Va sostenuto lo sforzo delle imprese, la rivoluzione è il cambio di mentalità
Pubblicato su CPMC 2/2021 – I Soci della SSIP
Intervista a Ciro Fiola, Presidente della Camera di Commercio di Napoli
Nei giorni caldi del G20 di Napoli, incontro con il Presidente della Camera di Commercio, Ciro Fiola per un confronto su “Transizione digitale ed ecologia: Competenze specifiche per la trasformazione del sistema produttivo industriale verso un modello più sostenibile nel rispetto dell’ambiente”. L’ente di piazza Bovio, da anni, ha inserito all’interno dei bandi promossi a sostegno delle imprese, capitoli specifici per investimenti orientati al green e all’ecosostenibilità e promuove iniziative e investimenti in questa direzione.
Presidente Ciro Fiola, la sfida del futuro è quella della transizione ecologica e digitale. A suo giudizio quali le cose da realizzare?
“La vera rivoluzione riguarda un cambio di mentalità e di prospettiva, una nuova coscienza ambientale che consenta alle persone di comprendere e condividere le strategie e gli interventi. Interventi che devono essere strutturali, che devono andare incontro a una semplificazione normativa e burocratica e che non possono più basarsi su modelli vecchi. Le imprese sono chiamate a uno sforzo che deve essere sostenuto, perché la tutela dell’ambiente è fondamentale per il mantenimento della vita sul nostro pianeta. E’ evidente che i modelli precedenti abbiano fallito, ce lo ha sbattuto in faccia questa pandemia, che ha acuito le differenze ed ha evidenziato come la povertà energetica e le differenze di accesso al digitale, si siano abbattute in maniera drammatica soprattutto sui giovani. A loro dobbiamo pensare, immaginando un futuro/ presente in cui energie rinnovabili, efficientamento energetico, riciclo e fonti alternative di energie siano gli obiettivi guida”.
A suo giudizio quali le condizioni delle realtà campane e quali quelle del Paese?
“Il tema centrale è quello delle differenze di opportunità e di accesso ai servizi. E in questo sia il Paese che la Campania, hanno enormi disuguaglianze. Esistono intere aree in cui la questione non è percepita e, rispetto alla transizione digitale, le infrastrutture sono del tutto inadeguate. Una recente analisi ha evidenziato che è il settore delle costruzioni a guidare, negli ultimi anni, la classifica degli investimenti in efficienza energetica, con il 65% del totale con l’industria ferma al 33%. La pubblica amministrazione è praticamente paralizzata e inchiodata al 2%. C’è un grande tema che riguarda la riqualificazione energetica degli immobili pubblici che se affrontato porterebbe vantaggi ambientali e per la produzione. Lo chiede anche l’Europa, potrebbe essere un importante primo passo”.
Il Sud, su questo terreno, può recuperare terreno e diventare traino del Paese?
“Io rimodulerei il verbo e userei “deve”. L’occasione storica del Pnrr non può essere tradita, pena una definitiva e insanabile frattura economica e sociale tra il Sud e il resto del Paese. Le risorse e le opportunità del Meridione possono e devono diventare l’additivo per il rilancio, in termini di creatività e competenze. Troppo spesso si sottovalutano esperienze che rappresentano un fiore all’occhiello per l’Italia, i centri di competenza e le realtà come la Stazione Sperimentale Pelli, ad esempio, che sono un vero e proprio modello”.
In questo percorso, tutto proiettato al futuro, quale valore aggiunto è rappresentato dalle ‘tradizioni’?
“Coniugare tradizione e innovazione, competenza ed eccellenza, sono i passaggi fondamentali. E’ evidente che le tradizioni devono rappresentare le radici, la spinta, il patrimonio di conoscenza, sul quale bisogna innestare la ripartenza e il disegno di un futuro diverso e migliore”.
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