La circolarità conciaria

 

A cura di Fulvia Bacchi, Consigliere SSIP e Direttore UNIC

Apparso su CPMC 1/2024

 

Si è appena conclusa la 103 edizione di
LINEAPELLE, che, per quanto vivace e
molto ben frequentata, non ha mitigato una
congiuntura difficile su tutti i fronti. ”Abbiamo
avuto crisi anche in passato, ma questa è più
forte”. Queste parole “rubate” ad una famosa
influencer, ben si addicono alla fase che la
nostra industria sta attraversando.
Importanti ribassi di fatturato e di produzione
hanno caratterizzato il 2023 rispetto al
corrispettivo periodo dell’anno scorso.
Tensioni geopolitiche, internazionali, calo
dei consumi, inflazione ancora diffusa e
generalizzata, sovrapproduzione da parte dei
brand sono tra le cause di questa situazione.
Non va, inoltre, dimenticata la tendenza di
una parte, anche se non secondaria, dei
clienti manifatturieri a giustificare la rinuncia
alla pelle, indipendentemente dal fatto che
questa venga dichiarata come parziale o
totale, temporanea o prolungata, come scelta
di maggiore sostenibilità, invece che come strategia di mero contenimento dei costi di
approvvigionamento materiali.
Questo altro non è che un esempio di come
si stia evolvendo in maniera preoccupante il
fenomeno del “green washing”, cioè la falsa
sostenibilità.
Sostenibilità. Un impegno nella sua accezione
più ampia che le nostre concerie hanno assunto
da tempo, ancor prima che diventasse il tema
portante delle recenti normative europee, dal
green deal all’ecodesign, dal Fit for 55 alla
responsabilità estesa del produttore.
Ma è la “circolarità” del nostro materiale a renderci un passo avanti tra gli attuali modelli
produttivi ed è su questo aspetto che si deve
insistere quando parliamo di innovazione.
In attesa dell’entrata in vigore a giugno 2024
della norma ISO 59020 sulla misurazione
della circolarità che ne certificherà i dati,
oggi stimiamo sulla gestione di rifiuti e
sottoprodotti una circolarità del settore del
77%, un consumo di energia elettrica da
fonti rinnovabili dell’82,7% ed un impiego
“circolare” di acqua (valutando prelievo e
scarico in accordo con le definizioni della
norma ISO 59004) dell’80%.
L’innovazione deve continuare a svolgere un
ruolo chiave per il settore, creando nuove
tecnologie, processi e servizi e modelli di
business.
In particolare, va incrementata l’efficienza
della gestione dei rifiuti, per la quale
sussistono differenze distrettuali molto
significative nell’utilizzo delle discariche.

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