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Ricerca e innovazione: Enzimi di una nuova politica industriale

SCENARI & STRATEGIE GREENPubblicato su CPMC 1/2021

 

Intervista a: Luigi Nicolais, Consigliere scientifico Stazione Sperimentale Pelli

 

“La chimica italiana sta rinascendo e lo sta facendo nel segno del verde”, Luigi Nicolais, emerito di scienza e tecnologia dei materiali all’Università Federico II di Napoli, Consigliere per le Politiche della Ricerca del Ministro Maria Cristina Messa, è tra i più autorevoli esperti al
mondo di innovazione legata alla ricerca applicata. Il suo giudizio sulle potenzialità della bioeconomia è di quelli che pesano. E proprio per questo inducono a spingere sull’acceleratore di una transizione che proprio perché ecologica sarà anche conveniente dal punto vista economico.

 

Sull’esempio di Francia e Spagna anche l’Italia si è dotata di un Ministero specifico dedicato alla “Transizione ecologica”. Come può incidere questa scelta nel percorso avviato dal sistema produttivo verso un’economia più sostenibile?

Se non c’è una spinta politica non si fa molta strada e quindi plaudo senz’altro all’iniziativa del Governo. Sapere che c’è un forte interesse politico su un settore vuol dire far sentire più sicure le aziende che, altrimenti, non si sentirebbero mai pronte a investire anche solo un centesimo in più in nuovi materiali e nuove tecnologie verdi. Ne ho un’esperienza diretta.

 

Quale?

Qualche anno fa ho brevettato un materiale assorbente in cellulosa totalmente biodegradabile. Era, ed è, adatto alla produzione di pannolini, quindi parliamo di un mercato molto grande e di conseguenza di un prodotto ad alto impatto ambientale. Bene, quel prodotto non venne usato perché non c’era un chiaro vantaggio economico. Ecco, non c’era una direzione politica. Oggi invece, con i governi nazionale ed europeo impegnati a creare condizioni di vantaggio per chi investe nel settore, le cose possono cambiare e in fretta.

 

A proposito di mercati, quello della moda è un altro settore molto importante che sta investendo sulla sostenibilità.

Sì e in questo quadro la filiera conciaria ha maturato un’esperienza molto significativa. Un lavoro di ricerca molto approfondito si sta facendo con il supporto della SSIP anche sull’eliminazione integrale dei metalli pesanti dal ciclo produttivo. Oltre agli interventi di recupero degli scarti, la svolta sta infatti nell’eliminare completamente questi prodotti dal ciclo. Una cosa impensabile fino a pochi anni fa e che invece la ricerca rende possibile. E non è un caso che molti di questi passi in avanti vengano dalla filiera conciaria, che per vocazione trasforma un rifiuto non utilizzabile in un prodotto utilizzabile e ad alto valore aggiunto.

 

La bioeconomia può considerarsi al centro di una nuova politica industriale?

Lo dovrebbe. Nel 2017, il totale delle attività ad essa riconducibili hanno generato un output in Italia di circa 328 miliardi di euro, occupando oltre due milioni di persone, vale a dire un decimo circa del totale dell’economia del nostro Paese. Ma non è solo questo, le faccio un esempio.

 

Prego.

Quando parliamo di polimeri biodegradabili possono generarsi delle ambiguità. Non tutti i polimeri sono biodegradabili in ogni condizione, molto lo sono a condizione controllata, e cioè a certe temperature, in presenza di acqua, e così via. Una biodegradabilità per sé è difficile accoppiata a una buona resa meccanica. Questo vuol dire che vanno create le aree di compost in grado di processare materiali biodegradabili a condizioni controllate, c’è un pezzo di filiera di economia circolare su cui investire e che promette grandi ritorni, economici e ecologici.

 

A cura di Gaetano Amatruda, Ufficio Stampa SSIP 

 

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Rivista “World Leather” – Highlights dal mondo conciario
Rivista “World Leather” – Highlights dal mondo conciario

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

Rivista di settore: World Leather – Magazine for the leather industry

 

E’ stato pubblicato il secondo numero 2021 del magazine inglese “World Leather”, fondato nel 1987, che rappresenta una delle riviste leader a livello mondiale per l’industria della pelle.

 

Questa pubblicazione viene edita sei volte all’anno e tre volte in cinese, ed è destinata ai conciatori, commercianti di pelle, produttori, l’industria conciaria in generale e tutta la sua filiera.

 

 

Editore: World Trades Publishing Ltd, 36 Crosby Road North, Liverpool, Mereyside, L22 4QQ, UK

 

Contents: World Leather, Vol. 34, n.2 aprile/maggio 2021

 

Industria & Innovazione: Nuove tecnologie e nuove idee dai fornitori dell’industria conciaria e dai service providers


Tecnologia:

› Massimizzare la precisione e minimizzare gli scarti di spaccatura
› Innovativa e green: nuova macchina di rifinizione roller coat

› Parte 1: COD – Cos’è la richiesta chimica di ossigeno?


Cuoio ed Economia circolare:
› La Commissione Europea per raccontare la circolarità del cuoio
› Le scelte dei materiali contano

› Il Consiglio Nazionale del cuoio francese (Conseil National di Cuir – CNC) a supporto dei calzaturieri specializzati nella riparazione

 

Questa rivista e tutte le edizioni precedenti possono essere consultate presso la nostra Biblioteca

 

Sede Biblioteca 

Stazione Sperimentale per I’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti srl – c/o Comprensorio Olivetti
Via Campi Flegrei, 34 • 80078 Pozzuoli (NA) –  per consultazione è gradito appuntamento  ai seguenti recapiti – tel: 081 597 91 12  e-mail: c.grosso@ssip.it

 

Dall’AIB un riconoscimento per la Dott.ssa Grosso. Si rilancia la Biblioteca
Dall’AIB un riconoscimento per la Dott.ssa Grosso. Si rilancia la Biblioteca

L’Associazione Italiana Biblioteche ha riconosciuto alla Dottoressa Carmelina Grosso, in forza alla SSIP, la qualifica professionale di ‘Bibliotecaria’.

La figura professionale possiede, dunque, i requisiti per l’iscrizione dei professionisti nell’elenco nazionale, istituito a norma dell’articolo 2 della legge 22 luglio 2014 n. 110, le necessarie competenze per valorizzare e tutelare il patrimonio esistente.

 

L’importante riconoscimento, grazie ai requisiti di conoscenza, abilità e competenza riconosciuti dall’AIB, consentirà alla Dottoressa Grosso di gestire i beni documentari, le raccolte librarie e tutto il patrimonio bibliografico della Stazione Sperimentale Industria Pelli.
Un deciso salto di qualità per tutta la organizzazione.

La SSIP, lo ricorda il nostro regolamento, è stato il primo istituto di istruzione tecnico/industriale e ricerca sperimentale in ambito conciario italiano, localizzato nel Mezzogiorno ed in particolare a Napoli per supportare i settori produttivi strategici di fine Novecento.
Trattandosi di un Istituto di Formazione e Ricerca, con l’emanazione della legge sul “Riordino dell’istruzione industriale”, Regio Decreto n. 302 del 3 ottobre 1909 e il Regio Decreto Legge n. 896 del 10 maggio 1917, venne dotato di un laboratorio, una Biblioteca ed un museo archeologico del cuoio. La Biblioteca comprendeva non solo testi e pubblicazioni su materie scientifiche e didattiche in genere, ma documentazione specifica del settore, e dall’epoca della fondazione fino alla prima metà del 900 si componeva di oltre 700 volumi. La Biblioteca assume un notevole ruolo strategico per la formazione, anche a seguito del Regio Decreto 31 ottobre 1923, N. 2523 sul “Riordino dell’istruzione industriale” e Ordinamento delle Regie Scuole Industriali.

 

La Biblioteca specializzata è andata progressivamente arricchendosi negli anni con l’aumentare e il diversificarsi dei servizi dell’Istituto, rendendo indispensabile la realizzazione di un Centro di Documentazione annesso alla Biblioteca.
Oggi ha un ruolo storico e strategico, racconta il Paese, l’universo conciario è la base solida sulla quale si basa il futuro.

 

A cura di Gaetano Amatruda

Giornalista – Ufficio Stampa SSIP

 

Si riparta dalla sostenibilità, dal rispetto dell’ambiente

LE POLITICHE GOVERNATIVEPubblicato su CPMC 1/2021

 

Centrale é la salvaguardia e la valorizzazione dei nostri beni, dalla centralità dell’acqua e del suolo

 

Intervista a: Vera Corbelli, Segretario del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale

 

“Non va mai dimenticato che l’acqua non è un bene illimitato e, quindi, va governato e gestito con oculatezza e visione strategica. A
parlare è Vera Corbelli, segretario del Distretto Idrografico dell’appennino Meridionale. “Se ne deve controllare la qualità, la quantità e la distribuzione per rendere sostenibile la sua gestione e farla diventare “oro blu” del Paese che, nel riconoscere e valorizzare i beni naturali, li assimili a fonte di benessere e di identità culturale del territorio. E tutto questo è reso ancora più cogente in considerazione delle difficoltà che, da anni, il Paese sta vivendo sul piano economico, sociale e territoriale.

 

Il Distretto è uno dei sette italiani e dei centodieci europei che si occupa fra l’altro della gestione delle risorse idriche.Ce ne parla?

Premettiamo che la gestione, ma parlerei soprattutto di governo della risorsa, avviene per Distretti Idrografici, ossia unità fisiografiche
di riferimento nelle quali trova naturale collocazione l’acqua che, in senso lato, comprende la risorsa nel suo habitat naturale,
i suoi usi, le sue modifiche ed il complesso sistema di captazione e distribuzione che, spesso, lega intimamente tra loro territori distanti anche centinaia di chilometri come, per esempio, nel caso delle grandi reti di distribuzione che si sviluppano tra il Lazio, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata e la Calabria e che mobilitano 850 milioni di mc annui.

 

È questo il tema della pianificazione del Distretto dell’Appennino Meridionale? 

Per poter arrivare ad un processo di pianificazione condiviso a livello locale, regionale e governativo, nonché con tutti gli stakeholder del territorio sono stati realizzati il “Progetto di Piano di Gestione Acque” PGA (I e II ciclo) ed il “Progetto di Piano di Gestione
Rischio Alluvioni” PGRA (I ciclo). E’ stato altresì attivato un processo di informazione e consultazione attraverso dei Forum e dei Focus sulle attività̀ relative al PGA (III ciclo) e al PGRA (II ciclo). Quando parliamo di gestione e governo delle risorse del territorio stiamo parlando di beni come l’acqua, il suolo e l’ambiente. Il governo delle risorse richiede pianificazione, programmazione e gestione. Per raggiungere questi obiettivi – sostenibilità a e rispetto dell’ambiente -occorre avere consapevolezza delle risorse quali beni non infiniti, occorre rafforzare una programmazione organica, sistemica ed unitaria. Servono inoltre adeguate ed unitarie norme d’uso e un processo di pianificazione interdisciplinare, razionale, unitario e partecipato. Il corretto uso delle risorse ci rimanda necessariamente alla capacità di armonizzare ciò che il territorio offre e ciò che la società richiede allo stesso.

 

Tra gli accordi con gli attori del territorio realizzati dal Distretto dell’Appennino Meridionale c’è quello per la tutela e la salvaguardia ambientale per il Distretto conciario della Campania. Una sinergia che nasce per la valorizzazione processi di sviluppo sostenibile?

E’ il momento di un cambio di rotta e di paradigma.  È l’ora di mettere in “pole position” tra le priorità di tutti noi la sostenibilità, la salvaguardia, la valorizzazione dei nostri beni tra i quali un ruolo particolarmente rilevante è rivestito dall’acqua e dal suolo. È il tempo
di mettere a sistema le competenze e le progettualità esistenti, le risorse finanziarie, che ci sono ma che vanno bene utilizzate, grazie a proposte integrate e strategiche. Per il bene del Paese è necessario che i piani ed i percorsi predisposti nella prossima  programmazione nazionale non restino un’utopia. È necessario che, con il contributo di tutti, diventino realtà. Il Distretto dell’Appennino Meridionale concorre alla difesa, alla tutela e al risanamento del suolo e del sottosuolo, alla tutela quali–quantitativa della risorsa idrica, alla mitigazione del rischio indotto da fenomeni naturali, alla lotta alla desertificazione, alla tutela della fascia costiera ed al risanamento del litorale. Le attività di analisi, valutazione e programmazione si basano su un complesso ed integrato
sistema di conoscenze delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, idrologiche, etc.. del Distretto Idrografico
dell’Appennino Meridionale. Tali conoscenze conducono alla realizzazione degli strumenti di pianificazione, programmazione e gestione che si correlano con una serie di azioni che riguardano il sistema fisico, ambientale, territoriale e produttivo. E tra queste c’è la Stazione Sperimentale Pelli che opera al servizio della filiera conciaria, attraverso attività di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo, attività di certificazione di prodotti e/o processi produttivi, formazione, analisi e controlli, consulenza avanzata alle imprese, alle pubbliche amministrazioni ed Enti pubblici, documentazione e divulgazione scientifica ed iniziative orientate all’implementazione dello sviluppo dell’industria conciaria e dei settori utilizzatori di cuoio.

 

In termini operativi cosa produrrà l’accordo con la Stazione Sperimentale Pelli?

Saranno realizzate verifiche in termini di impatto ambientale sullo stato degli impianti e dei processi produttivi delle aziende del settore conciario che operano nell’area dei corpi idrici del Bacino del Fiume Sarno, ma anche mappatura e schedatura degli impianti, predisposizione di misure di un processo di certificazione ambientale da erogare a favore delle imprese. L’azione che abbiamo pianificato d’intesa con la Stazione Sperimentale Pelli focalizza l’attenzione su temi e questioni ambientali ma non solo, perché teniamo conto di molteplici fattori: delle risorse naturali del loro uso, delle problematiche e soprattutto attenzionando le eccellenze naturali, antropiche, produttive. Stiamo costruendo una piattaforma per sviluppare azioni e fornire risposte a tutti gli attori coinvolti nei processi di gestione e tutela ambientale, nel rispetto di quel necessario equilibrio “offerta territoriale/domanda sociale ed economica. Importante, altresì, sarà l’azione di informazione e divulgazione volta alla più ampia partecipazione delle imprese, delle amministrazioni, delle associazioni e dei cittadini. Il programma Tecnico, Economico, Operativo e Temporale rappresenta lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi dell’intesa fra SSIP e Distretto che prevede fra l’altro verifiche in termini di
impatto ambientale sullo stato degli impianti e dei processi produttivi delle aziende del settore conciario che operano nell’area dei corpi idrici del Bacino del Fiume Sarno, ma anche la mappatura e schedatura degli impianti, la predisposizione di misure per un processo di attestazione ambientale da erogare a favore delle imprese che operano nel sano e sostenibile sviluppo del territorio. L’obiettivo è di sviluppare un’azione in linea con il “Green Deal” europeo, avviando i processi di “transizione verde” prioritari nel Recovery plan, mediante un’azione di progettazione partecipata che con il contributo della PA, della comunità scientifica, del mondo industriale e del sistema della ricerca favorisca il passaggio dall’economia lineare a quella circolare.

 

A cura di Gaetano Amatruda, Ufficio Stampa SSIP 

 

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Technofashion “Sosteniamoci a vicenda e sosteniamo il settore Moda”
Technofashion “Sosteniamoci a vicenda e sosteniamo il settore Moda”

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

Rivista italiana di Tecnologia e Sistemi per l’Industria della Moda

 

Il progetto Technofashion è la rivista pensata per rispondere alle mutate esigenze del tessile-abbigliamento italiano. Un ausilio costante per tutti coloro che vogliono imparare a cogliere le nuove opportunità offerte dal mercato globale, Technofashion si propone di diventare il punto di riferimento unico per tutte le tecnologie dedicate all’industria della moda: dalle fibre ai materiali, dalle macchine e gli impianti per le lavorazioni tessili ai processi di progettazione e produzione di abbigliamento, fino alla logistica e alla distribuzione.

 

Editore: TECNICHE NUOVE S.p.A., Milano

 

Contents Tecnofashion, Anno XXXVI – n° 1, aprile 2021

 

Editoriale “Sosteniamoci a vicenda e sosteniamo il settore Moda” di Fabrizio Brescianini, Presidente IACDE Italia

 

…In una prospettiva di ripresa è indispensabile promuovere una condivisione di competenze e know-how nell’intero comparto, per un sostegno reciproco lungo tutta la filiera…

 

Altri contenuti:

Tendenze Un settore ad alto tasso di Resilienza – La 32° edizione Milano Unica
Brexit Esportare in UK. Istruzioni per l’uso
Moda sostenibile La ginestra: una fibra antica e innovativa
Speciale Tracciabilità
Formazione Uno strumento innovativo per i professionisti del Retail
Made in Italy L’artigianalità del cashmere italiano
Ricerca Progetti di Urban Manufacturing per il Fashion

 

Questa rivista e tutte le edizioni precedenti possono essere consultate presso la nostra Biblioteca

 

Sede Biblioteca 

Stazione Sperimentale per I’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti srl – c/o Comprensorio Olivetti
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Ricerca, il Ministro: Liberiamo le energie del Paese

LE POLITICHE GOVERNATIVEPubblicato su CPMC 1/2021

 

Intervista a: Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca

 

Il contesto emergenziale che da più di un anno fa da cornice alle nostre vite ha rinnovato la centralità del ruolo della ricerca per la sopravvivenza stessa della comunità e del sistema sociale. “La conoscenza – sottolinea il Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa – è una tra le forme di solidarietà più forti che possiamo mettere
in campo”. Ma aggiunge, “non è la panacea di tutti i mali”. La scienza apre sempre nuovi scenari e per essere all’altezza del presente e, ancor di più, per progettare il futuro occorre “investire con continuità nella ricerca e nella formazione”.  Solo così è possibile “rigenerare” il Paese.

 

Qual è lo stato della salute della ricerca italiana?

Buono, anche se bisognoso di una cura ricostituente. È un grande patrimonio di energie in alcuni casi disperse per l’eccesso di frammentazione, in altri compresse da norme che rallentano i processi. Occorre un intervento liberatorio, che restituisca entusiasmo, fiducia e voglia di fare bene. Senza queste condizioni, con un numero insufficiente di ricercatori, poche risorse e senza infrastrutture adeguate difficilmente si può imprimere una svolta e accelerare il
cambiamento.

 

Lei ha parlato della necessità di creare un sistema trasversale della ricerca in modo da poter ottimizzare l’utilizzo di fondi di diversi ministeri per generare bandi congiunti. Di cosa si tratta?

Il tema, emerso con maggior forza durante i mesi della pandemia, è fare sistema. Farlo rispetto alle risorse, alle infrastrutture, ma anche, e soprattutto, sulle politiche. Questo perché la ricerca è la piattaforma trasversale
che sorregge e alimenta tutte le iniziative innovative volte a favorire la crescita, la salute e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Attivare, poi, bandi congiunti significherà condividere, semplificare e omogeneizzare le procedure. Un obiettivo che spero si possa estendere anche a livello territoriale.

 

Si può rendere meno tortuosa la strada che dalla ricerca di base conduce al proof of concept?
Il punto non è la strada, ma chi la percorre e il contesto di riferimento. Dobbiamo innanzitutto essere consapevoli che ogni ricerca che sviluppa un risultato scientificamente valido, prima o poi verrà sicuramente utilizzata.
Se ciò non accade subito è dovuto a fattori diversi sui quali occorre agire singolarmente. Dall’innalzamento delle conoscenze alla disponibilità di capitali di rischio, da una diversa cultura della valutazione dell’errore alla diffusione di milieu innovativi. Il compito della politica è favorire le condizioni di cornice affinché ciò accada.

 

Il benessere sociale prima ancora che economico è oggi basato sulla capacità di produrre beni e servizi ad alto tasso di conoscenza, eppure l’Italia si conferma ancora molto indietro per quota di Pil destinata alla ricerca. Il Pnrr ci aiuterà a superare questo gap?

È uno degli obiettivi strategici. Ovviamente questa significativa iniezione di risorse, che ricordiamo è un prestito da restituire, ha una funzione rigenerativa e dimostrativa. Non dobbiamo assolutamente sprecarla.

 

La scienza gode oggi di una rinnovata fiducia, l’emergenza sanitaria ha lasciato svanire i complottismi e ristabilito la gerarchia delle cose?

La conoscenza è una tra le forme di solidarietà più forti che possiamo mettere in campo. Ma non è la panacea di tutti i mali. È uno strumento particolare che, nell’aiutarci a risolvere alcuni problemi, apre nuovi scenari e interrogativi. Per questo è molto importante investire con continuità nella ricerca e nella formazione. Occorre tenere sempre viva la
curiosità e l’interesse a apprendere. Questa è l’unica strada che conosco, non per dare gerarchia alle cose, ma per vederle come sono.

 

Nel trasformare un materiale di scarto dell’industria alimentare in un prodotto ad alto valore aggiunto, la filiera della pelle è di fatto una filiera della conoscenza. Crede ci siano le condizioni per favorire la definizione di indirizzi di specializzazione sempre più connessi a questo genere di realtà produttive?

Tutte le realtà che esprimono un alto potenziale di innovazione concorrendo a innalzare la soglia della sostenibilità sono destinate a avere un futuro. La specializzazione delle conoscenze è sempre possibile, ma va vista in parallelo alla trasversalità soprattutto nelle fasi aurorali in quanto potrebbe rappresentare un limite e non un’opportunità di crescita.

 

Nati da qualche anno per iniziativa del Cnr e di Confindustria, i dottorati industriali hanno lo scopo di fare sintesi tra domanda e offerta di conoscenza e di innovazione. Prevede ulteriori investimenti a sostegno di questa iniziativa?

Indipendentemente dall’attributo, i dottorati sono uno dei fattori abilitanti per l’innovazione del Paese. Occorre favorire la liberazione di queste energie creative altamente formative anche a vantaggio del mondo produttivo e della pubblica amministrazione.

 

A cura di Gaetano Amatruda, Ufficio Stampa SSIP 

 

Fonte Foto immagine: www.money.it

 

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Libro: La leggenda di Elena Ferrante
Libro: La leggenda di Elena Ferrante

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

 

«Questa non è una vecchia cartolina, un paesaggio in bianco e nero ripescato in fondo a un cassetto per ambientare una storia, è un luogo saturo di memoria ancora viva.»

 

Libro: La leggenda di Elena Ferrante

 

Autore: Annamaria Guadagni

 

Editore: Garzanti Editore
ISBN:
9788811601951
Edizione: aprile 2021
Pagine e dettagli:
320 pagine, Cartonato

 

 

Elena Ferrante è molto di più di uno pseudonimo, un nome d’arte, una copertura. Elena Ferrante è una storia tra le storie, una narrazione che ingloba e rielabora dettagli autentici e altri fantastici, è un personaggio uscito dalle pagine e penetrato nella realtà. Ma la materia di cui è fatta, i suoni, i colori sono il riverbero di un universo e di un tempo ben precisi: il mitico rione dietro la stazione ferroviaria di Napoli negli anni Cinquanta. Seguendo gli echi di quel mondo come il rumore del mare in una conchiglia, Annamaria Guadagni ritrova i luoghi, le voci, le vite che sono confluiti nella tetralogia dell’Amica geniale: percorre i lotti delle case popolari, il pauroso tunnel che porta al mare, i capannoni industriali in rovina, e dipinge una galleria di grandi donne che scrivendo, lavorando, lottando hanno fatto il Novecento italiano. Il viaggio iniziatico che così si compie illumina di una luce nuova e sorprendente le metamorfosi di una chimera, capace di «orchestrare menzogne che dicono sempre, rigorosamente, la verità».

 

Questo libro è presente presso la SSIP, quale copia omaggio da parte dell’autrice, che ha consultato e scelto alcune foto della collezione Fotografica (clicca per visualizzare) della “Casa del guanto” custodite presso la Biblioteca  trovato anche i testi degli anni ’50-60 per la redazione del capitolo “Le occasioni di Lila” (pagine 169-188).

 

«……Dall’archivio della Stazione sperimentale sono uscite facce della gioventù che imparava a tagliare e a cucire le pelli alla Scuola del guanto nel 1952 e nel 1960: tra le due classi sembra trascorso non un decennio ma un’epoca intera e nelle donne è molto evidente. Non è solo questione di costumi…»

 

Sede Biblioteca

 

Stazione Sperimentale per I’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti srl – c/o Comprensorio Olivetti
Via Campi Flegrei, 34 • 80078 Pozzuoli (NA) –  per consultazione è gradito appuntamento  ai seguenti recapiti – tel: 081 597 91 12  e-mail: c.grosso@ssip.it

 

 

 

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