Lo scopo della normazione tecnica è la produzione di documenti di applicazione volontaria in grado di rispondere alle esigenze delle Imprese.
Gli argomenti trattati nelle norme hanno rilevanza tale (es. sicurezza, ambiente, ecc) che anche le Pubbliche Amministrazioni fanno riferimento ad esse richiamandole nei documenti legislativi e trasformandole, quindi, da documenti di applicazione “volontaria” in documenti “cogenti”.
Oltre alla pubblicazione di metodi di prova armonizzati, strumenti necessari ai Laboratori per la quantificazione delle proprietà fisiche e chimiche di materiali e sostanze di varia natura in regime di riproducibilità, le Commissioni Tecniche lavorano nella produzione di standard per la certificazione di sistema, ambientale e di prodotto.
Per quanto riguarda la certificazione di prodotto, la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli è impegnata sia in ambito nazionale (Commissione Tecnica CT/13) che in sede internazionale (CEN/TC 289, ISO/TC 120, IULTCS) nella definizione di specifiche tecniche per la definizione delle caratteristiche e dei requisiti minimi del cuoio in funzione della specifica destinazione d’uso.
Tale lavoro ha trovato maggiore efficacia soprattutto in ambito nazionale. Le commissioni di normazione internazionali, infatti, si sono limitate alla definizione di standard contenenti solo pochi requisiti fisici, meccanici e di solidità del colore, tralasciando del tutto le caratteristiche eco-tossicologiche, i cui limiti sono stati rimandati alle norme nazionali di settore. Tali documenti hanno lo scopo di indicare solo delle linee guida generali per la selezione dei cuoi, senza fornire alcun valore aggiunto relativamente alla qualità del prodotto.
Esempi di tali standard sono:
✓ UNI EN 13336:2012 Cuoio – Caratteristiche del cuoio da rivestimento – Guida alla selezione del cuoio per
arredamento
✓ UNI EN 14906:2012 Cuoio – Cuoio per autoveicoli – Metodi di prova e parametri di prova
✓ UNI EN 16419:2014 Chamois per scopi di pulizia – Classificazione e requisiti
✓ UNI EN ISO 14931:2022 Cuoio – Guida alla scelta del cuoio per abbigliamento (ad esclusione delle pellicce)
In ambito nazionale, invece, la Commissione Tecnica UNI CT/13 “Cuoio, Pelli e Pelletteria”, grazie al lavoro congiunto degli Istituti di analisi e ricerca, delle aziende del settore conciario e di quelle utilizzatrici del “prodotto cuoio”, sono stati pubblicati standard sulle “Caratteristiche e requisiti del cuoio” che focalizzano l’attenzione non solo sul concetto di “idoneità all’uso”, ma forniscono aspetti qualitativi specifici a tutela sia del Made in Italy che del consumatore finale. Tali standard rappresentano oggi lo strumento più efficace per garantire la qualità del cuoio nelle forniture di pellami in relazione alla specifica destinazione d’uso.
I documenti pubblicati negli ultimi anni sono:
✓ UNI 10885:2012 Pelle conciata al vegetale – Definizione, caratteristiche e requisiti
✓ UNI 10886:2000 Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati alla manifattura di guanti
✓ UNI 11077:2004 Caratteristiche e requisiti dei cuoi idonei al lavaggio domestico destinati all’industria calzaturiera
✓ UNI/TS 11268:2008 Caratteristiche e requisiti dei cuoi per selleria
✓ UNI 11007:2009 Requisiti e indicazioni per l’etichettatura dei prodotti di pellicceria
✓ UNI 10857:2000 Requisiti ed indicazioni per l’etichettatura dei prodotti di pelletteria
✓ UNI 11125:2004 Etichettatura di mobili con rivestimento di cuoio – Requisiti
✓ UNI 10594:2019 Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all’industria calzaturiera
✓ UNI 10826:2020 Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all’industria della pelletteria e degli accessori
✓ UNI 11287:2020 Glossario ed etichettatura dei prodotti di pelletteria
Tra gli standard sopra riportati, oltre ai documenti riferiti a produzioni di nicchia o, comunque, limitate (es. cuoi scamosciati per asciugatura e per selleria), di particolare interesse sono quelli relativi all’industria calzaturiera e della pelletteria (UNI 10594 e UNI 10826), ovvero i settori più rappresentativi della produzione nazionale. In particolare, il lavoro delle commissioni tecniche si è focalizzato soprattutto sulla risoluzione dei “difetti” dei vecchi documenti, per ottenere norme più facilmente utilizzabili dalle Aziende, dai Laboratori di analisi nonché dal legislatore in caso di contestazioni. Nell’ottica di un continuo miglioramento della documentazione di supporto alla compravendita del cuoio, legata al monitoraggio continuo delle esigenze del settore, per tali norme, i requisiti sono stati classificati in caratteristiche essenziali, fondamentali e complementari. Le caratteristiche essenziali si riferiscono alle proprietà ecotossicologiche del pellame e “devono essere soddisfatte da ogni tipo di cuoio”; al di là delle prescrizioni legislative legate alla normativa Reach, sono stati fissati parametri specifici per il contenuto di penta e etracloroetilene e la formaldeide libera. Le caratteristiche fondamentali sono principalmente prove fisiche, meccaniche e di solidità del colore che “devono essere considerate tutte” per la specifica destinazione d’uso. Le caratteristiche complementari, invece, sono proprietà relative a specifiche destinazioni d’uso e manufatti e, quindi, “devono essere concordate fra le parti interessate”.
In entrambe le norme sono più chiare le indicazioni per i laboratori di analisi nell’esecuzione degli esami di conformità. Nel paragrafo 4.2 degli standard, infatti, sono state definite in maniera più efficace le condizioni di prova (relative al metodo oppure alla superficie del cuoio da analizzare), i parametri da utilizzare nella definizione delle conformità nonché la non applicabilità dei requisiti per alcune particolari tipologie di cuoio (ad. esempio per i cuoi a concia vegetale). Ciò rende la verifica del soddisfacimento dei requisiti meno aleatoria e meno legata, ad esempio, alle interpretazioni dei laboratori di prova.
Entrando maggiormente nel dettaglio, nella UNI 10594, in accordo con la vecchia versione, è stata mantenuta la classificazione delle caratteristiche e dei requisiti in funzione del tipo di componente (tomaio, fodera e sottopiede di pulizia, suola, sottopiede, intersuola, guardalo e tacco); per ciascun componente i requisiti sono stati differenziati in funzione del tipo di calzatura (Sport, casual, da città, da bambino, moda, da casa) partendo dal presupposto che per le calzature sottoposte a maggiori sollecitazioni o usura sono richieste prestazioni superiori rispetto a quelle in cui si predilige “lo stile” ed il design. Su richiesta della SSIP e delle concerie dei distretti campani, inoltre, sono stati introdotti dei requisiti specifici per i cuoi ovicaprini, per i quali le performance meccaniche richieste sono inferiori a causa della generale minore resistenza rispetto ai cuoi di altra natura. Nella UNI 10826 sulle “Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all’industria della pelletteria e degli accessori” è stata introdotta la classificazione in funzione del tipo di articolo. Nella precedente versione della norma, infatti, i requisiti erano riferiti a tutti gli articoli di pelletteria, con alcune eccezioni relative, ad esempio, per i cinturini per orologi. Tali requisiti, inoltre, erano suddivisi in due differenti livelli qualitativi che, nell’ottica della definizione di uno standard minimo di qualità, non trova più riscontri sul mercato.
Su proposta della SSIP, che ha avuto il ruolo di Coordinatore del Gruppo di Lavoro, il nuovo documento prevede la classificazione delle prestazioni per tipologia di articolo (piccola pelletteria, cinture, cinturini, borse, valigeria e derivati), definendo per ciascuno di essi delle caratteristiche ad hoc legate alle effettive condizioni di utilizzo dei manufatti. Non ha alcun senso, infatti, definire caratteristiche generali applicabili a manufatti totalmente differenti come, ad esempio, i cinturini per orologi e di piccola pelletteria. Per tale norma, infine, le proprietà dei pellami sono state differenziate in funzione del tipo di
rifinizione, così come è l’orientamento nell’ambito delle commissioni tecniche internazionali. La norma si integra con
la UNI 11287:2020 che individua nel dettaglio la tipologia di articolo di pelletteria, inclusiva anche delle evoluzioni di
prodotto degli ultimi anni che hanno visto la nascita di nuovi articoli legati principalmente agli accessori per smartphone e tablet per i quali sono stati previsti requisiti aggiuntivi.
Le norme sulle “Caratteristiche ed i requisiti”, oltre ad essere utilizzate nell’ambito delle transazioni commerciali da fornitori ed utilizzatori di cuoio e nel controllo qualità delle concerie, nel tempo hanno assunto una sempre maggiore rilevanza come documenti di riferimento per la risoluzione di contestazioni di natura legale. Proprio per fornire al legislatore uno strumento efficace nel giudicare o meno un cuoio idoneo, nelle norme di ultima pubblicazione sono state introdotte informazioni e indicazioni aggiuntive che, assieme alle prescrizioni di natura analitica, consentono un più oggettivo giudizio nelle controversie. Elementi che vanno in tale direzione sono, ad esempio, l’identificazione del cuoio mediante il proprio spessore e l’individuazione di una tabella di riferimento laddove non sia chiara la destinazione d’uso del pellame. Sono numerosi i casi, infatti, di contestazioni per non conformità relative a grandezze meccaniche valutate in seguito a lavorazioni successive effettuate dall’utilizzatore dei pellami (es. scarnitura eccessiva con relativa riduzione della resistenza dei materiali); in tal caso lo spessore del cuoio rappresenta la “carta di identità” del materiale da analizzare. Sono altresì numerosi i casi in cui le forniture di pellami avvengono senza dichiarare l’effettiva destinazione d’uso sia da parte delle concerie che delle aziende manifatturiere; per ovviare a tale inconveniente, sia nella UNI 10594 che nella UNI 10826 sono riportate le tabelle di riferimento che, nello specifico, sono quelle relative alle caratteristiche fondamentali delle “calzature da città” e di quelle delle “borse”, ovvero gli articoli con maggiormente prodotti per l’industria calzaturiera e della pelletteria.
Un’altra norma di particolare importanza, principalmente per il distretto toscano, è quella che definisce i requisiti dei cuoi conciati al vegetale (UNI 10885) che, rappresentando un prodotto di elite dell’industria conciaria italiana, ha necessitato la definizione di un documento ad hoc.
Accanto alle norme relative al controllo qualità ed alla certificazione di prodotto, la commissione UNI CT/13 ha pubblicato anche standard e technical report per la “certificazioni di sistema”, alcuni dei quali hanno trovato anche una estensione a livello europeo. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentate le richieste di documenti in grado, ad esempio, di regolare il rapporto tra concerie ed aziende operanti conto terzi, standard per definire pellami prodotti con criteri ecocompatibili e, infine, un documento con il quale si prescrivono i requisiti per poter denominare un pellame come “prodotto italiano” o Made in Italy.
✓ UNI/TR 11181:2006 Linee guida per la redazione di un bilancio ambientale di prodotto per pelli finite
✓ UNI EN 16484:2015 Requisiti per la determinazione dell’origine della produzione del cuoio (che rappresenta il
recepimento in sede CEN/TC 289 della norma UNI 11239:2007)
✓ UNI 11427:2022 Criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto
ambientale
✓ UNI 11416:2011 Linee guida per i requisiti di servizio applicabile alle lavorazioni conto terzi nel settore
conciario.
A cura di
Ing. Rosario Mascolo – Coordinatore Tecnico-Scientfico Dipartimento Sviluppo Prodotto
Pubblicato il: 28 Apr 2022 alle 09:15