ISO/IEC 17025:2018: La verifica di conformità dei dispositivi ausiliari

 

La norma ISO/IEC 17025 per i laboratori di prova accreditati, nel paragrafo 6.4, definisce i requisiti delle dotazioni al fine di eseguire correttamente le attività di prova ed in funzione dei parametri che possono influire sui risultati. La norma fa riferimento non soltanto gli strumenti di misura, i software, gli standard ed i materiali di riferimento, ma include anche i materiali di consumo e gli apparati ausiliari. Per quanto riguarda questi ultimi, un dispositivo ausiliario è un’apparecchiatura che non fornisce una quantificazione diretta di un misurando, ma gestisce un processo che può influenzare il risultato finale. Nel settore conciario, nelle prove fisiche e di solidità del colore sono molti esempi di apparati di prova con funzioni ausiliarie e che devono essere gestiti secondo le prescrizioni per i laboratori accreditati; tra questi ricordiamo: gli abrasimetri (Martindale, Taber o a tamburo rotante), i flessimetri (Bally, Vamp flex), le apparecchiature per la resistenza all’acqua ed alcuni dispositivi per l’esecuzione delle prove di solidità del colore (perspirometri, Crockmeter, Veslic).

Come riportato nel paragrafo 6.4.3 della ISO/IEC 17025, anche tali strumenti devono disporre di specifiche procedure di manipolazione, trasporto, conservazione, utilizzo e manutenzione programmata finalizzata ad assicurarne il corretto funzionamento. Ovviamente, non essendo strumenti usati per la misurazione diretta di un misurando (es. bilance, celle di carico, spessimetri) e non essendo necessaria alcuna riferibilità metrologica per i risultati finali (paragrafo 6.4.6), su di essi non vengono effettuate tarature o verifiche metrologiche intermedie e non si attua un programma di taratura nel senso stretto del termine così come richiesto nel paragrafo 6.4.7.

Resta però applicabile il requisito del punto 6.4.4 nel quale si stabilisce che il laboratorio deve verificare che le dotazioni siano “conformi” a requisiti specificati prima di poter essere messe in servizio.

Come si traduce tale requisito in termini operativi? Per rispondere a questa domanda, nel seguito riportiamo l’esempio di uno degli strumenti più diffusi nella definizione delle proprietà di solidità del colore del cuoio, ovvero il rub fastness tester secondo ISO 11640, più comunemente conosciuto come Veslic.

Verificare la conformità dello strumento significa fornire evidenze che siano rispettati i requisiti funzionali, costruttivi e dimensionali della macchina così come indicato nello specifico metodo di prova. Nelle norme sui metodi di prova, i requisiti delle macchine con i relativi criteri da rispettare sono generalmente riportati in un paragrafo “Apparecchiature e materiali” della norma; in particolare, la ISO 11640:2018 nel paragrafo 5 individua le seguenti caratteristiche del rub fastness tester:

 

  • Portacampione con una distanza di afferraggio tra i morsetti di circa 80 mm (paragrafo 5.1.1)
  • Morsetto mobile in grado di distendere il provino nella direzione di sfregamento fino al 20% della distanza iniziale di afferraggio (paragrafo 5.1.1)
  • Un piede di pressione di massa pari a 500 grammi ± 25 grammi (paragrafo 5.1.2)
  • Un portafeltrino quadrato di lato pari a 15 mm e profondità 3,9 mm ± 0,1 mm (paragrafo 5.1.2)
  • Una massa aggiuntiva di 500 grammi ± 10 grammi in modo che la massa totale applicata sul provino sia pari a 1.000 grammi ± 35 grammi (paragrafo 5.1.2)
  • Un sistema di spostamento del portacampione in grado di impartire un movimento lineare compreso tra 35 mm e 40 mm con una frequenza di oscillazione pari a 40 cicli/min ± 2 cicli/min (paragrafo 5.1.3)

 

Verificare la conformità alle caratteristiche sopra riportate significa definire una procedura operativa con la registrazione delle evidenze del rispetto dei criteri; ciò mediante l’utilizzo di materiali o strumenti di riferimento certificati, ovvero con riferibilità metrologica LAT. Nel caso specifico, quindi:

  • le misure di lunghezza quali: la distanza tra i morsetti di afferraggio, quella nelle posizioni corrispondenti al 5, 10, 15 e 20%, le dimensioni del portafeltrino e la distanza percorsa dal piede di pressione in utilizzo possono essere determinate mediante un calibro certificato
  • I valori del peso del piede di pressione e della massa aggiuntiva possono essere determinati mediante bilancia tarata
  • La frequenza di oscillazione lineare del piede di pressione può essere verificata mediante un cronometro certificato

I risultati delle rilevazioni di cui sopra, definibili anche come media di più misure, devono essere confrontati con le tolleranze ed i criteri della norma; ad esempio, una massa aggiuntiva di 512 grammi risulta conforme al requisito di 500 grammi ± 25 grammi. La messa in servizio ed il successivo utilizzo del dispositivo sono strettamente correlati alla conformità di tutti i requisiti. Dal punto di vista documentale, l’evidenza delle attività di verifica si traducono nell’emissione di un “Rapporto di Conformità” che deve essere revisionato con frequenza stabilita dal laboratorio in base alla tipologia di apparecchiature e della relativa frequenza di utilizzo.

 

 

 

A cura di 

Ing. Rosario Mascolo – Coordinatore Tecnico-Scientfico Dipartimento Sviluppo Prodotto

 

Pubblicato il: 15 Mar 2023 alle 11:55

 

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