

 

Il “Decreto Pelle” approvato recentemente rappresenta un notevole passo avanti nell’ambito della valorizzazione dei prodotti made in Italy e nella tutela dei consumatori.

Una tutela che comincia dalla semantica, definendo senza ambiguità le parole “pelli”, “cuoio”, “pelliccia” nell’industria conciaria e impedendo un uso promiscuo di tali parole per identificare prodotti sintetici (ecopelle, similpelle, vegan leather). 

 

Etichettatura, responsabilità delle informazioni riportate in etichetta, contrassegno di garanzia e l’obbligo di dichiarare i materiali, sono le altre novità apportate dal decreto.

La lotta all’imitazione fraudolenta si combatte con l’informazione ma anche e soprattutto con le leggi che regolamentano e all’occorrenza sanzionano. Se da un lato il consumatore deve essere pienamente consapevole di ciò che acquista attraverso una indicazione chiara ed univoca dei materiali utilizzati, dall’altro le norme e le autorità preposte devono svolgere azioni di controllo e azioni sanzionatorie nei confronti di chi commette una frode. 

 

La legge è uno strumento indispensabile in tutta la filiera della pelle, che non solo tutela il consumatore garantendo qualità e sicurezza dei prodotti acquistati ma difende anche il settore produttivo di riferimento da azioni scorrette provenienti soprattutto da imprese di Paesi esteri, sostenendo le aziende che operano nella legalità e che soffrono l’erosione di una notevole quota di mercato a favore della concorrenza sleale.

ll comparto della pelletteria è uno dei settori dove la creatività italiana è più apprezzata ma anche quella più colpita dalla contraffazione, circa un terzo del fatturato annuo del settore, infatti, è destinato al falso. 

 

Il Decreto oggetto di questa riflessione ha anche un altro merito: quello di aver affidato mediante una Legge dello Stato una funzione pubblica delicata alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti (SSIP) nella lotta alla contraffazione.

Gli organi di accertamento possono avvalersi delle indiscusse competenze e della comprovata esperienza della Stazione Sperimentale per verificare che i requisiti di qualità del prodotto conciario siano tali da meritare l’etichetta made in Italy e che possano essere immessi sul mercato senza che sia compiuto nessun illecito.

Il ruolo della SSIP, eccellenza nel campo della ricerca, è dunque quello di verificare la conformità dei manufatti, le specifiche tecniche e accertare le eventuali violazioni o inadempienze.

 

La contraffazione non è solo un fenomeno che impatta sull’economia di un settore ma rappresenta un disincentivo all’innovazione, costituisce un “moltiplicatore” di illegalità che genera una pluralità di condotte illecite (lavoro nero, riciclaggio, evasione fiscale) e come tale va contrastata con gli strumenti adeguati. Il “Decreto Pelli” insieme con la SSIP pone le basi per una lotta seria alla frode nel settore conciario, tutela il consumatore e garantisce la qualità dei prodotti di pregio.

 

Editoriale di CPMC Magazine CPMC – Volume XCVI – Anno 2020 – 02/03 [Maggio/Dicembre]. Per leggere la rivista di SSIP clicca qui!

Intervista a Marco Nogarole, Responsabile del Trasferimento Tecnologico della SSIP
Intervista a Marco Nogarole, Responsabile del Trasferimento Tecnologico della SSIP

Marco Nogarole Responsabile del Trasferimento Tecnologico verso le Imprese e dell’Ufficio presso il Distretto di Arzignano, è un chimico formulatore. Professionista eclettico e dalle riconosciute competenze.

Ha una laurea in Chimica Magistrale, conseguita presso l’Università degli studi di Padova, ed una grande passione per l’informatica e per tutto quello che esplora il nuovo. 

 

Quale il ruolo del Trasferimento Tecnologico?

Il compito del Trasferimento Tecnologico è quello di sfruttare le conoscenze della ricerca per creare nuovi prodotti, processi, applicazioni, materiali o servizi e individuare le tecnologie che hanno un potenziale interesse commerciale.

In un certo senso il TT mette trasmette al settore produttivo l’efficacia della R&S, la quale dovrebbe basarsi sugli indicatori più comuni come il fatturato o numero e valore commesse, nel numero di brevetti e sui giudizi nelle recensioni delle pubblicazioni scientifiche

Per quanto riguarda il punto di vista del TT è, perciò, determinante cercare di soddisfare il fabbisogno delle aziende del nostro settore (concerie, prodotti chimici e utilizzatori del cuoio, aziende per trattamento degli scarti, reflui e rifiuti, costruttori di macchinari e di controllo).

 

Su quali direttrici?

Il primo interrogativo che il TT si pone è la stessa che si pongono gli operatori di imprese del settore: quali sono le innovazioni utili all’azienda per aumentare il valore competitivo dei prodotti, migliorare le performance, ridurre gli sprechi, avere maggior controllo delle operazioni.

Perciò, l’impulso alla ricerca viene spesso alimentato dalle aziende.

Non sempre però le imprese riescono a concretizzare una richiesta o una necessità di innovazione precisa. Lo studio dei fabbisogni in questo caso non è sufficiente. Sovente le intuizioni provengono dai ricercatori che intravedono un possibile beneficio in una ricerca. Il compito del TT in questo caso e di riuscire a tradurla ed in grado di esporne la sua utilità nel modo più efficace al mondo produttivo.

Se non si soddisfano queste condizioni: richiesta precisa di una soluzione o una nuova chiara tecnologia utilizzabile il progetto rischia di fallire e di non interessare alle aziende.

 

Considerazioni sulla Sostenibilità nel nostro settore. Cosa cambia e come

Sotto l’aspetto della sostenibilità il prodotto cuoio sappiamo avere un impatto ambientale favorevole rispetto ad un materiale plastico da risorse non rinnovabili. Oltre al valore aggiunto merceologico della pelle come il maggior confort, la traspirabilità e l’appeal, ma soprattutto la maggior durabilità a cui consegue una vita più lunga e perciò un minor impatto ambientale.

Se il vero punto debole della sostenibilità ambientale rimane l’allevamento, una parte che non riguarda la produzione della pelle conciata ma che da esso attinge le materie prime, e pur vero che, il consumo d’acqua e l’inquinamento chimico sono campanelli d’allarmi che risuonano spesso.

Le parole d’ordine sono: usare processi che impiegano meno acqua e che utilizzano prodotti chimici non pericolosi e da fonti rinnovabili.

A livello globale è la risorsa idrica ad aver la priorità su tutto il resto. Nonostante le aziende produttrici e le grandi firme utilizzatrici di pellami hanno indirizzato le loro attenzioni su conce alternative esenti da cromo o formaldeide ed altri processi eco-compatibili, è sull’acqua che si gioca la partita più importante.

 

Da sempre allora ed in questo momento particolare ?

La contingenza pandemica ha aperto nuove difficoltà e per il cuoio si potrebbero realizzare delle opportunità in quanto per molto tempo ancora il mantra sarà “sanificare” e “sicurezza biologica”. Quali materiali si presteranno con maggior successo a soddisfare criteri di superfici sicure sotto l’aspetto sanitario? Non solo verso virus, ma su tutti i microorganismi patogeni. Gli istituiti di ricerca e le aziende sono avidamente al lavoro e la corsa è appena cominciata; il risultato non è scontato ma la pelle, opportunamente rifinita può avere molte possibilità.

 

Nuovo impulso alla Ricerca con l’accordo tra Politecnico Calzaturiero e SSIP
Nuovo impulso alla Ricerca con l’accordo tra Politecnico Calzaturiero e SSIP

Vigonza, 21 dicembre 2020 – La ricerca sulla filiera della pelle nel settore calzaturiero riceve nuovo impulso.

Il Presidente del Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta Franco Ballin e il Direttore della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti (SSIP) Edoardo Imperiale

Conoscenza ed Ecosostenibilità: ricette per rilanciare l’industria

L’economia circolare non è un’ipotesi di scuola o un’utopia, l’economia circolare è una realtà e a testimoniarlo sono i numeri. Secondo il recente studio realizzato da The European House-Ambrosetti con Enel, l’economia circolare oggi vale tra i 296 e i 376 miliardi di euro, circa il 3% del Pii europeo — per l’Italia si tratta di quasi 30 miliardi — con investimenti complessivi tra i 90 e 110 miliardi realizzati nel 2018 nella UE. A livello pro capite significa tra i 580 e 730 euro in più per ogni famiglia europea all’anno.

 

Dallo studio emerge inoltre anche un altro dato particolarmente significativo, e cioè che incrementare dell’1% la quota di fonti rinnovabili nella produzione di energia equivarrebbe a tagliare dell’1,8% le emissioni di Co2 e non è un caso se pressoché tutti i 300 business leader coinvolti nella ricerca considerano il passaggio all’economia circolare una scelta strategica e, a dimostrazione che si tratti una realtà e non di dichiarazioni di intenti, hanno fatto già fatto investimenti in questo senso.

 

Puntare sulla sostenibilità  è conveniente. Lo testimonia, per fare un esempio a noi più vicino, l’industria conciaria italiana (fonte UNIC – 2019) con le sue circa 1200 imprese è una realtà che fattura circa 4,6 miliardi di euro. In questo settore l’Italia è leader europeo con il 65% del valore della produzione e il 69% di esportazioni di pelli finite verso paesi extra-europei. A livello globale, l’industria delle pelli a trazione italiana rappresenta il 23% del valore della produzione e il 29% delle esportazioni. Si tratta di un settore industriale “totalmente circolare” che trasforma un rifiuto in un prodotto durevole ad alto valore aggiunto confermando che il cuoio è una soluzione sostenibile a un reale problema di smaltimento di elevate quantità di spoglie animali che si originano dall’industria della macellazione (la disponibilità di pelli grezze dipende dalla quantità di macellazioni a scopo alimentare, non è influenzata dal fabbisogno dell’industria manifatturiera della pelle). Ancora, è un settore industriale che genera lavoro per circa 40 mila aziende e 2 milioni di addetti (concerie, indotto clienti utilizzatori di cuoio) mentre le aziende manifatturiere produttori di calzature, pelletteria, accessori moda, imbottiti in pelle (per auto, treni, arerei, nautica ed arredamento) che impiegano pelle italiana generano fatturato annuo pari a circa 90-95 miliardi di euro.

 

L’industria conciaria rappresenta quindi un’eccellenza nazionale e un esempio virtuoso di realtà trainante a livello globale: mantenere questo primato necessita di continuo aggiornamento e di un approccio multidisciplinare attraverso il quale individuare tutte le opportunità per lo sviluppo di soluzioni sempre più sostenibili e all’avanguardia. Per questo, come Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli, abbiamo pensato di dare un nuovo impulso alle attività di supporto strategico alle imprese della filiera, sviluppando una serie di strumenti evoluti, e adottando un approccio di Open Innovation per rendere la produzione conciaria sempre più tecnologica e innovativa senza abbandonare il solco della tradizione.

 

Si tratta del Programma “Leather Innovation Challenges 2025” che riguarda le nuove sfide tecnologiche volte a promuovere lo sviluppo dell’industria conciaria, nonché dell’intera filiera del cuoio, negli ambiti di principale interesse strategico, con evidenti ricadute positive per i mercati di riferimento, come quelli della moda, dell’automotive, dell’arredamento e del design. Il programma è rivolto alla comunità scientifica e a tutti gli innovatori che operano lungo la filiera della pelle, tanto a monte quanto a valle. C’è tanto da fare, dall’automazione di processo al controllo da remoto, dall’introduzione di tecnologie smart per il monitoraggio della produzione a soluzioni innovative per il risparmio idrico ed energetico.

 

L’alternativa al modello di crescita lineare non è dunque una decrescita più o meno felice, ma un nuovo modello di crescita basato su innovazione e conoscenza. Nessun modello di economia circolare potrà mai esistere al di fuori di una comunità alfabetizzata ai nuovi linguaggi della conoscenza. La benzina di questo nuovo modello economico è l’innovazione. La trasmissione della conoscenza è il presupposto per sviluppare nuovi business che permettano di rigenerare gli ecosistemi naturali e sociali che sono stati deteriorati. Tra scuole superiori, istituti tecnici, università, PMI e grandi player deve innescarsi un dialogo strutturale in cui la sinergia tra capitale umano, risorse e innovazione possa generare risposte in grado di equilibrare il rapporto tra domanda e offerta, offrire opportunità ai giovani talenti e innescare un circolo virtuoso di benessere per il territorio. L’economia circolare è tecnologicamente alla portata, purché si abbia la visione di costruire e garantire la circolarità della conoscenza.

 

Articolo pubblicato su “Il Mattino” il 24 novembre 2020 

RI-LEATHER: appuntamento il 3 dicembre con il Webinar della SSIP
RI-LEATHER: appuntamento il 3 dicembre con il Webinar della SSIP

Webinar Ri-Leather: Nuova vita agli scarti della Pelle

Come riutilizzare gli scarti del processo conciario?
È questo il tema del webinar “Ri-Leather: nuova vita agli scarti della pelle” organizzato da SSIP e che si svolgerà mercoledì 3 dicembre alle ore 16.00.
L’evento è organizzato nell’ambito del progetto Ri-Leather, finanziato dalla Regione Veneto a valere su fondi POR-FESR. Il progetto, di cui la SSIP è consulente, mira ad introdurre innovativi prodotti chimici e processi di lavorazione conciaria, al fine di ridurre l’impatto ambientale ed introdurre nel mercato nuovi prodotti ecosostenibili.

 

Di cosa parleremo?

Durante l’evento racconteremo le opportunità per il settore conciario legate ai fondi POR FESR, le finalità strategiche del progetto Ri-Leather, le sperimentazioni attualmente in corso sul riutilizzo degli scarti e sulla biodegradabilità.
Approfondiremo le prospettive tecniche e di mercato della rivalutazione degli scarti conciari nella produzione di pelli per calzature, la tecnologia enzimatica del calcinato non distruttivo e delinereemo le aspettative tecnologiche sui risultati del progetto Re-Leather in un’ottica di crescente sostenibilità.

 

Chi saranno gli speaker?

Edoardo Imperiale (Direttore Generale della SSIP)
Introduzione

Alessandro Rama (Responsabile coord. istruttorie e attività di controllo FESR-AVEPA)
“POR FESR Un moltiplicatore di opportunità, da non lasciarsi sfuggire: a che punto siamo?”

Marco Nogarole (Responsabile Tecnico del Distretto di Arzignano di SSIP)
“Le finalità strategiche del progetto Ri-Leather”

Davide Frascaro (Responsabile R&S di Real Color)
Nuove sperimentazioni sul riutilizzo degli scarti wet white e la sua biodegradabilità”

Francesco Corradi (Responsabile Ricerca e Sviluppo di Conceria Corradi)
Le prospettive tecniche e di mercato della rivalutazione degli scarti conciari nella particolare produzione di pelli per calzatura.”

Mauro Baruchelli (Amministratore Delegato di Biodermol Srl)
La tecnologia enzimatica del calcinaio non distruttivo e i risultati intermedi”

Viola Dalle Mese (Responsabile Marketing di Conceria Montebello)
“Le aspettative tecnologiche del modello sostenibile per la conceria e la vocazione green del progetto”

 

Come partecipare?

È possibile partecipare all’evento previa registrazione a questo link.

Glove, Percorsi e storie di guanti a Napoli: alla Fondazione Banco di Napoli la mostra organizzata dalla SSIP. Inaugurazione Mercoledì 22 Gennaio 2025 ore 10.30.

La mostra sarà visitabile sino al 21 febbraio 2025. Info e prenotazioni c.grosso@ssip.it

Minimum 4 characters