Author page: cecilia di cera

Addio ad Angelo Sari, imprenditore lungimirante e dalle riconosciute qualità

E’ stato, negli anni, Consigliere UNIC (dal 2001-2009) e Presidente della Stazione Sperimentale dal 2003-2004. Negli anni è stato anche Presidente dell’Associazione Conciatori di Solofra e sempre, ed a prescindere dai ruoli, in prima linea per il distretto e la categoria dei conciari. Titolare della conceria solofrana “La Conceria Martucci Teresa s.r.l”, azienda leader nel settore, ha dedicato la vita al lavoro e ed alla famiglia.

 

Negli anni alla SSIP ha lasciato, in tutti, un ottimo ricordo. Il professore Gianni Grasso, ha espresso a nome di molti colleghi un sentito cordoglio. “Lo vogliamo ricordare – ha detto- per la generosità con cui, nel suo mandato come Presidente, si è dedicato a questa Istituzione, nel cui rinnovamento ha sempre creduto, ed il garbo, la simpatia e il sincero calore umano con cui si è sempre posto e interfacciato col personale. Non dimenticheremo soprattutto i suoi sorrisi di incoraggiamento”.

 

Anche il direttore generale, Edoardo Imperiale, ha ricordato l’uomo e l’imprenditore.

 

“Angelo è stato un dirigente apprezzato da tutti, rimpianto in SSIP. Per me è stato, soprattutto nella fase iniziale, prezioso nei consigli e mai ha fatto mancare il suo contributo. Ricordo poi un imprenditore serio e protagonista di molte battaglie per l’intero distretto. Un precursore delle sfide sulla innovazione e la sostenibilità. Ci mancherà”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente Graziano Balducci.

 

“Ci lascia – ha aggiunto – un protagonista del comparto, un imprenditore di razza che teneva insieme tradizione ed innovazione. Un amico sempre pronto nelle battaglie e nelle sfide a tutela dei distretti. Un pezzo importante della storia della SSIP, non lo dimenticheremo”

 

 

Liquefazione Idrotermale (HTL) di Fanghi Conciari

Il 14 e 15 aprile 2021 si terrà il 10° European Combustion Meeting, in virtual edition. La Stazione Sperimentale Industria Pelli e l’Università degli Studi di Napoli Federico II parteciperanno al convegno presentando un lavoro dal titolo: “Outline of a process for the Hydrothermal Liquefaction of a tannery sludge for biofuel production”. F. Di Lauro, M. Balsamo, R. Solimene, R. Migliaccio, D. Caracciolo, P. Salatino, F. Montagnaro.

 

La liquefazione Idrotermale (HTL), anche definita pirolisi idrotermale, è un processo di depolimerizzazione termica della biomassa volta ad ottenere petrolio greggio, a volte denominato bio-olio o biocrudo, in condizioni di temperature moderate (200–350 °C) ed alte pressioni (40–200 bar), imitando in tal modo le condizioni geologiche che la Terra utilizza per creare il petrolio greggio. Il bio-olio ottenuto può essere successivamente trattato mediante le convenzionali operazioni di raffinazione del petrolio.

 

Tra i vari processi termochimici adottati per generare vettori energetici dai fanghi (ex. gassificazione, pirolisi) l’HTL sta guadagnando un grande interesse in quanto consente di sfruttare il contenuto di acqua dei fanghi per la produzione di biocrudo, evitando potenzialmente la fase di disidratazione altamente energivora. L’HTL, infatti, consente di trattare materiali ad alta umidità, in un processo in cui l’azione dell’acqua e della pressione consente di degradare la biostruttura di partenza: i frammenti generati, instabili e reattivi, possono poi ristrutturarsi nello stesso ambiente, per dar luogo a bioliquidi di interesse energetico.

 

Nel dettaglio, durante il processo HTL le condizioni operative sopra definite,  portano l’acqua in condizioni subcritiche, facendo assumere a quest’ultima le caratteristiche di un solvente polare organico per specie organiche, solubilizzando la matrice organica presente nella biomassa (nel nostro caso fanghi) e determinando la scissione idrolitica dei bio-componenti per generare frammenti reattivi che, nello stesso ambiente di reazione si ricombinano per produrre il biocrudo (prodotto target)  insieme a una fase acquosa, ad una fase gassosa e ad un residuo solido come coprodotti. L’acqua funge dunque da catalizzatore e mezzo di reazione. 

 

Data la natura altamente eterogenea e complessa della matrice di partenza, i meccanismi di reazione che hanno luogo durante il processo non sono stati ancora chiariti in letteratura. Tuttavia, è possibile schematizzare il processo in tre fasi principali: i) idrolisi/depolimerizzazione della biomassa a formare monomeri ii) decomposizione termo-chimica dei monomeri a formare intermedi attraverso reazioni di deidrogenazione, decarbossilazione, deaminazione, iii) riarrangiamento/ricombinazione dei frammenti reattivi attraverso ri-polimerizzazione, condensazione e ciclizzazione, con formazione di bio-olio e biochar. 

 

L’ottimizzazione del processo è volta ad aumentare la resa e la qualità del biocrudo rispetto alle altre fasi che si formano durante il processo (biogas e biochar), questo perché per molte applicazioni, l’energia è richiesta in forma liquida, soprattutto per applicazioni nel campo del trasporto, dove ottenere un combustibile liquido ci permette di integrarlo facilmente nella filiera di produzione dei combustibili che è già ampiamente consolidata sul mercato. Inoltre, la liquefazione idrotermale è anche un modo per aumentare la sua densità energetica della biomassa grezza, generalmente piuttosto bassa. Al contrario, il bio-crudo ottenuto a valle del processo è arricchito in C (e impoverito in O, N, H) rispetto al fango genitore, e di conseguenza presenta una maggiore densità energetica. Questo influisce direttamente sulla sostenibilità economica del processo.

 

Tale processo risulta di particolare interesse per il trattamento di fanghi conciari, infatti per tali fanghi, speciale attenzione va posta nel prevenire l’ossidazione del cromo in essi contenuto in alte concentrazioni, dallo stato trivalente a quello esavalente. Per tale motivo in questo caso si preferiscono tecniche che non puntano all’ossidazione completa della matrice organica del fango (come ad es. accadrebbe mediante combustione), ma piuttosto alla produzione di un prodotto intermedio liquido (come nel caso HTL).

 

a cura di Daniela Caracciolo, Coordinatore scientifico del Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente di SSIP

 

Pubblicato il: 1 Apr 2021

 

Webinar Scientifico: Dipartimento Biotecnologie Conciarie

Nell’ambito del Programma di Formazione e Divulgazione Scientifica 2021 della Stazione Sperimentale, giovedì 6 maggio ore 16:00 si svolgerà il sesto webinar scientifico  “I progetti di ricerca del Dipartimento Biotecnologie conciarie”.

 

Di cosa parleremo?

Il coordinatore del Dipartimento Biotecnologie Conciarie illustrerà l’attività del dipartimento, incentrata sullo sviluppo di sistemi biotecnologici per il miglioramento delle caratteristiche prestazionali e di sostenibilità dei prodotti in cuoio.

Inoltre si discuterà l’esplorazione di nuovi approcci per la valorizzazione degli scarti solidi conciari.

Chi saranno gli speaker?

Introdurrà la sessione Graziano Balducci, Presidente di SSIP. 

A tenere il webinar sarà l’esperto Claudia Florio, Coordinatore Dipartimento Biotecnologie Conciarie di SSIP.

Come partecipare?

La partecipazione è gratuita!
Per registrarti, clicca QUI.

 

 

Determinazione bisfenolo A ed altri bisfenoli nel pellame e nei chemicals

Il Bisfenolo A (BPA, n. CAS: 80-05-7) è un prodotto di sintesi della reazione tra due fenoli ed una molecola di acetone impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande, così come nella carta termica degli scontrini e nei dispositivi odontoiatrici.

A livello della comunità europea, a causa dei dubbi sui suoi effetti sulla salute umana, il suo utilizzo è stato però via via limitato: dal 2009 è inserito nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici (Regolamento (CE) 1223/2009) e dal 2011 il suo uso è vietato per la fabbricazione di biberon di policarbonato per lattanti (Regolamento (UE) 321/2011). Ne è comunque permesso l’utilizzo nelle plastiche a contatto con gli alimenti con un limite di migrazione nel cibo di 0,05 mg/kg.

Con la classificazione nel 2017, secondo i criteri del Regolamento europeo sulle sostanze chimiche REACH, del BPA come tossico per la riproduzione (categoria 1B) e interferente endocrino (ED) è stato posto tra le SVHC (sostanze particolarmente preoccupanti) con il conseguente limite di 0,02% in peso nella carta termica (Entry 66 Annex XVII Reach).

Queste restrizioni, e le attenzioni dell’opinione pubblica, hanno portato i produttori a sostituire il BPA con sostanze strutturalmente simili, ovvero altri bisfenoli, che infatti svolgono una funzione analoga nei materiali in cui vengono impiegati, così come ha dimostrato una recente indagine di ECHA. Questi bisfenoli alternativi al momento non sono classificati ED, anche se su di loro sono in corso numerosi studi ed anche richieste di regolamentazione, al pari del bisfenolo A, come ad esempio nella richiesta presentata dalla Germania ad ECHA nel corso del 2020. Ricordiamo che le richieste di restrizione Reach prevedono un iter molto strutturato, in cui i vari stakeholder possono intervenire fornendo dati e valutazioni sia dal punto di vista scientifico che socio-economico, di cui la ECHA tiene conto nelle valutazioni finali che portano all’eventuale restrizione. Infatti, il principio cardine del Reach è che una sostanza viene tolta dal mercato solo se esiste un sostituto comparabile.

A causa di questi motivi il BPA è presente in numerosi capitolati dei clienti delle concerie, e nelle MRSL di ZDHC, così come rientra nella lista dei sensibilizzanti cutanei di cui è in corso una richiesta di restrizione presso ECHA. 

Il BPA è una sostanza che non dovrebbe essere presente né nelle pelli né nei prodotti conciari perché non rientra nel ciclo produttivo. Invece alcuni altri bisfenoli, che attualmente non sono soggetti ad alcuna restrizione, sono presenti in alcuni riconcianti sintetici perché monomeri coinvolti nella reazione di polimerizzazione o side-product.

Non esiste ancora un metodo ufficiale per determinare la quantità di bisfenoli presente nel pellame, così come nei prodotti chimici, quindi è necessario avere al più presto un metodo che dia risultati ripetibili e riproducibili, validato attraverso gli step previsti dal processo di standardizzazione. A tale scopo a livello di commissione europea di normazione, CEN/TC 289, una proposta di metodo per determinare la quantità totale di bisfenoli A, B, S, F nel pellame è stata presentata dal CTC nel febbraio 2021. La commissione di normazione italiana UNI, nella recente riunione di marzo 2021, ha deciso di utilizzare un approccio olistico e organizzare un interlab che interessa sia la CT/013, che si occupa di analisi sulle pelli, che il Gruppo di lavoro CT/013-GL01 che si occupa di analisi sui prodotti chimici, allo scopo di analizzare sia le pelli che i sintani utilizzati per riconciarle. Obiettivo dell’Interlab è quello di verificare l’efficacia di diversi approcci analitici proposti, utili sia a determinare il contenuto totale che quello estraibile (visto che si parla anche di sensibilizzazione cutanea), ma, nel contempo, fondamentali per comprendere le correlazioni esistenti tra quantità presenti nei prodotti e nelle pelli riconciate, valutando il livello di estraibilità e di fissazione alla struttura della pelle. Nella riunione europea CEN del 24 marzo, l’Italia ha presentato la strategia proposta, ed altri laboratori europei hanno dato la propria disponibilità a partecipare all’interlab; al momento i campioni sono già stati preparati ed in distribuzione presso i laboratori e nel corso delle prossime settimane si entrerà nel vivo della sperimentazione.

Dott.ssa Tiziana Gambicorti
Responsabile Ufficio Normazione
Esperto commissioni Cuoio UNI, CEN e ISO-IULTCS

Pubblicato il: 26 Mar 2021

 

Nella Biblioteca della SSIP inizia la digitalizzazione del fondo delle monografie

In questi giorni presso la Biblioteca della SSIP è stato allestito un cantiere digitale per l’attività di produzione di copie ad elevata qualità dei volumi selezionati nell’ambito del “Progetto Biblio_ARCCA – ARchitettura della Conoscenza Campana per Archivi e Biblioteche”, ad integrazione dell’Ecosistema Digitale Regionale della Cultura.

 

Nuovo servizio della SSIP per la valutazione dell’impronta ambientale di prodotto PEF Product Environmental Footprint

Con riferimento alla comunicazione inviata in data 05/02/2021 con protocollo numero PG/U000031/2021, la Stazione Sperimentale Industria Pelli ha informato le imprese contribuenti delle attività e servizi che sono stati implementati sulla base di quanto definito nel Programma 2020-2022.

 

La Valutazione del Ciclo di Vita (Life Cicle Assessment) attraverso l’Impronta Ambientale di Prodotto (Product Environmental Footprint PEF) e le relative certificazioni come il marchio Made Green in Italy (MGI) o la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Environmental Product Declaration EPD) sono gli strumenti attraverso i quali è possibile fare una valutazione reale e comparativa della produzione industriale.

 

L’approvazione dei criteri europei per il calcolo e la comunicazione della PEF specifici per le industrie conciarie rende questo strumento utile ed applicabile al settore su vasta scala, consentendo alle imprese di migliorare il valore del proprio brand, diventando uno strumento importante di competitività.

 

La SSIP avvia un programma sperimentale con l’obiettivo di erogare alle concerie interessate, il servizio di quantificazione dell’impronta ambientale di prodotto secondo le regole PEF Product Environmental Footprint per le pelli bovine conciate al cromo.

 

Questo servizio, che la SSIP offre alle imprese del settore, permette di ottenere diversi obiettivi quali:

  1. la valorizzazione ambientale del prodotto pelle in tutti i mercati;
  2. l’identificazione degli aspetti ambientali significativi del prodotto analizzato, strumento a supporto della (ri)progettazione dei prodotti/servizi;
  3. confrontandosi con il prodotto medio, la valutazione delle opzioni di miglioramento, per una maggiore competitività sul mercato.

Le concerie interessate ad aderire al programma potranno candidarsi inviando una mail a ssip@ssip.it

I referenti dell’attività per la Stazione Sperimentale a cui rivolgersi per ulteriori approfondimenti sono:

 

ing. Daniela Caracciolo          d.caracciolo@ssip.it

 

dott.ssa Tiziana Gambicorti   t.gambicorti@ssip.it

 

dott. Marco Nogarole            m.nogarole@ssip.it

 

 

 

Valutazione di Conformità ed Incertezza di Misura in ambito Conciario

Nell’ambito della messa sul mercato di pelli, cuoi è spesso richiesta la determinazione di parametri di diversa natura per valutare la conformità a requisiti di natura legislativa. D’altro canto anche il mercato richiede che le determinazioni analitiche necessarie alla verifica dei requisiti posti da Clienti in appositi Capitolati Tecnici, siano effettuate da laboratori accreditati secondo la norma ISO 17025,

Avvio catalogazione web presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli

Il giorno 8 marzo 2021 è stata avviata l’attività di catalogazione del materiale librario individuato nell’ambito del “Progetto Biblio_ARCCA – ARchitettura della Conoscenza Campana per Archivi e Biblioteche”, soggetto attuatore è la Scabec SpA (Società campana dei beni culturali), società in house della Regione Campania. All’incontro erano presenti la Referente Dott.ssa Erika Restaino (BIG Scabec Spa Progetto BIBLIO_ARCCA),

Linee guida per il corretto uso degli igienizzanti sui manufatti in pelle

L’emergenza Covid -19 prevede il rispetto di una serie norme igieniche da seguire sia a livello personale che per quanto riguarda tutti gli oggetti con cui si entra in contatto.

 

In particolare i nostri studi hanno posto l’attenzione sull’ utilizzo dei prodotti più adatti all’igienizzazione degli articoli in pelle, poiché la maggior parte di essi risultano oggetto di continua manipolazione durante la quotidianità come ad esempio portafogli, borse, capi d’abbigliamento e calzature. Il consumatore spesso però si pone dei dubbi sulla possibilità di arrecare danni agli articoli, in particolare quelli di alta qualità, utilizzando i prodotti igienizzanti attualmente in commercio per  il Covid-19.

 

Bisogna innanzitutto tener presente che la maggior parte delle pelli è rivestita da un film superficiale di diversa natura chimica e diverso grado di copertura, ciò dipende dalle esigenze riguardanti l’articolo finito e la relativa destinazione d’uso.

Sulla base di questa premessa sono state effettuate una serie di prove, volte a verificare la resistenza delle rifinizioni a diversi prodotti igienizzanti, selezionando in primis varie pelli con strato superficiale tra le tipologie più diffuse nel settore.

 

Tutte le pelli sono state trattate con prodotti vari, nello specifico sono stati effettuati 10 sfregamenti con feltrini imbibiti di prodotto.

Su tutti i pellami è stata inizialmente effettuata una prova con sola acqua, senza aggiunta di alcun prodotto, per verificare che la pelle non subisse danni già semplicemente se trattata con acqua. Altri prodotti consistenti in una soluzione di alcol etilico al 60 % pura cioè preparata in laboratorio e 3 soluzioni igienizzanti tra quelle più comunemente reperibili in commercio, che sono tipicamente formulati a base idroalcolica, comprendenti additivi per il conferimento di specifiche caratteristiche organolettiche.

 

I pellami sono stati successivamente valutati, si riportano le osservazioni di seguito:

 

  • le pelli rivestite con film alla nitrocellulosa non hanno subito particolari alterazioni, solo una lieve opacizzazione della superficie
  • la pelle verniciata è risultata quella che ha subito maggiori danni con tutti i prodotti.
  • le pelli rivestite con rifinizione di natura poliuretanica non si alterano
  • le pelli cosiddette “al naturale” cioè senza alcun rivestimento superficiale, ovviamente, risultano più suscettibili nei confronti di qualsiasi prodotto igienizzante, tuttavia anche un lieve trattamento di rifinizione superficiale (es. a spruzzo) comporta una maggiore resistenza della pelle nei confronti dei prodotti utilizzati.

 

In tutti casi in cui si sono verificate alterazioni della superficie tale fenomeno è risultato più evidente con i prodotti in commercio, cioè quelli che contengono vari additivi oltre all’alcool.

La SSIP sta attualmente implementando le attività volte ad arricchire il know how sull’impiego di sistemi igienizzanti per uso conciario, anche al fine di supportare le aziende verso le buone prassi connesse al loro impiego sugli articoli in pelle.

 

a cura di Roberta Aveta

Laboratorio di microscopia ottica ed elettronica
Servizi di diagnostica avanzata per i difetti del cuoio e la ricerca

 

Pubblicato il: 8 Mar 2021

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