Sep 25 2025
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DA CPMC – Nuti (Pres. UNIC): “Leather Leaders, come valorizzare la conceria italiana”
Nella relazione svolta lo scorso giugno all’assemblea associativa, ho presentato un progetto a cui tengo molto “Leather Leaders”, che si inserisce perfettamente nel tema “Verso il futuro del cuoio ed oltre”, che il numero di questa rivista sta affrontando. È un’iniziativa di carattere strategico, condotta con SPIN 360, che ha l’obiettivo di indirizzare e facilitare le azioni operative delle nostre aziende in materia di innovazione sostenibile. I brand della moda e del design e le grandi case automobilistiche hanno fissato e stanno fissando ambiziosi obiettivi di sostenibilità quantificabili su vari temi: clima, tracciabilità, benessere animale, acqua, energia e prodotti chimici. Per il raggiungimento di questo obiettivo è fondamentale disporre di dati ed evidenze scientifiche serie ed aggiornate, raccogliere e interpretare numeri settoriali specifici di impatto ambientale. Oggi, purtroppo, i database internazionali su cui lavorano i nostri clienti presentano dati in cui i materiali sintetici hanno impatti molto inferiori a quelli della pelle. Questo sulla base di LCA dove alla pelle viene attribuito il peso di tutta la vita dell’animale con criteri di allocazione economica che sono oltre 3 volte e mezzo i valori attuali del mercato. Il Regolamento UE 1069/2009, come è noto, definisce la pelle come un sottoprodotto di origine animale; la letteratura scientifica, incluse fonti delle Nazioni Unite, aggiunge però a questa definizione quella di “sottoprodotto non determinante”, vale a dire che la pelle è un prodotto la cui domanda non influenza i volumi degli animali allevati perciò non rappresenta un fattore di impatti ambientali significativi. E questo è un fattore che potrà essere utile per definire un modello di allocazione adeguato. Il progetto Leather Leaders si basa su alcuni pilastri fondamentali:
– collaborazione di filiera: aprirsi ad un nuovo modo di collaborare con i clienti, meno incentrato sulla sola conformità e più basato su innovazione, anticipazione, programmi di medio periodo, riconoscibilità degli impegni delle concerie. Sarà importante sviluppare un set standard di informazioni da scambiare con i clienti, per ridurre quantomeno le loro richieste sempre più pressanti.
– scienza e dati: sviluppare la conoscenza per scelte consapevoli e accurate, parlando di durabilità, di neutralità di carbonio, di impatti ambientali misurati correttamente: sviluppare rapporti con la comunità scientifica quindi per valutare l’impatto dei materiali derivati dal petrolio e i relativi metodi di allocazione nei calcoli ambientali. Non solo, va studiato l’assorbimento del carbonio nei suoli e l’impatto sulla produzione della pelle ed il rapporto tra impatti e durabilità dei materiali.
– alleanze: riconoscendo che le principali problematiche e le principali opportunità legate alla sostenibilità della pelle oggi sono condivise da quasi tutti i materiali di origine naturale e sviluppando tavoli di lavoro comuni con colleghi imprenditori di queste industrie. Come associazione ci siamo assunti l’onere di portare avanti questo progetto, decisamente ambizioso ma necessario, dato il nostro fondamentale ruolo di collante istituzionale e di interazione con le autorità. Avremo al nostro fianco, ne sono certo, la SSIP, principale riferimento per lo sviluppo della conoscenza scientifica.
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