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Giornalisti, influencer e stakeholder da tutto il Mondo in visita alla SSIP
Giornalisti, influencer e stakeholder da tutto il Mondo in visita alla SSIP
Più di venti tra giornalisti, influencer e stakeholder provenienti da tutto hanno fatto visita alla Stazione Sperimentale come tappa di un torur che li visti prima a Pompei, dopo nella sede di Pozzuoli dell’ente e infine alla conceria Russo di Casandrino, prima di approdare a Lineapelle, che ha organizzato il tour formativo.  ha invitato qualificati operatori di settore a visitare la fiera. La delegazione è stata formata appunto da stilisti, giornalisti, esponenti istituzionali, stakeholder, influencer, provenienti da America, Gran Bretagna, Korea, Cina, Kenya, Spagna. In SSIP, ad accoglierli Claudia Florio, resp. della ricerca; Carmelina Grosso, resp. della biblioteca e Leopoldo Esposito, resp. dei laboratori. Dopo una breve presentazione della Stazione, la delegazione è stata accompagnata ad una visita della Mostra del Guanto e successivamente, dei laboratori SSIP.

La delegazione in posa con il Regio Decreto
La delegazione in biblioteca
Da CPMC: Il presidente Balducci: “Il futuro del cuoio senza sostenibilità non esiste”
Da CPMC: Il presidente Balducci: “Il futuro del cuoio senza sostenibilità non esiste”

Molto spesso, nei dibattiti e nella opinione pubblica, il Made in Italy è slogan, alcune volte vuoto.

Noi lavoriamo perché sia sostanza. Noi chi? Noi Stazione Sperimentale, ed in questo numero capirete perché, noi – consentitemelo – sistema di imprese del comparto. Il mondo della pelle e del cuoio, da tempo, ha capito che la tutela del nostro prodotto andava e va di pari passo con la sfida della sostenibilità. Lo ha capito e questo universo, questo sistema di imprese ha scelto, ha lavorato.

L’intuito di tanti imprenditori ha fatto la differenza. Non sempre basta però ed ecco che diventa fondamentale il lavoro di Enti di Ricerca come la SSIP e, allora, piace il riconoscimento che arriva (in questo numero)

da Fulvia Bacchi, direttrice UNIC (con loro preziosa ed imprescindibile collaborazione).

Il tema scelto che campeggia in copertina e che Edoardo Imperiale ha, giustamente lanciato, è la nostra mission. Le nuove tecnologie per il controllo di prodotto e processo, come soluzioni in grado di garantire le performance di qualità, tracciabilità e sostenibilità dei prodotti in cuoio per il Made in Italy non è un titolo, è un programma. Sintesi perfetta.

E il programma che mettiamo in campo per superare vecchi pregiudizi ideologici (sono da stupidi) per difendere (sempre) la qualità dei prodotti, per vincere la sfida della concorrenza internazionale (spesso scorretta), per intercettare nuovi mercati.

Il futuro del cuoio, senza la scommessa della sostenibilità, non esiste. E non esiste sostenibilità senza innovazione, senza un intelligente e sapiente utilizzo delle nuove tecnologie. Esse sono fondamentali per incidere sui processi e sui prodotti che, ed è questa la magia, sono sempre nuovi ma legati ad una suggestione storica ed antica.

La nostra convinzione è che si possano identificare, e ci siamo, materiali di processo a minore impatto ambientale rispetto agli attuali, con qualità crescente.

Il pragmatismo che mi contraddistingue mi vorrebbe, adesso, impegnato nella consegna di esempi concreti, perché la mia esperienza è legata al fare. Il mio invito, da imprenditore e Presidente SSIP, è invece quello di leggere le pagine che seguiranno. Ci sono i protagonisti del comparto, scienziati, ricercatori di prestigio, figure e sinergie insostituibili per il tessuto produttivo.

Troverete percorsi concreti, iniziative, progetti finanziati, azioni di partenariato robusto e qualificato. E, in questa fase storica più di altre, il tempo della concretezza.

Mettiamo insieme, e funziona, imprese,

Università, enti di Ricerca. Siamo capaci di intercettare fondi europei e nazionali, di confrontarci con il contesto internazionale.

E quello che abbiamo fatto in questi anni e continueremo a fare.

Saremo, ancora, punto di riferimento nazionale.

Focus Scientifico: Determinazione della composizione di acidi grassi del cuoio mediante GC-MS.
Focus Scientifico: Determinazione della composizione di acidi grassi del cuoio mediante GC-MS.

La conoscenza della quantità di sostanze grasse all’interno di una pelle da destinare alla produzione di cuoio è importante sia per prevedere e gestire l’efficacia dei vari prodotti chimici aggiunti durante il processo di concia, sia per minimizzare la possibilità di avere difetti sul prodotto finito, quali ad esempio efflorescenze grasse o macchie dovute a precipitati di saponi di grasso.

La composizione della fase grassa può variare da specie a specie oltre che dipende dalla provenienza dell’animale, potendone in alcuni casi divenire una caratteristica peculiare e distintiva, anche considerando quella residua riscontrabile in un cuoio semilavorato e, in opportune condizioni, anche finito.

Una componente fondamentale delle sostanze grasse presenti all’interno della pelle è normalmente rappresentata da trigliceridi.

Struttura di un trigliceride

Un trigliceride è composto da una molecola di glicerina alla quale sono legate tre catene di acidi grassi, che possono essere anche diversi tra loro e la cui lunghezza ed il cui numero di doppi legami presenti ne determina variazioni nel comportamento chimico. Una maggiore lunghezza ne determina un maggior carattere apolare e punti di fusione iù elevati, così come un maggior numero di insaturazioni li rende più polari oltre che con una maggiore presenza di punti di attacco da parte di agenti esterni che ne possono provocare l’ossidazione o altri tipi di decomposizioni.

Strutture di alcuni acidi grassi con differenti lunghezze di catena carboniosa e numero di insaturazioni

Reazioni di idrolisi del legame che lega la parte glicerica e la parte di acido grasso fanno sì che, tra le sostanze grasse, siano inevitabilmente presenti anche acidi grassi liberi.

È proprio la composizione percentuale totale degli acidi grassi presenti in tutti i trigliceridi e negli acidi grassi liberi ad essere la caratteristica peculiare di una fase grassa saponificabile.

L’analisi delle sostanze grasse in un cuoio e la successiva determinazione della composizione degli acidi grassi, prevede una prima fase di estrazione con un solvente o miscela di solventi apolari nei quali vengono estratti gli acidi grassi liberi, le sostanze grasse insaponificabili e le sostanze grasse saponificabili.

Normalmente l’estrazione avviene utilizzando esano con un rapporto di estrazione di 1 parte di cuoio e 20 parti di solvente. Tale estrazione può essere condotta in un bagno ad ultrasuoni alla temperatura di 50°C per 60 minuti in contenitore a tenuta stagna a pareti spesse. Questo tipo di estrazione ha il vantaggio di poter lavorare con piccole quantità di solventi e di essere scalabile a piccole quantità di campione disponibile.

Estrazione di cuoio con esano

Al termine dell’estrazione, raffreddato il tutto, il solvente viene filtrato per separare i residui solidi e concentrato mediante blando riscaldamento sottovuoto con un evaporatore rotante. I trigliceridi contenuti nella fase organica apolare vengono sottoposti alla reazione di transesterificazione che ha lo scopo di liberare gli acidi grassi costituenti e convertirli in esteri metilici per renderli più apolari rispetto alla forma acida, facilitandone così la successiva separazione e caratterizzazione.

La transesterificazione è, quindi, la conversione da esteri glicerici di acidi grassi a esteri ottenuti con un altro alcol, normalmente il metanolo.

Schema della reazione di transesterificazione

La reazione di transesterificazione può essere condotta o mediante utilizzo di basi, normalmente metanolo in ambiente basico per KOH o direttamente con metilato di sodio, oppure in ambiente acido, utilizzando metanolo ed acido solforico.

Lo svantaggio dell’ambiente basico è la eventuale reazione di saponificazione di parte degli acidi grassi ottenuti che potrebbe portare alla formazione di emulsioni e rendere difficile la successiva fase di separazione e purificazione degli esteri prodotti.

Operando, invece, con metanolo in ambiente acido si ottiene, oltre alla transesterificazione dei trigliceridi, anche la trasformazione in esteri degli acidi grassi liberi.

Reazione di transesterificazione in atto;

i trigliceridi, che sono ancora solo parzialmente decomposti, creano microemulsioni in entrambe le fasi.

Reazione terminata. Il glicerolo è solubilitzzato nella parte idroalcolica mente gli esteri e gli insaponificabili sono nella fase organica. L’aggiunta di sali nella fase acquosa favorisce la rottura delle eventuali emulsioni.

 

A fine reazione la fase organica viene dibattuta diverse volte con acqua per eliminare ulteriori residui di sostanze idrosolubili per poi essere essiccata, dopo separazione dalla fase acquosa, per passaggio su sodio solfato anidro.

La tecnica di elezione per la successiva determinazione degli esteri ottenuti da sostanze grasse è la tecnica gascromatografica, che separa i componenti della miscela in base alla loro temperatura di ebollizione ed alla loro diversa affinità per un supporto attraverso il quale viaggiano e con il quale interagiscono. Essa è tradizionalmente associata alla rivelazione mediante ionizzazione di fiamma, FID, che sfrutta, ai fini della rilevazione, la combustione dei composti che mano escono dalla colonna capillare contenente il supporto atto a separare i composti. Tale tipologia di rilevazione, però, dà solo alcune indicazioni orientative sulle caratteristiche dei diversi composti che man mano fuoriescono dalla colonna di separazione e bruciano per dare il segnale, in tempi che possono dipendere dalla  dimensione e polarità delle molecole, a parità di altre condizioni sperimentali. L’unico modo di identificarlisarebbe attraverso il confronto con il tempo di uscita di un composto noto, analizzato nelle stesse condizioni cromatografiche. Questa limitazione diventa rilevante e onerosa nel caso di miscele con un numero elevato di composti, inaspettati oltre che incogniti.

Una tecnica di rilevazione alternativa che dà maggiori informazioni sui composti in esame è la rilevazione a filtro di massa che, mediante l’analisi dei frammenti molecolari ottenuti per l’impatto di elettroni sul composto in uscita dalla colonna, permette di risalire con ottima confidenza alla struttura del composto, anche mediante confronto con librerie di frammentazioni chimiche.

Separazione cromatografica di esteri metilici di acidi grassi su colonna polare SGE BP20.

Frammentazione rilevata per il picco con tempo di ritenzione di 40.19 minuti.

Identificazione del picco eluito a 40.19 minuti per confronto con libreria spettrale NIST

Quelli riportati nella tabella seguente sono i risultati ottenuti dalla procedura analitica appena descritta applicata ad un campione di cuoio ottenuto da pelle di coccodrillo. Il campione in esame ha mostrato la presenza, in concentrazioni molto più elevate rispetto ad altre specie animali, di acidi grassi insaturi e poli-insaturi a catena medio-lunga. Questa peculiare caratteristica della composizione del grasso di coccodrillo, riscontrabile anche in diverse altre fonti di letteratura scientifica, ne determina un uso diffuso in campo nutrizionale e medico.

Composizione degli esteri metilici degli acidi grassi ottenuti da sostanza grassa estratta da cuoio di coccodrillo

L’utilizzo della rivelazione post GC con filtro di massa ed il confronto con librerie spettrali ha permesso una identificazione relativamente agevole e con discreta certezza di tali composti anche senza l’iniezione di sostanze pure da utilizzare come riferimento, come sarebbe stato necessario fare nel caso di utilizzo di rilevazione FID, sebbene tale pratica non avrebbe assicurato una identificazione univoca a causa della possibilità di co-eluizione di composti con caratteristiche simili.

A cura del Dr. Leopoldo Esposito – Resp. Laboratori SSIP

Pubblicato il: 17 Set 2024 alle 11:56

 

La visita – Dall’Università di Bari nuove opportunità di collaborazione con la SSIP per la sostenibilità e circolarità della filiera del cuoio
La visita – Dall’Università di Bari nuove opportunità di collaborazione con la SSIP per la sostenibilità e circolarità della filiera del cuoio

Lo scorso 5 settembre è venuta in visita, presso la sede di Pozzuoli della SSIP, la prof.ssa Isabella Pisano, del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente e Presidente del Centro di Eccellenza per la Sostenibilità, Sustainability Center dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. La visita è stata fortemente voluta dal Direttore Generale di UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), Fulvia Bacchi, relatrice durante la terza edizione del convegno nazionale targato Edizioni Green Planner dal titolo “Pink&Green: alle donne dell’economia circolare” organizzato per la prima volta a Bari lo scorso maggio, nell’ambito del progetto SOS, Sustainability On Stage, finanziato dal MIUR e di cui è referente scientifico la prof.ssa Pisano.

Molti i punti di contatto tra l’offerta scientifica del gruppo di ricerca della prof.ssa Pisano e gli obiettivi scientifici e strategici della Stazione Sperimentale, come emerso nel corso dell’incontro tecnico tenuto con la dot.ssa Claudia Florio, Responsabile Ricerca SSIP, finalizzato all’individuazione di tematiche oggetto di possibili future collaborazioni, in materia di approcci biotecnologici e di green chemistry volti a favorire il percorso di sviluppo della filiera del cuoio, nella direzione delle Bioeconomia Circolare e della Simbiosi Industriale; particolarmente interessante è risultata la possibilità di collaborare anche nell’ambito di un percorso dottorato industriale sui temi dell’innovazione per la filiera conciaria, recentemente attivato dal gruppo della prof.ssa Pisano in collaborazione con un’azienda conciaria pugliese.  

All’incontro ha partecipato anche la dott.ssa Virginia Devoto, stretta collaboratrice della prof.ssa Pisano, sul fronte della comunicazione di progetti ad alto impatto sui temi della sostenibilità e circolarità delle produzioni.

La delegazione ha infine avuto la possibilità di visitare l’istituto e, particolarmente, l’esposizione dedicata alla storia della produzione guantaia napoletana, a cura della dot.ssa Carmelina Grosso, nonché i laboratori della Stazione Sperimentale, individuando una molteplicità di interessi scientifici e approcci da poter sviluppare in sinergia, a beneficio del progresso sostenibile del settore.

 

 

“The Same 25 step”: un progetto che ingloba tradizione, formazione e tecnologia 4.0
“The Same 25 step”: un progetto che ingloba tradizione, formazione e tecnologia 4.0

Una ricerca ma anche una formazione di qualità, quella offerta dalla Stazione Sperimentale attraverso il Politecnico del Cuoio: ma che cosa vuole dire fare formazione di qualità?

Nelle aziende della filiera pelle, sempre più incisive sono le figure professionali altamente CPMC specializzate, che rappresentano un plus qualitativo notevole per quelle imprese che ne colgono l’importanza. Ed è proprio in virtù di tale consapevolezza che il Politecnico del Cuoio della SSIP ha implementato le attività nei principali distretti conciari afferenti alla Stazione Sperimentale, presenti in Campania, Toscana e Veneto, con un’offerta formativa sia per soggetti privati che pubblici, concreta, ossia tarata sui reali fabbisogni delle aziende del settore e sulle necessità di inserimento lavorativo quasi immediato dei giovani, che è un altro notevole aspetto di una formazione che possa definirsi appunto di qualità.

La parola d’ordine in ogni caso è “rete”: ma in che modo si intrecciano le diverse esperienze e i diversi attori che fanno parte del mondo conciario?

Di certo fare rete consente una fusione di know how ed esperienze che giova all’interno settore. Dal nostro punto di vista, fondamentali sono gli ITS che attraverso il lavoro delle Fondazioni ITS Academy MIA, MITA e COSMO, presenti nei tre distretti, arricchiscono il territorio di figure altamente competenti e specializzate e che captano le potenzialità elevate di una formazione realizzata attraverso attive collaborazioni con gli Istituti tecnici locali, con il mondo universitario ma soprattutto con le imprese del territorio di riferimento, nelle quali poi i giovani formati troveranno collocazione. Abbiamo collaborazioni oramai consolidate con l’Istituto Cattaneo di San Miniato e con l’ITTE GALILEI DI Arzignano, sostenute dalla Stazione Sperimentale anche attraverso l’implementazione di nuovi laboratori innovativi e concerie sperimentali; inoltre una vasta rete di aziende è sempre più coinvolta nelle attività di formazione, sia per far crescere le competenze del proprio personale che per trasferire alle nuove leve competenze e know how.

Come nasce la collaborazione con il progetto della Vanvitelli e con Modia Romano?

Il guanto è un concetto, oltre che una tradizione, caro alla Stazione Sperimentale, basti pensare alla nostra Mostra sul Guanto che ha fatto il giro del mondo, e da cui e’ nata anche una rete di impresa Chiroteca coinvolta anch’essa nel progetto della studentessa, e all’importanza che la SSIP attribuisce alle figure tecniche legate alle attività artigianali e antiche, come appunto il guanto, per fare una formazione specializzata ma in una chiave chiaramente moderna, 4.0 che ingloba la transizione verde e quella digitale. Ne e’ l’esempio il QR code presente sul guanto realizzato, fondamentale per la tracciabilita del prodotto, tema molto caro all’intero comparto pelle.

Serena Iossa
Responsabile Politecnico del cuoio SSIP

Pubblicato il nuovo numero di CPMC – 2/2024: L’editoriale del direttore Edoardo Imperiale
Pubblicato il nuovo numero di CPMC – 2/2024: L’editoriale del direttore Edoardo Imperiale

La SSIP per la qualità del cuoio, ora l’incubatore nazionale dell’economia circolare

Il Focus di questo numero ‘ll Cuoio Made in Italy: materiale di qualità e sostenibile’, racchiude partite strategiche per la SSIP, più in generale per il comparto e per l’economia italiana. Nella sintesi che trovate in prima pagina ‘Le nuove tecnologie per il controllo di prodotto e processo, come soluzioni in grado di garantire le performance di qualità. tracciabilità e sostenibilità dei prodotti in cuoio per il Made in Italy’ c’è la fotografia delle azioni che, come Stazione Sperimentale, abbiamo attivato, stiamo promuovendo e sperimentando.

La qualità del prodotto, l’eccellenza del cuoio, si valorizza se si sceglie e percorre la via dell’innovazione. Slogan e campagne di marketing, che pure sono fondamentali, da sole non possono bastare. Serve una strategia del sistema Pese e per strutturare questa serve una progettualità di base, servono idee chiare, una traiettoria 5.0.

La capacità delle imprese di sintonizzarsi su questa sfida è incoraggiante, gli imprenditori pronti ed aperti alle nuove soluzioni da sperimentare sui processi e sui prodotti.

Come ha ricordato Fulvia Bacchi, nelle pagine che seguono, l’industria conciaria italiana è stata in grado in questi ultimi trent’anni di cogliere le sfide e le opportunità di una società che si sta profondamente trasformando. Lo ha fatto a prescindere dagli incentivi, dagli obblighi normativi. Le imprese hanno anticipato le novità e si sono avviate.

Lo hanno fatto per difendere la qualità, per ‘assicurarsi futuro. La produzione di cuoi rispettosi dell’ambiente, con profonde rivisitazioni dei cicli produttivi, l’utilizzo di sostanze sempre più sicure per la salute e la sicurezza del lavoro, per l’ambiente e per i consumatori, l’utilizzo di nuove tecnologie green è, da tempo, opzione concreta. La nostra qualità “è – per dirla come propone il Presidente UNIC Fabrizio Nuti – la bussola che, storicamente, ha guidato la crescita e lo sviluppo del settore in Italia e nel mondo”.

La lungimiranza delle imprese italiane ha aperto, interessante l’intervista a Gustavo Gonzalez-Quijano, un dibattito nel consesso internazionale. L’esigenza di puntare sulle nuove tecnologie e soluzioni in grado di assicurare qualità e sostenibilità è sfida globale. L’industria conciaria italiana che è partita prima di altri ha il dovere, per rimanere su questa strada e per difendere concretamente i prodotti, di fare qualcosa in più. In questo numero concretizziamo questa volontà. Esperti e ricercatori raccontano, infatti, cose realizzate ed altre da fare. Le nostre competenze, quelle che sollecitiamo alla riflessione ed all’azione, fanno la differenza. L’evoluzione del sistema produttivo conciario verso una dimensione sempre più sostenibile e circolare è opportunità di sviluppo per il settore, è garanzia di crescita.

Nelle pagine che seguono c’è la tematica delle nuove molecole per la concia e le idee messe in campo per superare i problemi che spesso, queste novità, hanno generato. Con gli approcci multi-diagnostici, in grado di fornire informazioni cruciali sulle caratteristiche di qualità dei prodotti intermedi e finiti, come ricorda Claudia Florio, e con l’uso crescente di tecnologie NDT (Non Distruttive Testing) per il controllo in linea delle produzioni, superiamo criticità. Raccontiamo, fra le altre cose, i progetti che stiamo realizzando. Leggerete del Progetto TAN-TOM- Tecniche di oggettivazione non invasiva delle pelli lavorate in ambito conciario tramite nuovi sistemi di acquisizione ottici multispettrali e tomografici elettromagnetici, elaborati tramite sistemi basati su intelligenza artificiale.

Il Progetto, che conferma il ‘metodo SSIP: tiene insieme cinque soggetti Partner: tre aziende operanti in diversi settori industriali e due Organismi di Ricerca, come il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT). Ente di ricerca non-profit riconosciuto dal MIUR che opera nel settore dell’ICT (consorzia 38 università e 8 unità di ricerca presso il CNR) e, naturalmente, la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti. Cito solo questi aspetti, ma potrei continuare, preferisco che a parlare siamo i nostri esperti. Le competenze che abbiamo, quelle che arricchiscono la nostra esperienza, mi convincono che dobbiamo continuare a lavorare al progetto che abbiamo e che, in parte, è operativo.

Ci sono, attorno al mondo SSIP, tutte le condizioni per lanciare un incubatore nazionale sull’economia circolare. Il settore conciario e la sua filiera per competere stanno investendo in tecnologie abilitanti per migliorare processo e qualità dei prodotti nel rispetto dell’ambiente. È possibile creare un contenitore nazionale. Ne parleremo, abbiamo iniziato…

FOCUS SCIENTIFICO: Metal Free o Heavy Metal Free, un problema di definizione?
FOCUS SCIENTIFICO: Metal Free o Heavy Metal Free, un problema di definizione?

La concia metallica rappresenta la tecnica di stabilizzazione del collagene più diffusa; sebbene il Solfato di Cromo Basico sia il sale più utilizzato, solo il 5 % del Cromo industriale è utilizzato nel settore della concia, in quanto la maggior parte di esso è impiegato per la produzione di acciaio inox; il Cromo III è un elemento fondamentale per la nutrizione umana; normalmente il contenuto di Cr III nel suolo è 3-5 ppm; pure i tatuaggi di pigmento verde possono contenere Cromo III senza rilevare alcun rischio per la salute; tuttavia, eventuali criticità connesse alla sua possibile trasformazione in Cromo esavalente, nei pellami, rappresenta una questione non trascurabile.

Il Cromo esavalente è comunque facilmente riconvertibile a Cromo trivalente; la natura stessa, le piante, gli organismi viventi sanno adottare sistemi per la riduzione del Cr VI in piccole quantità. Il Cromo ridotto tende poi a stabilizzarsi irreversibilmente precipitando come ossido. In aggiunta, se consideriamo ad esempio, il pellame nelle tomaie o sottopiedi delle calzature, il pH acido e i microorganismi del sudore umano sono un perfetto ambiente per la riduzione dell’eventuale Cr esavalente presente, in cromo trivalente innocuo.

Anche altri matalli concianti possono avere complicazioni e vantaggi, ma siamo certi di conoscere la classificazione e distinzione fra un pellame metal free, Chrome free o Heavy metal free?

La definizione di pellame Metal-free è riportata nel punto 4.2.2.3 della norma UNI EN 15987:2015 recante le definizioni chiave per il commercio del cuoio; essa prevede che la concentrazione totale, quindi la somma delle concentrazioni di tutti i metalli concianti, Alluminio, Cromo, Ferro, Titanio e Zirconio, deve essere rilevata minore o uguale allo 0,1%, ovvero a 1.000 mg/Kg, espresso come peso sulla sostanza secca.

Ciò implica, in primis, che, nell’effettuare indagini analitiche finalizzate a verificare se un pellame sia o meno definibile quale Metal-free, è necessario procedere a determinare sia il contenuto di metalli concianti, che il contenuto d’acqua, al fine di poter calcolare la concentrazione secondo quanto richiesto dalla norma. A tal riguardo, si sottolinea la necessità di verificare che nel Rapporto di Prova emesso dal Laboratorio, i risultati siano riportati in termini di peso sulla sostanza secca, ma in tal senso aiuta la norma ufficiale per la determinazione del contenuto di metalli nel cuoio, UNI EN ISO 17072-2:2019, che stabilisce che i risultati del contenuto di metalli siano espressi unicamente in termini di concentrazione sulla sostanza secca.

Heavy Metal Free “HMF”

Non esiste una definizione di metallo pesante basata su criteri ampiamente condivisi. Si possono attribuire definizioni diverse, a seconda del contesto. In metallurgia, ad esempio, un metallo pesante può essere definito sulla base della sua densità, ovvero si definisce heavy metal coloro che hanno una densità maggiore di 5 grammi/cm3, mentre in fisica il criterio distintivo potrebbe essere il numero atomico, mentre dal punto di vista chimico o biologico sarebbe probabilmente più interessante il comportamento chimico o, appunto, biologico.

Sulla base della densità si includerebbe, nell’elenco dei metalli pesanti anche quegli elementi, come il Selenio e l’Arsenico, che non sono metalli, sebbene siano dotati di proprietà fisiche e chimiche simili a quelle dei metalli in senso stretto. Altri metalli, invece, considerati pesanti, per alcune proprietà, come il Berillio (density 1.8 g/cm3), Alluminio (2.7 g/cm3), Calcio (1.55 g/cm3) Bario (3.6 g/cm3) sono considerati leggeri.

Su queste indicazioni i metalli pesanti sono molti (vedi sotto), ma i metalli utilizzati in concia che possono considerarsi Heavy sono sostanzialmente i tre:

Cromo = 7,2 g/cm3

Ferro = 7.9 g/cm3

Zirconio 6.5 g/cm3

Non lo sono l’Alluminio (2.7 g/cm3), il Titanio (4.5 g/cm3) che hanno appunto densità inferiore a 5 grammi/cm3.

Perciò possiamo definire sostanzialmente una concia HMF come una concia Chrome Free..

Elenco dei metalli pesanti secondo la definizione della densità:

Antimony, Arsenic, Bismuth, Cadmium, Cerium, Chromium, Cobalt, Copper, Erbium, Europium, Gadolinium, Gallium, Germanium, Hafnium, Holmium, Indium, Iridium, Iron, Lanthanum, Lead, Lutetium, Manganese, Mercury, Molybdenum, Neodymium, Nickel, Niobium, Osmium, Palladium, Platinum, Praseodymium, Rhenium, Rhodium, Ruthenium, Samarium, Selenium, Tantalum, Tellurium, Terbium, Thallium, Thorium, Thulium, Tin, Tungsten, Uranium, Vanadium, Ytterbium, Zinc, Zirconium

 

A cura del Dr. Marco Nogarole

Pubblicato il: 10 Set 2024 alle 09:53

 

Tutte le sedi della SSIP resteranno chiuse dal 7 al 22 Agosto.

In caso di esigenza, è possibile rivolgersi ai seguenti contatti:

dott. Gianluigi Calvanese

mail g.calvanese@ssip.it

mobile. +393490899336

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