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FORMAZIONE – Alla SSIP in visita gli studenti del corso per fashion sustainability specialist
FORMAZIONE – Alla SSIP in visita gli studenti del corso per fashion sustainability specialist

Gli studenti del “CORSO TECNICO SUPERIORE MODA SOSTENIBILE – FASHION SUSTAINABILITY SPECIALIST”, a cura della Fondazione Mia Academy ITS Moda Campania, hanno visitato e seguito una lezione di Analisi Microscopiche alla Stazione Sperimentale con Roberta Aveta, responsabile del laboratorio di microscopia. Con l’occasione, gli studenti hanno nell’occasione visitato la mostra GLOVE in esposizione in SSIP, guidati da Carmelina Grosso, responsabile della Bibiblioteca. Il corso, che si svolge presso la Fondazione Mondragone di Napoli, si propone di formare una figura che si occupi a 360° della moda sostenibile: dalle certificazioni ESG, all’etichettatura dell’intera Supply Chain.

Il fashion sustainability specialist:

  • Contribuisce alla definizione della strategia aziendale, ambientale e sociale;
  • Presidia il monitoraggio e certificazione della supply chain;
  • Ha un ruolo di raccordo, supporto e coordinamento tra le funzioni aziendali: dall’ufficio stile, alla produzione, alla gestione della supply chain e alla comunicazione.
FOCUS SCIENTIFICO – Modifiche di proprietà di rivestimenti poliuretanici indotte attraverso processi chimico-fisici – Parte 1
FOCUS SCIENTIFICO – Modifiche di proprietà di rivestimenti poliuretanici indotte attraverso processi chimico-fisici – Parte 1

Poliuretano è un nome generale che descrive un ampio gruppo di polimeri (PURs) con composizioni differenti e con intervalli di proprietà assai estesi. Tale gruppo è accomunato dalla modalità di sintesi chimica, si tratta infatti di prodotti di processi di poliaddizione di poli-isocianati con, generalmente, poli-alcoli. Il gruppo funzionale caratteristico è quello uretanico.

 

Focus completo QUI.

 

 

A cura del dr. Francesco de Laurentiis

 

20/06/2025

IL RAPPORTO – “La Bioeconomia in Europa”: La moda BioBased italiana leader d’Europa, grazie, prevalentemente, alla componente conciaria
IL RAPPORTO – “La Bioeconomia in Europa”: La moda BioBased italiana leader d’Europa, grazie, prevalentemente, alla componente conciaria

Presentata lo scorso 17 giugno, presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma, l’undicesima edizione del Rapporto “La Bioeconomia in Europa”, elaborato dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster SPRING e SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Nel 2024 l’insieme delle attività connesse alla Bioeconomia in Italia ha generato un valore della produzione pari a 426,8 miliardi di euro e occupato più di due milioni di persone.

 

Per quanto riguardo lo specifico conciario, nonostante il valore della produzione in calo, rispetto agli anni precedenti, segno della crisi di settore degli ultimi anni, la moda BioBased italiana si conferma leader d’Europa, sempre grazie, prevalentemente,  appunto alla componente conciaria.

Stando ai dati emersi dal rapporto, in Italia spicca la maggior rilevanza del sistema Moda, con un peso del 10,1% a fronte di un modesto 2,9% per l’UE27, che conferma la nostra forte specializzazione nei settori del tessile-abbigliamento e nella filiera della pelle (sia in temini di output che addetti).

 

In Italia, la quota bio-based della produzione di beni del sistema Moda è rilevante e superiore a quella media dell’Unione Europea, con un peso che supera il 55% per la concia, pelletteria e calzature e il 40% per il segmento del tessile-abbigliamento. Nello specifico, il sistema moda bio-based si è attestato su un valore della produzione pari a circa 43 miliardi di euro nel 2024, in calo del 10,5% rispetto al 2023 (-5 miliardi di euro), sintesi di un andamento negativo che ha riguardato tutti i segmenti e in particolare quello della concia/pelletteria (-12,7%, -2,6 miliardi di euro), che ha subìto maggiormente le difficoltà delle imprese legate ai grandi brand del lusso. In calo a doppia cifra anche la filiera tessile (-10,9%, -1,2 miliardi di euro), mentre è stata pari a -7,4% la contrazione del settore dell’abbigliamento. Nonostante il ridimensionamento, resta elevato il peso della filiera moda sul totale della Bioeconomia, con una quota del 10,1%. Con circa 216 mila occupati la filiera pesa per l’11% sull’occupazione della Bioeconomia nazionale.

 

Nel Sistema Moda bio-based spiccano i paesi dell’area Mediterranea, influenzati dall’Italia.

 

Da CPMC – Tamburini (Pres. Camera Commercio Toscana Nord-Ovest): “Il cambio di paradigma  dovrà essere una conquista effettiva”
Da CPMC – Tamburini (Pres. Camera Commercio Toscana Nord-Ovest): “Il cambio di paradigma dovrà essere una conquista effettiva”

Il paradigma della produzione conciaria si deve necessariamente spostare, abbracciando la valorizzazione della conoscenza “immateriale” e non solo materiale dei prodotti: quanto, secondo lei, gli operatori sono pronti ad un cambio di direzione del genere? La crescente attenzione ai temi della sostenibilità, responsabilità sociale, innovazione in una competizione globale sempre più accesa ha innescato un processo di profonda trasformazione che sta attraversando molti settori industriali, quello conciario incluso. Dare valore alla conoscenza “immateriale” del prodotto conciario e dunque al compendio di competenze artigianali, know-how tecnico, tradizioni e tecniche che sono essenziali per ottenere un prodotto conciato di alta qualità, rappresenta una svolta che obbliga ad allargare visione e attenzione ben oltre il prodotto materiale e le sue esclusive peculiarità fisiche e tangibili. Come è noto lo scenario imprenditoriale italiano è caratterizzato dalla prevalenza nettissima di PMI (il 99% delle imprese esistenti) attive in settori tradizionali che spesso frena la capacità d’innovazione in genere. Pertanto l’affermazione di un paradigma che valorizzi la conoscenza immateriale del prodotto conciario, pur essendo a mio avviso già in corso, dovrà diventare una conquista effettiva e non sarà priva di elementi fortemente sfidanti per imprese ed istituzioni. Non so dire se e quanto siano pronti gli imprenditori di settore ad un cambiamento che impone in primo luogo una vera e propria rivoluzione culturale che deve vincere la tendenza alla conservazione in un processo produttivo, come quello conciario, fondato su tecniche consolidate, che deve superare il timore di costi aggiuntivi non sostenibili in un contesto di crisi. Ed inoltre la disponibilità degli operatori a cambiare non è una loro esclusiva responsabilità, non dipende soltanto dalla loro capacità di individuare i vantaggi di questa trasformazione, ma anche dalla prevedibile pressione del mercato se i consumatori saranno sensibilizzati adeguatamente al valore dell’autenticità, della sostenibilità, dell’innovazione, delle pratiche etiche. E servirà infine supporto tecnico, formativo, normativo, finanziario. La ricerca a supporto sempre della produzione ma in che senso, secondo lei, può intervenire per sollecitare una visione sempre più green del sistema? Il non sempre proficuo rapporto tra ricerca e produzione è tema ricorrente che peraltro risente anche della complessità sopraggiunta in tutti i comparti produttivi per la transizione digitale, green, etica che li attraversa e che ampliano la necessità di un approccio scientifico olistico, integrato e multisettoriale. Per il settore conciario, afflitto storicamente dalla sua associazione a pratiche inquinanti per essere industria fortemente chimica e consumatrice di risorse naturali, la ricerca è cruciale nel mitigare sensibilmente l’impatto ambientale intervenendo in ogni segmento del processo produttivo e gestionale ottimizzandoli. La ricerca, tuttavia, per incidere complessivamente nel sistema, deve andare oltre l’intervento sui processi produttivi rivolgendosi anche agli aspetti formativi ed educativi in materia di in sostenibilità e innovazione ambientale. Formazione per gli addetti ma anche educazione dei consumatori, un vero e proprio marketing verde che orienti il mercato verso la domanda di prodotti eco-friendly e sostenibili di cui siano resi diffusamente noti i benefici. Dal passato al futuro, non più con un “Made in”, ma con un “Will make in”, in una visione più fattiva del settore: può essere questa una strada da percorrere? E il supporto di istituzioni quanto è importante in questo caso? È indubbio quanto il “Made in” abbia avuto e continui ad avere un ineguagliato valore identitario e distintivo, rimarcando la qualità, la creatività e il genio italiano universalmente riconosciuti. A conferma di questo basti citare la perdurante attività di contraffazione di prodotti italiani a varie latitudini e la necessità di adeguare continuamente il sistema complessivamente inteso a tutela delle nostre produzioni. La situazione attuale, tuttavia, connotata da globalizzazione e radicali cambiamenti socio economici legittima a considerare la sola etichetta di origine una visione da raffinare in termini più dinamici e proiettati nel futuro. Si sta affermando soprattutto nelle nuove generazioni un crescente interesse a ciò che sta dietro alla mera provenienza di un prodotto e dunque il “Will make in” mette più adeguatamente in risalto il futuro in termini di conseguenze ambientali ed impatti sociali, pone nuove domande di trasparenza e responsabilità etica. In questo nuovo contesto così diversificato diventano protagonisti innovazione, sostenibilità, digitalizzazione, intelligenza artificiale, automazione, tracciabilità, etica, responsabilità sociale, tutti ambiti in cui le istituzioni hanno compiti, competenze e doveri chiari in termini di opzione politica, gestione amministrativa, individuazione di priorità e destinazione di risorse finanziarie e di regolamentazione. Il supporto delle istituzioni in questa transizione dal passato al futuro su larga scala è quindi da ritenersi cruciale e la strada del “Will make in” una necessità anche per un futuro più rassicurante nel settore conciario.

Italian Leather Research Summit 2025, alla Federico II il mondo della Concia ha incontrato Università e Ricerca per un “patto di filiera strutturato”
Italian Leather Research Summit 2025, alla Federico II il mondo della Concia ha incontrato Università e Ricerca per un “patto di filiera strutturato”

Nasce dall’Italian Leather Research Summit 2025 il “patto di filiera strutturato”: a Napoli la prima edizione dell’evento tenutosi alla Federico II, organizzato dalla SSIP in collaborazione con la Fondazione MICS – Made in Italy Circolare e sostenibile ha avuto l’obiettivo puntare sulla ricerca per le “pelli del futuro”  per costruire la conceria del futuro per dare nuovo slancio al settore della pelle e cuoio, motore del Made in Italy.

Il summit, tenutosi alla Biblioteca storica di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, è stato organizzato, nell’ottica di un fondamentale gioco di squadra, in collaborazione con la Fondazione MICS – Made in Italy Circolare e sostenibile, e ha riunito il mondo dell’innovazione, della sostenibilità e della ricerca applicata alla pelle, che parte dal Sud, dalla sede di Pozzuoli della Stazione per ricadere sull’intera filiera, nell’interesse delle imprese.

La giornata è stata l’eccellente occasione per rendere noti alcuni risultati della ricerca di settore.

Negli innovativi laboratori tecnologici della SSIP, si lavora, fra le altre cose, a nuovi materiali con proprietà aggiunte (antiossidanti, antimicrobiche waterproof, ecc.), per la pelle che siano competitive grazie anche al supporto di tecnologia e AI: saranno pelli che, fra le altre novità, con più efficacia utilizzeranno gli scarti delle filiere tessile e quelli del comparto agroalimentare.

Inoltre, insieme ad altri partner MICS e dell’Università Federico II, si sta puntando ad integrare altre tecnologie di sensoristica e automazione, per impiego del materiale nella realizzazione di prodotti deep tech (indumenti sensorizzati smart, esoscheletri in cuoio, soft-robots).

Dai laboratori, con la interazione di diversi progetti e grazie ai partenariati avviati, nasceranno nuove molecole che saranno il primo passo per la produzione di nuove generazioni di pelli sostenibili ad alto valore aggiunto. Gli studi, le sperimentazioni già in atto, faranno sviluppare molecole e materiali da utilizzare nel settore conciario, nuovi prodotti in grado di conferire proprietà aggiuntive ai cuoi e ai nuovi materiali circolari, come: proprietà autopulenti, antimicrobiche, impermeabilizzanti, antiossidanti, antifiamma, antimacchia. In generale su tutti gli scarti conciari sono in atto sperimentazioni per addivenire a nuovi prodotti.

Dagli stakeholder della filiera industriale spunti fondamentali per orientare le attività di università ed enti a sostegno dell’universo conciario. Gli attori della filiera, nel corso di tutti i lavori, hanno sottolineato il complicato momento congiunturale si supera puntando sugli investimenti in ricerca e consolidando azioni strategicamente e condivise verso l’innovazione tecnologica.

Alla giornata di lavori, che ha seguito al momento di discussione un workshop scientifico sui temi di ricerca e avanzamento del partenariato MICS e non solo, sono intervenuti, tra gli altri: Edoardo Imperiale, Direttore Generale SSIP,  Luca Gentile, Dirigente Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Graziano Balducci, Presidente SSIP, Antonio Lanzotti, Responsabile TFdA, Università degli Studi di Napoli Federico II, Delegato per il Sud del Consiglio di Amministrazione MICS, Marco Taisch, Presidente del PE MICS; Valeria Fascione, Valeria Fascione, Assessore con delega alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania; Luigi Nicolais, Consigliere Scientifico SSIP – Rappresentante dell’Italia nell’EIC e nell’EIE; Fulvia Bacchi, Direttore UNIC; Mirko Balsemin, Presidente della sezione concia di Confindustria Vicenza; Mauro Bergozza, Presidente ASSOMAC; Maurizio Maggioni, Direttore UNPAC – Unione Nazionale Produttori Italiani Ausiliari Conciari. A moderare, il giornalista Ettore De Lorenzo.

“L’Italian Leather Research Summit nasce – ha sottolineato Imperiale, direttore generale della SSIP – con un obiettivo chiaro: fare rete, mettere a sistema competenze, esperienze, prospettive che attraversano l’intera filiera conciaria italiana. La concia, come gran parte del sistema manifatturiero europeo, è sotto pressione ma in ogni crisi si nasconde un’opportunità, e oggi la nostra opportunità ha un nome preciso: ricerca e innovazione, sono anelli di una stessa catena di valore, che deve partire dai laboratori e arrivare nelle fabbriche. In questa prospettiva”, ha continuato, “la SSIP, in sinergia con il Partenariato Esteso MICS, con le università, con il CNR, è – ha spiegato – un’infrastruttura chiave fondamentale per promuovere rete. Aggregarsi non è solo utile, è oggi una condizione necessaria per essere competitivi. Nessuno può affrontare da solo le sfide che abbiamo davanti. È il momento di un patto di filiera strutturato, in cui ciascun attore – industria, ricerca, istituzioni – contribuisca responsabilmente al rilancio del Made in Italy circolare e sostenibile. La filiera della pelle ha un futuro solido, a condizione che la ricerca diventi un asset quotidiano, non straordinario. La sostenibilità non è solo un obiettivo: è un metodo, un linguaggio comune, una responsabilità condivisa”

“La collaborazione del sistema universitario con gli Enti di Ricerca e le imprese è la strada da seguire. Puntare sulla ricerca, per rendere più competitivi i comparti strategici del paese, è sfida di incredibile attualità. Da Napoli, dal Sud, parte un segnale forte e carico di competenze” ha dichiarato Matteo Lorito, Rettore Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Per l’assessore Fascione è vincente l’idea del gioco di squadra. “In questo settore la ricerca e le innovazioni – ha spiegato – fanno la differenza e la presenza delle Istituzioni, del Mondo Accademico, degli Enti di Ricerca e dell’imprese, è una garanzia. Come Regione Campania ci siamo e riconosciamo nella SSIP un player d’eccellenza. C’è collaborazione, da sempre, ed anche ad Osaka all’Expo continueremo questo lavoro.

Su questi temi ci sono, in questo momento, grandi opportunità che nascono dalle Istituzioni, a livello europeo e regionale. Ricordo perché di grande interesse il bando STEP e l’avviso per i dottorati industriali che mette a disposizione delle imprese risorse altamente qualificate”.

A conclusione del summit, si lavora già alla II edizione, in programma per la primavera del 2026. Nel corso dell’evento, inoltre, è stato presentato il primo numero del 2025 di CPMC – CUOIO PELLI MATERIE CONCIANTI, nei 140 anni della SSIP, rivista di divulgazione scientifica a cura della SSIP in collaborazione con MICS con focus sulla riflessione inerente il passaggio dal “Made in Italy” al “Will Make in Italy”, una visione che punta su ricerca, sostenibilità, transizione digitale e innovazione tecnologica per affrontare con strumenti concreti le nuove sfide del settore.

 

 

FOCUS SCIENTIFICO – Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario- II PT
FOCUS SCIENTIFICO – Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario- II PT

Nei processi conciari, la tecnologia con CO2 supercritica è stata sperimentata per ridurre gli scarti e aumentare l’efficienza dell’assorbimento dei prodotti chimici sulla pelle da trattare. La prima applicazione della CO2 supercritica è stata segnalata nel 1955 (Carles et al., 1955).

 

 

FOCUS COMPLETO QUI

 

 

A cura di Marco Nogarole  – 12/06/25

 

 

NB. Prima parte pubblicata il 5-11-2024

 

WEBINAR – Metodi chemiometrici e spettroscopia NIR per il controllo della produzione conciari
WEBINAR – Metodi chemiometrici e spettroscopia NIR per il controllo della produzione conciari

La spettroscopia NIR rappresenta uno strumento innovativo e rapido per il controllo qualità nella produzione industriale. In questo contesto verranno approfonditi i principi di base della tecnica, le modalità di trattamento degli spettri e l’applicazione di metodi chemiometrici per l’elaborazione dei dati. Sarà inoltre illustrato l’utilizzo del software dedicato alla strumentazione MicroNIR Viavi per la creazione di modelli predittivi, con esempi relativi al riconoscimento del tipo di concia e alla quantificazione dei concianti. I metodi che verranno presentati sono stati sviluppati all’interno del progetto di ricerca MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile.

ISCRIVITI QUI

 

IN PROGRAMMA IL 9 LUGLIO ALLE ORE 16 – A CURA DEL DR. ANTONIO MEDICI

Tutte le sedi della SSIP resteranno chiuse dal 7 al 22 Agosto.

In caso di esigenza, è possibile rivolgersi ai seguenti contatti:

dott. Gianluigi Calvanese

mail g.calvanese@ssip.it

mobile. +393490899336

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