Siamo ad una svolta epocale, ora gioco di squadra
Pubblicato su CPMC 2/2021 – I Soci della SSIP
Intervista a Valter Tamburini, Commissario della Camera di Commercio di Pisa
Presidente Tamburini, transizione ecologica e digitale. A suo giudizio a che punto siamo?
A mio avviso non esiste un “punto” preciso perché il percorso è per sua natura in continua evoluzione. La percezione, tuttavia, è che siamo in cammino ma che la strada sia ancora lunga. Non tutto il sistema delle imprese, così come accade nella società civile e la PA, ha la medesima sensibilità ed è quindi fondamentale adoperarsi per informare e indirizzare quanti più soggetti possibile verso questa transizione. Si tratta di un passaggio epocale che non può essere relegato a livello locale ma deve trovare una risposta a livello nazionale e sovrazionale perché è su quella scala che si gioca la partita. A questo proposito il
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’occasione che il paese e l’Europa non deve farsi sfuggire.
Quali le competenze delle Istituzioni? cosa deve garantire il sistema delle imprese, piuttosto che gli Enti di Ricerca?
La domanda tocca un aspetto fondamentale che è quello della ricerca di sinergie nel rispetto dei ruoli. La Pubblica amministrazione ha il compito di creare una cornice regolamentare stabile e moderna ma anche quello di definire e attuare interventi di carattere economico e ambientale che abbiano come obiettivo quello di fornire incentivi adeguati a stimolare nuovi investimenti. Anche il sistema delle Camere di Commercio, come quella di Pisa, ha messo sul tavolo risorse economiche su investimenti legati alle tecnologie digitali ma anche per acquisire sistemi di gestione e certificazioni ambientali soprattutto per il
settore conciario che è uno dei più attenti al tema. Le attività di ricerca invece debbono essere portate avanti da soggetti che abbiano un forte bagaglio di conoscenze e competenze come la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti. Soggetti che siano in stretto contatto con gli stakeholder pubblici (le istituzioni) e privati (le imprese e le loro associazioni) ma dotate di una forte dose di autonomia. Dal canto loro anche le imprese devono adottare strategie che siano attente all’ambiente e attuino le migliori prassi sul fronte della digitalizzazione.
Sostenibilità ambientale e sviluppo tecnologico. Due sfide della stessa medaglia?
Direi che queste due sfide fanno parte di un ampio gruppo di questioni che debbono essere trattate congiuntamente. Negli anni recenti abbiamo scoperto che lo sviluppo tecnologico e la sostenibilità sono due alleati per contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti sull’uomo e sull’economia. Le mutazioni climatiche e ancor di più le catastrofi naturali, oltre al tributo di vite umane che purtroppo le caratterizzano, interrompono le attività delle imprese e delle persone riducendo il valore prodotto e distribuito e aumentando la loro vulnerabilità. Un altro aspetto importante di cui tener conto è quello del “rischio di transizione”: vale a dire la possibilità che il passaggio verso un’economia sostenibile avvenga in modo disordinato con i prezzi energetici che potrebbero aumentare molto impattando su imprese e famiglie. La tecnologia, assieme ad una finanza che prenda in considerazione i parametri ambientali, possono giocare un ruolo importante per mitigare questi effetti.
Quali le condizioni nella realtà territoriale di suo riferimento?
Il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio, è da sempre attento a queste tematiche che con il passare degli anni sono diventate vere e proprie leve competitive. Nonostante le inchieste sui temi ambientali che lo hanno recentemente coinvolto mi preme manifestare il sostegno della Camera di Commercio a tutte le imprese del comprensorio del cuoio che, da molti anni, rappresentano un’eccellenza a livello internazionale e che quindi meritano sostegno e difesa. Tornando alle attività svolte grazie al supporto della Fondazione ISI, solo negli ultimi tre anni ci siamo occupati di rilevare i fabbisogni formativi, tecnologici e di innovazione delle aziende conciarie, attraverso interviste con gli imprenditori e visite aziendali per poi organizzare eventi di informazione-formazione dedicati alle aziende della filiera.
In una recente riflessione lei ha sottolineato, secondo ‘i dati del Sistema Informativo Excelsior nel corso del 2020 le imprese del comparto cuoio-calzature della provincia di Pisa hanno effettuato circa 2500 assunzioni, soprattutto personale qualificato’. Accettando e giocando questa sfida, a suo giudizio avremo numeri ancora maggiori?
Il comparto è stato fra i più colpiti durante la crisi sia per il calo dei consumi che per l’aumento della penetrazione delle importazioni. I dati del Sistema Informativo Excelsior a cui accennava stimano che a livello nazionale, tra il 2021 e il 2025, le imprese del pelli-calzature richiederanno tra i 4 e 10mila lavoratori senza riuscire a tornare allo stock occupazionale ante-crisi. Per questo l’ecosostenibilità e la digitalizzazione, già tra i driver del mercato del lavoro, assumeranno un peso ancora più
rilevante nella partita con l’impulso degli investimenti europei volti alle transizioni green e digitale. La partita è lunga e difficile e, nonostante le resistenze al cambiamento che inevitabilmente ci saranno, bisogna tenere la barra del timone e non perdere di vista gli obiettivi che adesso possiamo solo immaginare
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