Un nuovo programma di accelerazione dedicato alle start up. Questo è La Maison des Startups, il progetto lanciato da LVMH, Louis Vuitton Moët Hennessy l’holding francese operante nel settore dei beni di lusso. L’azienda è quotata alla Borsa di Parigi, città dalla quale la sede principale controlla una sessantina di marchi di prestigio, commercializzati in tutto il mondo. I prodotti della società del Presidente del Cda e Amministratore Delegato Bernard Arnault, spaziano dai prodotti per la moda, agli accessori in pelle, con la gestione di brand come Louis Vuitton, Kenzo, Celine, Fendi, Marc Jacobs, Givenchy, Emilio Pucci, Loro Piana, fino al vino e ai liquori in genere, Moët & Chandon, Dom Pérignon brands, Hennessy.

 

Ogni anno La Maison des Startups ospiterà a 50 start up internazionali. L’iniziativa avrà non solo il compito di guidare l’evoluzione delle realtà partecipanti, ma le metterà anche in contatto con le griffe del gruppo, con le quali potranno inventare e sviluppare nuovi servizi e prodotti per il mercato del lusso. La Maison, in particolare, ha casa all’interno di Station F, il campus dedicato alle start up con sede a Parigi, e mette a disposizione 89 postazioni di lavoro. Il primo gruppo è entrato nel campus lo scorso novembre.

 

“L’innovazione è parte integrante della storia delle nostre maison, che spesso hanno secoli di storia. Questo è il motivo per cui sappiamo, forse meglio di altri, come trovare i modi per lavorare con le start up a vantaggio di tutti noi”, ha commentato Bernard Arnault, presidente e CEO di LVMH, che nei giorni scorsi, ha presentato il progetto insieme al chief digital officer Ian Rogers. Quest’ultimo ha spiegato: “LVMH ha da tempo considerato l’innovazione un valore fondamentale. L’innovazione non è solo una parola d’ordine da LVMH, è un’ossessione pratica, fondamentale per mantenere la nostra posizione di leadership a lungo termine. Collaborare con le start up ci aiuta a rimanere al passo con le opportunità di business e le modalità di lavoro. Un ecosistema di avvio sano è necessario per un’industria sana”.

 

 

 

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