È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 maggio il Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato Made Green in Italy, adottato dal Ministro dell’Ambiente lo scorso 21 marzo.

Il provvedimento è entrato in vigore il 13 giugno 2018.

Il Ministero dell’Ambiente con il ‘Programma per la Valutazione dell’Impronta Ambientale’, attraverso lo schema “Made Green in Italy”, intende perseguire alcuni obiettivi:

  • Promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo
  • Stimolare il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti
  • Favorire scelte informate e consapevoli da parte dei cittadini
  • Rafforzare l’immagine dei prodotti, attraverso l’adozione del metodo PEF (Product Environmental Footprint)
  • valutare e comunicare l’impronta ambientale dei prodotti per la competitività sui mercati nazionali e internazionali.
  • L’impronta ambientale di un prodotto (inteso come “bene” o “servizio”, secondo la Norma ISO 14040:2006 sulla metodologia LCA – Life Cycle Assessement ) è una misura fondata su una valutazione multi-criterio delle prestazioni ambientali di un prodotto, analizzato lungo tutto il suo ciclo di vita, ed è calcolata principalmente al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio considerando tutte le attività della catena di fornitura, dall’estrazione delle materie prime, attraverso la produzione e l’uso, fino alla gestione del fine-vita.

LEGGI ANCHE: Cosa è e come funziona il Made Green in Italy.

Questo schema è la confluenza di due percorsi:

  1. La rete delle Regioni italiane CARTESIO che ha calcolato l’impronta ambientale di prodotti rappresentativi di distretti industriali e cluster italiani;
  2. Il Ministero dell’Ambiente ha fatto in modo di avviare un Programma la Valutazione dell’Impronta Ambientale, generando alcune centinaia di applicazioni di calcolo delle emissioni di gas serra.

Con il “Collegato ambiente” alla legge di stabilità 2015, sono state introdotte nel nostro ordinamento una serie di novità in materia di appalti verdi e alcune modifiche al codice dei contratti pubblici. Le norme hanno previsto l’obbligo per le pubbliche amministrazioni, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali, attraverso l’inserimento nei documenti di gara delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali sui CAM (Criteri Ambientali Minimi), adottati in attuazione del Piano di Azione Nazionale (PAN GPP).

LEGGI ANCHE: Testo del Regolamento.

Ovviamente, tutte le disposizioni (sugli acquisti verdi e sulla obbligatorietà dei CAM) costituiscono una vera e propria rivoluzione nel mondo degli appalti e gli operatori possono trarre vantaggio dall’utilizzo delle etichettature ‘green’.

La Stazione Sperimentale sta sviluppando progetti ad hoc per il sostegno delle aziende conciarie che vogliono adottare questo marchio. Per lo sviluppo di tali progetti è stato siglato un importante ‘Accordo di Programma Quadro’ con l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

 

di Daniela Caracciolo

Ricercatore e referente Sostenibilità

Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti

 

 

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