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Sep 25 2025

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DA CPMC – Bacchi (Dir. UNIC): “La pelle, materiale del futuro”

Lo scorso 10 luglio UNIC – Concerie Italiane ha presentato alla Camera dei Deputati il volume “La conceria di Pompei”, in cui vengono descritte le fasi che hanno caratterizzato il restauro del più grande impianto artigianale di epoca romana mai rinvenuto. Perché parlo del passato se il focus del numero di questa rivista è “Verso il futuro del cuoio ed oltre?” Perché, rispondo, trovo affascinante il filo conduttore che lega un materiale come il nostro, nato con l’umanità stessa, quindi profondamente antico, al suo oggi. Reinterpretato in chiave tecnologica, lavorato e trasformato per migliorare le sue caratteristiche, prima fra tutte la durabilità, il cuoio è destinato ad accompagnarci anche negli anni a venire, nel nostro futuro. La strada è tracciata ed è un percorso da seguire con determinazione affinché ciò accada: quello della sostenibilità, intesa in tutte le accezioni che la parola assume nei diversi contesti. Una “sostenibilità” le cui dinamiche sono sempre più complesse. Ci dobbiamo confrontare con una serie di norme, non solo europee, e di richieste della nostra clientela che si muovono verso la trasparenza della filiera e la condivisione di dati. L’informazione e i dati sui prodotti diventeranno essenziali, includendo:

  • tracciabilità completa dei materiali e dei flussi produttivi
  • durabilità dei prodotti e informazioni sul loro fine vita
  • impronte ambientali dei prodotti e delle aziende verificate da terze parti
  • caratteristiche tecniche e di sicurezza dei prodotti
  • standard di rendicontazione.

L’impronta ambientale della pelle è il più delle volte rappresentata in modo inaccurato nei database internazionali di LCA. Questo è qualcosa a cui porre rimedio in tempi brevi. Purtroppo, i valori che le vengono assegnati sono molto elevati e questo rappresenta un deterrente per il suo utilizzo da parte dei brand. Al contrario, i materiali sintetici di origine fossile sono sottovalutati, con poca trasparenza nel calcolo dei valori di LCA del petrolio e suoi derivati. È quindi cruciale:

  • investire nella produzione di dati primari
  • raffinare i dati LCA per tutti i tipi di pelle (non solo bovina)
  • promuovere ricerche sui materiali sintetici per colmare le lacune metodologiche e migliorare le valutazionidel loro impatto ambientale.

UNIC-Concerie Italiane si è posta un ambizioso obiettivo sposando il progetto Leather Leaders, di cui parla in queste pagine il presidente Fabrizio Nuti. Difendere la pelle ed il cuoio sono la nostra priorità, proiettarli nel futuro anche.

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