Author page: cecilia di cera

Tutto pronto per il “Museo del Vero e del Falso”

Nel “Salone delle Grida” della Camera di Commercio di Napoli il Presidente dell’Ente, Ciro Fiola e il Presidente dell’Associazione Museo del Vero e del Falso, Luigi Giamundo, hanno illustrato la convenzione per la realizzazione del progetto “Museo del Vero e del Falso”. All’incontro con la stampa hanno preso parte anche:

 

Maria Vittoria De Simone – Procuratore Nazionale Aggiunto Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

Fausto Zuccarelli – Magistrato

Giuseppe Silvestro – Direttore Ufficio Antifrode Direzione Campania e Calabria ADM

Giuseppe Mosca – Capitano, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli.

 

Presenti Fabrizio Luongo, Presidente di SI Impresa (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Napoli) ed Edoardo Imperiale, Direttore Generale della Stazione Sperimentale per l’Industria delle pelli.

 

Le due sedi del Museo sono state identificate nella Borsa Merci di Napoli, al Corso Meridionale, e all’interno della Stazione per l’Industria delle Pelli, in via Campi Flegrei a Pozzuoli.

 

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO

 

Il progetto prevede la realizzazione di una esposizione permanente nella formula di mostra di prodotti/materiali originali e contraffatti messi a confronto, l’utilizzo di strumentazioni quali monitor, didascalie, immagini esplicative, proiezioni video e allestimenti di postazioni interattive con game didattici o filmati esplicativi.

 

Il percorso sarà arricchito da postazioni tecnico/scientifiche, tecnologie con realtà aumentata per dar vita a laboratori didattici ed immersivi volti a coinvolgere il visitatore ed invitarlo a riflettere sulle differenze in termini di qualità e sicurezza dei materiali/manufatti contraffatti messi a disposizione dalla Magistratura, GDF, Dogane rispetto ai prodotti a norma di legge.

 

Si procederà ad avviare accordi, con il mondo universitario, con le Direzioni scolastiche provinciali e regionali e con l’Anpal.

 

Servizi spa (MLPS) per l’organizzazione delle visite degli studenti ed il collegamento con il sistema dell’alternanza scuola lavoro, dei focus di approfondimento su tematiche particolari, per la formazione ed informazione di alunni nelle scuole primarie, secondarie e di studenti universitari e del sistema formativo tecnico superiore con la partecipazione di tutti gli stakeholder coinvolti nel progetto MVF.

 

L’Associazione MVF inoltre assicurerà piena collaborazione e supporto attraverso l’attività dei soci fondatori promuovendo attraverso le loro reti di conoscenza professionali, la diffusione del progetto alle imprese ad esse collegate su scala nazionale, europea ed internazionale per consentire un sempre più ampio coinvolgimento, partecipazione e confronto tra le imprese e la società civile al fine di promuovere una nuova cultura di impresa ed arricchire il progetto con nuove idee, proposte e stimoli innovativi.

 

Sarà predisposto, altresì, un format di allestimento standard e contenuti modulabili a seconda della tematica oggetto dell’esposizione al fine di organizzare agevolmente delle mostre itineranti in Italia con un calendario di iniziative che prevedono sia eventi locali che la partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali.

 

Saranno organizzate mostre temporanee di prodotti e di settori colpiti dal tema della contraffazione (agroalimentare, moda, farmaceutico, turistico, discografia ed editoria) coinvolgendo di volta in volta in questi eventi i principali protagonisti (imprese, associazioni di categoria, sindacati, scuole ed università, Ministeri).

 

SI Impresa, di concerto ed in collaborazione con le associazioni e le istituzioni che aderiscono al progetto, predisporrà ogni anno, un documento di analisi e di proposte sul fenomeno della contraffazione unitamente a un resoconto dettagliato delle attività svolte.

 

Soddisfazione è stata espressa dal Presidente della SSIP, Graziano Balducci.

 

“La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti sarà coinvolta nel progetto svolgendo attività di divulgazione tecnico/scientifica, sensibilizzazione e formazione alle imprese ed alla collettività circa i requisiti essenziali di composizione di prodotti e di manufatti fabbricati con pelli e materie concianti”.

 

 

Ricerca e formazione, un laboratorio per studenti ed imprese

Parliamo con la dottoressa Tiziana Gambicorti, Responsabile Sezione Distretto Industriale Toscana, fra i protagonisti dell’inaugurazione del “Chemistry Innovation Lab” nella sede dell’istituto Istituto Tecnico “Carlo Cattaneo” di San Miniato. Il 23 aprile il taglio del nastro che consolida un lavoro avviato da tempo e che caratterizza la SSIP.

Addio ad Angelo Sari, imprenditore lungimirante e dalle riconosciute qualità

E’ stato, negli anni, Consigliere UNIC (dal 2001-2009) e Presidente della Stazione Sperimentale dal 2003-2004. Negli anni è stato anche Presidente dell’Associazione Conciatori di Solofra e sempre, ed a prescindere dai ruoli, in prima linea per il distretto e la categoria dei conciari. Titolare della conceria solofrana “La Conceria Martucci Teresa s.r.l”, azienda leader nel settore, ha dedicato la vita al lavoro e ed alla famiglia.

 

Negli anni alla SSIP ha lasciato, in tutti, un ottimo ricordo. Il professore Gianni Grasso, ha espresso a nome di molti colleghi un sentito cordoglio. “Lo vogliamo ricordare – ha detto- per la generosità con cui, nel suo mandato come Presidente, si è dedicato a questa Istituzione, nel cui rinnovamento ha sempre creduto, ed il garbo, la simpatia e il sincero calore umano con cui si è sempre posto e interfacciato col personale. Non dimenticheremo soprattutto i suoi sorrisi di incoraggiamento”.

 

Anche il direttore generale, Edoardo Imperiale, ha ricordato l’uomo e l’imprenditore.

 

“Angelo è stato un dirigente apprezzato da tutti, rimpianto in SSIP. Per me è stato, soprattutto nella fase iniziale, prezioso nei consigli e mai ha fatto mancare il suo contributo. Ricordo poi un imprenditore serio e protagonista di molte battaglie per l’intero distretto. Un precursore delle sfide sulla innovazione e la sostenibilità. Ci mancherà”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente Graziano Balducci.

 

“Ci lascia – ha aggiunto – un protagonista del comparto, un imprenditore di razza che teneva insieme tradizione ed innovazione. Un amico sempre pronto nelle battaglie e nelle sfide a tutela dei distretti. Un pezzo importante della storia della SSIP, non lo dimenticheremo”

 

 

Liquefazione Idrotermale (HTL) di Fanghi Conciari

Il 14 e 15 aprile 2021 si terrà il 10° European Combustion Meeting, in virtual edition. La Stazione Sperimentale Industria Pelli e l’Università degli Studi di Napoli Federico II parteciperanno al convegno presentando un lavoro dal titolo: “Outline of a process for the Hydrothermal Liquefaction of a tannery sludge for biofuel production”. F. Di Lauro, M. Balsamo, R. Solimene, R. Migliaccio, D. Caracciolo, P. Salatino, F. Montagnaro.

 

La liquefazione Idrotermale (HTL), anche definita pirolisi idrotermale, è un processo di depolimerizzazione termica della biomassa volta ad ottenere petrolio greggio, a volte denominato bio-olio o biocrudo, in condizioni di temperature moderate (200–350 °C) ed alte pressioni (40–200 bar), imitando in tal modo le condizioni geologiche che la Terra utilizza per creare il petrolio greggio. Il bio-olio ottenuto può essere successivamente trattato mediante le convenzionali operazioni di raffinazione del petrolio.

 

Tra i vari processi termochimici adottati per generare vettori energetici dai fanghi (ex. gassificazione, pirolisi) l’HTL sta guadagnando un grande interesse in quanto consente di sfruttare il contenuto di acqua dei fanghi per la produzione di biocrudo, evitando potenzialmente la fase di disidratazione altamente energivora. L’HTL, infatti, consente di trattare materiali ad alta umidità, in un processo in cui l’azione dell’acqua e della pressione consente di degradare la biostruttura di partenza: i frammenti generati, instabili e reattivi, possono poi ristrutturarsi nello stesso ambiente, per dar luogo a bioliquidi di interesse energetico.

 

Nel dettaglio, durante il processo HTL le condizioni operative sopra definite,  portano l’acqua in condizioni subcritiche, facendo assumere a quest’ultima le caratteristiche di un solvente polare organico per specie organiche, solubilizzando la matrice organica presente nella biomassa (nel nostro caso fanghi) e determinando la scissione idrolitica dei bio-componenti per generare frammenti reattivi che, nello stesso ambiente di reazione si ricombinano per produrre il biocrudo (prodotto target)  insieme a una fase acquosa, ad una fase gassosa e ad un residuo solido come coprodotti. L’acqua funge dunque da catalizzatore e mezzo di reazione. 

 

Data la natura altamente eterogenea e complessa della matrice di partenza, i meccanismi di reazione che hanno luogo durante il processo non sono stati ancora chiariti in letteratura. Tuttavia, è possibile schematizzare il processo in tre fasi principali: i) idrolisi/depolimerizzazione della biomassa a formare monomeri ii) decomposizione termo-chimica dei monomeri a formare intermedi attraverso reazioni di deidrogenazione, decarbossilazione, deaminazione, iii) riarrangiamento/ricombinazione dei frammenti reattivi attraverso ri-polimerizzazione, condensazione e ciclizzazione, con formazione di bio-olio e biochar. 

 

L’ottimizzazione del processo è volta ad aumentare la resa e la qualità del biocrudo rispetto alle altre fasi che si formano durante il processo (biogas e biochar), questo perché per molte applicazioni, l’energia è richiesta in forma liquida, soprattutto per applicazioni nel campo del trasporto, dove ottenere un combustibile liquido ci permette di integrarlo facilmente nella filiera di produzione dei combustibili che è già ampiamente consolidata sul mercato. Inoltre, la liquefazione idrotermale è anche un modo per aumentare la sua densità energetica della biomassa grezza, generalmente piuttosto bassa. Al contrario, il bio-crudo ottenuto a valle del processo è arricchito in C (e impoverito in O, N, H) rispetto al fango genitore, e di conseguenza presenta una maggiore densità energetica. Questo influisce direttamente sulla sostenibilità economica del processo.

 

Tale processo risulta di particolare interesse per il trattamento di fanghi conciari, infatti per tali fanghi, speciale attenzione va posta nel prevenire l’ossidazione del cromo in essi contenuto in alte concentrazioni, dallo stato trivalente a quello esavalente. Per tale motivo in questo caso si preferiscono tecniche che non puntano all’ossidazione completa della matrice organica del fango (come ad es. accadrebbe mediante combustione), ma piuttosto alla produzione di un prodotto intermedio liquido (come nel caso HTL).

 

a cura di Daniela Caracciolo, Coordinatore scientifico del Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente di SSIP

 

Pubblicato il: 1 Apr 2021

 

Webinar Scientifico: Dipartimento Biotecnologie Conciarie

Nell’ambito del Programma di Formazione e Divulgazione Scientifica 2021 della Stazione Sperimentale, giovedì 6 maggio ore 16:00 si svolgerà il sesto webinar scientifico  “I progetti di ricerca del Dipartimento Biotecnologie conciarie”.

 

Di cosa parleremo?

Il coordinatore del Dipartimento Biotecnologie Conciarie illustrerà l’attività del dipartimento, incentrata sullo sviluppo di sistemi biotecnologici per il miglioramento delle caratteristiche prestazionali e di sostenibilità dei prodotti in cuoio.

Inoltre si discuterà l’esplorazione di nuovi approcci per la valorizzazione degli scarti solidi conciari.

Chi saranno gli speaker?

Introdurrà la sessione Graziano Balducci, Presidente di SSIP. 

A tenere il webinar sarà l’esperto Claudia Florio, Coordinatore Dipartimento Biotecnologie Conciarie di SSIP.

Come partecipare?

La partecipazione è gratuita!
Per registrarti, clicca QUI.

 

 

Determinazione bisfenolo A ed altri bisfenoli nel pellame e nei chemicals

Il Bisfenolo A (BPA, n. CAS: 80-05-7) è un prodotto di sintesi della reazione tra due fenoli ed una molecola di acetone impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande, così come nella carta termica degli scontrini e nei dispositivi odontoiatrici.

A livello della comunità europea, a causa dei dubbi sui suoi effetti sulla salute umana, il suo utilizzo è stato però via via limitato: dal 2009 è inserito nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici (Regolamento (CE) 1223/2009) e dal 2011 il suo uso è vietato per la fabbricazione di biberon di policarbonato per lattanti (Regolamento (UE) 321/2011). Ne è comunque permesso l’utilizzo nelle plastiche a contatto con gli alimenti con un limite di migrazione nel cibo di 0,05 mg/kg.

Con la classificazione nel 2017, secondo i criteri del Regolamento europeo sulle sostanze chimiche REACH, del BPA come tossico per la riproduzione (categoria 1B) e interferente endocrino (ED) è stato posto tra le SVHC (sostanze particolarmente preoccupanti) con il conseguente limite di 0,02% in peso nella carta termica (Entry 66 Annex XVII Reach).

Queste restrizioni, e le attenzioni dell’opinione pubblica, hanno portato i produttori a sostituire il BPA con sostanze strutturalmente simili, ovvero altri bisfenoli, che infatti svolgono una funzione analoga nei materiali in cui vengono impiegati, così come ha dimostrato una recente indagine di ECHA. Questi bisfenoli alternativi al momento non sono classificati ED, anche se su di loro sono in corso numerosi studi ed anche richieste di regolamentazione, al pari del bisfenolo A, come ad esempio nella richiesta presentata dalla Germania ad ECHA nel corso del 2020. Ricordiamo che le richieste di restrizione Reach prevedono un iter molto strutturato, in cui i vari stakeholder possono intervenire fornendo dati e valutazioni sia dal punto di vista scientifico che socio-economico, di cui la ECHA tiene conto nelle valutazioni finali che portano all’eventuale restrizione. Infatti, il principio cardine del Reach è che una sostanza viene tolta dal mercato solo se esiste un sostituto comparabile.

A causa di questi motivi il BPA è presente in numerosi capitolati dei clienti delle concerie, e nelle MRSL di ZDHC, così come rientra nella lista dei sensibilizzanti cutanei di cui è in corso una richiesta di restrizione presso ECHA. 

Il BPA è una sostanza che non dovrebbe essere presente né nelle pelli né nei prodotti conciari perché non rientra nel ciclo produttivo. Invece alcuni altri bisfenoli, che attualmente non sono soggetti ad alcuna restrizione, sono presenti in alcuni riconcianti sintetici perché monomeri coinvolti nella reazione di polimerizzazione o side-product.

Non esiste ancora un metodo ufficiale per determinare la quantità di bisfenoli presente nel pellame, così come nei prodotti chimici, quindi è necessario avere al più presto un metodo che dia risultati ripetibili e riproducibili, validato attraverso gli step previsti dal processo di standardizzazione. A tale scopo a livello di commissione europea di normazione, CEN/TC 289, una proposta di metodo per determinare la quantità totale di bisfenoli A, B, S, F nel pellame è stata presentata dal CTC nel febbraio 2021. La commissione di normazione italiana UNI, nella recente riunione di marzo 2021, ha deciso di utilizzare un approccio olistico e organizzare un interlab che interessa sia la CT/013, che si occupa di analisi sulle pelli, che il Gruppo di lavoro CT/013-GL01 che si occupa di analisi sui prodotti chimici, allo scopo di analizzare sia le pelli che i sintani utilizzati per riconciarle. Obiettivo dell’Interlab è quello di verificare l’efficacia di diversi approcci analitici proposti, utili sia a determinare il contenuto totale che quello estraibile (visto che si parla anche di sensibilizzazione cutanea), ma, nel contempo, fondamentali per comprendere le correlazioni esistenti tra quantità presenti nei prodotti e nelle pelli riconciate, valutando il livello di estraibilità e di fissazione alla struttura della pelle. Nella riunione europea CEN del 24 marzo, l’Italia ha presentato la strategia proposta, ed altri laboratori europei hanno dato la propria disponibilità a partecipare all’interlab; al momento i campioni sono già stati preparati ed in distribuzione presso i laboratori e nel corso delle prossime settimane si entrerà nel vivo della sperimentazione.

Dott.ssa Tiziana Gambicorti
Responsabile Ufficio Normazione
Esperto commissioni Cuoio UNI, CEN e ISO-IULTCS

Pubblicato il: 26 Mar 2021

 

Nella Biblioteca della SSIP inizia la digitalizzazione del fondo delle monografie

In questi giorni presso la Biblioteca della SSIP è stato allestito un cantiere digitale per l’attività di produzione di copie ad elevata qualità dei volumi selezionati nell’ambito del “Progetto Biblio_ARCCA – ARchitettura della Conoscenza Campana per Archivi e Biblioteche”, ad integrazione dell’Ecosistema Digitale Regionale della Cultura.

 

Nuovo servizio della SSIP per la valutazione dell’impronta ambientale di prodotto PEF Product Environmental Footprint

Con riferimento alla comunicazione inviata in data 05/02/2021 con protocollo numero PG/U000031/2021, la Stazione Sperimentale Industria Pelli ha informato le imprese contribuenti delle attività e servizi che sono stati implementati sulla base di quanto definito nel Programma 2020-2022.

 

La Valutazione del Ciclo di Vita (Life Cicle Assessment) attraverso l’Impronta Ambientale di Prodotto (Product Environmental Footprint PEF) e le relative certificazioni come il marchio Made Green in Italy (MGI) o la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Environmental Product Declaration EPD) sono gli strumenti attraverso i quali è possibile fare una valutazione reale e comparativa della produzione industriale.

 

L’approvazione dei criteri europei per il calcolo e la comunicazione della PEF specifici per le industrie conciarie rende questo strumento utile ed applicabile al settore su vasta scala, consentendo alle imprese di migliorare il valore del proprio brand, diventando uno strumento importante di competitività.

 

La SSIP avvia un programma sperimentale con l’obiettivo di erogare alle concerie interessate, il servizio di quantificazione dell’impronta ambientale di prodotto secondo le regole PEF Product Environmental Footprint per le pelli bovine conciate al cromo.

 

Questo servizio, che la SSIP offre alle imprese del settore, permette di ottenere diversi obiettivi quali:

  1. la valorizzazione ambientale del prodotto pelle in tutti i mercati;
  2. l’identificazione degli aspetti ambientali significativi del prodotto analizzato, strumento a supporto della (ri)progettazione dei prodotti/servizi;
  3. confrontandosi con il prodotto medio, la valutazione delle opzioni di miglioramento, per una maggiore competitività sul mercato.

Le concerie interessate ad aderire al programma potranno candidarsi inviando una mail a ssip@ssip.it

I referenti dell’attività per la Stazione Sperimentale a cui rivolgersi per ulteriori approfondimenti sono:

 

ing. Daniela Caracciolo          d.caracciolo@ssip.it

 

dott.ssa Tiziana Gambicorti   t.gambicorti@ssip.it

 

dott. Marco Nogarole            m.nogarole@ssip.it

 

 

 

Valutazione di Conformità ed Incertezza di Misura in ambito Conciario

Nell’ambito della messa sul mercato di pelli, cuoi è spesso richiesta la determinazione di parametri di diversa natura per valutare la conformità a requisiti di natura legislativa. D’altro canto anche il mercato richiede che le determinazioni analitiche necessarie alla verifica dei requisiti posti da Clienti in appositi Capitolati Tecnici, siano effettuate da laboratori accreditati secondo la norma ISO 17025,

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