Trentadue aziende globali, leader mondiali nel settore della moda e del tessile, hanno firmato il Fashion Pact. Il progetto è stato presentato, mesi fa, ai capi di Stati riuniti durante il G7 di Biarritz.

 


Con il Fashion Pact, queste aziende hanno assunto uno sguardo d’insieme anche sulle tendenze future, e sull’impatto che avranno sull’industria, così da consentire decisioni migliori e più informate per un percorso di tecnologia sostenibile. Quattro sono le principali tendenze: i mutamenti geografici, la digitalizzazione, il consumo intelligente e i nuovi materiali.

 


Mutamenti geografici

 


Questa tendenza fa riferimento alla ricollocazione di siti produttivi. Se la produzione viene ricollocata in paesi con un alto livello di reddito, come in Europa e nelle Americhe, dove sono già operativi dei sistemi efficaci contro l‘inquinamento delle acque e la tossicità, l’industria può beneficiare di un ridotto impatto ambientale anche se, unita a un maggior livello di automazione (Industria 4.0), può portare a una massiccia perdita di lavoro in paesi come il Pakistan o il Bangladesh. Nel caso di ricollocazione in paesi a basso reddito, come l’Etiopia, la mancanza di infrastrutture potrebbe portare a un aumento dell’impatto delle acque di scarico o della tossicità sull’uomo, se non controbilanciato da una spinta verso l’uso delle rinnovabili nella manifattura.

 


Digitalizzazione

 


Questa tendenza fa riferimento alle nuove efficienze (rendimenti) nella catena delle forniture permesse o prodotte dalle nuove tecnologie lungo tutta la catena di valore. Questa tendenza può tuttavia portare anche a importanti conseguenze sociali (ad esempio perdita di lavoro), di cui bisogna tenere conto.

 


Consumo intelligente

 

Questa tendenza si riferisce ai nuovi modelli di consumo, come l’incremento della personalizzazione di massa, l’e-commerce e i nuovi modelli di business utili purché vadano a supportare un’economia sostenibile.

 


Materiali preferiti

 

Questa tendenza si riferisce all’adozione di filati che hanno un minor impatto ambientale rispetto alle loro alternative convenzionali.

 
 
 

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