Rinverdimento delle pelli grezze: obiettivi ed aspetti tecnologici

 

Lo scopo del rinverdimento è quello di riportare la pelle nelle stesse condizioni in cui si trovava subito dopo la separazione dalla carcassa, ovvero ripristinare il contenuto di umidità della pelle e delle fibre a un contenuto simile a quello dell’animale vivo (circa il 65% in tutta la sezione trasversale delle pelli). Tale operazione deve essere inoltre orientata ad ottenere un’efficace separazione di fibre e fibrille che consenta la penetrazione di sostanze chimiche che verranno utilizzate nelle operazioni successive, in primis la depilazione (se prevista), ed eliminare i componenti indesiderati come proteine globulari, sale e sporco.

I prodotti chimici che possono essere utilizzati in tale fase sono i più disparati in ragione del diverso effetto/interazione che possono avere sulla pelle grezza.

Ad esempio, l’obiettivo principale per l’utilizzo di agenti acidi o alcalini è cercare di ridurre il tempo necessario per l’operazione, in ragione del fatto che il collagene nelle pelli ha due picchi di pH in cui l’assorbimento dell’acqua è più efficace (pH 2,4 e pH 11,6).  Il rinverdimento acido consente di preservare le caratteristiche del pelo, per cui è utilizzato principalmente per articoli in cui si intende conservare il pelo stesso fino alla fine delle lavorazioni. Per le pelli da depilare, la pratica più comune è quella di rinverdire in ambiente alcalino tramite solitamente carbonato di sodio, idrossido di sodio o idrossido di ammonio, che prepara la pelle anche alla successiva fase di depilazione.

L’uso di alcuni sali neutri, soprattutto cloruro di sodio, favorisce l’assorbimento dell’acqua, ma anche la solubilizzazione delle proteine globulari, prevenendo nel contempo la crescita batterica. Nel rinverdimento di pelli essiccate possono essere utilizzati anche prodotti che danno effetto liotropico, quali il cloruro di calcio, che agiscono contribuendo all’assorbimento d’acqua causadno la rottura dei legami idrogeno tra le fibre.

È risaputo che alcuni prodotti come il cloruro di calcio hanno un effetto liotropico sulle pelli e sulla struttura della pelle. Questo effetto è correlato alla rottura dei legami idrogeno tra le fibre e può contribuire ad accelerare l’assorbimento dell’acqua. L’uso di tali prodotti è principalmente. Questi prodotti non sono generalmente impiegati come prodotti chimici grossolani, ma sono invece solitamente disponibili come composti e miscele commerciali prodotti da aziende specializzate in prodotti chimici per la pelle

Visti gli obiettivi del rinverdimento, sono solitamente utilizzate anche sostanze di natura tensioattiva, che possono essere selezionati, in termini d azione prevalente, sulla base della propria affinità verso le sostanze grasse. Un indice di tale affinità è dato dal HLB (bilancio idrofilo-lipofilo), in ragione del quale i tensioattivi lipofili hanno valori inferiori a 9, quelli idrofili superiori a 11, quelli neutri presentano valori intermedi. Nell’applicazione pratica i tensioattivi a HLB inferiore sono utilizzati principalmente per le loro proprietà sgrassanti, mentre quelli con elevato HLB sono utilizzati per le loro capacità detergenti e idratanti. Nel rinverdimento si ricercano entrambe le azioni, pertanto la tendenza è quella di utilizzare una combinazione di HLB alti e bassi.

E’ possibile utilizzare in rinverdimento anche preparati a base di enzimi proteolitici, studiati appositamente per facilitare il trattamento di pelli essiccate, ma anche per ridurre il tempo di rinverdimento su pelli conservate con altri metodi. Tuttavia, come per tutte le tecnologie enzimatiche, è necessario prestare attenzione per evitare un’azione eccessiva che potrebbe portare a difetti irreversibili sulle pelli. In ogni caso, durante il rinverdimento si creano condizioni favorevoli per la crescita batterica, e pertanto è importante attuare misure preventive per ostacolare i conseguenti processi di degrado, ovvero utilizzare opportuni preservanti.

 

Dal punto di vista tecnologico i parametri di processo maggiormente rilevanti sono la temperatura, l’azione meccanica e il volume del bagno.

La scelta della temperatura di processo deve derivare dal compromesso tra la necessità di ottimizzare i tempi di trattamento e l’aumento del rischio di attacco batterico. In ogni caso le temperature devono essere mantenute al di sotto dei 40 °C per mantenere un certo livello di sicurezza contro il degrado termico delle pelli grezze poiché la temperatura di contrazione, ovvero la temperatura alla quale le pelli inizierebbero un processo irreversibile di degradazione-restringimento, in questa fase è di circa 60 °C. Per questo motivo il rinverdimento viene solitamente efficacemente eseguito a temperature intorno ai 18 °C – 20 °C al fine di garantire anche un attacco batterico limitato.

L’azione meccanica è particolarmente rilevante nel caso del rinverdimento delle pelli essiccate. In questo caso le fibre sono incollate tra loro, la flessibilità delle pelli è ridotta, e l’azione meccanica rischia di rompere irreversibilmente le fibre. Pertanto, il rinverdimento inizia normalmente con la minima azione meccanica possibile, fino ad avere un rinverdimento statico per pelli essiccate. Man mano che le pelli assorbono l’acqua, le fibre diventano più flessibili, consentendo così l’applicazione dell’azione meccanica per accelerare il rinverdimento.

Le considerazioni per la scelta del volume di bagno sono direttamente correlate all’azione meccanica. Un volume di bagno troppo basso aumenterebbe significativamente l’azione meccanica, pertanto, in questa fase, non è mai consigliato. A ciò si aggiunga che, durante il processo, le pelli assorbono sempre di più acqua, con contestuale aumento dell’azione meccanica correlata alla riduzione del volume di bagno, che dovrà essere quindi in rapporto adeguatamente elevato per preservare le proprietà merceologiche delle pelli.

 

 

A cura di 

Dott. Gianluigi Calvanese
Responsabile Area Analisi, Certificazione e Consulenza

 

Pubblicato il: 30 Giu 2023 alle 16:09

 

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