Ecco come la Campania sarà sempre più protagonista
Pubblicato su CPMC 2/2021 – Le politiche Governative
Intervista a Valeria Fascione, Assessore alla Ricerca, Innovazione e Startup, Regione Campania
Gentile assessore Fascione, la transizione ecologica e digitale è una sfida per il Paese. L’auspicio è che il Sud diventi traino. Scontiamo ritardi strutturali, e una vecchia logica che penalizza il Mezzogiorno.
Occorre sfruttare al massimo l’occasione offerta dalle risorse del PNRR per trasformare l’economia, la pubblica amministrazione, investendo su tre direttrici: competenze – riducendo il divario tra domanda e offerta di lavoro, digitalizzazione –in chiave sostenibile, infrastrutture – soprattutto in quelle che facilitano la connessione tra pubblico e privato. Fondamentale sarà l’accesso competitivo alle risorse pubbliche, attraverso un dialogo forte perché solo dal confronto si può generare sviluppo. E poi, ammodernare la PA, sostenendo le esigenze di innovazione, semplificando gli acquisti pubblici e rendendo il pubblico protagonista di una rivoluzione burocratica. Ci aspettiamo tanto dalla revisione del codice degli appalti che dovrà recepire i cambiamenti sociali ed economici degli ultimi 5 anni. Questo lo dico in vista dell’imminente avvio della nuova stagione dei fondi strutturali, per i quali abbiamo già avviato un lavoro che ha come temi chiave l’integrazione delle risorse e gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il nostro impegno è assicurare la “messa a terra” delle risorse pubbliche attraverso una governance integrata che miri a ridurre al minimo i tempi di esecuzione degli interventi.
È una partita questa che tiene insieme il digitale e l’innovazione, la sostenibilità e lo sviluppo, alla quale la Regione tiene molto. Quali le iniziative avviate? Quelle che arriveranno?
Abbiamo una visione strategica di lungo periodo volta a creare sul territorio regionale un contesto in grado di stimolare gli investimenti pubblici e privati, necessari ai fini della transizione verso un’economia climaticamente neutra, verde, competitiva e inclusiva. Il ruolo del digitale e dell’innovazione nello sviluppo competitivo è oramai chiaro a tutti. Tra le azioni programmate e in fase di realizzazione, c‘è il Tecnopolo per l’Innovazione Sostenibile, da localizzare a Napoli presso l’ex Manifattura Tabacchi, volto a favorire l’insediamento di centri di ricerca e imprese innovative, la nascita di startup e l’attrazione dei talenti sui temi della bioeconomia. Il tutto in sinergia con il Polo Nazionale dell’Agritech per lo sviluppo di tecnologie innovative in ambito agroalimentare. Recentemente è stato dato il via al Living Lab per la Mobilità Sostenibile e Sicura (Borgo 4.0) che mira a efficientare i sistemi di trasporto e a promuovere la “smartness” delle città.
Molto, però, devono fare le imprese. Quale è la sua autorevole percezione: Le nostre imprese ci credono? Possono fare qualcosa in più per accompagnare questi processi?
Il tessuto imprenditoriale si stimola attraverso la contaminazione di idee e competenze; tutti gli investimenti realizzati e da realizzarsi in Campania hanno un taglio concreto con il pieno coinvolgimento di tutti gli stakeholder. Così come nella recente consultazione pubblica per l’aggiornamento della Strategia di Ricerca e Innovazione, abbiamo coinvolto l’ecosistema per attingere alle sue esperienze e consolidare quanto già realizzato. Si tratta di un’operazione di co-design delle politiche pubbliche ma anche di investimento nella fiducia verso ricercatori e imprenditori. Il modello di sviluppo dell’ecosistema R&I – che trova espressione nel Polo Tecnologico di San Giovanni – si consolida come best practice nelle recenti strategie nazionali del PNRR, con esso abbiamo superato la logica della PA come attore passivo che distribuisce risorse e ne controlla solo l’esito. Credo che le imprese e i centri di ricerca siano consapevoli che la Regione Campania è il primo investitore, perché crediamo nelle loro idee e vogliamo che siano realizzate sul nostro territorio. Le tendenze in atto ci hanno dato ragione, la Campania ha consolidato un ecosistema ricco di eccellenze scientifiche e di un sano tessuto imprenditoriale. Le aziende sono sempre più consapevoli dei cambiamenti che stanno trasformando il modo in cui progettano e producono. E che piani industriali che incorporano digitale e sostenibilità non sono un costo, ma un investimento nel proprio futuro e in quello della Campania
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