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Rivista scientifica JALCA edizione ottobre 2020
Rivista scientifica JALCA edizione ottobre 2020

◊ Letture presso la Biblioteca della Stazione Sperimentale Pelli ◊

Rivista tecnico/scientifica: Journal of American Leather Chemists Association – JALCA

Editore: The American Leather Chemists Association, 1314 50th Street, Suite 103, Lubbock, Texas 79412

Questa testata di notevole impatto scientifico per il settore, pubblica ricerche su tutti gli aspetti della scienza, ingegneria, tecnologia ed economia del cuoio e della pelle, affrontando argomenti di rilevanza nell’ambito conciario.

Politecnico del Cuoio: iniziano gli stage per gli allievi dei corsi ITS in “Scienza e cultura tecnica delle pelli e dei nuovi materiali”
Politecnico del Cuoio: iniziano gli stage per gli allievi dei corsi ITS in “Scienza e cultura tecnica delle pelli e dei nuovi materiali”

“Mai fermarsi e soprattutto in questo periodo bisogna garantire formazione agli studenti e servizi alle imprese” così Serena Iossa, Responsabile del Politecnico del Cuoio, programma della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, che ha tra i principali obiettivi quello di rilanciare la qualità del capitale umano nel sistema produttivo conciario italiano e diffondere la cultura tecnica e scientifica del cuoio e dei nuovi materiali, ci racconta l’avvio dell’ultima fase del  percorso ITS “Tecnico Superiore esperto in Scienza e cultura tecnica delle pelli e dei nuovi materiali”.

 

Tutti i 13 allievi del corso ITS, finanziato dalla Regione Campania e realizzato attraverso la Fondazione MIA Campania, di cui la Stazione Sperimentale è socio fondatore, hanno dunque terminato il percorso d’aula di 1080 per iniziare, entro il mese di novembre, lo stage di 720 ore c/o le aziende della filiera campane che, nonostante il periodo complesso, stanno rispondendo con entusiasmo a queste nuove forme di collaborazione e sviluppo. L’obiettivo specifico del corso è formare professionalità con competenze in materia di chimica e scienza dei materiali, con particolare riferimento alla pelle e ai relativi metodi di caratterizzazione, trasformazione e innovazione di prodotto e di processo. Una figura fondamentale per le imprese e che ci auguriamo trovi, con facilità, sbocchi occupazionali.

 

Non è stato facile arrivare a questo punto. A causa dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID 19, abbiamo dovuto riprogrammare alcune attività del corso per consentire – dice la Iossa – agli studenti di seguire le lezioni on line, dotarli in alcuni casi di device offerti in comodato d’uso dalla Stazione Sperimentale, e tenere alto il morale dei giovani discenti, che nonostante tutto hanno continuato a credere in noi, arrivando fino alla fine.

 

Il corso è stato svolto presso la sede dell’Istituto Gregorio Ronca di Solofra, destinatario di circa 50.000 euro da parte della Fondazione MIA, per le attività di docenza, tutoraggio e gestione dei laboratori, oltre agli interventi di manutenzione svolti sui bottali della scuola, proprio al fine di consentire il buon esito del percorso.

 

Con l’Istituto Ronca la Stazione Sperimentale ha avviato un’interlocuzione formale da diversi mesi  per avviare investimenti (risorse significative mai impegnate prima ) con l’obiettivo di potenziare la Conceria Sperimentale,  istituire una sede Operativa del Politecnico del Cuoio , realizzare un prototipo di impianto di Depurazione  ed  implementare dei nuovi laboratori di processo e di analisi  in collaborazione con UNIC  al  servizio delle Imprese del Distretto Solofrano per lo svolgimento di attività finalizzate al supporto delle attività di Ricerca sperimentale, Consulenza Avanzata e Formazione,  sulla base di un modello di intervento già avvenuto negli altri due Istituti scolastici presenti  dei Distretti conciari di Arzignano e Santa Croce sull’Arno.

 

Da oltre due anni continua infatti in modo proficuo la collaborazione con l’ITTE Galilei di Arzignano, con il potenziamento della conceria sperimentale e dei laboratori didattici, e la condivisione di progetti comuni, sui temi della ricerca, dei servizi e della formazione. Proprio su quest’ultimo tema a breve sarà comunicato l’avvio di un nuovo programma congiunto. 

 

Ugualmente si procede con l’Istituto Cattaneo di Santa Croce sull’Arno in Toscana, anche grazie alla consolidata  della collaborazione con il  Polo Tecnologico Conciario (PO.TE.CO.), all’implementazione di nuovi laboratori innovativi, per favorire una migliore conoscenza pratica e tecnico-analitica degli studenti, che andranno a costituire il potenziale personale specializzato delle aziende della filiera conciaria, e si lavora alla realizzazione di programmi congiunti per attività di studio, formazione e ricerca della SSIP.

 

E rilancia il Dirigente Scolastico Giovanna Scala, con un pizzico di orgoglio e con determinazione “la scuola non si ferma e non lo fa in questo momento di grande difficoltà. È fucina di pensiero ed opportunità, ha un ruolo etico nella società”.

 

Per la Scala, che è anche il direttore didattico dell’ITS, “questa esperienza dà lustro alle vocazioni del territorio, recupera competenze e qualità. Lavoriamo costantemente per gli studenti e le imprese, per un incontro indispensabile, costruiamo lo sviluppo e diamo concrete opportunità”.

 

“La collaborazione con questi Enti e con chi conosce ed opera nel settore garantisce qualità”.

 

E fra i protagonisti della idea c’è Carlo Palmieri, il Presidente della Fondazione Mia. Manager, imprenditore di successo e visionario. Una eccellenza che sfida la crisi “ è un momento difficile ma bisogna fare” dice.

 

Questa iniziativa, che nasce dai territorio, dalle imprese e dal mondo della formazione, mette insieme la teoria e la conoscenza. È un’azione virtuosa che vuole formare risorse tecniche per metterla a disposizione della innovazione e dello sviluppo”.

 

 

 

Gaetano Amatruda

 

Ufficio Stampa SSIP

 
 
 

CEN/TC 289 Leather: nasce l’Ad Hoc Group sui prodotti chimici per conceria
CEN/TC 289 Leather: nasce l’Ad Hoc Group sui prodotti chimici per conceria

Il 6 e 7 ottobre 2020 si è tenuta la riunione della Commissione di Normazione Europea CEN/TC 289 Leather in modalità web, come ormai avviene dall’inizio della pandemia. La commissione svolge i propri lavori in collaborazione con la commissione internazionale ISO-IULTCS e si occupa di normazione e linee guida (EN, ISO) per tutto ciò che riguarda il settore cuoio; al suo interno sono rappresentati tutti i paesi attraverso i propri esperti nei quattro gruppi di lavoro in cui è articolata (WG1 metodi chimici, WG2 metodi fisici, WG3 metodi solidità, WG4 specifiche tecniche sull’uso del cuoio e terminologia).

 

Gli argomenti trattati nel meeting sono stati numerosi, soprattutto per ciò che riguarda I metodi chimici.

 

La novità più rilevante, da questo punto di vista, è stata la creazione di un Ad Hoc Group che si occuperà della standardizzazione dei metodi per i prodotti chimici per conceria.

 

La nascita di questo nuovo Gruppo scaturisce dall’evoluzione del panorama dei controlli analitici che interessano la filiera conciaria: infatti, tradizionalmente, la verifica della conformità rispetto alle sostanze chimiche indesiderate, identificate da regolamenti comunitari od internazionali (es. Reach, CPSIA) o capitolati privati (tipicamente sviluppati dai brand), si è sempre concentrata sul prodotto finito, ovvero sul pellame prodotto in conceria o sul manufatto in cui viene trasformato. L’attività di standardizzazione ha ben supportato questa necessità di robustezza del dato analitico, ed infatti ad oggi i metodi normati che riguardano le analisi chimiche sul cuoio sono circa quaranta.

 

Negli ultimi anni si è palesata una nuova esigenza: infatti alle concerie vengono sottoposti sempre più frequentemente MRSL (Manufacturing Restricted Substances List) da rispettare, ovvero viene loro richiesto che all’interno della catena produttiva certe sostanze o non vengano utilizzate del tutto o che la loro concentrazione rimanga sotto una soglia massima. Quindi ciò sposta il controllo analitico da Product (pellame) a tutti i prodotti utilizzati per realizzarlo: in questo campo, però, esistono solo due metodi di analisi ufficiali (ISO/EN) e specifici, qualche metodo del cuoio utilizzabile ufficialmente per i prodotti, mentre tutto il resto dei metodi non è ancora normato.

 

Con l’obbiettivo di colmare questo gap è stato creato nel corso del 2017 il gruppo “GL01 Prodotti chimici” all’interno della Commissione di normazione italiana UNI CT/013 “Cuoio, pelli e pelletteria”. A fronte del lavoro cominciato da questo gruppo di lavoro, da parte italiana è nata l’esigenza, e quindi la proposta, di creare un analogo gruppo a livello europeo focalizzato su questa tipologia di metodi a cui sottoporre le proprie proposte, in modo da portare a livello globale il processo di normazione. Un gruppo di questo tipo necessita, come quello italiano, sia dell’espertise di tecnici dei laboratori che siano in grado di sfruttare al meglio le potenzialità degli strumenti analitici, sia quello di esperti dei prodotti chimici che conoscano bene i prodotti nella loro composizione e caratteristiche chimico-fisiche, e che quindi siano in grado di suggerire i migliori approcci analitici nella fase di estrazione dell’analita dalla matrice, prevedibilmente estremamente complessa e diversificata.

 

Quindi, durante la riunione plenaria, da parte dell’Italia (UNI) è stata fatta formale richiesta di costituzione di un nuovo gruppo di lavoro all’interno della CEN/TC 289 specificatamente dedicato allo sviluppo dei metodi analitici per i prodotti chimici per conceria. Considerando che la mole del lavoro da fare è notevolissima – vista anche la richiesta di restrizione Reach pendente sui sensibilizzanti nel tessile/cuoio che allungherebbe ulteriormente la lista di metodi da standardizzare sia sul cuoio che sui prodotti – la richiesta italiana è stata quella di creare un gruppo scisso dal WG1 (chemical methods) considerando che già con i soli metodi per cuoio il WG1 è sovraccarico di lavoro.

 

Nel corso della discussione su questa proposta si sono delineate anche posizioni contrarie da parte di alcuni colleghi europei che hanno sostenuto che WG1 può farsi carico anche di questa incombenza, e che, in ogni caso, sarà piuttosto difficile fare iscrivere nuovi esperti alla commissione di normazione.

 

Si è infine arrivati ad una soluzione di compromesso, ovvero verrà costituito, per un anno, un Ad Hoc Group all’interno del WG1, di cui la Dott.ssa Tiziana Gambicorti della Stazione Sperimentale sarà Project Leader.

 

Durante questo periodo l’AdHoc si dovrà organizzare e tra un anno, al prossimo meeting plenario, si valuterà se dovrà rimanere un sottogruppo del WG1 o si potrà organizzare come WG a sé stante.

 

L’ Ad Hoc Group ha, ufficialmente, questo scopo:

 

  • Arruolare esperti specifici sui chemicals
  • Definire la connessione con IULTCS per usufruire del Vienna Agreement, in caso sia creato un WG specifico
  • Definire uno scopo distinto, responsabilità e programma di lavoro sui metodi per i chemicals per l’industria conciaria da elaborare

 

La Chairman del WG1 riporterà nel prossimo meeting plenario di ottobre 2021 i risultati raggiunti per valutare l’eventuale formazione di un nuovo Working Group.

 

Tutti gli esperti che non facciano già parte delle commissioni di normazione, ed interessati a partecipare, possono mettersi in contatto con il Servizio Normazione (t.gambicorti@ssip.it) per ulteriori dettagli.

 

Dott.ssa Tiziana Gambicorti

 

Responsabile Ufficio Normazione Esperto commissioni Cuoio UNI, CEN e ISO-IULTCS

 
 

Il Punto Assomac – Le 4 tendenze che impattano sulla moda sostenibile: mutamenti geografici, digitalizzazione, consumo intelligente e nuovi materiali
Il Punto Assomac – Le 4 tendenze che impattano sulla moda sostenibile: mutamenti geografici, digitalizzazione, consumo intelligente e nuovi materiali

Trentadue aziende globali, leader mondiali nel settore della moda e del tessile, hanno firmato il Fashion Pact. Il progetto è stato presentato, mesi fa, ai capi di Stati riuniti durante il G7 di Biarritz.

 


Con il Fashion Pact, queste aziende hanno assunto uno sguardo d’insieme anche sulle tendenze future, e sull’impatto che avranno sull’industria, così da consentire decisioni migliori e più informate per un percorso di tecnologia sostenibile. Quattro sono le principali tendenze: i mutamenti geografici, la digitalizzazione, il consumo intelligente e i nuovi materiali.

 


Mutamenti geografici

 


Questa tendenza fa riferimento alla ricollocazione di siti produttivi. Se la produzione viene ricollocata in paesi con un alto livello di reddito, come in Europa e nelle Americhe, dove sono già operativi dei sistemi efficaci contro l‘inquinamento delle acque e la tossicità, l’industria può beneficiare di un ridotto impatto ambientale anche se, unita a un maggior livello di automazione (Industria 4.0), può portare a una massiccia perdita di lavoro in paesi come il Pakistan o il Bangladesh. Nel caso di ricollocazione in paesi a basso reddito, come l’Etiopia, la mancanza di infrastrutture potrebbe portare a un aumento dell’impatto delle acque di scarico o della tossicità sull’uomo, se non controbilanciato da una spinta verso l’uso delle rinnovabili nella manifattura.

 


Digitalizzazione

 


Questa tendenza fa riferimento alle nuove efficienze (rendimenti) nella catena delle forniture permesse o prodotte dalle nuove tecnologie lungo tutta la catena di valore. Questa tendenza può tuttavia portare anche a importanti conseguenze sociali (ad esempio perdita di lavoro), di cui bisogna tenere conto.

 


Consumo intelligente

 

Questa tendenza si riferisce ai nuovi modelli di consumo, come l’incremento della personalizzazione di massa, l’e-commerce e i nuovi modelli di business utili purché vadano a supportare un’economia sostenibile.

 


Materiali preferiti

 

Questa tendenza si riferisce all’adozione di filati che hanno un minor impatto ambientale rispetto alle loro alternative convenzionali.

 
 
 

Presidente Balducci: “La SSIP a sostegno delle iniziative dell’Ascot di Torino”
Presidente Balducci: “La SSIP a sostegno delle iniziative dell’Ascot di Torino”

 

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti sostiene le battaglie e le iniziative dell’Ascot di Torino” cosi il Presidente della SSIP, Graziano Balducci, in questi giorni ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a sostenere una sfida che parte da lontano e che guarda lontano.

 

È una battaglia giusta per recuperare una scuola, la più antica del Paese, che ha un grande fascino ed un valore riconosciuto da tutti. Nella scuola – rilancia Balducci – c’è una biblioteca di prestigio, ci sono materiali e macchinari che hanno, per quanto antichi, una incredibile attualità. E’una struttura che ha le carte in regola per diventare un museo”,

 

L’Associazione culturale Allievi Scuola Conciaria Torino ha, dunque, trovato una sponda per le loro iniziative. E’ nata, infatti, su una intuizione: mettere insieme ex studenti, tecnici e insegnanti dell’Itis Giacinto Baldracco per recuperare una storia.

 

Una storia che parte da lontano e che si intreccia con quella della SSIP. Nella fine dell’Ottocento nel torinese, con imprenditori conciari lungimiranti, nasce la Regia Conceria scuola Italiana (per un periodo la Principi di Piemonte), negli anni successivi l’esperienza cresce e nel luglio del 1911 arriva il nuovo edificio di Corso Cirie’.

 

È qui che si trova l’edifico attuale stile Liberty che “per un periodo ha ospitato anche una succursale della SSIP” sottolinea con orgoglio Balducci.

 

Ed a Torino era nata la CIR (Concerie Italiane Riunite) fra le più grandi d’Europa. Già quotata in borsa fu poi assorbita da De Benedetti che la fece diventare finanziaria.

 

“Tutta la filiera – aggiunge – deve essere di questa partita, da Assocalzaturifici ad Assopellettieri fino ad altri. Mi auguro tutti, nel rispetto di ruoli e funzioni, si possano adoperare. Era una scuola all’avanguardia, ha avviato e consolidato un metodo ancora attuale. I Professori, gli assistenti, il personale tutto era altamente formato e le diverse discipline trovavano una sintesi efficace. C’era il settore della chimica, della fisica e della biologia, ed ancora la manodopera di qualità. Ed ancora oggi la concia e le pelli vivono su una importante interconnessione di più materie e discipline”.

 

Per Balducci “anche la nomina del nuovo Presidente Ascot, Pino Lacicerchia, va in questa direzione. Lui, che continuerà il lavoro dell’ottimo Giovanni Gola, è un professore di fama che conosce la concia e che viene da mondi diversi, con conoscenze manageriali ed imprenditoriali”. Per il presidente SSIP il guanto di sfida è lanciato “senza passato non c’è futuro, senza tradizione non c’è innovazione. La Stazione è sempre al passo con i tempi”.

 
 

 

Gaetano Amatruda

Ufficio Stampa SSIP

 
 

Soluzioni tradizionali e innovative per il monitoraggio, la prevenzione e il contrasto allo sviluppo microbico nei cuoi
Soluzioni tradizionali e innovative per il monitoraggio, la prevenzione e il contrasto allo sviluppo microbico nei cuoi

Sebbene il processo conciario abbia tra i principali scopi quello di rendere il materiale imputrescibile, stabile, resistente nel tempo, tuttavia le proteine della pelle in condizioni favorevoli di temperatura, pH e umidità rappresentano un potenziale terreno fertile per la crescita di microrganismi durante tutto il processo di produzione, dalla fase di conservazione della pelle grezza fino all’ottenimento del cuoio finito.

 

Numerose sono le specie microbiche che possono svilupparsi nell’ambito delle produzioni conciarie, con conseguenze che vanno dall’insorgenza di difetti o danni talvolta irreversibili dei manufatti, fino alla possibilità di rappresentare un potenziale rischio per i consumatori di articoli che ne vengano in contatto diretto. Tra i microrganismi maggiormente in grado di rappresentare una minaccia per le produzioni conciarie, ritroviamo batteri, funghi filamentosi e lieviti, che possono essere isolati durante tutte le fasi del processo industriale conciario, fino all’ottenimento del prodotto finito, ed il cui sviluppo può essere condizionato da fattori come, pH e temperatura.

 

In particolare, è possibile riscontrare la presenza di microrganismi appartenenti al regno dei Funghi o Miceti (in particolare alla Divisione degli Ascomiceti), dei generi Cladosporium, Aspergillus e Penicillium, che normalmente si sviluppano ad un pH acido (dal piclaggio al wet-blue, fino al prodotto finito); a pH più alcalini è invece possibile riscontrare la presenza di batteri  aerobi, dei generi Micrococcus, Bacillus, Staphylococcus, Enterobacteriacea, Alkaligens ed anaerobi, ad esempio del genere Clostridium, che sono in grado di danneggiare più profondamente le fibre proteiche in ragione della specifica attività enzimatica.

 

Il controllo dell’attività microbiologica si può eseguire non solo variando alcune condizioni fisiche di lavorazione (temperatura, pH, ecc.), ma più efficacemente tramite l’impiego di agenti chimici battericidi e fungicidi; l’utilizzo di biocidi se da un lato implica benefici per la produzione, dall’altro può rappresentare un potenziale rischio per la salute e per l’ambiente che è necessario controllare e/o minimizzare.

 

I biocidi della cosiddetta “vecchia generazione” erano basati prevalentemente sui composti fenolici come ad esempio il pentaclorofenolo (PCP); questo prodotto, così come anche altri tipi di biocidi a base fenolica, a causa dell’elevata tossicità e per la difficile biodegradazione, è stato sottoposto a severe restrizioni legislative.

 

Attualmente i principi attivi maggiormente utilizzati nella produzione dei principali biocidi dell’ambito conciario sono il 4-cloro-3-metilfenolo (PCMC), il 2-fenilfenolo (OPP), il 2-octil-1,2-tiazol-3-one (OIT) e il 2-(Tiocianometiltio)Benzotiazolo (TCMTB); biocidi misti a base TCMTB e MBT (metilenebistiocianato) forniscono uno spettro di efficacia molto più vasto grazie alla combinazione dell’attività antibatterica del MBT con quella fungicida del TCMTB, rendendo possibile una riduzione della concentrazione d’uso rispetto alle formulazioni tradizionali e un aumento della performance per azione sinergica.

 

Sebbene per tali categorie di biocidi non siano attualmente previsti limiti di utilizzo secondo i vigenti regolamenti in materia, di fatto numerosi capitolati tecnici impongono ugualmente limiti di concentrazione residua nella pelle.

 

In ragione di tali criticità correlate all’utilizzo di biocidi, un importante fabbisogno di innovazione della filiera conciaria può essere identificato con la messa a punto di strategie per la minimizzazione dell’utilizzo di tali sostanze; in questa direzione vanno lette tutte le attuali strategie volte all’impiego di trattamenti antimicrobici dei cuoi, con particolare riferimento ai trattamenti di superficie. Su questo importante topic, la Stazione Sperimentale ha recentemente profuso un impegno crescente, sia nell’ambito delle attività di ricerca interne, che attraverso la partecipazione a Progetti di Ricerca di rilevanza nazionale.

 

Le attività che si muovono in tale direzione, promosse particolarmente nell’ambito di interesse scientifico del Dipartimento di Biotecnologie Conciarie dell’Istituto, vanno dall’implementazione delle attività di monitoraggio dello sviluppo microbico, passando per un rafforzamento del Know How dei tecnici e dei ricercatori in materia di caratterizzazione e riconoscimento delle specie microbiche, prevalentemente mediante Tecniche di Microscopia Ottica ed Elettronica, al trattamento dei cuoi mediante  tecnologie innovative: in tal senso, sono attualmente in fase di studio, soluzioni che prevedono l’impiego nano-agenti, come di nano-particelle d’argento, per la valutazione della relativa attività antimicrobica sui cuoi, nell’ambito del Progetto SINAPSI, cofinanziato dal MISE, in collaborazione con rilevanti imprese di settore, oltre che con il CRF (Centro Ricerche Fiat) e con NANO-MATES (Research Centre for Nanomaterials and Nanotechnology at the University of Salerno).

 

Sono inoltre in programma rafforzamenti di partenariato con altri soggetti, come ISASI-CNR (Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti), al fine di sperimentare ulteriori trattamenti sostenibili, Zero-Chemicals, mediante processi innovativi basati sull’effetto piroelettrico, per sviluppare rifinizioni con proprietà anti-microbiche. In via di implementazione anche la parte di rafforzamento di attrezzature ed infrastrutture funzionali alle attività di controllo e verifica dell’efficacia dei trattamenti, secondo approcci attualmente ispirati agli standard per la determinazione dell’effetto dei trattamenti antibatterici applicati a tessuti (come ad esempio, EN ISO 20743:2013 ed EN ISO 20645:2005), con la prospettiva di intervenire, ove necessario, anche con la messa a punto di metodi ad hoc per il settore.

 

Dott. ssa Claudia Florio 

Responsabile Dipartimento Biotecnologie Conciarie

Coordinatore Didattico – Politecnico del Cuoio

 

Pubblicato il: 30 Ott 2020 

 

Il Punto Assomac – L’industria della moda si concentra su energia rinnovabile, efficienza energetica ed economia circolare
Il Punto Assomac – L’industria della moda si concentra su energia rinnovabile, efficienza energetica ed economia circolare

 

Nell’ultimo appuntamento con il Punto di Assomac, affrontiamo il tema dell’ottimizzazione di utilizzo e riutilizzo delle risorse energetiche applicate nell’industria della moda.

 

Il modo più efficace attraverso il quale l’industria della moda può raggiungere un’ambiziosa riduzione delle emissioni sulle filiere di abbigliamento e calzature è quello di concentrarsi sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica lungo tutta la catena del valore, con una particolare attenzione sui passaggi che hanno un maggior impatto sul ciclo vita, piuttosto che puntare sull’incremento dell’economia circolare. Solo un’economia circolare dove possano essere saltati molti passaggi della catena, attraverso il riuso dei tessuti o del cuoio, può consentire una riduzione consistente degli indicatori.

 

Occorre vedere quali azioni realmente misurabili si possono intraprendere per confrontare i processi produttivi tradizionali con altri processi produttivi alternativi, calcolando i reali benefici dell’energia rinnovabile, una provata maggiore efficienza energetica e l’applicazione dell’economia circolare.

 

I fornitori di tecnologia devono contribuire a costruire delle tabelle di processo che indichino i consumi alla luce di una panoramica che vada dai combustibili fossili fino all’energia solare, oltre a mostrare dei calcoli di confronto nelle metodologie di processo, che specifichino tutte le ricadute positive (o negative).

 

Si è visto che stabilire un obiettivo del 60% di energia rinnovabile sull’intera industria per il 2030 produrrebbe dei risultati incoraggianti in termini di cambiamenti climatici (riduzione del 39%) e anche di consumo di acqua dolce (16,9% di riduzione) e sulla salute umana (11,5% di riduzione delle malattie), il che dimostra il valore di un approccio multi fattoriale.

 

Con un obiettivo di produttività energetica al 60%, l’industria potrebbe ridurre i suoi impatti sul cambiamento climatico e sulla salute rispettivamente del 41,6% e del 40,8% riducendo anche il suo consumo di acqua dolce del 28,5%.

 

Stabilendo al 40% l’obiettivo dell’economia circolare, i dati evidenziano il potenziale in termini di impatto. Un cambiamento così significativo potrebbe portare l’industria dell’abbigliamento e della calzatura a diminuire il suo impatto sul cambiamento climatico di circa il 6% e sul consumo di acqua dolce di circa il 4%, riducendo inoltre la sua influenza negativa sulla salute umana del 3%. Complessivamente, il potenziale di riduzione di questo punto è significativamente più basso rispetto alle energie rinnovabili o all’efficienza/produttività energetica.

 
 

Il sogno Ascot: dove nasce un pezzo di concia d’Italia
Il sogno Ascot: dove nasce un pezzo di concia d’Italia

L’assemblea Ascot, svolta a Torino il 10 ottobre, ha confermato la validità della intuizione che ha portato alla sua nascita: mettere insieme ex studenti, tecnici e insegnanti dell’Itis Giacinto Baldracco.

 

Una storia che parte da lontano. Nella fine dell’Ottocento nel torinese ci sono oltre 100 concerie e nel 1902 nasce, con imprenditori conciari lungimiranti, la Regia Conceria scuola Italiana (per un periodo la Principi di Piemonte). La sede è in via Peyron 4.

 

Negli anni successivi l’esperienza cresce, il dinamismo degli imprenditori anche ed il 17 luglio 1911 il Consiglio Comunale di Torino si pronuncia sullo spostamento in Corso Cirie’ 7.

 

È qui che si trova l’edifico attuale stile Liberty, è qui che il Giacinto Baldracco, il primo direttore, costruirà la storia.

 

“Insieme per mantenere in vita una storia, un patrimonio culturale e tecnico scientifico tutt’uno con la grande tradizione della industria conciaria e delle pelli in Italia” dice il neo presidente Pino Lacicerchia.

 

“Partendo dalle esperienze già avviate il mio impegno come nuovo presidente – sottolinea – sarà quello di sviluppare l’associazione e avviare la costruzione di una ampia rete di cooperazione con industrie, centri di ricerca (a partire dalla Stazione Sperimentale delle Pelli ) e le istituzioni tesa a dare vita ad un polo archivistico, formativo e Museale recuperando almeno in parte l’edificio storico, coinvolgendo enti locali rappresentanze industriali e ministero dei beni culturali”.

 

Come intende procedere?

 

“Tecnica e creatività ispireranno il progetto costruendo un itinerario che va dall’industria conciaria al design consapevoli dell’importanza del cuoio e delle pelli nell’affermazione nel mondo del Made in Italy. Per portare al successo l’iniziativa dovremo aumentare gli associati e coinvolgere nuovi soggetti imprenditoriali e finanziari. In questo percorso molto importante sarà l’apporto che potrà dare il Presidente uscente Giovanni Gola e gli altri soci fondatori. Organizzeremo specifici gruppi di lavoro tematici coinvolgendo tutti gli associati”.

 

Lacicerchia pensa al futuro ed a chi ha reso possibile il percorso “Un grazie a tutti per la fiducia che mi è stata accordata che mi impegnerò a onorare con il mio impegno e la mia passione”.

 

E di passione ne ha messo in campo tanta, Giovanni Gola. Una vita spesa fra l’insegnamento e nell’universo delle Pelli, oggi ha lasciato il testimone ma continua nell’impegno “abbiamo iniziato molti anni fa con l’obiettivo di recuperare e rendere attuale una tradizione. Volevamo e vogliamo recuperare un luogo che ha un valore storico, architettonico e di cultura notevole”.

 

“Un gruppo di professori ed ex- allievi ritrovatosi – dice – ha sentito l’esigenza di salvaguardare la storia della scuola e magari recuperare l’edificio storico (nacque appunto nel 1911 al momento non fruibile), ma che contiene ancora macchinari che seppur vetusti rappresentano un patrimonio unico”.

 

Lo stesso edificio che per una fase storica ha ospitato anche una sede distaccata della SSIP.

 

Nel 2018 degli appassionati hanno dato vita alla A.S.Co.T. Associazione culturale Allievi Scuola Conciaria Torino intraprendendo un percorso “irto di insidie burocratiche e di successi”.

 

E li elenca, i successi, con orgoglio il battagliero Gola che dice “abbiamo organizzato convegni ed assemblee, con gli amministratori e con tanti professionisti. Abbiamo il rammarico di non poter usare la sede, occupata da movimenti e famiglie, ma non ci siamo abbattuti. Abbiamo, simbolicamente, scelto per le nostre riunioni le ex concerie. Ed è, infatti, alla ex CIR che abbiamo eletto Lacicerchia ed avviato il nuovo percorso”. Continua, dunque, l’impegno per recuperare memoria e costruire futuro.

 

E all’ASCOT ci credono tutti.

 

Gaetano Amatruda

Ufficio Stampa SSIP

 
 

Flessione continua (ISO 5402-1): la Germania propone la sostituzione del flessimetro Bally
Flessione continua (ISO 5402-1): la Germania propone la sostituzione del flessimetro Bally

Lo scorso 6 ottobre 2020, dopo un anno di interruzione dei lavori, si è tenuto il virtual meeting della commissione europea di normazione sul cuoio “CEN/TC 289 Leather”.

 

Nell’ambito del Working Group 2 “Prove fisiche e meccaniche” è stata discussa la revisione della norma ISO 5402-1 sulla resistenza alla flessione continua del cuoio. La norma è già stata oggetto di revisione nel 2017 da parte di membri tedeschi rappresentanti del DIN, ma è stata ritirata dopo poco più di un anno a seguito della rilevazione di un errore nella sezione descrittiva del dispositivo di prova che ha determinato problemi non solo ai costruttori, ma anche ai laboratori di analisi accreditati.

 

La proposta tedesca oltre a contenere una errata descrizione della macchina, infatti, definisce una modifica sostanziale della geometria dei morsetti di prova rispetto a quelli tradizionali “Bally”. La motivazione per questo cambiamento è stata la richiesta da parte di alcuni laboratori in Germania che vorrebbero un unico dispositivo utile per la caratterizzazione di tutti i materiali da rivestimento (calzature, calzature di sicurezza, supporti rivestiti e cuoio). Questa motivazione è ovviamente inaccettabile, vista l’elevata diffusione dei tradizionali dispositivi con morsetto “Bally” che diventerebbero da un giorno all’altro del tutto obsoleti, obbligando tutti gli operatori del settore a nuovi ed inutili investimenti in asset di laboratorio.

 

Giuliani Tecnologie di Torino, il principale costruttore italiano di macchine per prove fisiche e meccaniche su cuoio, contattato dalla Stazione Sperimentale ha fornito i propri dati di vendita, informando che sugli oltre 2.000 apparecchi presenti nel mondo, negli ultimi 3 anni non ha ricevuto alcuna richiesta di macchine con i morsetti proposti dai tedeschi.

 

Quanto sopra, rende ancora più debole la richiesta di modifica della norma.

 

Per risolvere la questione la Stazione Sperimentale ha proposto di effettuare una serie di prove interconfronto utilizzando entrambi i morsetti di prova. Soltanto a seguito della raccolta dati e del confronto degli stessi si potrà decidere o meno se considerare quelli proposti nella nuova norma come “alternativi” a quelli tradizionali.

 

Le prove saranno effettuate a livello europeo coinvolgendo aziende costruttrici ed alcuni dei laboratori di prova membri del CEN. Il tutto sarà coordinato dalla Stazione Sperimentale con il supporto di Giuliani Tecnologie e del Gruppo Mastrotto di Arzignano che fornirà il materiale da analizzare.

 

Il report delle prove sarà presentato in un meeting ristretto a fine novembre nel quale di finalizzerà la bozza di norma da proporre al CEN/TC 289 previsto per marzo 2021.

 
 

Dipartimento sviluppo prodotto

 

Ing. Rosario Mascolo

 
 

Il punto di Assomac – Hotspot per le industrie di abbigliamento e calzature
Il punto di Assomac – Hotspot per le industrie di abbigliamento e calzature

Il nuovo incontro con – Il punto di Assomac – è in materia di riduzione di impatto ambientale nelle imprese del comparto calzaturiero e dell’abbigliamento.

Le imprese, sono coinvolte in iniziative per ridurre l’impronta ambientale nei prodotti di largo consumo della moda e cercano tecnologie, soluzioni e buone pratiche per la sostenibilità ambientale. Per migliorare l’interazione tra impresa e ambiente, ai produttori di beni intermedi è richiesto di eseguire una valutazione della performance ambientale, che permette di esprimere un giudizio sui risultati della gestione ambientale.

 

A tale scopo si utilizzano delle grandezze chiamate indicatori ambientali, i cui valori si confrontano con dei valori di riferimento, utili per capire cosa va migliorato per soddisfare i Science Based Targets (i quali richiedono l’abbattimento dell’80% delle emissioni di GHG per il 2050.

 


Per soddisfare i Science Based Targets, devono essere applicate contemporaneamente diverse misure migliorative: una maggiore efficienza energetica e uno spostamento verso le energie rinnovabili oltre ad approcci intelligenti al riciclaggio delle fibre e dei tessuti. È importante capire come la sola realizzazione di singole misure (ad esempio l’economia circolare) non renderebbe sostenibile nel lungo periodo il settore dell’abbigliamento e della calzatura.

 

Questo articolo elenca degli indicatori intermedi, o midpoint  e finali, o endpoint, oltre alle valutazioni delle scorte e classi di misurazioni che differiscono dallo scopo per cui sono pensate. Gli intermedi sono caratteristici dei processi provocati dal flusso di sostanze verso e dall’ambiente naturale, mentre lo scopo di un indicatore finale è quello di illustrare meglio gli effetti complessivi di questi processi in termini di valore sociale – salute umana, ecosistemi e risorse.

 

I dati di inventario sono le informazioni usate per calcolare intermedi e finali.

 
 

Glove, Percorsi e storie di guanti a Napoli: alla Fondazione Banco di Napoli la mostra organizzata dalla SSIP. Inaugurazione Mercoledì 22 Gennaio 2025 ore 10.30.

La mostra sarà visitabile sino al 21 febbraio 2025. Info e prenotazioni c.grosso@ssip.it

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