Old

DA CPMC – AA. VV: “Utilizzo di tecniche avanzate di microscopia ottica per l’analisi delle pelli a supporto dell’eccellenza del Made in Italy”
DA CPMC – AA. VV: “Utilizzo di tecniche avanzate di microscopia ottica per l’analisi delle pelli a supporto dell’eccellenza del Made in Italy”

Il “Made in Italy” rappresenta da sempre un sinonimo di qualità, eleganza e artigianalità nel mondo della moda e del design. Tra i materiali che incarnano al meglio questi valori, la pelle occupa un posto di rilievo. Utilizzata per la produzione di articoli di abbigliamento, pelletteria, calzature, interni di automobili, di componenti di arredo e, più in generale, articoli destinati al mercato del lusso, la pelle italiana è rinomata per la sua eccellenza in termini merceologici e le sue elevate prestazioni. Le pelli di alta qualità sono il frutto di una lunga tradizione artigianale e di un’accurata selezione delle materie prime. Ogni fase del processo produttivo, dalle operazioni di riviera, alla concia, post-concia e rifinizione, è eseguita con meticolosa attenzione per garantire un prodotto finale privo di difetti1-4. Questo livello di perfezione non solo conferisce un valore estetico e tattile ineguagliabile, ma assicura anche una maggiore durata e resistenza nel tempo. La pelle naturale, che costituisce un sottoprodotto dell’industria alimentare, è sottoposta a trattamenti fisici e chimici che conferiscono al materiale una notevole resistenza meccanica e stabilità contro il calore, l’umidità e l’usura. Le caratteristiche uniche della pelle includono una struttura specifica formata da pori e follicoli piliferi, che variano a seconda della specie animale da cui proviene; in tal senso, la corretta identificazione di queste caratteristiche fisiologiche, scongiura il rischio di frode commerciale attraverso l’etichettatura ingannevole, dove la provenienza dell’animale può essere falsamente dichiarata per aumentare il valore del prodotto. Materiali alternativi che imitano la pelle, inoltre, sono prodotti attraverso processi industriali che utilizzano di sovente materiali plastici per creare un prodotto che simula l’aspetto e la sensazione della pelle naturale. Questa alternativa è diventata popolare grazie al suo costo inferiore e alla possibilità di produzione in massa. Tuttavia, i materiali alternativi, oltre a presentare aspetti potenzialmente penalizzanti sul piano ambientale, presentano anche limitazioni significative, come la scarsa permeabilità, e la bassa durabilità. Inoltre, sul piano ecotossicologico, i materiali alternativi possono contenere sostanze chimiche nocive, che potrebbero rappresentare rischi significativi per la salute dei consumatori. Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nel distinguere tra pelle, nota per la sua qualità e autenticità e materiali alternativi, particolarmente per il “Made in Italy”. Questo interesse è dovuto alla necessità di proteggere l’integrità del prodotto italiano di punta, nei settori produttivi rappresentati, minacciato dalla diffusione di materiali sintetici che imitano la pelle. Le tecnologie avanzate di analisi e certificazione sono diventate fondamentali per garantire l’originalità dei prodotti italiani5 . Prodotti falsificati, spesso realizzati con materiali scadenti e tecniche di lavorazione inadeguate, non solo danneggiano l’immagine del “Made in Italy”, ma compromettono anche la fiducia dei consumatori e minano l’economia delle imprese artigiane. Tecnologie avanzate di analisi sono inoltre importanti per la rilevazione di difetti e imperfezioni sia durante il ciclo di lavorazione che nel prodotto finito, in modo da garantire l’elevato livello di qualità connesso con il Made in Italy. In questo lavoro è stata utilizzata una tecnica di microscopia ottica avanzata per analizzare la texture di superfici estese di pelle e per caratterizzarne le proprietà e gli eventuali difetti. Tale approccio combina l’uso di un microscopio ottico automatizzato, collegato ad una telecamera ed equipaggiato con obiettivi per campo chiaro ed epifluorescenza, con tecniche di analisi delle immagini. Il microscopio è dotato di una piattaforma di posizionamento motorizzata che consente di spostare il campione in maniera controllata e ad alta precisione. L’acquisizione delle immagini viene effettuata in due modalità principali: • Campo chiaro: la luce bianca viene trasmessa o riflessa dal campione, illuminando la superficie e rivelando dettagli strutturali e difetti. • Epifluorescenza: utilizza specifiche lunghezze d’onda di luce per eccitare le molecole fluorescenti nel campione, rivelando caratteristiche non visibili in condizioni normali. Questa tecnica è particolarmente efficace per evidenziare difetti nascosti grazie a trattamenti chimici o coloranti applicati alla pelle. Con queste tecniche, è possibile ottenere una visione dettagliata del campione. Utilizzando il sistema di posizionamento motorizzato, viene effettuata una scansione automatica del campione, in cui la telecamera acquisisce le immagini che vengono poi assemblate insieme attraverso un algoritmo di “stitching”. Viene così generata un’immagine composita di notevoli dimensioni spaziali (dell’ordine dei cm). Questa immagine può essere esaminata nel suo complesso mediante routine di analisi delle immagini e/o ingrandita per estrarre caratteristiche specifiche. Come esempio, le immagini riportate in Fig. 1 mostrano un’immagine singola in campo chiaro (a) e due immagini composite derivanti da mosaici 4×4 (b e c), acquisendo in quest’ultimo caso 16 immagini in due diversi canali (quello del Nile Red e quello del FITC). Le immagini in epifluorescenza mostrano un segnale apprezzabile in entrambi i canali utilizzati, che può essere attribuito non solo a riflessione della luce, ma anche all’autofluorescenza della pelle. Per verificare questa attribuzione, sono state condotte delle osservazioni anche nella sezione trasversali di campioni di pelle, come illustrato di seguito.

Sono stati esaminati un campione di pelle ed uno di materiale alternativo acquisendo mosaici 5×5 in 3 canali fluorescenti (FITC, Dapi e Nile Red), a parità di condizioni sperimentali. Quello che si evince dalle immagini di Fig. 2 a e b è la sostanziale differenza tra i due campioni; in particolare, nel campione di pelle in Fig.2a si osserva chiaramente la struttura superficiale della pelle con prevalenza nel canale del Dapi, mentre in Fig. 2b il campione di materiale alternativo non è chiaramente visibile ed in questo caso a prevalere è il canale del Nile Red.

 

In Fig. 2c e d sono invece presentate delle immagini della sezione trasversale dei due campioni (pelle e materiale alternativo). In Fig. 2c, relativa al canale in DAPI come esempio, si può notare come il campione di pelle mostra una limitata fluorescenza nella sezione (risultati simili sono rilevabili nei canali di fluorescenza nel rosso e nel verde). La Fig. 2d mostra invece una notevole fluorescenza per il campione di materiale alternativo nella sezione esaminata. Si può quindi evincere che la fluorescenza osservata nel campione di pelle in Fig. 2a sia prevalentemente il risultato di una riflessione, mentre la fluorescenza osservata per il campione di materiale alternativo in Fig. 2b possa essere dovuta almeno in parte ad un’autofluorescenza del materiale. In conclusione, la scansione automatica di campioni di pelle al microscopio consente l’esame di superfici dell’ordine dei cm con una risoluzione dell’ordine dei micron. Oltre a consentire di individuare in campo chiaro eventuali difetti morfologici presenti nel campione, la scansione può essere effettuata in epifluorescenza per rilevare caratteristiche di tipo chimico e fisico. Come sviluppo futuro c’è l’osservazione sistematica di campioni diversi sia nel piano della pelle che lungo la sezione trasversale in modo da avere una prospettiva più ampia per valutare la struttura interna del materiale, andando oltre l’analisi dello strato superficiale. Studiare il legame tra la microstruttura interna e quella esterna è un aspetto importante per la caratterizzazione della qualità e della durabilità dei prodotti in pelle. L’utilizzo di tecniche di acquisizione motorizzata di immagini al microscopio di ampie superfici di pelle, come descritto in questo articolo, rappresenta un contributo per l’indagine di campioni su una scala estesa (dell’ordine dei cm), con possibili ricadute applicative nella rilevazione di difetti e nell’identificazione di prodotti contraffatti.

 

Ringraziamenti Questo studio è stato supportato dal progetto MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – missione 4 componente 2, investimento 1.3 – D.D. 1551.11- 10-2022, PE00000004). Si ringrazia il CEINGE Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore (Via Gaetano Salvatore 486, 80145 NAPOLI) ed in particolare l’ing. Antonella Panarelli per il supporto fornito nell’acquisizione delle immagini. Bibliografia 1 Florio, C. & SSIP, R. R. PROGETTO SOLARIS: APPROCCI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE E CIRCOLARE DELLA FILIERA DEL CUOIO. Chimica & L’Industria 24 (2024). 2 Sharma, A., Srinivasan, V., Kanchan, V. & Subramanian, L. in Proceedings of the 23rd ACM sigkdd international conference on knowledge discovery and data mining. 2011-2019. 3 Liu, C.-K., Latona, N. P., Lee, J. & Cooke, P. H. Microscopic observations of leather looseness and its effects on mechanical properties. (2009). 4 Borlandelli, C. M. & Mahltig, B. Leather types and fiber-based leather alternatives-an overview on selected materials, properties, microscopy, electron dispersive spectroscopy eds and infrared spectroscopy. Annals of Textile Engineering and Fashion Technology 1 (2022). 5 Varghese, A., Jain, S., Prince, A. A. & Jawahar, M. Digital microscopic image sensing and processing for leather species identification. IEEE Sensors Journal 20, 10045-10056 (2020).

CIMODE: La SSIP alla sessione di chiusura della settima edizione 
CIMODE: La SSIP alla sessione di chiusura della settima edizione 

La Stazione Sperimentale ha preso parte alla sessione conclusiva della 7ª edizione di CIMODE, presso le Officine Vanvitelli al Belvedere di San Leucio, con l’intervento alla tavola rotonda dal titolo “Paesaggi culturali e produttivi della moda” della Resp. del Politecnico del Cuoio Serena Iossa. Con lei, hanno preso parte al convegno Antonio Marchiello – Assessore Attività Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio della Regione Campania, Rosanna Veneziano – Presidente CdS Magistrale in Design per l’Innovazione – Unicampania; Luigi Giamundo – Presidente Sezione Moda Unione Industriali Napoli; Aldo Toscano – Presidente nazionale CNA  Moda  su misura e Carlo Palmieri Presidente Gruppo Moda Assolombarda, Vice Presidente SMI. Il convegno è stato occasione per parlare della SSIP, della sua storia, dei suoi obiettivi e delle sue attività, compresa quella relativa alla formazione, attraverso la Fondazione MIA Academy ITS Moda Campania, di cui la Iossa è Direttore: “Il nostro obiettivo è ridurre quel divario tra il mondo della formazione il mondo del lavoro, con una formazione post diploma e soprattutto stage in aziende che poi sono motivate ad investire sui giovani e non. I corsi sono infatti, destinati ad un’utenza che va dai 18 ai 55 anni non compiuti. E quest’anno, per la prima volta, ci saranno delle borse di studio proprio perchè l’impegno di richiesta di presenza è oneroso, in un’ottica però di formazione pratica immediatamente spendibile“.

 

Theme of CIMODE 2024: ” PAESAGGI CULTURALI E PRODUTTIVI DELLA MODA”

La moda è un paesaggio valoriale che esprime cultura e saper fare produttivo, e, nella accezione contemporanea, essa supera l’identificazione con l’abito, per definire scenari portatori di visioni complesse legate alla nostra civiltà.

Tali paesaggi si esprimono oggi a diversi livelli di progetto e sperimentazione nel solco dei valori irrinunciabili della sostenibilità ambientale e sociale, dell’inclusività e di contaminazioni culturali e tecnologiche. Una nuova bellezza del fare si afferma, a partire dalla considerazione di una fase critica del nostro pianeta; la natura della moda, in questa fase, si identifica con una attività collettiva, basata su valori condivisi: “Fashion-ology dispels the myth according to which the creative designer is a genius. Fashion is not created by a single individual but by all those who they are involved in the production of fashion, and therefore fashion is a collective activity” (Kawamura Y., 2008).

PRODUZIONI SOSTENIBILI: La SSIP alla presentazione di Ecoinsieme Festival 
PRODUZIONI SOSTENIBILI: La SSIP alla presentazione di Ecoinsieme Festival 

La SSIP è intervenuta con la Dr. ssa Claudia Forio, responsabile della ricerca alla presentazione di ECOINSIEME FESTIVAL, la piattaforma collaborativa tra operatori Culturali e tecnici della Sostenibilità ambientale alla Fondazione Foqus, a Napoli. La due giorni dal titolo “Uno sguardo diverso sulla sostenibilità ambientale”, ha visto la SSIP tra i relatori del panel sul tema ECOINNOVAZIONE – Esperti, imprenditori e operatori a confronto per la sostenibilità della filiera produttiva culturale e creativa. Con la Florio sono intervenuti: Enrica D’Aguanno, Rachele Furfaro, Claudio Gambardella, Diego Guida, Paolo lorio, Renato Quaglia, Giulia Scalera, Antonella Violano. Presenti i rappresentanti istituzionali, Armida Filippelli, assessora alla formazione professionale della Regione Campania; Chiara Marciani, responsabile delle politiche giovanili del Comune di Napoli e Stefano Sorvino, direttore Generale dell’ARPAC, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Nel suo intervento la Florio ha approfondito il tema rispetto alle attività e ai progetti della SSIP, tra cui Solaris, il progetto di SPOKE 4 di MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile.

Focus Scientifico: Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario
Focus Scientifico: Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario

Il processo conciario comporta un notevole sfruttamento della risorsa idrica per le lavorazioni ad umido, dalla riviera alla concia fino alla tintura ed ingrasso. Questo comporta al contempo un’elevata quantità di acqua di processo residua da trattare per la sua depurazione. L’acqua in queste fasi è ovviamente utilizzata nei lavaggi della pelle e come solvente per trasportare i prodotti chimici al suo interno.

Molte ricerche e sperimentazioni sono state affrontate nel corso degli ultimi anni al fine di trovare un’alternativa all’acqua come solvente per queste lavorazioni al fine di limitarne l’impatto sulle risorse idriche, come l’utilizzo di solventi organici più o meno efficaci e sostenibili.

Un campo di sperimentazione ha esplorato, per lo stesso obiettivo, l’applicazione dell’anidride carbonica (CO2) supercritica.

“Una sostanza si dice essere in uno stato supercritico quando si trova in condizioni di temperatura superiore alla temperatura critica e pressione superiore alla pressione critica. In tali condizioni, le proprietà della sostanza sono in parte analoghe a quelle di un liquido (ad esempio la densità) e in parte simili a quelle di un gas (ad esempio la viscosità)”.

Fig.1 Diagramma di stato dell’anidride carbonica, dove è visibile la zona in cui si realizza lo stato supercritico (supercritical fluid).

 

La CO2 supercritica, perciò, è caratterizzata da proprietà fisiche miste tra stato gassoso e liquido, che la potrebbero rendere un ottimo ed efficace solvente apolare, per l’estrazione di soluti aventi una bassa polarità, tanto da poter essere paragonata all’esano, con capacità di solubilizzazione vicina a quella propria di un liquido ed in alcuni casi, anche superiore. In particolare, quando la pressione è pari a 80 bar e la temperatura è pari a 31 °C la CO2 si trova in fase supercritica, non più gassosa, con una viscosità inferiore a quella dell’acqua (997 kg/m³), con un alto coefficiente di diffusività e una bassa viscosità, dando così la possibilità di comportarsi come un ottimo solvente soprattutto per le sostanze organiche. Le migliori proprietà di trasporto della CO2 supercritica dimostrano come essa possa interagire molto efficacemente con un soluto rispetto a un altro comune solvente organico.

 

Temperatura (°C) Densità (kg/m3) Volume (m3) Viscosità (cP) Fase
0 961,94 0,0010396 0,10989 Liquida
20 827,71 0,0012081 0,075717 Liquida
31 679,73 0,0014712 0,05332 Supercritica

I vantaggi non sono solo nel potere solubilizzanti ma la CO2 supercritica presenta la caratteristica di essere inerte, non tossica per gli addetti ai lavori e per l’ambiente circostante. Ha un costo contenuto e dopo aver esplicato la sua funzione può essere facilmente riconvertita allo stato gassoso e riutilizzata, per esempio, nello stesso processo.

Nell’industria dell’estrazione di principi attivi liposolubili da matrici naturali, la CO2 supercritica è una tecnologia oramai consolidata soprattutto per la produzione di alimenti funzionali, o integratori e nella medicina naturale, additivi per la salute, prodotti cosmetici e applicazioni farmaceutiche.

La tecnologia della CO2 supercritica è emersa come un’importante alternativa ai processi tradizionali con solventi organici e meccanici, grazie alla sua pressione critica moderata, che permette di contenere i costi di compressione, mentre la sua bassa temperatura critica consente l’estrazione di composti termosensibili senza degradazione.

Per il trattamento di substrati, la natura dei composti da estrarre o da trasportare non è sempre e solo apolare, ma spesso vi sono composti polari d’interesse (come per altro nel processo conciario). Lo sviluppo della tecnologia ha comunque rimediato con l’aggiunta di co-solventi alla CO2 supercritica, al fine di migliorare l’affinità del fluido verso composti polari, per cui si possono utilizzare assieme solventi come l’acqua, dimostrando, cosicché, la compatibilità dei due solventi come potrebbe avvenire sulle matrici collageniche. Oltre all’estrazione supercritica con la CO2 un certo numero di altre tecnologie supercritiche viene studiato e sviluppato per altre applicazioni interessanti, come la precipitazione di composti polari (precipitazione supercritica con anti-solvente, SAS) o la separazione di composti in miscele liquide (frazionamento supercritico in contro-corrente), per l’ottenimento di composti bioattivi più puri. Perseguire la ricerca delle tecnologie con la CO2 supercritica per diversi materiali potrebbe rivelarsi un asset strategico anche per il settore della concia.

La variabilità della tecnologia, come l’effetto della pressione e della composizione della CO2 sui rendimenti, l’effetto di miscele di co-solventi diverse, la possibilità di lavorare in batch o in continuo a portate variabili, permetterebbe di modulare l’applicazione in funzione dello scopo, come quello riferito al trattamento del pellame

Nella prossima sezione esploreremo le applicazioni messe in atto in ambito conciario e valuteremo le nuove possibilità dello sfruttamento di questa promettente tecnologia nel nostro settore.

 

A cura del Dr. Marco Nogarole

Pubblicato il: 5 Nov 2024 alle 10:50

 

Focus Scientifico: Con il Partenariato Esteso MICS si amplificano gli strumenti di ricerca per tutelare la qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti in pelle Made in Italy
Focus Scientifico: Con il Partenariato Esteso MICS si amplificano gli strumenti di ricerca per tutelare la qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti in pelle Made in Italy

La tutela delle caratteristiche di qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti per il Made in Italy è un tema dominante che il Partenariato Esteso MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, sta sviluppando in forza della capacità tecnico scientifica, degli approcci multidisciplinari e delle tecnologie integrate, messe a disposizione dai 25 partner pubblici e privati che animano le principali attività di ricerca in corso, anche nell’ambito dei Progetti Flagship che MICS sta promuovendo, tra cui va citato proprio un Progetto sulla “Anticontraffazione Made in Italy”.

La SSIP, in tal senso, congiuntamente al suo partenariato, sta portando il suo contributo per la filiera del cuoio, particolarmente attraverso il Progetto 4.01 SOLARIS, (Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions), promosso e coordinato scientificamente dalla SSIP, nell’ambito di MICS e a cui partecipa un nutrito numero di gruppi di ricerca del partenariato, afferenti all’Università degli Studi di Napoli Federico II, al Politecnico di Torino, al Politecnico di Milano, all’Università di Brescia, all’Università di Padova e al CNR.

La tematica, nella sua declinazione conciaria, è affrontata sotto molteplici aspetti: da un lato, la caratterizzazione avanzata del cuoio, consente di riconoscere attraverso strumenti diagnostici dedicati, le caratteristiche distintive della pelle, rispetto ad altri materiali progettati e commercializzati per imitare la pelle stessa, costituendo pertanto un valido supporto per tutelare l’autenticità dei prodotti in cuoio; quindi, sempre attraverso l’ausilio di tecniche di diagnostica avanzata, è possibile discriminare, nell’ambito dei prodotti in pelle, tra campioni che differiscano per origine animale, nonché  per tipologia di lavorazione effettuata, costituendo un valido supporto per alimentare un virtuoso approccio di tracciabilità lungo la catena di approvvigionamento di materie prime e intermedi di lavorazione, fino al prodotto finito,  destinato alla commercializzazione; d’altro canto, la diagnostica avanzata, può costituire un valido supporto anche per monitorare le caratteristiche merceologiche e prestazionali dei prodotti in cuoio, con la possibilità di individuare, anche in maniera predittiva, l’insorgenza di possibili difetti, con evidenti ricadute positive in termini di tutela degli standard prestazionali e merceologici dei prodotti; tale tipologia di approcci assume peraltro un ruolo ancor più strategico se correlato alla possibilità di impiegare tecniche di Controllo Non Distruttivo e sensoristica avanzata, che possano essere adottate anche in maniera automatizzata in ambiente di lavoro e, coadiuvati da sistemi di Intelligenza Artificiale, per restituire in maniera facilitata informazioni utili a tutelare la qualità della produzione già in fase di lavorazione. L’impiego di approcci di sensoristica può inoltre consentire la messa a punto di metodi per identificare eventuali “marcatori” inseriti nei prodotti in un’ottica di tracciabilità di prodotti e processi, come sistemi di anticontraffazione.

La Stazione mette a disposizione, su tali fronti, le proprie competenze per la diagnostica e la sensoristica per il riconoscimento del materiale cuoio rispetto alle imitazioni, per il riconoscimento delle tipicità produttive, per l’identificazione dei difetti e per il monitoraggio di processo. A titolo esemplificativo, sono impiegati, in tal senso, approcci multi-diagnostici che prevedono impiego tecniche di Microscopia Ottica (stereo-microscopia e microscopia a contrasto di fase), Microscopia a Scansione (SEM) con sonda a Raggi-X per la microanalisi, analisi termica e dinamico-meccanica (DSC/TGA), Analisi dinamico-meccanica (DMA), metodi spettroscopici come Spettroscopia Infrarossa a Riflettanza Totale Attenuata (ATR-IR), metodi che forniscono informazioni significative sulle caratteristiche chimico-fisiche, morfologiche e strutturali del materiale.

A tali approcci, si aggiunge la recente familiarità con approcci chemiometrici applicati all’impiego di spettroscopia NIR (Near Infrared Soectroscopy) per il monitoraggio di agenti tradizionali e innovativi impiegati nella produzione conciaria sia per intermedi di lavorazione che prodotti finiti, oltre che nei bagni di concia, nell’ottica di qualificare i prodotti e monitorare e qualificare analiti di interesse nel corso della produzione; le acquisizioni effettuate su intermedi di lavorazione conciaria, e la successiva rielaborazione dei dati, mediante PCA, hanno difatti consentito di discriminare tra diverse tipologie di sistemi concianti utilizzati per la produzione di campioni wet, suggerendo il possibile impiego della tecnica per implementare in maniera non distruttiva e potenzialmente automatizzata gli strumenti di controllo dei prodotti; l’impiego della tecnica per l’indagine su analiti di interesse nei bagni di concia, hanno inoltre evidenziato il potenziale del metodo per la tracciabilità dei chemicals nel processo.

A rafforzare la possibilità di monitorare la qualità e tracciabilità di prodotto e processi conciari, concorre ad oggi, grazie al Partenariato MICS, la rete di infrastrutture messa a disposizione dai partner in tal senso; come rappresentato nel secondo numero del 2024 della rivista della SSIP, CPMC (Cuoio Pelli Materie Concianti), dedicato proprio a tale tematica, va citato in tal senso l’impegno numerosi gruppi di ricerca del Politecnico di Torino, tra cui Il gruppo di ricerca facente capo Prof. Franco Lombardi ed al Prof. Pasquale Luigi Spena, del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione di PoliTo, che si tanno dedicando all’impego di approcci di Termografia, ovvero una tecnica che sfrutta le radiazioni infrarosse per analizzare il  flusso di calore in un materiale, per fornire un controllo qualità non distruttivo, come potenziale strumento per l’ottimizzazione delle diverse fasi di produzione della pelle.

Sul fronte della diagnostica avanzata, va invece citato il gruppo di ricerca del Prof. Maurizio Ventre, del Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Biomateriali, CRIB dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, impegnato nello sviluppo e sperimentazione di approccio un micromeccanico per la caratterizzazione del cuoio, attraverso il quale è possibile individuare l’effetto di trattamenti concianti sulle caratteristiche meccaniche a livello molecolare e fibrillare e quindi di ottimizzare i processi per ottenere risposte micromeccaniche specifiche.

Va inoltre citato, per una competenza trasversale e multidisciplinare su approcci per il controllo di prodotto e processo, il gruppo di ricerca del Prof. Stefano Guido e della Prof.ssa Valentina Preziosi, del Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, dell’Università di Napoli Federico II; proprio durante una recente riunione presso i laboratori di tale gruppo di ricerca, avvenuto anche alla presenza del Prof. Domenico Caputo, a sua volta partner del Progetto Solaris, oltre che coordinatore dello Spoke 4 di MICS, è stato possibile appurare il rilevante potenziale offerto da un approccio che combina l’uso di un microscopio ottico automatizzato, collegato ad una telecamera ed equipaggiato con obiettivi per campo chiaro ed epifluorescenza, con tecniche di analisi delle immagini, sia per il controllo di qualità della pelle che per la potenzialità del sistema nel distinguere specifiche caratteristiche di campioni di pelle da quelle esibite da materiali alternativi che ne simulano l’aspetto macroscopico. Ulteriori informazioni, in tal senso, sono state prodotte anche da approfondimenti diagnostici che il gruppo di ricerca ha effettuato attraverso collaborazioni internazionali. È stato altresì possibile riscontrare il potenziale derivante dagli studi di tipo reologico su prodotti di interesse conciario (chemicals e idrolizzati di collagene derivanti da scarti di cuoio) al fine di monitorare processi produttivi del cuoio e dei nuovi materiali circolari, sviluppati dal progetto a partire dagli scarti conciari; sempre sul fronte del monitoraggio di processo, sarà in futuro esplorata la possibilità di collaborare con il gruppo di ricerca anche per la messa a punto di sensori elettrochimici, per il monitoraggio di specifici analiti di interesse, con auspicabili ricadute sulla capacità condivisa di offrire uno strumento per qualificare e rendere sempre più tracciabili prodotti e processi conciari.

 

A cura della Dr. ssa Claudia Florio

31 Ottobre 2024

 

Il Libro – CORARIUS, uno scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche sul cuoio, firmato dell’artigiano Felice Apostolo
Il Libro – CORARIUS, uno scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche sul cuoio, firmato dell’artigiano Felice Apostolo

La sua pubblicazione è del 2018 ma il libro “CORARIUS – lavorazione artigianale di Pelle e Cuoio”, firmato dallo stimato artigiano Felice Apostolo ed edito dall’Association Valdôtaine Archives Sonores, rappresenta ancora oggi un volume molto interessante, una sorta di scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche, una pubblicazione agile – con le sue 64 pagine – che sorprende per l’accuratezza dei testi in italiano e francese e coinvolge il lettore in un viaggio affascinante nel tempo e nella tecnica della lavorazione artigianale di pelle e cuoio. Un testo che l’autore ha dedicato alla sua famiglia arrivata in Valle d’Aosta nei primi decenni del 1800 con il bisnonno Celestino, “oriundo biellese” come recita la sua lapide nello storico cimitero di Sant’Orso, di mestiere conciatore, capostipite di una famiglia tutta dedita alla concia, alla lavorazione o al commercio delle pelli. Una presenza che è proseguita con il figlio Felice, conciatore e produttore di zoccoleria e selleria, poi con il primogenito di quest’ultimo, ovvero il padre dell’autore Celestino Mario, classe 1896, perfezionatosi dai Salesiani come calzolaio, ma dedicatosi alla produzione di zoccoli, collari per bestiame e commercio di calzature e articoli per artigiani del cuoio. Attività commerciale, per quanto riguarda le calzature, portata avanti dal figlio Pietro Giorgio, mentre Felice “Cino” si è specializzato nella produzione artigianale di articoli in pelle e cuoio di tradizione, nonché moderni. «Non ho la pretesa di insegnare il lavoro del cuoio e della pelle. – afferma Felice Apostolo – Ho annotato queste poche nozioni per non dimenticare quanto appreso, per divulgare le conoscenze accumulate in tanti anni di esperienza e per coprire un piccolo vuoto, vedendo un certo interesse per questo nobile materiale e non trovando sul mercato locale testi in merito». Pertanto, in “Coriarius” compaiono descrizioni minuziose di tutte le fasi di questa complessa attività artigianale: dal tipo di pelli impiegate alla concia, dagli attrezzi necessari alle diverse cuciture, dalle tecniche per fabbricare un paio di zoccoli a quelle per realizzare i collari per campanacci. Completa la pubblicazione una ricca appendice storica con i capitoli “Cino et sa famille: la passion du cuir”, “Les tanneries d’Aoste”, “Les socques au début di XXe siècle”, “L’arte più antica” e “Presenze e aspetti della produzione di manufatti in cuoio in Valle d’Aosta”.

Fonte lavalleenotizie.it/

 

Formazione, scade oggi il bando “Leathergoods Innovation Specialist”, a cura della Fondazione Mia ITS Academy Moda Campania
Formazione, scade oggi il bando “Leathergoods Innovation Specialist”, a cura della Fondazione Mia ITS Academy Moda Campania

Scade oggi il bando per il corso Leathergoods Innovation Specialist – SOLOFRA: Tecnico superiore esperto per la produzione sostenibile e digitale di articoli in pelle, a cura della Fondazione Mia Academy ITS Moda Campania, di cui la Stazione Sperimentale è socio fondatore.

Ultimi posti disponibili.

In dettaglio, si tratta di un percorso formativo professionalizzante rivolto ad un’utenza di età compresa tra i 18 e i 55 anni non compiuti, disoccupati e lavoratori, in possesso del diploma di scuola media superiore.

Tutti i corsi hanno una durata di 1800 ore ripartite in un biennio, di cui 1080 ore di lezioni d’aula, laboratori pratici, workshop e 720 ore di tirocinio in azienda. Durante il biennio sono previste partecipazioni a Fiere ed Eventi di Settore, visite didattiche presso le aziende della filiera tessile-pelle.

Termine ultimo per la presentazione delle domande: 16 Gennaio 2025 ore 22.00.

Per approfondimenti link qui

CPMC – AA VV.  “L’Innovazione nella Qualità: l’Utilizzo della Termografia nell’industria Conciaria”  
CPMC – AA VV. “L’Innovazione nella Qualità: l’Utilizzo della Termografia nell’industria Conciaria”  

Nell’era della tecnologia avanzata, l’industria conciaria sta vivendo una trasformazione significativa grazie all’adozione di tecniche di ispezione e controllo innovative volte a migliorare la qualità e l’efficienza dei processi produttivi. Tra le tecnologie che potrebbero essere utilizzate in questo settore, la termografia si distingue per la sua capacità di fornire un controllo qualita non distruttivo, offrendo un potenziale strumento per l’ottimizzazione delle diverse fasi di produzione della pelle. La termografia è una tecnica che sfrutta le radiazioni infrarosse per analizzare il flusso di calore in un materiale. Il risultato e una sequenza di termogrammi, ovvero immagini in cui ogni pixel rappresenta il valore della temperatura acquisita. L’analisi dei termogrammi consente di identificare difetti e anomalie che potrebbero sfuggire ai metodi di ispezione tradizionali.

Nel settore conciarlo, questo sistema potrebbe agevolare il controllo, spesso di tipo visivo. effettuato dagli operatori per individuare imperfezioni superficiali della pelle causate dalla sua natura e dai processi conciari. La capacita di effettuare un controllo qualità senza contatto è essenziale soprattutto quando è richiesto un attento controllo di qualita che garantisca allo stesso tempo l’integrità del prodotto.

Questa ricerca preliminare. realizzata nell’ambito del progetto SOLARIS, Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions, parte del Partenariato Esteso MICS (made in Italy Circolare e Sostenibile), finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU (PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNNR) – MISSIONE 4 COMPONENTE 2, INVESTIMENTO 1.3, è finalizzata ad individuare le potenzialità di un sistema di ispezione basato sulla termografia per la rilevazione di difetti nelle pelli conciate. Le indagini termografiche si classificano in base alla presenza o meno di sorgenti esterne di calore. Si parla di termografia passiva quando si effettuano unicamente misure di temperatura, mentre è attiva se viene utilizzata una sorgente termica per riscaldare il campione in esame. In quest’ultimo caso, i difetti presenti nella pelle possono agire sulla diffusività termica e, quindi, sul tempo di propagazione del calore: la diversa risposta termica generata dalla presenza di un difetto può essere rilevata da una termocamera ad infrarossi.

Due principali metodi di analisi sono comunemente utilizzati nelle prove di termografia attiva. tecnica “Lock-in* impiega una sorgente termica con un’emissione di calore periodica nel tempo. La presenza di un difetto agisce come un ostacolo alla propagazione del calore, generando un ritardo nella propagazione dell’onda termica che può essere rilevata con opportune analisi nel dominio della frequenza. La tecnica “Pulsed”, invece, utilizza una sorgente termica con un’emissione di calore impulsiva. Una disomogeneita locale nella pelle limita in queste zone la trasmissione del calore e, quindi, la velocità di raffreddamento. L’analisi nel dominio del tempo della risposta termica transitoria del materiale consente di identificare la presenza del difetto. In questa ricerca, entrambe le metodologie sono state testate per la rilevazione di alcune tipologie di difetti presenti in campioni di pelle forniti dalla Stazione Sperimentale per l’industria delle Pelli e delle Materie Concianti. Nello specifico, i difetti esaminati

  1. distacco dello strato fiore (soffiatura)
  2. distacco della rifinizione della pelle
  3. macchie su prodotti semilavorati
  4. pieghe su pelle verniciata

Per tutte le tipologie di difetti, la modalità Pulsed si è rilevata la tecnica più promettente per l’ispezione termografica della pelle conciata. Questa analisi è stata condotta utilizzando due riscaldatori ad infrarossi (potenza nominale di 2 kW ciascuno) capaci di fornire un riscaldamento controllato e uniforme su un’ampia superficie di pelle in esame. I riscaldatori sono stati posizionati equidistanti dai campioni da testare, a una distanza di circa 50 cm e con un’inclinazione di circa 45. Questa configurazione è stata necessaria per ridurre l’interferenza delle sorgenti di calore nella misurazione dell’emissione termica del campione.

Una termocamera ad infrarossi con una risoluzione di 640 * 512 pixel mod. FLIR A6750c, è stata posizionata frontalmente al campione, a una distanza di circa 50 cm. I campioni di pelle sono stati posizionati su un supporto rigido nero e lievemente tirate per evitare disturbi nell’acquisizione termica.

In modalità Pulsed, i riscaldatori emettevano un impulso di calore della durata 0,4 s con una potenza complessiva nominale di 4 kW. La termocamera misurava con una frequenza di 60 termogrammi al secondo la fase di riscaldamento e raffreddamento del campione. Con l’analisi dei termogrammi è stato possibile osservare la variazione nel tempo della temperatura in ciascun pixel della matrice 640 x 512 con cui era stata suddivisa la superficie di pelle in esame. Poiché la curva di raffreddamento di ogni pixel dovrebbe seguire un modello esponenziale di temperatura decrescente nel tempo, le sequenze temporali per ogni pixel sono state interpolate con un modello matematico di riferimento

Successivamente, è stato calcolato per ogni pixel il coefficiente di determinazione, comunemente noto come R2 per quantificare quanto i dati sperimentali acquisiti dalla termocamera seguano il modello esponenziale. Lo scostamento da questo modello permette di rivelare la presenza di un’anomalia nel materiale. Infine, costruendo un’immagine in scala di grigi, la cui intensità dipende dal valore di Rº, è possibile definire la posizione, l’estensione e la forma del difetto.

 

I risultati ottenuti dalle analisi termografiche sono riportati brevemente di seguito.

Distacco dello strato fiore (soffiatura)

La mappa dei coefficienti di determinazione R° ottenuta nell’analisi del campione di pelle con una compromissione della struttura fibrosa della pelle.

La mappa Rª riproduce fedelmente in scala di grigi l’immagine del campione reale, evidenziando in modo chiaro e preciso le aree in cui si presenta questo difetto. Questa correlazione trà la mappa termogranca e l’immagine del

 campione conferma l’efficacia della tecnica di termografia pulsata nell’individuazione di difetti di delaminazione.

Distacco della rifinizione della pelle

Il distacco della rifinizione della pelle è un tipico difetto che generalmente non è visibile ad occhio nudo. Questo difetto provoca una discontinuità nella pelle lungo il suo spessore, influenzando in questo modo la trasmissione del calore. La mappa Rª ottenuta dal campione di pelle soggetto ad un distacco della rifinizione della pelle mostra delle disomogeneità legate a gradienti della velocità di raffreddamento.

 


Macchie su prodotti semilavorati

Le macchie sui prodotti semilavorati costituiscono un altro difetto che si può riscontrare nelle fasi di trattamento delle pelli, e possono essere riconducibili a diverse cause; alcune macchie possono essere difatti causate da ossidi metallici, dalla precipitazione di saponi di calcio o di cromo, oltre che essere determinate da possibili attacchi microbici. La natura delle macchie influenza lievemente la trasmissione del calore. Infatti, la mappa Rª non evidenzia con chiarezza l’estensione ed il perimetro del difetto. In questo caso, ulteriori indagini con diversi setup sperimentali (es. riscaldamento della pelle con diversi profili di emissione termica, utilizzo di termocamere con diverse bande spettrali› potrebbero rendere l’analisi termografica più accurata.

 

Pieghe su pelle verniciata

Queste pieghe possono essere determinate da errori nella fase di asciugaggio, piuttosto che da criticità emerse in fase di applicazione della rifinizione, oltre che dalla possibile migrazione a carico di sostanze in grado di compromettere l’adesività del finishing. Generalmente, non tutte le pieghe sono individuabili con un semplice controllo visivo, l’elaborazione dei termogrammi e la mappa R° permettono di evidenziare le zone affette dal difetto, anche quelle che non sono visibili o difficilmente visibili ad occhio nudo.

Questo studio preliminare evidenzia il potenziale della termografia come strumento efficace per la rilevazione di vari diletti che possono formarsi nella pelle durante il processo di concia. In particolare, la solatura del fiore e la formazione di pieghe sulla pelle verniciata possono essere identificate in modo accurato utilizzando la termografia con un setup sperimentale standard. La termografia ha mostrato una certa capacita di rilevazione per altri tipi di difetti. come le macchie sui prodotti semilavorati e il distacco della rifinizione, ma sono necessari ulteriori approfondimenti e ottimizzazioni del setup sperimentale per migliorare l’accuratezza di questo metodo di indagine.

Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec in visita alla SSIP
Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec in visita alla SSIP

Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec hanno fatto visita alla sede della Stazione Sperimentale. Accolti dal Dg Edoardo Imperiale e dalla Responsabile del Politecnico del Cuoio Serena Iossa, i rappresentanti delle quattro concerie, CONCERIA NCL; CONCERIA CARISMA; CONCERIA D’ARIENZO SRL; L’OFFICINA SRL, hanno avuto modo di visitare dapprima la mostra “La Casa del Guanto della Stazione Sperimentale. Un patrimonio fra tradizione, formazione e innovazione (1952-1975)” a cura della Dott.ssa Carmelina Grosso Responsabile della Biblioteca della SSIP. Successivamente hanno potuto constatare le attività della SSIP svolte nei laboratori Prove Fisiche, con la Dr. ssa Maria Scotti; Prove Chimiche e Microscopia per i processi e la sostenibilità con il Dott. Leopoldo Esposito. E ancora, Laboratorio di prove avanzate per la ricerca e l’innovazione e Laboratorio di misurazione con l’Ing. Rosario Mascolo. Particolarmente soddisfatta la delegazione: “E’ una struttura all’avanguardia e per noi che abbiamo a che fare con essa solo da un punto di vista oggettivo, è stato molto interessante vedere, nella pratica, qual è l’ambiente col quale ci interfacciamo; è stato molto costruttivo per avere anche un’idea proprio pratica di quello che poi è il lavoro che viene fatto in Stazione. Grazie anche alla visita ai laboratori, abbiamo potuto comprendere che il supporto del quale noi ci avvaliamo oggi è minimo, rispetto alle tante attività per il settore che la stazione è in grado di fornire“.

 

Il Corso di management per l’innovazione, lo sviluppo circolare e tecnologico di impresa (MICTec) organizzato dalla Camera di Commercio Irpinia Sannio, è stato affidato nella sua gestione alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, che si è occupata della formazione del percorso, rivolto a 30 utenti, tra Ricercatori, Responsabili produzione, Responsabili Qualità, HR Manager, Responsabili amministrativi di aziende manifatturiere della filiera del fashion, con particolare riferimento al comparto della lavorazione delle pelli, al confezionamento di capi e articoli in pelle, alle industrie tessili e di abbigliamento, alle industrie chimiche. Obiettivo: supportare le imprese della filiera moda, prioritariamente del territorio di Solofra, ma non solo, su mercati sempre più globalizzati e caratterizzati dalla notevole domanda sia di innovazioni merceologica sia di miglioramento dell’impronta ambientale delle lavorazioni, rafforzando il know-how delle aziende sui concetti di industria 4.0, economia circolare e sostenibilità nel settore del fashion; made in Italy nel contesto del mercato unico europeo e calcolo della sostenibilità dei processi secondo la modalità PEF; e ancora, project management dell’innovazione e team building; gestione dei progetti (bandi finanziati e credito d’imposta) e normazione tecnica e qualità.

 

 

 

 

Minimum 4 characters