L’arma competitiva del XXI secolo sarà la formazione accompagnata dalle competenze della nostra forza lavoro

Pubblicato su CPMC 2/2021

 

a cura di Fulvia Bacchi, Consigliere SSIP – Direttore UNIC

 

 

Le strategie politiche dell’Unione Europea sono ormai focalizzate sull’efficienza ambientale delle aziende e la conseguente individuazione di azioni comuni per affrontare il cambiamento climatico.

 

Anche l’industria conciaria italiana, che già da anni coniuga il fare impresa col rispetto dell’ambiente, si trova nella necessità di una sempre più rapida evoluzione tecnologica, che renda i processi produttivi sempre meno impattanti.
E’ un percorso che richiederà anni e cambierà in modo significativo le nostre aziende, ma che per realizzarsi ha bisogno di un’offerta formativa mirata e in continua evoluzione. Stiamo parlando di quelle competenze che oggi vengono definite “green jobs”, figure professionali con competenze informatiche e digitali, in linea con l’impetuoso sviluppo tecnologico.

Il nostro settore ha particolarmente bisogno, caratterizzato come è da piccole e medie imprese, che hanno più difficoltà a recepire e valutare i concetti di innovazione introdotti dal digitale di muoversi verso la digital transformation. Alcune, in realtà, si sono già mosse per digitalizzare alcuni processi aziendali e adottare specifiche piattaforme e tecnologie, ma siamo agli albori di questa rivoluzione, che le aiuterebbe a migliorare le loro performance economiche e la loro produttività.

Alla Stazione Sperimentale Pelli, in collaborazione con le associazioni di categoria a monte e a valle, spetta ora il compito di essere in prima linea per supportare le concerie nella riqualificazione e managerializzazione del personale impiegato, in stretto collegamento con le esigenze espresse dai distretti e dalle singole realtà aziendali. E’ un compito necessario, “L’arma competitiva del XXI secolo sarà la formazione accompagnata dalle competenze della nostra forza lavoro” scriveva l’economista americano Lester Thurow. E’ un compito che dobbiamo intraprendere e svolgere insieme per salvaguardare quello che è un asset strategico del made in Italy, la conceria.

 

 

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