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E’ stato pubblicato l’avviso di asta pubblica per la vendita dell’ex sede della Stazione Sperimentale per l’industria delle Pelli e materie Concianti, sita in Via Nuova Poggioreale n. 38-39, Napoli.
Per info si rimanda al seguente LINK
Approfondimenti sulle attività di ricerca, formazione e ogni altra notizia rilevante per la filiera pelle.
Buona lettura!
Si è tenuto online mercoledì 25 settembre, il settimo appuntamento del nostro programma di formazione e divulgazione scientifica 2024, il cui obiettivo è trasferire alle imprese e agli operatori del settore le innovazioni e i progetti di ricerca che SSIP ha messo in piedi per il biennio 2024-2025.
I prodotti destinati al mercato del Fashion e quello dell’Arredo sono generalmente qualificati da due elementi principali: il design ed i materiali con cui sono costruiti. Se ci riferiamo ai materiali da rivestimento (tomaie, borse, rivestimenti di divani, sedili di automobili, ecc), il cuoio è da sempre associato ad articoli di prestigio e ad elevata qualità sia in termini di caratteristiche percepite da parte dei consumatori, che in termini di performances fisiche e meccaniche specifiche.
Negli ultimi anni, però, il settore conciario sta affrontando un periodo di parziale cambiamento di tale percezione da parte di alcune categorie di consumatori ed operatori della filiera che si sono tradotti nell’immissione sul mercato di altri materiali da rivestimento di derivazione naturale (es. funghi, ananas, mele, ecc) o da idrocarburi (es. “pelli vegane”, materiali polimerici). Prodotti che non vengono presentati solo come “nuovi materiali da rivestimento”, ma sempre sono etichettati come “cuoi alternativi / alternative leathers” o “alternativi al cuoio / Leather Alternatives”. In merito, visto l’impatto socio-economico che ciò implica, sono stati effettuati alcuni studi che hanno provato a motivare tale modifica della percezione sui prodotti in cuoio rispetto agli altri materiali. Volendo prendere un esempio esemplificativo, si consideri l’articolo pubblicato sul Journal of Textile Science & Fashion Technology (JTSFT) nel 2023: “Conoscenza delle alternative al cuoio: uno studio esplorativo: implicazioni per l’istruzione” [1]. Tale studio era finalizzato alla quantificazione del livello di conoscenza e atteggiamenti di studenti del settore del Fashion sui prodotti in cuoio e sue “alternative”, incluso di quelle etichettate come “vegane” (ovvero realizzate in materiali polimerici o come filler di materiali polimerici). I dati, raccolti in questionari, hanno sostanzialmente evidenziato la carenza di conoscenze approfondite sulle differenti tipologie di materiali da rivestimento e relativi processi produttivi, giustificando la preferenza di un materiale a rispetto ad altri attraverso generiche motivazioni sul benessere animale o sulla sostenibilità ambientale.
Posto che non si comprende la motivazione per la quale tali materiali non vengano classificati semplicemente come “rivestimenti”, ma che siano etichettati con accezione alternativa nei fatti competitiva al cuoio (leather alternatives), in molti dei casi esaminati, comunque, non sembra sia stata fatta alcuna valutazione né sul significato di “alternativo” né tantomeno sull’utilizzo della parola “cuoio” per materiali che non derivano dalla pelle animale.
Se volessimo banalmente analizzare il significato delle parole, per “alternativo” si intendono “beni concorrenti nell’offerta”, “mezzi, realtà o soluzioni a cui si può ricorrere in sostituzione di altro che venga a mancare, o che comunque si voglia o si debba scartare; o anche, più generalmente, che offre una possibilità di scelta” [2], oppure “cose che puoi scegliere di fare o avere tra due o più possibilità” [3]. Se lo riferiamo a prodotti o materie prime, questo significa che, oltre ad avere la stessa destinazione industriale, due materiali alternativi tra loro dovrebbero quantomeno competere per prestazioni e caratteristiche merceologiche.
Per quanto riguarda, invece, il termine “cuoio”, il D.Lgs 68/2020 lo definisce chiaramente come “la pelle o il pellame di un animale che ha conservato la sua struttura fibrosa originaria più o meno intatta, conciato in modo che non marcisca” [4], allineandosi alle definizioni riportate nella Direttiva Europea 94/11/CE sull’etichettatura dei materiali usati nelle principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore.
Analizzando alcuni dei tra i prodotti presenti sul mercato, esistono già materiali con la medesima destinazione d’uso del cuoio, anche se in alcuni casi non sembrano essere sempre ad esso “alternativi” (nel senso di pari percezione da parte del consumatore o di pari proprietà), ma più che altro “surrogati” o imitazioni. Nella tabella sottostante sono riportati i risultati di un’analisi comparativa eseguita nel 2021 da FILK (Germania) di alcuni dei su citati materiali da rivestimento [5]. I dati mostrano come tali prodotti, pubblicizzati come alternativi al cuoio, in realtà non siano ad esso competitivo.
In alcuni casi (es. Appleskin [6]) sia la struttura che la pellicola di rivestimento risultano contenere materiali polimerici (PET e PU) che sicuramente, totalmente o in parte, derivano da sorgenti fossili. Ad ogni modo, per il raggiungimento di molte proprietà di superficie indispensabili per l’utilizzo nel settore della moda, viene applicata una rifinizione polimerica, così come accade per molti articoli di pelle [5].
Se sul mercato in qualche modo è chiara la gamma di prodotti concorrenti con il cuoio ed i relativi monitoraggi a tutela del rispetto di etichette, norme e leggi (es. in Italia il D.Lgs 68/2020) restano criticità nel mondo della ricerca scientifica. Non è difficile, infatti, trovare papers scientifici su riviste “peer reviewed”, anche con impatto non trascurabile, riguardanti studi di nuovi materiali classificati come “leather alternative” o con il sostantivo “leather” utilizzato in modo improprio. A titolo esemplificativo, nella tabella sottostante sono riportati alcuni titoli di papers (inclusivi di fonte) che si possono trovare con semplici ricerche su internet.
ARGOMENTO / TITOLO | RESEARCH INTEREST SCORE | CITATIONS | READS | FONTE / DOI / ISBN |
Fungi-derived leather (Mushroom leather) | 64,6 | 3 | 6667 | MycoKing 1: 1–9 (2022) www.mycoking.org |
Jute–Mycelium Vegan Leather | 4,4 | 0 | 110 | DOI: 10.1155/2024/1304800 |
Leather Alternative from Natural Rubber and Pineapple Leaf Fiber (PALF Leather) | 9,5 | 2 | 1008 | DOI: 0.3390/su152115400 |
Fungal mycelium as leather alternative | 18,1 | 18 | 542 | DOI: 10.1016/j.susmat.2023.e00724 |
A Study on Different Kinds of Leathers Alternative Materials | 6,4 | 5 | 264 | DOI: 10.3390/su16062324 |
Leather alternative from bacterial cellulose (kombucha scoby leather) | 8,1 | 2 | 297 | DOI: 10.47413/vidya.v1i2.66 |
The first low-carbon and biodegradable alternative leather | 16,8 | 21 | 433 | DOI: 10.1186/s12302-022-00689-x |
Cellulose-protein biodegradable flexible composite (leather alternative) | 4,6 | 1 | 243 | DOI: 10.1007/s10570-023-05547-4 |
Vegan Alternatives for Leather (es. cactus leather, apple leather) | 0,3 | 0 | 50 | ISBN: 978-3-031-65364-3 |
Cactus Leather in Pakistan’s Leather Industry | 0,7 | 1 | 70 | DOI: 10.58661/ijsse.v4i3.298 |
Jute fiber reinforced flexible planar composite alternative of leather | 10,5 | 6 | 560 | DOI: 10.1177/15589250221144015 |
In quasi tutti gli articoli, viene motivato l’oggetto dello studio non in termini di produzione di “nuovi materiali sostenibili” in senso assoluto, ma sempre in competizione con il “cuoio”. Cuoio che viene sempre considerato come riferimento negativo in termini di impatto ambientale, con alternative spesso etichettate come cruelity-free. Considerazioni che sono errate non solo dal punto di vista ambientale, ma anche in termini di rispetto per gli animali. Si ricorda, infatti, che il “cuoio” resta un materiale prodotto dagli scarti dell’industria alimentare e che è stato già dimostrato che la sua produzione non determina impatti differenti rispetto ai materiali concorrenti [7], molto spesso costruiti con materie prime da sorgenti fossili.
[1] Vera Ashley. Knowledge of Leather Alternatives: An Exploratory Study: Implications for Education. J Textile Sci & Fashion Tech. 7(4): 2021. JTSFT.MS.ID.000668. DOI: 10.33552/JTSFT.2021.07.000668
[2] https://www.treccani.it/vocabolario/alternativo/
[3] https://www.oxfordlearnersdictionaries.com
[4] D. Lgs 9 giugno 2020, n. 68 “Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia» e di quelli da essi derivati o loro sinonimi e la relativa disciplina sanzionatoria, ai sensi dell’articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n. 37 – Legge europea 2018. (20G00084) (GU Serie Generale n.160 del 26-06-2020)”
[5] Michael Meyer, Sascha Dietrich, Haiko Schulz, Anke Mondschein – Comparison of the Technical Performance of Leather, Artificial Leather, and Trendy Alternatives – Coatings 2021, 11, 226
[6] https://www.appleskin.com/appleskin
[7] https://ssip.it/2024/01/25/conciare-conviene-la-circolarita-della-produzione-di-cuoio/
A cura di
Ing. Rosario Mascolo – Coordinatore Tecnico-Scientfico Dipartimento Sviluppo Prodotto 26-09-2024
Ha collaborato: Dott. Gianluigi Calvanese
Pubblicato il: 26 Set 2024 alle 10:28
MADE IN ITALY SUMMIT – EVENTO DIGITALE
Quinta edizione del Made in Italy Summit, evento targato Il Sole 24 Ore, Financial Times e Sky TG24, in programma, come evento digitale, l’1-2-3 Ottobre. Inizio lavori ore 14.00.
Intervengono:
Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana
Edoardo Imperiale, Direttore Generale Stazione perimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti
Roberta Ligossi, CEO & Founder TA-DAAN, Ambassador GammaDonna
Stefano Ortolano, Head of Structured Finance, illimity
Maria Giovanna Paone, Presidente Gruppo Kiton
Claudio Rovere, Presidente HModa
Approfondimenti sulle attività di ricerca, formazione e ogni altra notizia rilevante per la filiera pelle.
Buona lettura!
Il Cuoio Made in Italy: materiale di qualità e sostenibile: è questo il focus del secondo numero di CPMC – Cuoio Pelli Materie Concianti, la pubblicazione scientifica a cura della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie concianti(SSIP), che è stato presentata nel corso della 104° di Lineapelle, la fiera internazionale di settore, in programma a Fieramilano Rho che si è conclusa il 19 settembre: “Il Focus di questo numero ‘Il Cuoio Made in Italy: materiale di qualità e sostenibile’ racchiude partite strategiche per la SSIP, più in generale per il comparto e per l’economia italiana”, ha spiegato Edoardo Imperiale, DG della SSIP: “La qualità del prodotto, l’eccellenza del cuoio, si valorizza se si sceglie e percorre la via dell’innovazione. Slogan e campagne di marketing, che pure sono fondamentali, da sole non possono bastare. Serve una strategia del sistema Paese e per strutturare questa serve una progettualità di base, servono idee chiare, una traiettoria 5.0”. In questo numero anche contributi internazionali, che analizzano il ruolo delle imprese nostrane, come ha spiegato ancora di Direttore: “La lungimiranza delle imprese italiane ha aperto, interessante l’intervista a Gustavo Gonzalez-Quijano, in questo numero di CPMP, un dibattito nel consesso internazionale. L’esigenza di puntare sulle nuove tecnologie e soluzioni in grado di assicurare qualità e sostenibilità è una sfida globale e la nostra industria conciaria italiana che è partita prima di altri ha il dovere, per rimanere su questa strada e per difendere concretamente i prodotti, di fare qualcosa in più”.
A Lineapelle, la SSIP ha curato l’organizzazione del talk MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, sul tema “Il Ruolo della ricerca nel futuro sostenibile e circolare del cuoio Made in Italy”, cui hanno preso parte il DG Imperiale; Fulvia Bacchi, Direttore generale UNIC e CEO di LIneapelle, Omar Bellicini, Responsabile relazioni esterne MICS e Claudia Florio, Responsabile della Ricerca SSIP e Project Leader per MICS. Nel corso del talk, si è parlato del bando a cascata MICS dedicato alle imprese valore di 16 mln di euro stanziati. In particolare sono tre i progetti in campo finanziati che investono sulla tematica di interesse conciario, promossa dalla SSIP: nello specifico, le imprese VIGNOLA NOBILE S.P.A. (capofila) con Sense Square S.r.l., Khimera S.r.l. ha ottenuto finanziamenti per il progetto HOT (H2OxyTan), che affronta la tematica dello sviluppo di nuovi cuoi sostenibili, minimizzando l’impatto ambientale del processo. Le imprese Biopox S.r.l. (capofila) con Università degli Studi del Sannio; Russo di Casandrino S.P.A.; Compolab S.r.l., centrali con il progetto RESCUE, finalizzato all’impiego di biotecnologie conciarie per valorizzare gli scarti della produzione, in un’ottica di economia circolare. Infine, le imprese Totaro (capofila) con Composite Research S.r.l., Test and Manufacturing Engineering S.R.L., HEROBOTS S.R.L CF, MARIO LEVI S.P.A. con il progetto RESHAPE, improntato all’impiego della robotica per la manipolazione automatizzata delle pelli, per il settore dell’automotive. Al talk sono intervenuti: Nicola Vignola e Daniela Caracciolo, della conceria Vignola Nobile, Giovanni Sannia per Biopox e Valentina Golia per HEROBOTS.
Spazio, poi, alla formazione nello stand della Stazione Sperimentale di Pozzuoli, con la valorizzazione in fiera degli ITS, tra cui Mia, di cui la SSIP è partner. Una formazione, quella offerta dalla Stazione, altamente qualificante, soprattutto perché rivolta ad un’utenza che sarà poi in grado di affrontare le sfide moderne del settore, che non possono prescindere dalla qualità dei prodotti e dalla loro tracciabilità.
A Lineapelle la SSIP ha esposto, infine, l’output di ricerca scientifica legato al Partenariato esteso di MICS e al Progetto Chiroteca “The Same 25 step”, finanziato dalla stazione che ha curato la realizzazione di un QR Code direttamente sul prodotto guanto in un’ottica di tracciabilità che significa qualità.
Molto spesso, nei dibattiti e nella opinione pubblica, il Made in Italy è slogan, alcune volte vuoto.
Noi lavoriamo perché sia sostanza. Noi chi? Noi Stazione Sperimentale, ed in questo numero capirete perché, noi – consentitemelo – sistema di imprese del comparto. Il mondo della pelle e del cuoio, da tempo, ha capito che la tutela del nostro prodotto andava e va di pari passo con la sfida della sostenibilità. Lo ha capito e questo universo, questo sistema di imprese ha scelto, ha lavorato.
L’intuito di tanti imprenditori ha fatto la differenza. Non sempre basta però ed ecco che diventa fondamentale il lavoro di Enti di Ricerca come la SSIP e, allora, piace il riconoscimento che arriva (in questo numero)
da Fulvia Bacchi, direttrice UNIC (con loro preziosa ed imprescindibile collaborazione).
Il tema scelto che campeggia in copertina e che Edoardo Imperiale ha, giustamente lanciato, è la nostra mission. Le nuove tecnologie per il controllo di prodotto e processo, come soluzioni in grado di garantire le performance di qualità, tracciabilità e sostenibilità dei prodotti in cuoio per il Made in Italy non è un titolo, è un programma. Sintesi perfetta.
E il programma che mettiamo in campo per superare vecchi pregiudizi ideologici (sono da stupidi) per difendere (sempre) la qualità dei prodotti, per vincere la sfida della concorrenza internazionale (spesso scorretta), per intercettare nuovi mercati.
Il futuro del cuoio, senza la scommessa della sostenibilità, non esiste. E non esiste sostenibilità senza innovazione, senza un intelligente e sapiente utilizzo delle nuove tecnologie. Esse sono fondamentali per incidere sui processi e sui prodotti che, ed è questa la magia, sono sempre nuovi ma legati ad una suggestione storica ed antica.
La nostra convinzione è che si possano identificare, e ci siamo, materiali di processo a minore impatto ambientale rispetto agli attuali, con qualità crescente.
Il pragmatismo che mi contraddistingue mi vorrebbe, adesso, impegnato nella consegna di esempi concreti, perché la mia esperienza è legata al fare. Il mio invito, da imprenditore e Presidente SSIP, è invece quello di leggere le pagine che seguiranno. Ci sono i protagonisti del comparto, scienziati, ricercatori di prestigio, figure e sinergie insostituibili per il tessuto produttivo.
Troverete percorsi concreti, iniziative, progetti finanziati, azioni di partenariato robusto e qualificato. E, in questa fase storica più di altre, il tempo della concretezza.
Mettiamo insieme, e funziona, imprese,
Università, enti di Ricerca. Siamo capaci di intercettare fondi europei e nazionali, di confrontarci con il contesto internazionale.
E quello che abbiamo fatto in questi anni e continueremo a fare.
Saremo, ancora, punto di riferimento nazionale.