Tecnologie abilitanti AM per il trattamento degli scarti: il Progetto LEADERS per la circolarità della filiera

 

A cura di Loreto di Rienzo, R&D Director Pattern Group Loreto di Rienzo

Maria Grazia Sanua, Sustainability Specialist DYLOAN Bond Factory

Claudia Florio, Responsabile Scientifico del Progetto

Articolo pubblicato su CPMC 1/2023

 

Che l’industria conciaria stia intensificando l’impegno verso una crescente sostenibilità e circolarità dei prodotti, lo mostrano i recenti dati derivanti dal Report di Sostenibilità 2022 dell’Unione Nazionale Industria Conciaria; dallo scenario descritto, si moltiplicano difatti le buone prassi, volte a trasformare e valorizzare gli scarti di produzione: la maggior parte dei rifiuti sono riconducibili a scarti solidi (cascami, ritagli polveri), su cui sono concentrati i principali sforzi tecnologici per la relativa  trasformazione e valorizzazione, laddove risulta che attualmente oltre il 72% dei rifiuti prodotti è inviata ad impianti di recupero.

 

D’altra parte, la produzione di scarti solidi conciari rappresenta una problematica da affrontare con rinnovato slancio, considerati i nuovi impulsi derivanti dalle indicazioni della Commissione Europea, che ha promosso una serie di iniziative che confluiscono nel “Green Deal Europeo”, volte proprio a favorire la trasformazione dell’economia europea in un sistema più “verde”, più resiliente e circolare. La progettazione di soluzioni innovative, in tal senso, rappresenta pertanto una chiara opportunità per la Comunità Scientifica che affianca uno dei comparti produttivi più rappresentativi del Made in Italy, come quello conciario, che attualmente costituisce anche uno dei settori più virtuosi nell’ambito del sistema della Bioeconomia Nazionale; dal recente 6° Rapporto su “La Bioeconomia in Europa” – Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, giugno 2020, risulta infatti che il nostro Paese si posiziona al terzo posto in termini assoluti per valore della produzione, nel settore della Bioeconomia, mentre, sul piano comparativo, i dati occupazionali in Europa, mostrano che “il nostro Paese spicca per la maggiore rilevanza del comparto del sistema moda, sia a monte della filiera, nell’industria tessile e della concia, che a valle, nell’abbigliamento e nell’industria delle calzature e pelletteria”; l’industria tessile da fibre naturali e concia mostra inoltre negli ultimi anni una crescita attribuita proprio, nell’ambito del suddetto Rapporto, alla componente conciaria. L’industria conciaria italiana, pertanto, costituisce un settore nazionale trainante nell’ambito della Bioeconomia, ed assume un peso maggiore, in tale ambito, rispetto ad altri Paesi.

 

Al fine di preservare il ruolo centrale della pelle, nei settori strategici in continuo sviluppo, a livello nazionale, comunitario e
globale, occorre progettare nuove strategie per rendere tale materiale, già realizzato sulla base dei principi dell’Economia Circolare (secondo un processo di valorizzazione di uno scarto dell’industria alimentare), sempre più circolare e in grado di sostenere le crescenti sfide sulla sostenibilità e l’innovazione, che attualmente investono massivamente la filiera di riferimento, in particolare nei settori moda, automotive, arredamento e design. Ed è proprio da questi presupposti che è stato avviato il Progetto LEADERS: LEather ADditive Environmental Recycling Solutions, approvato con decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile per i progetti di ricerca e sviluppo nell’economia circolare. Il Progetto, vede come partner capofila l’azienda DYLOAN Bond Factory, che opera nell’innovazione manifatturiera per i settori della moda e del luxury, e la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti, in qualità di Organismo di Ricerca cui è deputato il coordinamento scientifico del Progetto, e nell’ambito del quale è inoltre previsto il coinvolgimento di ulteriori soggetti pubblici, come ISASI-CNR, e privati, con competenze scientifiche e tecnologiche avanzate, riguardanti approcci per il trattamento chimico, fisico e biotecnologico degli scarti, oltre che di approcci di Additive Manufacturing per il trattamento degli scarti e la realizzazione di nuove generazioni di prodotti circolari. Il Progetto ha tra i principali obiettivi la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per la valorizzazione degli scarti solidi conciari; nella fattispecie, tenuto conto del fatto che in ambito conciario, gli scarti che determinano maggiori criticità sono quelli derivanti da operazioni meccaniche che avvengono dopo la concia (in ragione della maggiore complessità della matrice da trattare, della presenza di agenti concianti, ed altri agenti di natura organica ed inorganica) il progetto sarà volto a ricercare e sperimentare le soluzioni innovative per la trasformazione di rasature e rifilature di pelli conciate/rifinite e per il loro impiego nella produzione di nuove generazioni di rigenerati e agenti/sistemi di rifinizione mediante tecniche di Additive Manufacturing. I nuovi prodotti saranno sviluppati a valle di un accurato lavoro di progettazione, sperimentazione e caratterizzazione, laddove è anche previsto il ricorso a pretrattamenti di tipo chimico – enzimatico, termico, fisico e meccanico. Sarà inoltre sperimentata la capacità dei prodotti di essere ulteriormente trasformati mediante cross-linking con agenti polimerici da impiegarsi nell’ambito di tecniche di 3D-printing. I nuovi prodotti sviluppati potranno essere posizionati nei settori moda, automotive, arredamento e design Le ragioni di questa sperimentazione sono da ricercare neI crescente interesse manifestato dai brand e dal settore moda, verso le tecnologie di stampa 3D e ad approcci sempre più sostenibili, questo ha stimolato le aziende coinvolte nel progetto a sviluppare le tecniche di additive manufacturing ed, al contempo, ad individuare strategie per limitare l’impiego di formulati tradizionali a base polimerica (comunemente impiegati nei sistemi ordinari di stampa 3D). Il settore tessile e moda, coerentemente con l’evoluzione di tutti i comparti più rappresentativi del Made in Italy in una direzione sempre più innovativa e circolare potrà essere investito da un ulteriore impulso in tal senso, acquisendo gli elementi di innovazione determinati dal progetto, particolarmente grazie alla ridefinizione dei paradigmi produttivi, nonché attraverso approcci per la valorizzazione degli scarti, in grado di stimolare virtuosi processi di simbiosi industriale; nello specifico, la tecnologia di stampa 3D consentirà, attraverso approcci circolari, lo sviluppo e l’immissione sul mercato di nuovi prodotti derivanti dagli scarti dell’industria conciaria, che diversamente sarebbero conferiti in discarica, laddove tali prodotti potranno essere impiegati per la produzione di articoli e beni destinati sia al settore moda, in associazione ad altri materiali tessili, che ad altri settori di riferimento.

 

L’attenzione ai materiali naturali e più in generale ai prodotti sostenibili oltre che l’interesse dei consumatori verso i prodotti customizzati è infatti cresciuta, oltre che nel campo della moda, anche in altri settori, laddove la versatilità della tecnologia di stampa 3D costituisce un presupposto per un crescente impiego della tecnica finalizzato allo sviluppo dell’innovazione nei settori di ampliamento (si veda in particolare la possibilità di impiego dei prodotti per la realizzazione di interiors per i settori automotive e aerospace). Anche nell’ambito dello stesso ciclo conciario, l’impiego degli approcci tecnologici individuati potrà favorire la realizzazione di prodotti e materiali per la lavorazione conciaria, e particolarmente per la rifinizione, nell’ottica di sostituire i formulati chimici tradizionalmente impiegati (come polimeri sintetici di rifinizione), con formulati di origine naturale ottenuti dai processi di trasformazione e valorizzazione degli scarti conciari.

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