Utilizzo di nanoparticelle nelle fasi conciarie e tecniche di dispersione di laboratorio
Metodo per la caratterizzazione della distribuzione dimensionale di fibre molite
Nell’ottica del riuso degli scarti solidi della lavorazione conciaria è molto diffuso il loro utilizzo come filler di polimeri per la produzione di nuovi materiali circolari.
Considerate le pregevoli caratteristiche merceologiche e prestazionali dei cuoi, molteplici operazioni, nell’ambito dei processi produttivi tradizionali ed innovativi, sono orientate proprio all’enfatizzazione di tali proprietà.
La pelle, in ragione della sua origine biologica e delle sue caratteristiche chimiche e strutturali, prima ancora di essere trasformata in cuoio, è passibile di fenomeni di degradazione, con possibili ricadute sul prodotto finito; successivamente, gli stessi fenomeni possono intervenire durante tutte le fasi del processo conciario, determinando difetti caratteristici del cuoio. Principali cause di degradazione possono essere:
Il monitoraggio della presenza di possibili microrganismi in grado di svilupparsi nel corso di tutte le fasi del processo conciario costituisce uno strumento particolarmente utile per l’identificazione di difetti incipienti e per la pianificazione di opportune soluzioni per il relativo rimedio.
Trattamenti fotocatalitici di acque reflue industriali attraverso fotocatalizzatori strutturati
Pubblicato su CPMC 1/2021
A cura di
Daniela Caracciolo, Coordinatore tecnico-scientifico Dipartimento Tecnologie per l’Ambiente SSIP