Economia Circolare – Il valore potenziale dei rifiuti conciari

 

L’economia circolare e i principi per uno sviluppo più sostenibile sono al centro delle strategie dell’Unione Europea dichiarate a Parigi, in Agenda 20301. Tra gli obbiettivi del piano si mira a migliorare non solo la gestione del ciclo di vita dei prodotti ma anche ad implementare la riduzione dei rifiuti e in alternativa massimizzare il loro riutilizzo.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile consiste in un progetto delle Nazioni Unite per la pace e la prosperità per le persone e il pianeta, ora e in futuro. Al centro ci sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che rappresentano un appello urgente all’azione da parte di tutti i paesi in una partnership globale. Il controllo efficace della produzione, dello stoccaggio, del trattamento, del riciclaggio e del riutilizzo, del trasporto, del recupero e dello smaltimento dei rifiuti è “di fondamentale importanza per la salute, la protezione dell’ambiente, la gestione delle risorse naturali e lo sviluppo sostenibile”. La prevenzione della produzione di rifiuti pericolosi e il ripristino dei siti contaminati sono gli elementi chiave ed entrambi richiedono conoscenze, persone esperte, strutture, risorse finanziarie e capacità tecniche e scientifiche.2

 

La prevenzione nella generazione di rifiuti, Riduzione, è l’opzione più onorevole al di sopra di tutte le possibili azioni, gerarchizzate nel 2008 dalla Commissione Europea come “obbligatorie”3. La Riduzione è immediatamente seguita da Riutilizzo, quindi Riciclo, Recupero e Smaltimento, come ultima opzione della piramide di gestione dei rifiuti.

La transizione da un’economia lineare ad una circolare (Figura 2) si pone come l’unica soluzione per la salvaguardia del pianeta, in un’ottica di sostenibilità economica, che rappresenti una nuova opportunità di sviluppo vista in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione.

 

 

Dunque, i trattamenti di Riutilizzo, Riciclo, e Recupero di risorse da materiali di scarto stanno acquistando sempre più rilevanza, specialmente quando si tratta di rifiuti ricchi di materia valorizzabile sia internamente che in altri settori industriali.

In Italia, il settore conciario italiano rappresenta rispettivamente il 66% e il 24% della produzione europea e mondiale4, inoltre, secondo il Rapporto di sostenibilità di UNIC (Uniione Nazionale Industria Conciaria )del 2022, le concerie italiane generano in media 1.34kg di rifiuti per metro quadrato di pelle prodotta, di cui il 25% costituito da fanghi e il 26.1% da scarti solidi come rifili, polvere di smerigliatura ecc5.

L’industria conciaria è tradizionalmente rappresentativa dei principi dell’economia circolare, inquanto ricicla come materia prima gli scarti dell’industria agroalimentare: la pelle grezza. Inoltre, si impegna costantemente nella diffusione di procedure e sviluppo di tecnologie (BAT Best Available Techniques) seguendo principi di sostenibilità socio-economica e ambientale e circolarità, con l’obiettivo di fornire tecniche per Prevenire, quando fattibile, o Ridurre gli impatti del settore sull’ambiente in termine di consumi di materie prime e emissioni di rifiuti e scarti6.

Parallelamente alle BAT, l’industria conciaria italiana ha implementato numerose buone pratiche per Riusare, Riciclare, e Recuperare i rifiuti. In generale, i rifiuti derivanti dalle fasi di preparazione alla concia

prive di sali di cromo concianti, come le scarnature, le rifiniture, e gli scarti di pelle grezza ricche di carbonio, collagene e sostanze nutritive come l’azoto possono essere trasformati in biostimolanti e fertilizzanti per l’agricoltura biologica, il collagene viene recuperato per i cosmetici, nutraceutici e adesivi, la gelatina per il settore alimentare e industria farmaceutica. Durante il calcinaio è possibile anche il cosiddetto recupero del pelo, può essere trattato per l’estrazione di sostanze utili alle industrie cosmetico-farmaceutiche come la cheratina, in alternativa può essere riutilizzato direttamente per esempio per pannelli fonoassorbenti. Gli scarti prodotti dalla concia durante la fase finale di selezione, come ad esempio i rifili del crust, le rasature e il residuo di smerigliatura, possono essere riutilizzati per creare nuovi prodotti per l’industria della moda, in alternativa, trattati con diverse tecnologie per diventare nuove materie prime-seconde per altre.

Attualmente l’industria italiana ha dimostrato di riuscire a Riutilizzare, Riciclare, o Recuperare oltre il 72 % dei rifiuti prodotti, inviandoli ad appositi impianti di recupero5.

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti (SSIP) operando a supporto del settore conciario con attività di ricerca e sviluppo, promuove la pratica dell’economia circolare sviluppando e introducendo tecnologie innovative che apportino incremento della sostenibilità e della circolarità nell’industria italiana. Quest’anno sarà presente a ECOMONDO 2023 con l’obiettivo di presentare una panoramica dei trattamenti fisico-meccanici, chimici, biotecnologici attualmente disponibili e delle nuove applicazioni, inclusa la tecnica di additive manufacturing in grado di ridurre gli impatti e aumentare la sostenibilità nel settore conciario, valorizzandone gli scarti. Figura 3 raffigura una panoramica di questo complesso ma allo stesso tempo necessario processo.

 

BIBIOGRAFIA

  1. European Commission. 2030 Climate & Energy Framework.
  2. Department of Economic and Social Affairs Sustainable Development. THE 17 GOALS | Sustainable Development – SDGs.
  3. EUROPEAN PARLIAMENT. DIRECTIVE 2008/98/EC OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL of 19 November 2008 on waste and repealing certain Directives. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32008L0098 (2008).
  4. UNIC Concerie Italiane. Risultati Economici Industria Conciaria Italiana (2022). https://www.unic.it/conceria-italiana/industria-conciaria-italiana (2023).
  5. UNIC Italian Tanneries. Sustainability Report UNIC Italian Tanneries Y2022. (2023).
  6. Black, M. et al. JRC RR – Best Available Techniques (BAT) Reference Document for the Tanning of Hides and Skins. doi:10.2788/13548.

 

A cura di

Ing. PhD. Bianca Maria Bresolin,

Tecnologo di Ricerca SSIP

 

Pubblicato il: 5 Ott 2023 alle 12:24

 

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