Dal 2017 è in corso una vasta campagna di raccolta dati finalizzata a risolvere alcune questioni di metrologia legale sulla misura della superficie del cuoio; tale campagna ha coinvolto tutti gli stakeholders della filiera della moda, includendo anche i laboratori 

riconosciuti dall’ICT per le attività di controllo.

 

Il primo risultato ottenuto è stato la revisione della norma ISO 19076 sulla misura della superficie con macchine optoelettroniche che, dopo una serie di modifiche legate alle esigenze dei costruttori associati ad ASSOMAC, il prossimo 31 maggio inizierà il percorso nel CEN/TC 289 per diventare standard ufficiale CEN ed ISO ed in cui si proporranno informazioni accessorie utili per i controlli successivi.

 

Come più volte ricordato, nel progetto sono state previste anche attività con macchina a pioli, ritenute indispensabili per risolvere alcune questioni irrisolte legate soprattutto alle contestazioni nella compravendita delle pelli.

 

Il Contratto Internazionale N. 7 per pelli finite (il documento di riferimento del settore), infatti, prevede esclusivamente la macchina a pioli quale dispositivo da usare per la risoluzione di controversie e contestazioni di forniture.

 

Il circuito di prove effettuato con le macchine optoelettroniche è stato, quindi, ripetuto con macchine a pioli con la partecipazione degli unici laboratori europei che hanno ancora in dotazione dispositivi funzionanti: la SSIP (con 2 macchine), BLC (UK), SATRA (UK), CTIC (PT). Tali dati sono stati integrati con quelli dell’Istituto Galilei di Arzignano e di due aziende che tuttora hanno posseggono macchine tarate. Per la prima volta, quindi, è a disposizione del mercato una quantità di dati utile ad un’analisi critica dei risultati derivanti dalla macchina a pioli.

 

Le prove sono state eseguite secondo il metodo ISO 11646 in condizioni di ripetibilità sia sulla singola pelle che su un piccolo lotto di 3 pelli; il dato sul lotto è utile a valutazioni sulla conformità ai requisiti del Contratto Internazionale che prevede scostamenti massimi pari al 3% per pelli leggere e del 2% per pelli pesanti rispetto al valore fornito da un laboratorio di riferimento riconosciuto.

 

Come atteso, i valori medi ottenuti sono molto simili a quelli delle macchine a rulli, ma con alcune differenze in termini di variabilità del dato espressa come riproducibilità. Non essendo dotata di dispositivi di blocco dei rotori, la macchina a pioli determina deformazioni maggiori rispetto a quelle a rulli se le pelli sono trattenute sul tavolo di prova. Questo significa che la misura diventa strettamente funzione dell’operatore.

 

Una misura molto ripetibile, ma con scarsa riproducibilità crea però un problema dal punto di vista dei controlli, soprattutto quando il materiale è costituito da pelli piccole (con area inferiore ai 90-100 dmq) e deformabili.

 

Facciamo un esempio: consideriamo i dati del campione N. 1 valutato nel progetto, ovvero pelli di piccola taglia, lavate e conciate al vegetale. Tale articolo è intrinsecamente caratterizzato da una elevata rugosità ed deformabilità che ne ha determinato un coefficiente di riproducibilità molto basso nell’analisi robusta dei dati.

 

A questo punto, consideriamo i dati di tutti i partecipanti al progetto come “risultati validi” dal punto di vista della conformità al Contratto Internazionale (le misure sono di laboratori riconosciuti dall’ICT, controllati dalla SSIP o con prova accreditata) ed effettuiamo una valutazione delle 21.300 permutazioni possibili. Dall’analisi statistica dei dati del campione N. 1 viene fuori un risultato che deve portare a serie riflessioni sulle modalità di controllo esclusivo con macchina a pioli.

 

Come riportato nell’immagine, considerando il valore medio come la miglior stima del misurando (lotto di 3 pelli) solo il 49% delle misure di lotto risulta conforme ai requisiti del Contratto Internazionale, ovvero rientrano nell’intervallo compreso tra -3% e +3%.

 

Da qui il paradosso per il quale esiste il 51% di probabilità che un laboratorio formalmente riconosciuto dall’ICT risulti “contestabile” da un altro laboratorio riconosciuto.

 

Le attuali modalità di controllo delle pelli con l’obbligo di utilizzo della macchina a pioli per le contestazioni, quindi, ha condotto la Stazione Sperimentale a consigliare un requisito maggiorato al 10% per casi come quello dell’esempio sopra riportato; tale valore, infatti corrisponde al 97% di conformità dei dati. Ciò finché non si rivaluterà la procedura di controllo non solo dal punto di vista operativo, ma soprattutto prevedendo l’uso di macchine optoelettroniche oltre alla macchina a pioli e partendo dall’assunto che un articolo venduto con un determinato dispositivo debba essere “controllato” nelle medesime condizioni.

 

 

Contributo scientifico a cura di Ing. Rosario Mascolo

Coordinatore Tecnico Scientifico del Dipartimento Sviluppo di Prodotto

 

Pubblicato il: 12 Giu 2021 alle 09:15

 

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