Author page: Nunzia Marciano

DA CPMC – GUSTAVO GONZALEZ- QUIJANO: “La ricompensa per i conciatori che mapperanno la catena di custodia delle pelli, sarà il vantaggio sul mercato europeo”
DA CPMC – GUSTAVO GONZALEZ- QUIJANO: “La ricompensa per i conciatori che mapperanno la catena di custodia delle pelli, sarà il vantaggio sul mercato europeo”

Costituendo una dimensione della sostenibilità, la tracciabilità può rappresentare un punto di forza delle aziende conciarie del panorama europeo, che da sempre operano nel rispetto dei principi di trasparenza e qualità: le nuove disposizioni, che impongono oneri in tal senso, possono alla lunga premiare tali prassi virtuose?

La tracciabilità e la trasparenza sono all’ordine del giorno dell’industria europea della pelle dal 2011 (https://euroleather.com/news/projects/projects-completed/supplies-and-transparency) e il membro italiano di COTANCE UNIC-Concerie italiane, è certamente una delle entità più attive in questo campo. Le concerie italiane hanno promosso lo sviluppo del COTANCE Leather-Meat Dialogue a partire dal 2019 (https://euroleather.com/news/meet-again-in-lineapelle), che si è interrotto dopo la pandemia, quando è entrato in scena il Regolamento UE sulle catene di approvvigionamento prive di deforestazione (EUDR), che rende obbligatoria la tracciabilità di pelli bovine e cuoio nell’UE nel 2025. Questo sconvolgimento costringe tutti noi ad accelerare per rendere la tracciabilità una realtà. Ma in questo caso il lavoro principale non spetta alle concerie, bensì al settore dell’allevamento e della carne. Questi dovranno garantire la tracciabilità delle materie prime bovine comunitarie ed extracomunitarie se vogliono poter vendere i loro prodotti nell’UE. La ricompensa conciatori che riusciranno a mappare la catena di custodia delle pelli che producono sarà la possibilità di vendere sul mercato dell’UE, che è uno dei più redditizi al mondo. Ma non sarà cosi facile, perché ci sono ancora molte difficoltà da risolvere prima che i fornitori di pelli grezze dell’UE forniscano i dati richiesti dal regolamento comunitario. E se è difficile per i fornitori dell’UE, lo è ancora di più per i fornitori extra-UE.

Opportunità di crescita sostenibile, ma anche molti oneri burocratici (pensiamo alle implicazioni derivanti dalle nuove disposizioni in materia di deforestazione): quali i rischi per il settore (considerato anche che molte aziende non hanno unità di personale da poter dedicare in maniera sistematica ad adempimenti di tipo burocratico e amministrativo)?

In effetti, dove ci sono sfide, ci sono anche opportunità. Ma con l’EUDR il gioco non è equilibrato, perché l’onere burocratico che impone alla filiera della pelle (bovini-carne-pelle) è molto più pesante rispetto agli altri settori interessati (caffè, cacao, soia, legname, gomma, olio di palma). Il bestiame cambia proprietario diverse volte prima di essere macellato e le pelli devono essere selezionate e classificate (mescolate) per ottenere lotti omogenei. Aspetti che non sono stati considerati dal legislatore. Ma soprattutto, le pelli bovine sono sottoprodotti della produzione di carne e i conciatori non hanno alcuna leva per far si che i fornitori si conformino al nuovo quadro legislativo, in particolare quando si tratta di foriture extra-UE. I fornitori di pelli e cuoio extra-UE possono vendere le loro merci ad altre regioni del mondo per trasformarle in articoli che possono entrare nel mercato dell’UE senza alcun onere burocratico. Le concerie di pelli bovine dell’UE fanno bene a prepararsi all’attuazione dell’EUDR. Dovranno esercitare la Due Diligence sulle loro forniture raccogliendo informazioni sulla loro catena di approvvigionamento (o adeguare la loro catena di approvvigionamento in modo che possa fornire i dati richiesti). Le informazioni richieste dalle nuove norme riguardano i dati di geolocalizzazione degli stabilimenti della filiera e le informazioni sulla legalità dei prodotti e della produzione.Se i conciatori non sono in grado di trovare questi dati con il proprio personale, possono anche ricorrere a consulenti esterni, ma L’EUDR è cristallinamente chiara su una cosa: la responsabilità rimane nell’operatore.

Quali azioni di sistema possono e devono tentare tutti gli attori coinvolti a vario titolo nel settore a livello internazionale?

A livello istituzionale, l’industria europea della pelle sta intraprendendo diverse azioni:

  1. COTANCE promuove l’allineamento degli schemi di tracciabilità della pelle attraverso incontri mensili del Leather Traceability Cluster (https://euroleather.com/news/ leather-traceability-cluster). Esso riunisce tutti gli organismi di audit e certificazione interessati (ICEC, LWG, SLF. Oekotex e Textile Exchange) e altri importanti stakeholder per lo sviluppo di una norma CEN che eviti la duplicazione degli sforzi e inutili costi improduttivi per le concerie.
  2. COTANCE, grazie al sostegno di UNIC e Lineapelle, ha lanciato un’iniziativa volta a dimostrare alle autorità dell’UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) l’enorme impatto negativo delle norme EUDR sul nostro commercio e sulla nostra industria. Questo dovrebbe servire a convincerle a escludere le pelli e il cuoio dal campo di applicazione dell’EUDR quando sarà rivisto nel 2026.
  3. COTANCE sta comunicando ampiamente agli stakeholder pubblici e privati di tutto il mondo i obblighi e l’impatto dell’EUDR sul nostro settore. E alcuni Paesi hanno giá espresso forti preoccupazioni in seno all’OMC per il loro commercio con l’UE.

Tuttavia, non dobbiamo farci illusioni. La tracciabilità è destinata a rimanere e i conciatori non si oppongono ad essa, anzi. Ma la sua implementazione nella catena del valore della pelle non può essere imposta per legge come avviene con l’EUDR. La tracciabilità nella catena del valore della pelle ha bisogno di più diplomazia, denaro, tempo e soluzioni tecnologiche per diventare realtà.

 

L’indagine: Survey per il settore conciario
L’indagine: Survey per il settore conciario

Dalla partnership MICS, tra il progetto SOLARIS e il progetto RESTART, un’indagine per tracciare lo stato dell’arte e il grado di maturità delle imprese di filiera sui temi dell’innovazione sostenibili e della circolarità. 

L’indagine è stata elaborata da ricercatori delle Università di Bergamo, Brescia e Firenze, dell’istituto STIIMA del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dalla Stazione Sperimentale, nell’ambito delle attività di MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), iniziativa Partenariato allargato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Qui il link

La SSIP è intervenuta al XVII Convegno AICC tenutosi a Serino
La SSIP è intervenuta al XVII Convegno AICC tenutosi a Serino

La SSIP ha preso parte al XVII Convegno AICC (Ass. Italiana Chimici del Cuoio) che si è tenuto a Serino (Avellino), sul tema “Settore conciario: prospettive”. I saluti iniziali sono stati a cura di dott.ssa Franca NUTI (Presidente AICC), dott. Renato BERTOLI (Segretario AICC), dott. Gaetano MAFFEI (AlCC Campania) e del sindaco di Solofra Nicola Moretti.

Le Relazioni sono state: Università e Industria: Una Sinergia per Innovare la Sostenibilità dei Processi Conciari, a cura della prof.ssa Carmen TALOTTA  e della dott.ssa Veronica IULIANO (Dip. Chimica e Biologia “A. Zambelli” Univ. Studi di Salerno); Criteri di sostenibilità nelle comunicazioni B2B e B2C, a cura del dott. Gustavo DE FEO (ARS TINCTORIA); Innovazione nella quantificazione del Bisfenolo S (BPS): un approccio integrato tra spettroscopia infrarossa e chemiometria, a cura della dott. Costanza AGHEMO (I.C.A./.); Nuovi sviluppi e sperimentazioni con oli e funzionalizzazione maleica in concia ed ingrasso a cura del dott. Marco NOGAROLE (SSIP). Ampia la partecipazione generale della SSIP, che ha visto, oltre al dott. Marco Nogarole come relatore, una nutrita delegazione, capitanata dallo stesso Direttore Generale, dott. Edoardo Imperiale, con la partecipazione della dot.ssa Iossa, Resp. Politecnico del Cuoio, della dot.ssa Claudia Florio, Resp. Ricerca, oltre che di giovani ricercatori, tecnici e tecnologi dell’istituto.

Magazine JALCA – ottobre 2024
Magazine JALCA – ottobre 2024

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

Rivista tecnica: Journal of American Leather Chemists Association – JALCA

 

 

JALCA è una rivista storica di notevole impatto scientifico per il settore della chimica conciaria, che pubblica ricerche su tutti gli aspetti della scienza, ingegneria,

FOCUS SCIENTIFICO: La “bronzatura” sui cuoi scuri: analisi delle cause e possibili rimedi
FOCUS SCIENTIFICO: La “bronzatura” sui cuoi scuri: analisi delle cause e possibili rimedi

Uno dei più diffusi ed indesiderati difetti dei cuoi scuri, in particolare quelli di colore nero e testa di moro, è costituito dall’alterazione della colorazione, con particolare riferimento agli effetti localizzati o diffusi di una colorazione superficiale definita con il termine “bronzatura” per il suo aspetto metallico. Numerose sono le cause che possono concorrere alla produzione di questa tipologia di difetto, in ragione della complessità della matrice e della variabilità dei processi produttivi tradizionali o innovativi utilizzati, fino al contributo indiretto di fattori ambientali e termo-climatici in grado di impattare negativamente sulle prestazioni del materiale.

I settori maggiormente interessati da questo tipo di problematiche sono quello calzaturiero e della pelletteria.

 

Per questa tipologia di articoli, l’uniformità della colorazione e la gradevolezza dell’aspetto superficiale complessivo, costituiscono requisiti fondamentali richiesti dai principali brand moda e lusso nazionali e internazionali.

Nella maggior parte dei casi la causa è da attribuire alla scarsa solidità del colorante nei confronti del pellame, e la conseguente migrazione in superficie dello stesso colorante o di componenti più o meno attive.

Il fenomeno di migrazione superficiale di componenti interni alla pelle è dovuto ad un processo di diffusione chimico – fisico, che spontaneamente veicola la fase apolare verso la superficie per effetto di incompatibilità con le fibre conciate e tinte della pelle che possiedono, invece, una carica nettamente elettrostatica interna. Trattandosi di un processo di diffusione allo stato solido, esso è naturalmente lento, cioè viene osservato nei suoi effetti solo dopo diverso tempo. Infatti, risulta di difficile riproduzione anche attraverso prove di laboratorio.

Pertanto i coloranti, apportati nelle tinture in botte e/o nelle pigmentazioni superficiali, essendo nella maggior parte dei casi costituiti da miscele di più componenti diverse possono tendere, se non adeguatamente fissati in tintura, a spostarsi col tempo differenzialmente nella sezione del cuoio.

Questo aspetto è tipico di certe pelli tipo anilina, soprattutto di colore scuro, tinte in botte con un eccesso di colorante, ovvero di rimonte che prevedono, ad esempio, l’utilizzo di coloranti cationici intermedi non ben bilanciati all’interno della miscela.

In qualche caso anche rifinizioni pigmentate possono mostrare questo tipo di problema, quando si utilizzano pigmenti organici, il cui eventuale eccesso è da riferirsi rispetto alle proprietà leganti della miscela.

 

In altri casi, il fenomeno può dipendere dalla presenza di materiali accoppiati al pellame che mostrano un’eventuale tendenza alla cessione di colore, che manifesterà incompatibilità con la pelle già tinta.

 

A ciò si aggiungono fattori/componenti secondari che possono provocare fenomeni di migrazione dei coloranti verso la superficie; ad esempio, alcuni componenti normalmente presenti nei pellami quali plastificanti e solventi, fungono da veicolo verso la superficie della sostanza responsabile della bronzatura.

In alcuni casi anche la microanalisi con sonda a raggi X dei coloranti utilizzati può rilevarsi utile nell’intercettazione del difetto. Nello specifico si riportano di seguito i risultati di una microanalisi condotta su due coloranti utilizzati per un pellame che ha manifestato successivamente il fenomeno di bronzatura.

 

 

La microanalisi con sonda a raggi X dei coloranti ha evidenziato una consistente presenza di solfato di sodio nei due coloranti.

Ciò comporta come conseguenza un’azione meno efficace da parte della parte attiva del colorante e quindi una minore penetrazione dello stesso oltre che una disuniforme distribuzione.

Le prove più adatte a prevenire questo tipo di problematiche sono:

  • le prove di solidità del colore, in particolare allo strofinio a secco e ad umido, atte ad evidenziare le caratteristiche di solidità del colorante.
  • le prove di invecchiamento che consistono in test effettuati in camera climatica in determinate condizioni di temperatura ed umidità. Questo tipo di test non sempre riproduce il difetto, se non dopo svariati giorni anche più di una settimana.

Sull’articolo finito, è possibile verificare la tendenza allo scarico del colore già semplicemente trattando il manufatto con un tessuto imbibito d’acqua, valutando l’eventuale presenza di macchie sull’articolo o di aloni colorati sul tessuto.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi il fenomeno della bronzatura è irreversibile, ovvero non esistono trattamenti definitivi che possano rimuovere la problematica dall’articolo finito, senza che essa possa ripresentarsi o che l’articolo stesso possa perdere una qualche caratteristica merceologica.

A cura della dr.ssa Roberta Aveta

17-10-2024

 

La SSIP il 20 ottobre al Convegno “Made in Italy – Tutela del marchio” al Museo della Moda
La SSIP il 20 ottobre al Convegno “Made in Italy – Tutela del marchio” al Museo della Moda

La SSIP il 20 ottobre al Convegno “Made in Italy – Tutela del marchio” al MMN.

Il 20 prossimo ottobre, a partire dalle ore 10, al Museo della Moda di Napoli si terrà il convegno dal titolo Made in Italy Tutela del Marchio, che coinvolge giovani membri del Rotary e che vedrà gli interventi di maestri artigiani del settore moda confrontarsi su una tematica di grande attualità. Al Convegno interverranno personalità ed esperti del settore e personalità istituzionali, tra cui Antonio Marchiello, assessore alle Attività produttive – lavoro – Demanio e Patrimonio – Regione Campania. Per la SSIP interverrà il Direttore Generale della Stazione Edoardo Imperiale.

Info su www.museodellamodanapoli.com

DA CPMC – Nicolais: “La nuova frontiera del cuoio Made in Italy: qualità, sostenibilità e innovazione”
DA CPMC – Nicolais: “La nuova frontiera del cuoio Made in Italy: qualità, sostenibilità e innovazione”

L’industria conciaria italiana è rinomata a livello globale per la produzione di cuoio di alta qualita, sinonimo di eccellenza artigianale e innovazione tecnologica. Il cuoio Made in Italy si distingue per le sue caratteristiche uniche, che combinano tradizione e modernità, offrendo prodotti che rispondono alle esigenze estetiche, funzionali e di sostenibilità del mercato contemporaneo. L’industria conciaria italiana è fortemente radicata nei distretti produttivi del Veneto. della Toscana e della Campania, dove la tradizione artigianale si unisce a tecnologie all’avanguardia. Questi distretti non solo concentrano la maggior parte della produzione nazionale, ma rappresentano anche modelli di economia circolare e sostenibilità ambientale. Le concerie si caratterizzano per l’uso di materie prime provenienti da scarti dell’industria alimentare, come pelli bovine e ovicaprine, che altrimenti sarebbero destinate allo smaltimento in discarica. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche alla riduzione delle emissioni di gas serra. Un aspetto centrale della sostenibilità nell’industria conciaria è il recupero e il riutilizzo degli scarti di lavorazione. Le concerie italiane adottano già da tempo pratiche di economia circolare che permettono di trasformare gli scarti in nuovi prodotti di valore aggiunto. Ad esempio, gli scarti di pelle possono essere utilizzati per la produzione di fertilizzanti, biostimolanti, collagene per l’industria cosmetica e alimentare, e materiali per l’edilizia. Questo approccio non solo riduce la quantità di rifiuti prodotti, ma crea anche nuove opportunità economiche e contribuisce alla sostenibilità complessiva della filiera produttiva. Il trattamento delle acque reflue rappresenta un altro elemento cruciale per la sostenibilità dell’industria conciaria italiana. Le concerie italiane hanno, infatti, sviluppato impianti di trattamento delle acque reflue che permettono di rimuovere gli inquinanti riutilizzare l’acqua depurata nei processi produttivi. Questo non solo riduce il consumo di acqua dolce, ma minimizza anche gli impatti negativi sull’ambiente, contribuendo cosi alla protezione degli ecosistemi. L’innovazione tecnologica gioca, quindi, un ruolo fondamentale nella sostenibilità dell’industria conciaria italiana.

Diversi progetti all’interno dei Centri Nazionali, partenariati estesi e Centri di Competenza hanno utilizzato i fondi del PNRR per studiare e sviluppare nuove generazioni di pelli sostenibili attraverso l’uso di molecole e materiali derivati da biomasse. Questi progetti applicano tenologie abilitanti per il settore conciario: chimica verde, biotecnologie, nanotecnologie, funzionalità innovative quali l’impermeabilita, l’antimicrobicità e la resistenza al fuoco. L’adozione di sensori avanzati e tecnologie di controllo automatizzato 4.0 nell’industria conciaria italiana rappresenta una ulteriore trasformazione cruciale per migliorare la qualità del prodotto, ottimizzare l’uso delle risorse e garantire una tracciabilità completa. I sensori avanzati consentono di raccogliere dati in tempo reale su vari parametri critici del processo produttivo, come temperatura, umidità e composizione chimica, permettendo alle concerie di mantenere condizioni ottimali durante tutte le fasi della lavorazione delle pelli, riducendo gli scarti. Le tecnologie di controllo automatizzato 4.0, come RFID e blockchain, tracciano ogni fase del processo produttivo. dall’approvvigionamento delle materie prime alla distribuzione dei prodotti finiti. Questa tracciabilità assicura la conformità alle normative ambientali e di sicurezza, fornendo ai consumatori informazioni dettagliate sulla provenienza e le caratteristiche dei prodotti.

La blockchain, in particolare, crea un registro immutabile e verificabile di ogni fase del ciclo di vita del prodotto, rendendo difficile la contraffazione e proteggendo l’autenticità dei prodotti per i consumatori. Le normative europee e italiane richiedono livelli elevati di trasparenza e tracciabilità per garantire la sostenibilità e la sicurezza dei prodotti. Il regolamento (UE) 2024/1143 stabilisce requisiti rigorosi per la tracciabilità delle materie prime e dei prodotti finiti. Le imprese che implementano sensori avanzati e sistemi di controllo automatizzato sono meglio posizionate per soddisfare queste normative e beneficiare delle opportunità di mercato derivanti dalla crescente domanda di prodotti sostenibili e tracciabili. L’adozione di queste tecnologie avanzate migliora anche la sicurezza dei lavoratori, riducendo i rischi associati a compiti pericolosi o ripetitivi, e la precisione nel rilevamento dei difetti riduce la necessità di rilavorazioni costose e potenzialmente dannose per l’ambiente.

In conclusione, le concerie italiane stanno sperimentando nuove tecnologie materiali che permettono di migliorare le caratteristiche prestazionali della pelle e di ridurre l’impatto ambientale della produzione. L’adozione di pratiche di economia circolare e di tecnologie avanzate non solo migliora la sostenibilità dell’industria conciaria, ma crea anche nuove opportunità economiche e contribuisce alla competitività del settore. Le concerie italiane, infatti, sono in grado di produrre articoli in pelle di alta qualità che soddisfano le esigenze dei mercati globali della moda e del lusso, mantenendo al contempo un forte impegno verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Questo approccio integrato permetterà all’industria conciaria italiana di mantenere la sua posizione di leader globale e di rispondere efficacemente alle sfide del futuro.

Ricerca, servizi e formazione – La Biblioteca
Ricerca, servizi e formazione – La Biblioteca

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti è stato il primo Ente pubblico di ricerca sperimentale e istruzione tecnico/industriale in ambito conciario, fondato per supportare i settori produttivi strategici di fine Novecento.  Con l’emanazione della legge sul “Riordino dell’istruzione industriale”, Regio Decreto n. 302 del 3 ottobre 1909 e il Decreto Legge n. 896 del 10 maggio 1917, questo Istituto venne dotato di una Biblioteca specializzata, con lo scopo di offrire testi e materiale di studio necessari alla formazione e alla ricerca nel campo della Chimica teorica ed applicata, e della Tecnologia conciaria. All’epoca della fondazione, la Regia Stazione Sperimentale Pelli allestiva un museo merceologico del cuoio e la Biblioteca si componeva di oltre 700 volumi nella prima metà del 900. Negli anni, il luogo di lettura bibliotecario è stato progressivamente arricchito con l’aumentare e il diversificarsi dei servizi offerti dall’Istituto, rendendo indispensabile la realizzazione di un Centro di Documentazione annesso alla Biblioteca; attualmente viene gestito e valorizzato un patrimonio di oltre 5.600 Volumi, di cui 3.400 monografie e libri, 145 Proceedings di Congressi internazionali e nazionali di settore, 110 Riviste tecniche di settore provenienti da tutto il mondo (complessivamente 1.800 Volumi rilegati nella Sezione 1 dei Periodici), oltre 80 Tesi e fascicoli inerenti la ricerca e la tecnologia conciaria, e una Sezione Normazione che comprende una raccolta di ca. 900 Norme, Standard e metodi sul cuoio e materiali affini.

La Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli, unica del suo genere a livello nazionale, aderisce alla rete di cooperazione bibliotecaria promossa dal Ministro della cultura con la cooperazione delle regioni e delle Università, coordinata dall’Istituto centrale del catalogo unico (ICCU) delle Biblioteche italiane. La partecipazione alla rete attraverso il Polo regionale della Campania SBN-CAM, permette di gestire e divulgare un patrimonio di documenti in costante crescita.

L’aggiornamento e la valorizzazione delle collezioni, che avviene con la catalogazione in SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) attraverso il Polo SBN CAM, sono promossi in primo luogo mediante la realizzazione di una costante attività di catalogazione partecipata alla rete bibliotecaria coordinata dalla Direzione generale per le politiche culturali e il turismo “Promozione e valorizzazione dei musei e delle biblioteche”. L’OPAC (Online Public Access Catalogue) del Servizio Bibliotecario Nazionale consente di effettuare ricerche bibliografiche nel catalogo collettivo delle biblioteche italiane.

In Biblioteca vengono periodicamente ospitati studenti universitari e tirocinanti dove trovano materiale bibliografico per la stesura delle tesi di laurea, tesi di master, relazioni tecniche di stage (consultazione testi, libri e riviste). Inoltre vengono evase numerose ricerche bibliografiche on demand per le Industrie di Prodotti chimici del cuoio, Consulenti privati, Reparti R&D di concerie, ecc. al fine di fornire ogni possibile contributo ad iniziative di studio e di ricerca.

Lo ‘Spoglio Periodici’ effettuato nella nostra emeroteca, ha lo scopo di valorizzare il contenuto tecnico-scientifico dei periodici di tecnologia conciaria e di settori affini. Da questa attività nasce la base dati bibliografica, che comprende lo spoglio di oltre 110 riviste italiane di nostro interesse. Tramite la descrizione analitica del contenuto dei periodici e delle riviste è possibile il reperimento dei singoli articoli allargando e approfondendo l’orizzonte di ricerca.

Nell’anno 2019 la Regione Campania, nell’ambito dell’Asse 2 del POR Campania FESR, dedicato all’Information & Communications Technology (ICT), ha accolto il Progetto volto alla costituzione di un “Archivio e Biblioteca Digitale regionale”. Ad ad oggi la Stazione Sperimentale Industria Pelli è tra i 52 partner selezionati per partecipare alla creazione di tale archivio, nell’ambito del “Progetto Biblio_ARCCA – ARchitettura della Conoscenza Campana per Archivi e Biblioteche”, promosso dalla Giunta Regionale della Campania attraverso la Direzione Cultura e Turismo e che fa parte del portale “Ecosistema digitale per la cultura della Campania”, un hub attraverso il quale si accede alle sezioni e i servizi sul territorio attraverso esperienze immersive, ricostruzioni 3D e tour virtuali che mostrano, in una modalità innovativa, i luoghi e i beni culturali che ne fanno parte.

 

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